Recensione

NBA Live 08

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a cura di SAH

A partire da fine ottobre prenderà il via la nuova stagione del grande basket a stelle e striscie che si concluderà, dopo 82 partite per squadra, a fine aprile con i tanto agognati play-off. Tante le novità per quanto riguarda gli scambi nel corso della off-season: la squadra che più di tutte si è rinforzata sul mercato è stata Boston che ha affiancato a Paul Pierce, due campioni come Ray Allen e Kevin Garnett. Inevitabile il ruolo di favorita per quanto concerne la Eastern Conference anche se il fattore di chimica di squadra potrebbe pesare soprattutto nella prima parte della stagione. Un gradino più in basso troviamo i sempre presenti Detroit Pistons e i campioni della Conference dello scorso anno, i Cleveland Cavaliers. A ovest invece le sorprese, per quanto concerne la regular season dovrebbero essere molto limitate con Mavericks, Suns e Spurs pronte a darsi battaglia per il primo posto. Si preannuncia sempre interessante la lotta ai playoff con Lakers, Clippers, Grizzlies, Hornets e Nuggets a contendersi i pochi posti disponibili

L’anno zeroIl debutto nella cossiddetta next-generation non è stata delle più felici per il team di sviluppo della serie NBA Live. Le critiche di giornalisti e utenti hanno convinto Electronic Arts a dare una svolta cambiando gran parte del team originale e investendo pesantemente sul rilancio della serie. E’ innegabile che il primo approccio con la versione completa fosse condizionata dal recente passato ma fin dalla prima partita ci si rende conto di essere davanti ad un gioco che con la sua precedente incarnazione non ha niente a che fare. Il sacrificio di rinunciare a tutta una serie di dettagli grafici superificiali ha permesso agli sviluppatori di sfruttare appieno la fluidità dei 60 frames al secondo e di rendere molto più credibili i movimenti dei giocatori. Le animazioni, una delle tante note dolenti della scorsa edizione, sono state completamente riviste e adesso finte, controfinte e movimenti spalle a canestro trovano una reale corrispondenza con la realtà. Gli arbitri, gli allenatori e i tifosi sugli spalti si agitano con fare estremamente credibile e ricreano la dovuta sensazione di realismo. Peccato che ci sia ancora un pò troppa distanza tra gli spalti e il campo da gioco, peculiarità degli stadi europei ma non di quelli NBA. Anche il sistema di illuminazione desta qualche perplessità dato che tra arena ed arena non cambia e crea alcuni effetti di luce poco realistici. Parlando di Europa non possiamo non citare la presenza di sette nazionali di area Fiba più ovviamente gli Stati Uniti. I paesi inclusi sono: la Francia di Tony Parker e Boris Diaw, la Germania di Dirk Nowitzki, la Cina di Yao Ming, la Grecia di Spanoulis, l’Argentina di Ginobili e Oberto, la Spagna di Gasol e Garbajosa e ovviamente la nostra Italia degli “americani” Bargnani e Belinelli. Per sfruttare al meglio la nuova licenza è stato introdotto un campionato mondiale tra nazionali, che prevede un primo girone ad eliminazione e poi play-off. Questa apertura verso il mercato globale ci fa ben sperare in un futuro in cui oltre al campionato NBA figurerà anche quello di Eurolega, con le migliori squadre europee.

Alla caccia dell’anelloNell’edizione 2007 la modalità carriera denominata dynasty era l’aspetto migliore del gioco che grazie alla collaborazione con l’importante canale sportivo americano ESPN forniva continuamente news e notiziari (in lingua inglese) con le ultime notizie. Gli sviluppatori sono riusciti a migliorare ulteriormente quanto fatto in passato riordinando completamente la struttura. La schermata che vedrete più di frequente riguarderà gli appuntamenti settimanale con tanto di notizie su infortuni, premi e quant’altro riguardi la stagione in corso. Premendo l’apposito tasto si accederà ai vari menù di management della squadra, le statistiche e il mercato dove in base al proprio salary cap sarà possibile scambiare giocatori con le altre franchigie. Nel corso della stagione riceverete abbastanza di frequente richieste di scambi, mentre a fine stagione alcune squadre potrebbero richiedere i vostri servizi di capoallenatore. Ogni partita può essere affrontata in tre diversi modi, la simulazione diretta che fornisce automaticamente il risultato finale dell’incontro, la simulazione “controllata” che esegue un report progressivo del punteggio e fornisce al giocatore la possibilità di intervenire ed infine il gioco vero e proprio con il giocatore che prende parte alla partita fin dal primo minuto. In precedenza abbiamo parlato di come sia stato migliorate le animazioni ma non solo, finalmente la parabola dei tiri è tornato a livelli “normali”, la velocità di gioco rispecchia la reale condizione dei veri atleti NBA ed è stata sensibilmente aumentato il livello di difficoltà. Questo significa che non basterà prendere un rimbalzo e partire in contropiede per essere certi di ottenere due o tre punti ma la maggior parte delle azioni andranno costruite con l’utilizzo degli appositi schemi. Si nota quindi una migliore gestione della I.A. soprattutto in fase difensiva con raddoppi frequenti e la ricerca di deviazioni per favorire una palla persa. Quando la palla arriverà sotto canestro la difesa tenderà a collassare con tre o più giocatori pronti a stoppare, in questo caso una buona soluzione è rappresentata dallo scarico per una tripla. E’ stata riposta una doverosa attenzione anche nei confronti delle Superstars: affrontare Steve Nash significa dover fare i conti con un’eccezionale tiratore da tre, un’ottimo penetratore e un superbo assist-men. Prevedere ogni possibile azione è praticamente impossibile e capiterà di frequente di perdere di vista una marcatura. L’hotspot, ovvero la griglia che mostra l’abilità di un giocatore nel tiro da quella mattonella, funziona bene soprattutto durante le prime partite quando non si conoscono bene i valori di un determinato giocatore. Fortunatamente questa novità non va a penalizzare il gameplay, affidarsi troppo all’hotspot significa spesso realizzare azioni stagnanti che dopo pochi tentativi verranno previsti dalla difesa e prontamente stoppati o intercettati. Tuttavia la serie soffre ancora di qualche difetto storico. Inanzitutto sotto canestro continuano ad arrivare gli incredibili canestri da dietro il ferro (rari ma ci sono), la maggior parte dei falli in attacco avviene per una serie di inezie, e una volta imparato a dosare il tasto per lo sfondamento diventerà un’arma micidiale. Manca un tasto per il passaggio rapido soprattutto per le azioni di contropiede, saltuarie ma veramente fastidiose le compenetrazioni tra giocatori e arbitri. Per quanto riguarda la compenente multiplayer è possibile giocare in quattro sulla stessa console e uno contro uno online. Tuttavia EA Sports ha promesso che a breve verrà rilasciata una patch che introdurrà il tanto atteso gioco online totale con la possibilità di giocare cinque contro cinque. Se le promesse saranno mantenute aggiungete pure mezzo punto in più al voto finale.

– Giocabilità completamente rinnovata

– Dynasty grandiosa

– Presenza delle nazionali, Italia inclusa

– Difetti storici da limare

– Troppo arcade per i puristi

– Online, al momento, insignificante

7.5

Dopo un anno di transizione, NBA Live dimostra un buon potenziale soprattutto in previsione futura. Splendida la modalità Dinasty, ottima l’idea di introdurre le nazionali, le future modifiche dovranno concentrarsi soprattutto su alcuni aspetti del gameplay e nella risoluzione di bug storici come il canestro da dietro il tabellone e le compenetrazioni dei corpi. Gli appassionati di basket USA troveranno nella versione Live 08 un divertente arcade soprattutto in compagnia di quattro amici e la possibiloità futura di poter competere online contro altri cinque giocatori. I neofiti del genere potrebbero seriamente valutarne l’acquisto come arcade semplice e immediato.

Voto Recensione di NBA Live 08 - Recensione


7.5