Anteprima

Just Cause 2

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a cura di andymonza

Quando fuori dalla finestra ci sono solo i rimasugli di un inverno che proprio non vuole saperne di arrendersi, la prospettiva di una rapida visita presso un’isola dell’Oceano Indiano è sempre ben gradita. Grazie ad una versione di prova di Just Cause 2 abbiamo potuto realizzare almeno virtualmente questo sogno e vestiti ancora una volta i panni di Rico Rodriguez ci siamo paracadutati sull’isola (immaginaria) di Panau, pronti a sovvertire un nuovo despota ed a scatenare il caos più assoluto. Con una data di rilascio fissata al 26 Marzo su Xbox 360, Playstation 3 e PC, vediamo com’è andato questo primo giro sul nuovo lavoro degli Avalanche Studios.

Rico’s back!Sono passati quattro anni da quando abbiamo visto l’ultima volta mr. Rodriguez, intento a scatenare il caos in un’isola del Sudamerica. Per quanto la storia di questo sequel sia ambientata esattamente agli antipodi del globo, la formula alla base del gameplay non è cambiata. Si tratterà ancora una volta di aggirarsi liberamente per una vasta area insulare, accettare lavori dalle fazioni locali e portare avanti la missione affidataci dall’Agenzia, l’ente governativo americano per il quale lavoriamo sotto copertura. Il tutto sarà naturalmente da condire con una generosa dose di caos e distruzione, elementi che avvicinano l’esperienza a quella già sperimentata con Mercenaries 1 e 2, i cui fan non avranno difficoltà ad ambientarsi. Grazie alla versione di prova fornitaci dal distributore Namco Bandai Italia ci siamo concessi qualche ora per esplorare in lungo ed in largo l’isola di Panau ed affrontare le prime missioni della campagna, le quali hanno rivelato un’apertura notevole, sempre in nome della massima libertà nelle mani del giocatore. Per quanto l’esplorazione free roaming e le missioni di stampo action siano alla base di molti prodotti concorrenti, a rendere unica la formula di gameplay di Just Cause 2 sono due strumenti di cui il giocatore può sempre disporre durante il soggiorno insulare. Il primo è il paracadute già utilizzato nel primo episodio della serie, apribile in qualunque momento alla semplice pressione di un tasto: esso allarga notevolmente i confini dell’esplorazione, permettendo di saltare da qualunque altura naturale o architettonica ed arrivare al suolo in un istante senza subire danni. Ancora più versatile è il rampino, il quale si presta a moltissimi utilizzi differenti: collegato al polso di Rico tramite un lungo cavo avvolgibile, esso permette al mercenario di aggrapparsi a qualunque parete o oggetto si trovi a portata (veicoli in moto compresi), e di raggiungerli in un istante grazie al riavvolgimento rapido. I due versatili oggetti danno il meglio di sè quando utilizzati in combinazione: date le notevoli altezze che il rampino permette di raggiungere, il paracadute si rivela infatti un ottimo biglietto di ritorno nella maggior parte dei casi. Inoltre, una manovra nota come slingshot permette di coprire a grande velocità le distanze: essa consiste nel saltare sparando “al volo” il rampino sul terreno, per poi riavvolgerlo e sganciarlo di colpo aprendo il paracadute a mezz’aria, ottenendo una lunga planata che permette di velocizzare molto la navigazione del vasto territorio. A questo si affianca una particolare gestione delle armi da fuoco, che vede i due grilletti del pad assegnati alle mani del protagonista, permettendo l’utilizzo indipendente delle bocche da fuoco; sia quando ci troveremo appesi al rampino, sia durante una planata col paracadute potremo infatti mirare e sparare liberamente, aprendo così a moltissime chance di improvvisazione in combattimento. Se ciò non bastasse, il rampino prevede un ulteriore gustoso utilizzo: ispirandosi ad un gadget già visto nel recente Ghostbusters: Il Videogame gli sviluppatori hanno fatto sì che sia possibile utilizzare il filo per “collegare” a piacimento gli oggetti dello scenario. Sfruttando l’ottimo motore che gestisce la fisica di gioco, questo permette di improvvisare manovre folli: pensate ad esempio di poter “legare” una macchina in moto all’asfalto, arrestandone così la corsa, oppure di agganciare un avversario ad una bombola di gas per poi aprire il fuoco su di essa e osservarlo mentre “decolla”. Questi sono solo alcuni esempi, ma possiamo assicurarvi che durante le nostre prove siamo stati in grado di improvvisare soluzioni al limite del delirante, confermando la funzionalità di questi strumenti quando utilizzati in abbinamento con l’ambiente ricco e dettagliato offerto dall’isola di Palau.

Esplorando l’IsolaLa grande estensione dell’isola, che abbraccia centinaia di chilometri quadrati spaziando dalle coste sino alle montagne innevate dell’entroterra, si presenta ricca di ambientazioni dettagliatissime. Città, fabbriche, installazioni militari, un aeroporto, ponti, autostrade, funivie. Centinaia di veicoli si distribuiscono in flussi di traffico costanti, che permettono naturalmente di “procurarsi” un mezzo al volo: oltre a fermare i conducenti per strada “alla GTA” è possibile utilizzare l’onnipresente rampino, “agganciare” un veicolo in corsa e trovarsi al posto di guida in un istante. Una volta al volante ci si può temporaneamente spostare sul tetto e mentre il mezzo continua la sua corsa d’inerzia sparare liberamente, oppure saltare su un altro veicolo. Queste meccaniche rendono gli inseguimenti estremamente dinamici e danno spazio ancora una volta all’improvvisazione, che si conferma essere uno dei punti di forza del gameplay. Ma girovagare senza meta, scatenando il caos ed irritando le immancabili forza dell’ordine, non è l’unica fonte di intrattenimento offerta da Just Cause 2: un complesso sistema di missioni penserà a tenervi impegnati per molte ore. Oltre al lavoro assegnatovi dall’Agenzia, ovvero destabilizzare il pericoloso governo dittatoriale dell’isola, potrete collaborare con le tre fazioni malavitose presenti sul territorio, portando a termine incarichi che implicano spesso la distruzione di installazioni avversarie. I singoli obbiettivi della missione principale non saranno disponibili da subito, ma si sbloccheranno solo accumulando il fattore “Caos”: questo sarà possibile sia completando gli incarichi offerti dalle fazioni, sia distruggendo determinati edifici e monumenti di proprietà del governo, presenti in grande quantità sulla mappa. Questo espediente fa sì che per progredire non si sia obbligati a seguire un percorso prestabilito scandito dalle missioni, bensì permette al giocatore di decidere in assoluta libertà come giungere allo scopo, se facendo letteralmente a pezzi l’isola oppure percorrendo un sentiero più ordinato.

L’arte della guerrigliaImmergervi nei doppi e tripli giochi che scandiscono la vita quotidiana di Panau renderà necessario un accesso immediato ad armi, veicoli e mezzi di spostamento rapidi per raggiungere gli obbiettivi. In questo vi verrà in aiuto il palmare, che oltre ad offrire una dettagliata mappa dell’isola, vi permetterà di chiamare in qualunque momento il vostro trafficante di fiducia: in grado di raggiungervi quasi ovunque con il suo elicottero, egli potrà consegnarvi rapidamente armi, veicoli oppure farvi da velocissimo taxi aereo. Tutto questo ad un prezzo in dollari, che potrete pagare utilizzando i soldi guadagnati con le missioni. Egli vi metterà inoltre a disposizione un vasto comparto upgrade per armi e veicoli, cui potrete accedere raccogliendo i singoli pezzi esplorando l’isola o completando gli incarichi, creando così una “libreria” che potrà arrivare a contare un migliaio di miglioramenti di vario genere.Tutti questi dettagli sono sufficienti per comprendere quanto il gameplay di Just Cause 2 sia aperto e personalizzabile: al giocatore vengono offerti una lunga serie di strumenti, ma starà a lui decidere come ed in che ordine usarli per arrivare ai suoi scopi. Le prime missioni della campagna hanno sottolineato questo aspetto: si tratta spesso di distruggere determinati obbiettivi ben difesi, ma la scelta delle modalità con cui giungere agli scopi è totalmente nelle mani del giocatore. Per quanto dunque le missioni non siano molto varie, almeno nella fase iniziale, a renderle sempre diverse è il libero arbitrio.Gli elementi action appaiono sviluppati in maniera canonica: il vastissimo arsenale offre un gran numero di strumenti di morte divisi in tipologie, dalle pistole alle armi pesanti. Il sistema di mira è ibrido: al primo sparo il mirino si sposterà automaticamente sul primo nemico visibile, ma muovendo gli analogici si potranno effettuare correzioni liberamente. Questo espediente sopperisce alla mancanza dello zoom e si rivela molto ben implementato. L’Intelligenza Artificiale dei nemici non è eccezionale, ma i numeri ingenti in cui essi attaccheranno e la presenza di veicoli militari vi terrà sempre impegnati nonostante l’energia rigenerativa.

Comparto TecnicoL’Avalanche Engine 2.0 fa un ottimo lavoro nel restituire la vastità e la ricchezza di dettaglio che caratterizzano l’isola di Panau: che si tratti di spiagge dorate, della giungla dell’entroterra o di una cima innevata gli scorci restituiti si rivelano sempre densi a livello poligonale e ricoperti da texture ben definite. Questo giunge ad un prezzo: rispetto alla sensazione “vitale” trasmessa dalla recente New York di GTA IV l’isola appare decisamente meno popolata e movimentata, ma la riproduzione degli ampi spazi aperti sarà in grado di regalarvi viste davvero memorabili. Con questo ben si sposa una linea dell’orizzonte generosissima, che permette di spaziare con lo sguardo in notevole profondità. Il dettaglio sui personaggi, soprattutto durante le cut scene realizzate con il motore di gioco, non è invece eccezionale, ma si tratta di un compromesso necessario per mantenere il tutto fluido. I fan del primo episodio, memori della lunga lista di bug da cui era afflitto, saranno senza dubbio rassicurati dal buon lavoro di testing fatto su questo sequel: durante le nostre prove il frame rate si è mantenuto sempre stabile e non si sono manifestati problemi tecnici di sorta.

– Tecnicamente ottimo

– Assoluta libertà d’azione

– Meccaniche di gameplay originali e fluide

Le ore spese in compagnia di Just Case 2 si sono rivelate un divertente diversivo: grazie all’utilizzo del rampino e del paracadute il gameplay si rivela originale nell’assoluta libertà che offre al giocatore e le cose da fare sull’isola non mancano. Tutti questi elementi sopperiscono ad una varietà delle missioni apparentemente scarsa e ad un generale senso di “già visto” che caratterizza l’esperienza free roaming a sfondo esotico.

In sostanza, il titolo sembra ottimo per soddisfare appieno gli appetiti di tutti i giocatori in cerca di un po’ d’azione immediata e ricca di chance di personalizzazione ed improvvisazione. Rimanete con noi in attesa del verdetto finale, a breve su queste pagine.