Anteprima

Il Signore degli Anelli - La Guerra del Nord

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a cura di AleZampa

Nonostante la licenza sia forse una delle più forti possibili, e il background offerto dalla produzione letteraria (e cinematografica) possa dar vita ad un’infinità di spunti interessanti, i giochi basati su Il Signore degli Anelli non sempre hanno avuto la fortuna (e la qualità) che meritavano. Con La Guerra del Nord, annunciato allo scorso E3 e previsto per la fine dell’anno, il team Snowblind sembra voler invertire questa tendenza, con un prodotto finalmente maturo in grado di rendere giustizia alla licenza alla quale si ispira. Con l’occasione della presentazione di un nuovo membro della compagnia che ci seguirà nella nostra avventura, abbiamo avuto l’occasione di chiacchierare (in esclusiva europea) con Amy Drobeck, Senior Character Artist e parte del team di sviluppo dietro questo progetto.

One game to rule them all…Prima di riportarvi l’intervista rilasciata dagli sviluppatori e le loro impressioni sul titolo è bene fare un breve recap su ciò che conosciamo fino ad ora de Il Signore degli Anell: La Guerra del Nord. Nei panni di Eradin, Farin e Andriel, rispettivamente un ranger umano, un nano ed un elfo, dovremo fronteggiare una dura e sanguinosa guerra contro Agandaur, luogotenente di Sauron stanziato nel nord della Terra di Mezzo. Il titolo si presenterà come un action RPG (nonostante le meccaniche ricordino di più per il momento un hack’n slash) fortemente centrato sulla modalità cooperativa, ed era probabilmente difficile aspettarsi qualcosa di diverso da questo studio, responsabile di ottimi esponenti del genere quali Baldur’s Gate: Dark Alliance e Champions of Norrath. Per dare forse un segnale di discontinuità con le recenti produzioni, Snowblind ha optato per la creazione di un’avventura che esulasse da quanto già letto o visto al cinema, che ci darà quindi la possibilità di scoprire la parte settentrionale del continente, in un’avventura che fa, oltre che dei combattimenti, della scoperta di nuove aree la propria cifra stilistica. Scegliendo uno dei tre personaggi poc’anzi citati (che sarà possibile cambiare durante il corso dell’avventura) dovremo cercare di cooperare il più possibile in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Il rating del titolo inoltre, per la prima volta Mature (indicato cioè ad un pubblico adulto) permetterà di avere una rappresentazione più “cruda” dei combattimenti, con sangue e arti staccati a colpi di ascia, che non rappresentano certo una novità per il genere, ma per i titoli dedicati al mondo di Tolkien sicuramente sì.

Aggiungi un posto a tavolaAlla nostra piccola grigia compagnia si è aggiunto però un nuovo personaggio, capace di scombinare le carte in tavola: Beleram.Beleram è una delle grandi aquile, razza di fieri rapaci che nell’immaginario Tolkeniano hanno sempre rappresentato il punto d’unione tra ciò che è selvaggio e caos e ciò che è ordine e controllo. Le Grandi Aquile che vivono ora sui nidi delle Montagne Nebbiose sono solo un pallido ricordo dei figli di Thorondor, ma nonostante questo, e nonostante intervengano solo marginalmente negli eventi degli uomini e della Terza Era in generale, il loro contributo è sempre stato importante e prezioso, basti pensare al salvataggio di Gandalf dopo lo scontro con il Balrog o a quello di Frodo e Sam sulle pendici di un eruttante Monte Fato.Con un’evidente passione tradita dalla voce Amy Drobeck, ci dice che il poter disegnare (e successivamente contribuire ad animare) un animale così regale e maestoso, per lei che ci ha confessato essere grande fruitrice di zoo e documentari, è quasi la realizzazione di un sogno: la sfida nell’ideare Beleram consisteva infatti proprio nel riuscire a privare la creatura degli elementi antropomorfizzanti che spesso gli umani tendono ad attribuire agli animali, dovendo però mantenere una certa epicità e regalità funzionali alla narrazione. Il team ha quindi proceduto all’individuazione di alcuni punti chiave della sua struttura, come lo scheletro, i centri di rotazione o i raggruppamenti di piume, costruendoci poi intorno il resto della struttura, dando particolare rilievo alle espressioni facciali. Ma quale sarà il ruolo del nuovo membro nell’economia del gioco? A conti fatti Beleram è una sorta di “ultima risorsa”, richiamabile ovviamente nelle sole aree all’aperto tramite l’utilizzo di speciali penne che troveremo in giro per i diversi livelli, e darà un importante supporto al combattimento eliminando interi gruppi di nemici, dando informazioni sulla posizione degli stessi o permettendoci di raggiungere aree altrimenti inaccessibili.L’impressione che Beleram sia però semplicemente una sorta di pennuta smart bomb è forte, ma in questo Snowblind ci ferma subito, assicurando che il suo ruolo all’interno della trama sia centrale, e che avrà gran peso nella narrazione degli eventi a venire. Noi non possiamo ovviamente che concedere il beneficio del dubbio ad un team di siluppo che in ogni caso ha già dimostrato ampiamente di saper produrre questo genere di titoli, e con la speranza che tutte le promesse vengano mantenute passiamo quindi alla promessa sessione di domande e risposte. 

SpaziogamesLord of the Rings; War in the North, per quanto si differenzi molto da altri titoli del brand, rimane fondamentalmente un hack’n slash, cosa avete fatto per cercare di non rendere il titolo un semplice “button mashing”? 
Snowblind: Di sicuro abbiamo fatto molta strada per differenziarci da un titolo che sia solo button mashing. La cosa su cui ci siamo maggiormente concentrati è stata trovare e fondere i migliori elementi degli action in terza persona con quelli dei giochi di ruolo. Negli action in terza persona viene sempre data molta attenzione alle meccaniche di difesa, di parata o di evasione dei colpi, mentre nei giochi di ruolo, ad esempio, la cosa bella è poter utilizzare magie devastanti o abilità specifiche, quindi quello che abbiamo fatto è stato prendere la semplicità di utilizzo e di controllo tipici degli action, e ad esempio, ogni volta che effettuiamo una parata con lo scudo o una schivata, ci viene data la possibilità di accedere ad altre abilità invece più vicine al lato ruolistico del gioco. Tramite la pressione del grilletto sinistro si potrà passare ad una visuale in terza persona utile per determinate situazioni, ad esempio di combattimento ravvicinato, mentre rilasciando lo stesso tasto accederemo a delle abilità specifiche per il combattimento a distanza, come ad esempio colpi speciali o stordenti. Lo stesso discorso è applicabile agli scudi e alle meccaniche di difesa, come shield charge o shield blocking. A differenza di molti action che ci danno la possibilità di usare solo poche abilità mappate sui tasti principali del pad War in the North avrà grazie a questo sistema molte più abilità a portata, garantendo maggiore profondità al combattimento.

Parliamo della forte componente cooperativa presente nel gioco, e in generale in diversi nuovi titoli in uscita in questi mesi. Pensate che i giocatori siano sempre più alla ricerca di prodotti votati verso una genuina esperienza di cooperazione?Io penso che il titolo sia frutto dell’esperienza che Snowblind ha nei titoli cooperativi, basti pensare a Dark Alliance, che vi dava la possibilità di giocare con altri amici sullo stesso divano. E per rispondere alla domanda sì, penso che in effetti il mercato stia andando in quella direzione, ma penso altresì che Snowblind non debba guardare troppo a cosa chiede il mercato e alla sua direzione, ma che piuttosto faccia quello che sa fare meglio con la licenza a disposizione, in quanto il concetto stesso di Compagnia si adatta perfettamente allo spirito cooperativo del titolo. Dobbiamo offrire al giocatore ciò che è più adatto per il prodotto e ciò che ha più appeal, come ad esempio una modalità split screen sia online che offline.

In termini di gameplay, possiamo aspettarci una struttura open world oppure più lineare e classica?La struttura sarà quella classica degli action RPG, con una combinazione di livelli, missioni e quest e una world map che consentirà di tornare a visitare le aree precedentemente esplorate, per completare alcune side-quest, fare esperienza o raccogliere particolari oggetti. Oltre a questo ovviamente ci saranno dei punti di particolare importanza, come Brea o Gran Burrone, che fungeranno da hub, nei quali potremo interagire con gli abitanti, riparare o comprare delle armi o attivare nuove missioni. La quest principale sarà guidata e con una forte impronta cinematografica, per ricreare al meglio le atmosfere de “Il Signore degli Anelli”.

Parliamo delle sinergie tra i diversi membri del gruppo, un personaggio avrà lo scudo e presumibilmente fungerà da tank. Ci sarà quindi la classica distinzione tra Damage Dealer, Tank e Healer?E’ una bella domanda questa, anche se non posso scendere troppo nei dettagli. Tutte le classi in genere possono essere considerate damage dealer, tutte sono in grado di fare ingenti danni, ma sono strutturate per cooperare al meglio tra di loro, grazie alle specializzazioni a cui possono accedere. Ad esempio Farin, il nano, può specializzarsi nel ruolo del tank, grazie ad abilità come War Cry (utile ad aumentare l’aggro dei nemici) o ai colpi con lo scudo, ma al contempo scegliere la via del DPS pesante focalizzandosi sulle armi a due mani come martelli o asce. Penso alla specializzazione del Warrior, con la sua grande varietà di armi utilizzabili, dalle lance, alle lame a due mani, alle armi ad una mano usate contemporaneamente, e il combattimento a distanza si sviluppa allo stesso modo. Sempre usando il nano come esempio possiamo dirvi che questo può scegliere uno dei tre percorsi di specializzazione possibile e svilupparlo fino in fondo, così come creare un mix delle diverse abilità. Questo discorso è ovviamente estendibile anche agli altri personaggi, come ad esempio Andriel, l’elfo, che può contare su una grande capacità di combattimento melee, così come su alcune arti magiche, più vicine però allo stile de “Il Signore degli Anelli” che di Dungeons and Dragons, che consiste cioè più che altro nella manipolazione dell’ambiente circostante, con abilità in grado di scagliare lontano i nemici, ad esempio. Tutto questo lo rende un ottimo combattente, ma così come il guerriero, sarà possibile per lui specializzarsi con abilità di cura o di supporto per il party, così come di buff e debuff nei confronti del nemico. Tutte queste abilità si collegheranno poi tra loro, garantendo ai personaggi dei buff incrociati in base alle azioni compiute. Lo stesso vale per il ranger, se seguirà il percorso per il danno a distanza avrà a disposizione colpi specifici come Headshot o l’aumento della frequenza di tiro, ma potrà seguire anche la via del Dual Wield, che gli consentirà di fare delle imboscate ai nemici, così come la specializzazione che gli consentirà di avere un approccio più stealth e furtivo che darà dei bonus da combinare con le abilità dell’arma. Tutte le classi insomma sono complementari e ognuna ha diversi modi per esprimersi al meglio, visto oltretutto che potrete impersonare tutti i membri della compagnia cambiando a piacimento da uno all’altro in base ai propri gusti. I personaggi che svilupperemo offline saranno gli stessi che utilizzerete poi per la modalità cooperativa online.

Passiamo invece alla new entry della compagnia, Beleram. Quali sono le motivazioni che lo spingono a entrare in battaglia?il coinvolgimento di Beleram parte dal suo salvataggio in una delle prime missioni (saremo noi infatti a salvarlo da una spiacevole situazione che lo vede incatenato a terra, ndr) nella quali si renderà conto di cosa sta succedendo a Nord e dell’aiuto che serve alla compagnia. Gwahir, il suo sovrano, gli fornirà delle informazioni e degli aiuti, ma il desiderio di combattere il male sarà suo.

Quali possibilità nel gameplay vengono aperte dall’introduzione di una Grande Aquila?Abbiamo aggiunto un personaggio iconico nella storia e nel gameplay, lavorare su un animale anzichè un umano è stato un’opportunità incredibile ed innovativa per noi developer e sarà una nuova esperienza grafica per i giocatori.

L’evidente superiorità in combattimento di Beleram, data dal fatto ad esempio che è in grado di volare, non causerà sbilanciamenti nel gameplay?Beleram non potrà stare in azione tutto il tempo, devi raccogliere alcune piume per poterlo chiamare e ci saranno inoltre alcune limitazioni alla sua evocazione, come l’impossibilità di chiamarlo in zone chiuse, di bosco fitto e così via. Naturalmente se ci troveremo all’aperto sarà praticamente obbligata una sua evocazione.

Ultima domanda, Qual’è stata la maggiore difficoltà nello sviluppo del titolo?Ci siamo resi conto, sin dall’inizio dello sviluppo, che sarebbe stato difficile creare un titolo pensato per essere giocato in cooperativa. Bisogna infatti fare in modo che tutto sia bilanciato e divertente, sia quando ha amici con cui condividere l’esperienza che quando si gioca da soli, calibrando bene le azioni dei bot che controllano gli altri personaggi, ad esempio. Bisogna far sì che la modalità cooperativa non comprometta il flusso della narrazione, l’aspetto grafico o qualche elemento del gameplay, ma il team di sviluppo in questo senso ha svolto un lavoro magnifico.

– Modalità cooperativa al centro dello sviluppo

– Finalmente un gioco adulto per Il Signore degli Anelli

– Quello di tutti i titoli ispirati ai titoli di Tolkien: il miglior background fantasy possibile

Questa breve chiacchierata con il team di sviluppo ci ha permesso di capire qualcosa di più sia su Beleram, new entry della nostra compagnia, sia sulle meccaniche di base del gioco. Gli elementi da GDR inseriti in un impianto action fanno ben sperare in una maggiore componente tattica, che discosti il titolo da una meccanica di ripetuto button smashing, e il fatto che sia stato categorizzato come gioco per adulti non può che essere l’indice di un’impronta narrativa più matura e di una resa più realistica dei combattimenti. Che sia finalmente giunto anche per Il Signore degli Anelli di avere dei titoli all’altezza della sua fama?