Recensione

Il Trono di Spade 7x07, recensione del finale di stagione

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a cura di Antron93

Dopo sette puntate, la settima stagione del Trono di Spade volge al termine. Ora dovremo aspettare, pare, fino al 2019 ma questo finale ci ha lasciato stupefatti e carichi in vista dell’ottava e conclusiva stagione. Tante domande hanno trovato risposta. Altre, invece, dovranno aspettare. Ovviamente la recensione sarà ricca di spoiler, quindi vi invitiamo a tornare solo dopo aver visto la puntata.

La follia di Cersei
Fin dalla prima puntata del Trono di Spade abbiamo capito una cosa: Cersei Lannister è una donna forte che non accetta consigli e che vuole fare a modo suo. Lo abbiamo visto poi con l’Alto Passero, con il processo di Tyrion e in innumerevoli altre occasioni. E, dopo esser diventata regina, si è sentita ancora più legittimata a farlo. Questa supponenza, questa arroganza, le hanno fatto il vuoto intorno. Gli unici rimasti fedeli a lei sono Sir Gregor e Qyburn. Persino Jamie, dopo questa puntata, decide di abbandonarla. Sì, perchè lo Sterminatore di Re ha ancora un onore, come ricordatole da Brienne, e non può più sopportare questi sotterfugi, questi inganni da parte di una sorella che ha sempre amato, che ha sempre idolatrato ma che, ora più che mai, è impazzita desiderosa di uccidere i suoi nemici e complottando alle sue spalle. Perchè Cersei prima giura di rispettare la tregua, poi decide di spezzarla in un nanosecondo usando Euron Greyjoy e l’oro dei Tyrell. Ma l’Inverno è arrivato anche per lei. I fiocchi di Neve cominciano a scendere su Approdo del Re. E presto, i non-morti saranno alle porte della capitale.
Il caos è una scala
A Grande Inverno, finalmente, va in scena uno dei colpi gobbi più belli dell’intera serie: la dipartita di Petyr Baelish. C’eravamo affezionati a Ditocorto, alla sua spocchia e alla sua melliflua e viscida lingua. Il sussurratore, il grande Deus Ex Machina di Game of Thrones ci abbandona, dimostrandoci quello che è sempre stato: un vigliacco. Ha tentato di mettere Sansa e Arya una contro l’altra dimenticandosi però un dettaglio fondamentale e non capendo l’allusione di Bran: il caos è una scala. Lo stesso Petyr aveva quasi salito l’ultimo piolo, per poi vedere lo stesso Corvo con tre occhi che gli sposta l’appiglio facendolo cadere rovinosamente giù. E qui Weiss e Benioff inseriscono l’ennesimo spiegone, ma con sottigliezza, attraverso le parole di Sansa: Ditocorto è la causa della guerra Stark-Lannister, della morte di Jon e Lysa Arryn. Di tutto. Le sofferenze di un intero continente dipendono da un piccolo uomo che ha giocato a fare Dio, un Icaro che si è avvicinato al sole ma che, alla fine, ne ha ricavato solo cera sciolta e una morte da idiota. Gli Stark sono più forti che mai. Arya e Sansa sono vicine e unite. Bran è colui che tutto sa. Jon è ancora più saldo sul Trono del Nord. Per ora.
Jon e Daenerys
Due dei tre re del continente occidentale sono, forse, i più sprovveduti regnanti che si siano mai visti nell’intera storia dei Sette Regni. Da una parte Jon, re del Nord, che non perde occasione di dimostrare di aver appreso la follia dal padre/zio ben più che i figli naturali di Ned Stark. L’onore. Questa strana qualità che, molto spesso a Westeros, finisce per portare la gente a perdere la testa. L’onore. Che fa sì che tutta la fatica fatta per catturare il non-morto vada quasi sprecata, pur di non fare a Cersei Lannister una promessa che non potrà mantenere. Dall’altra parte, Daenerys. Che per far vedere che lei è più forte, ha le armate più belle di tutti, ha i draghi, si espone alla furbizia e all’intelligenza di Cersei. Se i draghi erano tre, perchè lei è venuta con due? Ci sarebbe arrivato chiunque, ma non Daenerys, che dimostra, per l’ennesima volta, di essere una testa calda che non pensa, o pensa poco, alle conseguenze delle sue azioni.
Ottanta minuti in cui succede tanto altro
Negli scorsi episodi, i fan si sono lamentati dei viaggi istantanei, dei dialoghi sottotono e delle scene d’azione inverosimili. L’ultima puntata metterà d’accordo tutti. Questo episodio doveva aprire il mondo alla guerra che verrà. Ma tutto viene perfettamente veicolato dai dialoghi che, ancora una volta, tornano a splendere. Ad aprire la scena è la conversazione tra Tyrion e Cersei. I due si amano e si odiano. Si rispettano. Sanno che sono due facce della stessa medaglia. Rappresentano l’intelligenza dei Lannister, così come Jamie ne rappresenta la forza. I due hanno provato tante volte ad uccidersi, ma questa volta no. Cersei sa che uccidere Tyrion non le permetterebbe di portare a termine il suo piano. Tyrion sa  che di Cersei non ci si può fidare.
Un’altra delle scene che ci porteremo in mente per più di un anno, sarà quella della prima volta di Jon e Daenerys. Una prima volta, però, che ci lascia l’amaro in bocca. Perchè sì i due si amano, ma sono zia e nipote. Ci viene confermato di nuovo da Bran con una postilla aggiunta da Sam: Jon è un figlio legittimo. Aegon Targaryen, figlio di Rhaegar e Lyanna. E possiamo stare sicuri che tra i due nascerà qualche frizione alla rivelazione di Bran e Sam. Jon sarà il legittimo pretendente al Trono di Spade, Daenerys la numero due. Non è l’ultima dei Targaryen.
La puntata, invece, si chiude col colpo di scena che ci aspettavamo. Gli Estranei sono arrivati alla Barriera. Tormund e Beric aspettano. Ma all’improvviso il Re della Notte colpisce in sella a Vyserion. E qui, per l’ennesima volta si vede la stoltezza di Jon e Daenerys, o di come tutto, in realtà, sia già scritto. I draghi sono venuti al mondo per uccidere gli Estranei, o per unirsi a loro. Un drago era l’unico modo per distruggere la Barriera. Jon e Daenerys ne hanno perso uno per convincere una regina di cui non ci si può fidare. E il Re della Notte sa che gli uomini si uccidono a vicenda, si odiano e non si sostengono. I suoi poteri trascendono persino quelli di Bran. Il mondo degli uomini è spezzato e diviso. The storms are here, il Re della Notte è qui.

Dialoghi semplici ed efficaci

L’evoluzione del rapporto tra Daenerys e Jon

-Il piano di Cersei

-Il cambiamento positivo di Jamie

La rivelazione delle origini di Jon rimandata alla prossima stagione

La morte rapida di Ditocorto

9

Come è sempre successo per il Trono di Spade, l’ultima puntata della stagione non è mai un epilogo, ma un prologo per quella successiva. Anche questa volta, il vero epilogo della stagione si è consumato nel penultimo episodio. Eppure Weiss e Benioff sono riusciti a portare tutto a compimento. L’evoluzione naturale dei personaggi è continuata spedita, non si è fermata. E proprio quando pensavamo che alcuni protagonisti potessero cambiare, tutto torna al proprio posto. Quando pensiamo che Cersei possa esser cambiata, lei torna ad essere la cospiratrice che amiamo. Quando pensiamo che Euron sia scappato in preda al panico, veniamo a sapere che fa tutto parte di un piano più grande. L’unico vero neo della puntata rimane, forse, la dipartita di Ditorcorto. Una morte che farà piacere a tutti, ma che arriva un po’ troppo velocemente. Quasi sottotraccia. Un colpo di scena che passa quasi in sordina tra tutti gli altri eventi della puntata. E la sensazione finale è che l’ultima vera guerra non sarà quella contro gli Estranei, ma sarà quella contro Cersei. Perchè il Re della Notte è solo un pretesto per la regina Lannister. Un punto su cui giocare per poi sconfiggere i propri nemici. Eppure, dall’altra parte, gli Stark sono tornati la grande, vera, forza da sconfiggere. Nel regno degli uomini, a vincere, per ora, sono di nuovo gli Stark. Sansa, Arya, Bran e Jon sono l’ultimo baluardo degli uomini. L’ultima frontiera in due guerre che li vedranno assolutamente protagonisti. L’Inverno è, finalmente, arrivato.

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9