Recensione

Gungrave: Overdose

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a cura di Sage

Ah, gli eroi! Cosa faremmo senza di loro? Chi, altrimenti, salverebbe il mondo dal cattivo di turno? Certo, a volte possono essere anche strampalati, brutti, poco educati e tutt’altro che belli e muscolosi, ma rimangono sempre esseri inimitabili e, in un qualche modo, al di sopra di noi comuni mortali. E’ il caso dei campioni di Gungrave: Overdose…

Una bara sul gropponeIl mitico eroe non-morto Beyond the Grave –letteralmente “al di là della bara“, proprio per l’abitudine del cupo eroe di portarsi sulle spalle questo allegro oggetto- è riportato in vita dalla timida, ma piena di risorse Mika Asagi. La giovane ha bisogno infatti di qualcuno di potente per fronteggiare le insidie dei SeeD, un terribile sindacato che schiavizza di continuo nuovi esseri umani tramite una droga particolare. A differenza del primo capitolo, Grave non sarà l’unico personaggio giocabile. Il tenebroso guerriero infatti si imbatterà (e scontrerà), alla fine del primo livello, con due misteriosi combattenti: Juji Kabane, abilissimo spadaccino non-morto (come Grave), e Rocketbilly Redcadillac, un fantasma guerriero che usa la sua chitarra come micidiale arma elettrica. Ciascuno di questi interessanti eroi eccelle in determinate specialità di combattimento: Rocketbilly è in grado di sferrare temibili attacchi a lunga distanza tramite le saette scagliate dalla sua chitarra elettrica; Juji, con la sua spada, è invece formidabile nei combattimenti ravvicinati, mentre il mitico Grave è abile in entrambi i campi, senza però primeggiare in nessuno di essi.

InnovazioniLa scelta di introdurre nuovi personaggi giocabili (ognuno col suo particolare stile) è senza dubbio una scelta intelligente che giova tanto alla longevità quanto alla rigiocabilità del titolo. Tuttavia questo elemento poteva essere sfruttato con più accortezza. Innanzitutto le avventure che i tre eroi affronteranno (e quindi filmati, trama o dialoghi) sono le stesse. Questo stronca inevitabilmente sul nascere il desiderio del giocatore di scoprire la trama da una diversa angolazione (un po’ come accadeva in Sonic Adventure), senza contare che alla lunga ripetere contesti e combattimenti già sperimentati potrebbe stancare. La seconda pecca riguarda invece il sistema di salvataggio: se si sta giocando una partita, ma se ne vuole iniziare una nuova (magari con un diverso personaggio) è impossibile salvare su una stessa memory card i dati della nuova partita senza sovrascrivere quelli dell’avventura precedente. Una magagna piuttosto grossolana, non terribile, ma parecchio fastidiosa, che limita in un certo senso la libertà di gioco, eppure anche in questo caso (una frase che avrete di sicuro sentito migliaia di altre volte) non sarebbe stato difficile evitare un tale errore. Con un po’ di lavoro in più si sarebbe potuta proporre un’avventura molto diversa da personaggio a personaggio, specie in un caso come questo dove la trama è avvincente e in generale ben curata.

Sparare, sparare e sparareE’ in sostanza questo il nostro principale compito. Come nel primo Gungrave, infatti, saremo alle prese con infinite orde di nemici (insieme al classico boss di fine livello). Capiterà a volte di dover distruggere particolari obiettivi per poter proseguire nel gioco, ma, fondamentalmente, il nostro unico imperativo sarà di distruggere qualunque cosa si pari di fronte al nostro cammino. Da qui la principale fonte di divertimento del titolo: una massiccia “overdose” di distruzione, da effettuare con tre diversi personaggi e l’inevitabile monotonia di fondo che arriva dopo prolungate sessioni di gioco non è così pesante da inficiare profondamente un gameplay semplice e collaudato, ma fondamentalmente divertente. Gungrave O.D. non è un titolo dalle grandi ambizioni. Lo si comprende da un lato osservando il gameplay puro e semplice e dall’altro dalla realizzazione tecnica. La grafica del titolo è nella media (fatta eccezione per gli splendidi filmati d’intermezzo in stile manga). Quello che potrebbe realmente infastidire sono i cali di frame rate nel corso delle scene d’azione. Non sono pochi a sostenere che sia un effetto voluto, finalizzato al conferimento di un maggiore pathos ai momenti d’azione. In realtà, considerata l’effettiva drammaticità tipica dei manga giapponesi, una caratteristica simile non dispiace affatto. Naturalmente l’ultima parola spetta ai vostri gusti personali.Buono il comparto sonoro, da un lato caratterizzato da un discreto numero di brani rock-jazz e da un altro povero di effetti sonori (comunque abbastanza riusciti). Insomma, penso sia chiaro che non ci troviamo di fronte ad un nuovo Devil May Cry e che anzi da questo punto di vista Gungrave O.D. abbia di fronte un nemico a dir poco temibile. Ma probabilmente non è questo il metro con cui bisogna giudicare l’ultima fatica di RED Entertainment e a suggerirmelo è il bassissimo (e apprezzatissimo) prezzo budget del titolo: 25 € per un titolo come Gungrave non sono affatto molte, specie per un fan dell’omonimo anime che si butterà subito –e a ragione- sull’acquisto.

– Adrenalinico e divertente

– Trama ben curata

– Ottimo rapporto qualità/prezzo

– Alla lunga monotono

– Problemi nel comparto grafico

– La concorrenza è terribile

7.0

Se non ne potete più di Dante e Co., Gungrave: Overdose potrebbe essere una valida alternativa. E non tanto per l’effettiva qualità del titolo (siamo piuttosto lontani dai fasti raggiunti da Devil May Cry 3), quanto per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Gungrave O.D. è un titolo semplice, tanto nel gameplay quanto nella realizzazione tecnica, ma molto godibile e condito da una trama ben curata. La caratterizzazione anime del titolo è poi apprezzabile o meno, dipende dai gusti. Resta il fatto che, se vi siete già sbizzarriti con Dante, potreste provare a divertirvi con Grave, senza aspettarvi nulla di esaltante, ma nemmeno un prezzo delirante come (purtroppo) se ne vedono tanti oggigiorno.

Voto Recensione di Gungrave: Overdose - Recensione


7