Recensione

RAGE

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a cura di Sidmarko

Spulciando il curriculum di id Sofware è facilissimo imbattersi in titoli che hanno marchiato indelebili pagine della storia videoludica, basti pensare al pionieristico Wolfestein 3D o alle antesignane saghe FPS di Doom e Quake. Tuttavia, anche se il team texano ha lasciato un’importantissima eredità nelle mani degli odierni sviluppatori, nella corrente generazione può contare solo la realizzazione di un opaco remake di Wolfestein, e poco altro. Ecco allora che, guidata dalle geniali menti dei game designer Tim Willits e Tom Hall, id si rimette in sella al proprio destriero della creatività imboccando, ancora una volta, la seducete via del rinnovamento. Chiaramente in cerca di rivalsa, il team si è inventato uno sparatutto “sui generis” in grado di mescolare sapientemente elementi di guida e ruolo, poggiandosi su di un ispiratissimo background narrativo post-apocalittico.

Spigoloso e minimalista Nel 2029 un asteroide colpisce la Terra portando sull’orlo dell’estinzione la razza umana. Dopo il cataclisma, quel poco che rimane dell’umanità si rifugia in piccoli agglomerati urbani di fortuna, costruiti sui detriti della vecchia civiltà, con rottami e lamiere arrugginite, vivendo perlopiù di sussistenza e cercando riparo dalle continue angherie e razzie di predoni del deserto e mutanti. Il giocatore, nei panni di uno sconosciuto personaggio, si risveglia all’interno di una cella criogenica sotterranea simile ad una navicella spaziale, precisamente 106 anni dopo l’impatto del meteorite, senza ricordare più nulla del suo passato o del suo vero compito. Una volta presa coscienza della situazione e, in parte, anche del proprio ruolo nella vicenda, scoprirà di essere un membro del Progetto Eden, un piano di salvezza per l’umanità che avrebbe dovuto ripopolare il mondo dopo la catastrofe. Ovviamente, il progetto non ha ottenuto il successo sperato e una fazione che detiene il controllo politico sulla società attuale, denominata Autorità, sta cercando tutti i sopravvissuti del Progetto Arca per eliminarli…Il canovaccio imbastito dagli autori si rileva piuttosto minimalista ed egoista, sia a livello informativo che contenutistico. Pochissimi aspetti della trama e dei personaggi verranno rivelati o approfonditi, e parecchi buchi narrativi disseminati lungo il percorso rimarranno tali fino al raggiungimento dei titoli di coda. Una scelta decisamente in controtendenza se si pensa alla smodata contaminazione cinematografica che si sta palesando nella stragrande maggioranza dei videogiochi moderni. In realtà, più che di una mancanza, va interpretata come una chiave di lettura atipica – e per certi versi anacronistica – del raccontare la storia di un videogioco, senza quella smania di coccolare il giocatore con cut scene hollywodiane o prolissi preamboli esplicativi. RAGE è “spigoloso”, perché riesce a farsi apprezzare senza strafare o cercare chissà quale stratagemma espositivo. Tutto il lavoro di pathos viene infatti delegato al solo contesto narrativo e all’affascinante ambientazione, che ricalca pedissequamente lo stupendo modello post-apocalittico di Mad Max, la famosa pellicola dell’accoppiata vincente Mel Gibson, attore, e George Miller, regista. Senza quindi mai raggiungere un vero climax o utilizzare tecniche di narrazione accattivanti e scenografiche, la trama scorre via abbastanza fluidamente, seppur con qualche riserva descritta poc’anzi, che non farà di certo felici i cultori dei canovacci particolarmente approfonditi. Immancabile l’analogia con Fallout, considerata la presenza di Bethesda come publisher e il tema post-apocalittico. Tuttavia, ad un’analisi più approfondita, si può notare facilmente come la declinazione futuristica targata id Software non abbia la stessa connotazione retro-futurista che contraddistingue invece la serie Fallout.

Un trittico d’altri tempiCome già accennato ad inizio articolo, RAGE è un FPS che fonde elementi ruolistici e di guida, dando relativo spazio all’esplorazione di un mondo di gioco semi-aperto. Diciamo semi-aperto, perché in realtà le missioni si susseguiranno l’un l’altra in modo concatenato e si svilupperanno essenzialmente su percorsi lineari, senza mai andare a stuzzicare veramente l’istinto esplorativo del giocatore. La struttura ludica del titolo firmato id Software si divide essenzialmente fra quest e side quest affidate dagli abitanti delle zone visitate e da completare come un comunissimo sparatutto, spostamenti con particolari mezzi come buggy, quad o automobili corazzate e munite d’armi per far festa ai predoni delle strade, e la ricerca di oggetti utili per creare equipaggiamenti o racimolare qualche soldo. Un trittico FPS-Guida-Ruolo che si consuma in maniera semplice, ma mai scontata. La compresenza di questi tre generi, inoltre (seppur il primo sia evidentemente quello prevalente), riesce a garantire all’esperienza di gioco una varietà eccezionale e tantissima quantità. Le fasi shooter evocano a gran voce il retaggio del team di sviluppo, con un feeling molto simile a quello veloce ed immediato apprezzato in Quake e Doom, senza un minimo script o fasi di gioco precalcolate su binari, ma con la semplice formula del: “Corri, spara a tutto ciò che si muove. E fallo velocemente”. Come in tutti gli FPS moderni è presente la solita autorigenerazione ma, prima di raggiungere il fatidico game over, sono disponibili delle vite extra, grazie alla presenza di un defibrillatore nel petto del protagonista che si attiva automaticamente post-mortem. Attraverso un semplice mini-gioco QTE, si può ripristinare una determinata quantità di vita, a seconda del punteggio ottenuto. Il numero di vite extra dipenderà anche dallo svolgimento o meno di alcune missioni che incrementeranno la potenza del defibrillatore. L’armamentario è molto vario e si intreccia con la sfera ruolistica del titolo, visto che, proprio attraverso il crafting, è possibile creare munizioni più efficaci, piccoli compagni robot o torrette e molti altri attrezzi di morte alternativi. Prima di procedere con la costruzione di questi marchingegni bellici è tuttavia fondamentale possedere gli schermi relativi che contengono la “ricetta” dell’elemento da creare. Oltre ad armi, questi schemi danno la possibilità di fabbricare altri oggetti molto utili, come spacca-serrature per aprire porte altrimenti invalicabili o bende per curarsi nell’immediato senza attendere l’autorigenerazione. Durante le peregrinazioni, è dunque fondamentale fare incetta di tutto ciò che si trova e, alla peggio, si può vendere le cianfrusaglie in esubero ai mercanti. Il mondo di gioco, oltre ai mercanti appena citati, utili anche per fare scorta di munizioni o oggetti, offre al giocatore diverse ore di svago extra grazie alla presenza di piccoli mini-giochi molto divertenti, come il gioco delle 5 dita, una sorta di Guitar Hero ad emulazione o un gioco di carte collezionabili che trae ispirazione da Magic: The Gathering, e le cui carte sono disseminate qua e là per l’universo di RAGE. La varietà del titolo non è garantita solo dalla sua natura ibrida, ma anche dalla forte eterogeneità degli ambienti. Si passa spesso da territori assolati e aperti, immersi nel deserto, a luoghi umidi e lugubri, come metropolitane o fogne. In qualche frangente particolarmente claustrofobico, RAGE strizza persino l’occhio alle situazioni survival horror di Doom III.

Guida che ti passaI cinefili non possono aver dimenticato le folli scorrazzate di quel pazzoide di Max del film Mad Max, dove i predoni assalivano il protagonista a bordo di autovetture tutt’altro che omologate e farcite di armi fino ai denti. Questo è il concetto base da cui sono partiti gli sviluppatori di RAGE quando hanno pensato alla sfera racing del loro prodotto. Ludicamente parlando, però, l’ispirazione, a detta dello stesso designer Tim Willits, sarebbe venuta da MotorStorm, ma il design delle autovetture – e di riflesso quello dei tracciati – e la forte componente bellica, pescano a piene mani dal film Mad Max, non c’è dubbio alcuno. Per partecipare alle gare, basterà parlare con gli organizzatori degli eventi presenti nelle città, che mostreranno le sfide a disposizione, classificate per tipo di mezzo e arma, come gare standard, con missili o mitragliatori. Il modello di guida è buono e, fatta eccezione per lo spazio di frenata poco convincente e troppo repentino, le gare divertono e soddisfano. Gli elementi peculiari di queste sfide sono rappresentati dalla possibilità di sparare agli altri partecipanti con mitragliatori o lanciarazzi, sfruttare il turbo per superare in punti strategici, come le rampe, oppure avvantaggiarsi di alcuni componenti come scudi e onde d’urto per incrementare il vantaggio sull’avversario. Il metro di giudizio non vuole essere troppo intransigente, visto che, ovviamente, la natura del titolo risiede altrove; ma la volontà di inserire un elemento ludico extra e comunque abbastanza coerente al contesto, è del tutto condivisibile e ben riuscita. Vincendo le gare o liberando le strade dai predoni, inoltre, si riceveranno degli attestati utili per acquistare i potenziamenti delle autovetture. A onor del vero, sia mezzi che potenziamenti avrebbero potuto godere di maggiore originalità e varietà, ma vista la longevità del titolo e il numero di gare presenti si può anche soprassedere su questo aspetto.Le vetture possono inoltre essere utilizzate come mezzo di trasporto veloce per spostarsi da una zona all’altra del mondo di gioco, e i potenziamenti acquistati serviranno per difendersi e distruggere i predoni a bordo di autoveicoli che imperversano le strade di RAGE. Alcune missioni principali richiederanno obbligatoriamente la partecipazione a determinate gare per riuscire ad accaparrarsi un nuovo veicolo più resistente, indispensabile per accedere a nuove aree di gioco, onde evitare la dipartita in pochi istanti. La mescolanza di questa parte di gioco con il resto è però meno forte della sinergia che si viene a creare fra crafting e FPS: le gare non sono veramente fondamentali per il proseguo dell’avventura e non riescono ad amalgamarsi in maniera del tutto convincente alla sottile trama. Tuttavia, rimane un ottimo passatempo fra una missione e l’altra. Un gioco nel gioco, dopotutto. Cosa volere di più?

Un pizzico di multiplayer, giusto perché ci toccaIl pacchetto di RAGE non si limita alla generosa campagna, che, senza occuparsi di missioni secondarie o amenità extra, si aggira intorno alle 10 ore. È infatti presente una componente multiplayer, seppur piuttosto esigua, composta da due modalità: una cooperativa che declina la componente shooter e una serie di sfide relative alla sfera racing. La cooperativa a due giocatori è disponibile solo online (manca la possibilità di giocare in split screen come nelle versioni console) e offre nuove missioni legate alla trama principale, regalando ai giocatori supplementari ore di divertimento. Le gare, invece, mettono in campo un massimo di quattro sfidanti in carne ed ossa, ricalcando la componente della campagna singolo giocatore, con potenziamenti e nuovi tracciati. La mancanza di modalità alternative, o quantomeno originali, si fa sentire dopo pochissimo tempo. Tuttavia viene naturale pensare che gli sviluppatori abbiano pensato al multiplayer solo come un mero riempitivo del farcito piatto offerto da RAGE e non di certo un elemento che avrebbe potuto fare la differenza. Dopotutto, si tratta uno sparatutto vecchia scuola, e chiaramente ha giocato le sue carte migliori nel single player.

Semplicemente MaestosoIl comparto tecnico di RAGE è una vera e propria perla d’avanguardia tecnologica. Avvantaggiandosi del potentissimo motore grafico proprietario idTech5, id Software ha potuto modellare il mondo di gioco sfruttando il Virtual Texturing, ovvero una tecnica avanzata della tecnologia MegaTexture che permette di gestire texture di dimensioni mastodontiche ( 128.000 x 128.000 pixel) utili a ricoprire interamente gli ambienti di RAGE e, quindi, evitare dispersioni prestazionali dovute al caricamento di più texture, ma di dimensioni minori. Tale minor dispendio grafico, si riflette positivamente sulla cura nel dettaglio, che non deve badare troppo ai limiti di calcolo di console o PC. Infatti, grazie ad una linea dell’orizzonte infinita e fondali a dir poco affascinanti e pittoreschi, RAGE raggiunge vette fotorealistiche mai conosciute finora, lasciando a bocca aperta anche gli appassionati più cinici. Solo i panorami di Oblivion e Fallout 3 risultano simili, ma per ampiezza visiva e non di certo per qualità grafica espressa. La modellazione poligonale è ottima sia negli ambienti aperti che in quelli chiusi, ma i veri protagonisti dell’esperienza sensoriale targata id Software sono level e character design. Durante l’avventura, si visiteranno luoghi decisamente singolari e abitati da personaggi dall’aspetto unico e riconoscibile, il tutto condito da un’atmosfera post-apocalittica respirabile in ogni anfratto, grazie anche a piccoli espedienti grafici che non faranno fatica a farsi riconoscere. Nel restituire impatti fedeli nelle fasi shooting si comporta molto bene la simulazione della fisica, anche se rimangono pochissimi gli elementi distruttibili; un po’ meno convincente risulta invece la risposta fisica nelle fasi di guida, seppur si tratti di licenze poetiche concesse alla natura inevitabilmente arcade di questa componente. La scelta di colori molto accesi sembrerà azzardata e poco consona, ma la scala cromatica adottata dai designer grafici si sposa armoniosamente alla cornice post-apocalittica del gioco. Le animazioni sono molto fluide e il gioco corre velocissimo, e sempre a 60 fps, tuttavia sarà necessario possedere una macchina da gioco molto performante per godere appieno delle delizie grafiche appena descritte. La versione PC si presenta molto più pulita e dettagliata rispetto al codice console, ma al contempo i problemi di pop-up sono molto più marcati. Grazie ad una patch rilasciata in extremis il giorno d’uscita, è possibile inoltre settare i dettagli grafici, limitati però a solo vsync, antialiasing e poco altro. Non è ancora consentito entrare nello specifico mettendo mano sugli effetti grafici in maniera più specifica. Speriamo che gli sviluppatori abbiano la premura di allargare ancora di più lo spettro di opzioni, visto che in questo modo il motore grafico risulta ancora poco scalabile e viene difficile trovare il giusto compromesso fra prestazioni e qualità, situazione che cercano soprattutto i possessori di computer che hanno sulle spalle qualche anno di troppo, quindi la stragrande maggioranza degli utenti.Per quanto concerne l’aspetto sonoro, fa molto bene il doppiaggio in lingua italiana e la campionatura audio di effettistica e ambienti. Anche le soundtrack svolgono egregiamente il loro compito, senza comunque offrire colonne sonore epiche o particolarmente esaltanti.

– Fasi di guida divertenti

– FPS veloce e di quantità

– Ambientazione affascinante e suggestiva

– Graficamente maestoso

– Narrazione poco rifinita

– Marcati problemi di pop-up.

– Mancano alcune impostazioni grafiche avanzate.

8.8

Prendete il contesto narrativo di Mad Max, aggiungeteci il feeling FPS dei prodotti id e spruzzategli sopra un pizzico di MotorStorm, con tanto di razzi e mitragliatrici a iosa. Shakerate il tutto. Avete ottenuto RAGE? No. Il valore complessivo di questo prodotto va ben al di là della semplice somma dei singoli elementi che lo compongono. Il nuovo pargolo id Software offre un’esperienza unica nel suo genere ed in grado di dare nuova linfa al genere FPS, sempre più simile a se stesso e schiavo di stereotipi e schemi limitanti. Benché sia per sua natura un ibrido sfacciato e controtendenza, RAGE è un titolo da consigliare a tutti gli amanti degli sparatutto “di quantità”, che sacrificano script e spettacolo sull’altare della sostanza e della voglia di libertà. Ovviamente, chi fosse interessato a narrazioni spettacolari e avide di informazioni e contenuti, si dovrà orientare su altri titoli.

Voto Recensione di RAGE - Recensione


8.8