Recensione

Papa Sangre

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a cura di Shiryo

Vita o morte? Perso nel limbo tra i due mondi, il protagonista di questa avventura ultraterrena si trova immerso letteralmente nell’oscurità, aiutato da un’amichevole voce femminile che lo guida nella sua fuga dalle tenebre, attraverso le stanze del terribile palazzo di Papa Sangre. Una realtà colma di mostri orrendi, dalla quale fuggire compiendo prima una missione: salvare qualcuno in pericolo di vita. Completamente privo di vista e facendo unicamente riferimento al suo udito, l’innominato eroe dovrà superare gli ostacoli delle tetre stanze sopravvivendo a misteriose e, immaginiamo, ripugnanti creature…

Immaginate una cimitero messicano nel Giorno dei Morti. Con le luci spente.Seppur non primo del suo genere, Papa Sangre è un buon esponente di una tipologia di gioco assai particolare. Il titolo svluppato da Somethin’ Else è di fatto un survival horror dove il giocatore deve far unicamente affidamento all’udito, in quanto l’oscurità totale che permea ogni stanza del palazzo si concretizza sullo schermo di iPhone in un’interfaccia quasi completamente priva di grafica. Su schermo sono presenti solamente tre icone: una sorta di bussola per calibrare la direzione di camminata e due piedi da premere alternativamente, con ritmo, per camminare o correre. Lo scopo di questa formula è quello di avvicinarsi a delle “note” da raccogliere, sbloccando in questo modo la porta d’uscita verso il livello successivo, anch’essa da raggiungere seguendone i suoni. A rendere più arduo il compito è la presenza di ostacoli e creature sparse nell’oscurità: il giocatore, che inizialmente dovrà far solamente attenzione all’intensità ed alla direzione della musica proveniente dalle note da raccogliere, si troverà presto a dover immaginare fisicamente la stanza e la locazione di nemici, udendo il respiro delle creature presenti o avvertendo la variabile conformità del terreno, grazie ai suoni in stereofonia o alle vibrazioni del dispositivo.

Come una Pinata in un carnevale di mostri festeggiantiGià dal primo livello l’immaginazione diviene fondamentale per calcolare la posizione della nota rispetto ad una terrificante creatura dormiente, che ansimando nel sonno paleserà la sua posizione. Trovata la nota, anche la fuga verso l’uscita richiederà massima attenzione, in quanto camminare su materiali rumorosi, e soprattutto procedere ad un passo troppo veloce rischiando di cadere con un goffo tonfo, attireranno la bestia, obbligando ad una fuga ad occhi chiusi, fallita la quale giungerebbe un violento quanto inevitabile Game Over. Inoltrandosi nella storia, il giocatore avrà a che fare con situazioni sempre più complicate, che vedranno l’arrivo di mostri non più dormienti ma ben svegli e di pattuglia mobile, strani clown (o almeno cosi li abbiamo immaginati noi) su biciclette rumorose a folle velocità, ed ostacoli quali ossa calpestabili. Il mix ricorda vagamente i rumori emessi da quei simpatici pupazzi che, se premuti, emettono suoni divertenti, ma che in Papa Sangre si tramutano in inquietanti presagi. Nonostante l’interessante formula, la monotonia diventa palpabile dopo pochi livelli, facendo sentire la mancanza di variazioni sul tema, che si sarebbero potute introdurre facilmente grazie al multitouch o al giroscopio, magari portando il giocatore a ruotare su sè stesso per identificare la direzione di provenienza dei suoni, piuttosto che utilizzando la bussola su schermo, il tutto senza rovinare l’accessibilità e l’unicità del gameplay, ed anzi arricchendolo. La totale mancanza di localizzazione, inoltre, farà sentire ancor più dispersi nelle tenebre di quanto si dovrebbe, obbligando chi non mastica la lingua anglofona a proseguire d’intuito, non riuscendo a comprendere il briefing della voce guida prima di ogni livello.

Scappa, salva chi ami, fai la cosa giustaImmancabile e persino d’obbligo, in Papa Sangre troviamo un’ottimo campionamento di suoni e di effetti audio quali passi del protagonista o ripugnanti lamenti delle orrende creature nel castello. Grazie all’ottima realizzazione dell’audio in stereo 3D risulta assai più semplice muoversi per le stanze del castello di quanto si possa immaginare, ovviamente solo utilizzando auricolari o cuffie. Giocato in una stanza buia, il titolo sa regalare momenti di vera tensione. La voce in game, purtroppo solamente in inglese, guida con piacevole calma l’utente alla comprensione di cosa dovrà affrontare nel successivo livello, lasciandolo quasi del tutto solo una volta varcata la soglia e iniziata l’esplorazione di ogni stanza. L’ottima sensazione di solitudine e di ineguatezza che il gameplay trasmette aumenta esponenzialmente qualora decidessimo di non utilizzare del tutto l’interfaccia grafica che, per quanto semplice, finisce per distrarre leggermente dall’atmosfera del gioco. Proprio per questo abbiamo deciso di sperimentare la maggior parte del gameplay evitando persino di guardare lo schermo, scoprendo un ulteriore livello di tensione ma, anche, scontrandoci anche con un bug a dir poco grave. L’audio, principale motivo della giocabilità del titolo, è venuto completamente a mancare per un paio di volte durante la nostra lunga fase di testing, il che ci ha obbligati all’uscita completa dal gioco e al reload del salvataggio automatico. Seppur non gravissima, una situazione simile potrebbe risultare assai frustrante per giocatori che realmente debbano far affidamento sul solo udito. Un ultimo appunto va alla gestione dei volumi: anche a distanza molto ravvicinata da una nota o da una porta, il volume del suono da loro prodotto sarà sempre piuttosto leggero, così come quello della voce guida, mentre quello dei mostri o del completamento del livello sarà evidentemente più alto, il che potrebbe risultare fastidioso. Sperando vivamente in un aggiornamento che vada a correggere entrambi i problemi, possiamo comunque esprimere un parere complessivamente positivo su un comparto fondamentale per la funzionalità del gameplay.

– Audio 3D e campionamenti ottimi

– Grande atmosfera

– Solamente in inglese

– Molto raramente, blocco totale dell’audio

– Volumi non perfettamente livellati

7.0

Papa Sangre è un titolo coraggioso, come lo sono stati i -pochi- altri titoli di tipologia simile presentati in passato. La semplice meccanica di gioco, che prevede di muoversi seguendo unicamente i suoni percepiti, si arricchisce di difficoltà grazie alla presenza di mostri, ostacoli e trappole disseminate nelle numerose stanze del castello. Ad un gameplay ben calibrato e valido, sarebbero però servite ulteriori novità quali l’utilizzo del multitouch e del giroscopio per ottenere un prodotto finito più attuale e meno ripetitivo, dato che la formula in sè, per quanto molto poco utilizzata, non è certo una novità. Qualche bug di rara frequenza nel sistema audio 3D intacca la qualità finale di un comparto che, vista la natura del titolo ed il target cui punta, non dovrebbe prestare il fianco ad alcuna critica. Nonostante i difetti, Papa Sangre è un titolo che unisce il gameplay di un videogioco con la fantasia e l’immaginazione che scaturiscono dalla lettura di un libro, una formula che non possiamo non consigliare di provare almeno una volta.

Voto Recensione di Papa Sangre - Recensione


7