Recensione

Gary Grigsby's World at War

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a cura di Darkzibo

Come tutti sanno, quando il mercato richiede qualcosa, le industrie si muovono per soddisfarlo. Mentre questo prodotto diviene sempre più richiesto, diverse industrie si gettano sul prodotto, cercando di modificarlo e di aggiungervi qualcosa di nuovo. Lo stesso ragionamento vale per i videogiochi, in particolar modo quelli che si basano sulla guerra. Questo desiderio di rivivere conflitti bellici storici o inventati, ha accompagnato la storia dei videogiochi sin dagli albori. Ora, anche grazie alle nuove tecnologie, il conflitto si è sempre fatto più realistico e coinvolgente (come accade per Battelfield 2 o Call of duty 2 per X360) . Naturalmente un conflitto, però, non è fatto solamente di spari, esplosioni e attacchi eroici di un singolo giocatore, ma soprattutto è formato da una componete strategica che questo Gary Grigsby’s World at war di 2by3 Games sembra voler riproporre al pubblico.

Il mondo in guerraLo scenario che vi troverete di fronte, una volta scelta una delle nazioni disponibili, tra cui quelle Alleate o dell’Asse, sarà quello dell’Europa all’inizio degli anni 40, in piena crisi, sull’orlo del secondo conflitto mondiale. I fatti sono raccontati marginalmente proprio perché sarete voi, con le vostre intuizioni, a scrivere di nuovo la storia. Andiamo con ordine.World at War è uno strategico a turni, quindi lontano da quegli strategici in tempo reale come Age of Empire III o agli ibridi come la serie Total War. Una volta effettuata una mossa quindi, toccherà al nemico guidato dal computer, muovere le sue unità. Il tutto si muove, in maniera stilizzata, sulla mappa dell’Europa, dove i diversi colori indicheranno le varie nazioni. Vostro sarà il compito di gestire risorse, effettuare gli aggiornamenti delle unità, e pianificare un attacco che possa avere un buon fine. Purtroppo prima di arrivare al punto appena citato, dovrete giocare parecchio con il vostro World at War, visto che un tutorial quasi inesistente poco vi agevola nella comprensione delle più articolate meccaniche di gioco. Le schermate di gestione, inoltre, sono troppo affollate di dati che potrebbero disorientare qualsiasi giocatore, anche il più esperto.Allo scopo di non iniziare un’autodistruzione interna magari con strategie di mercato non proprio esatte, sarà meglio apprendere da subito come gestire la propria nazione dall’interno, con ricerche di risorse e scelte diplomatiche accurate, per poi presentarvi al nemico attrezzati quanto basta per spazzarlo via e guadagnare una regione. Tranquillamente si può affermare che questo titolo ricalchi e approfondisca lo spirito dei giochi da tavolo strategici come il famoso Risiko!Come il gioco da tavolo, infatti, il procedimento a turni risulta lento e per portare a termine una partita non vi basterà qualche ora, ma dovrete dedicarci molto più tempo. In questo modo potrebbe essere agevolata la componente longevità, anche se, portata a termine la prima partita, non si ha molta voglia a ripetersi in una seconda, a meno che non siate veri fans del genere a turni. Per quanto riguarda il livello di sfida, avrete dalla controparte un’intelligenza artificiale che funziona sempre a pieno regime, presentandovi situazioni offensive difficili da contrastare che metteranno a duro impiego la vostra abilità di comandante. Al fine di non subire un repentino attacco all’inizio della prima campagna, sarà necessario non attaccare le cosiddette nazioni nemiche: ad esempio se con le Germania attaccherete l’Inghilterra, avrete subito addosso le truppe Alleate di contro, se doveste attaccare la Germania, vi ritrovereste con le nazioni dell’Asse schierate contro. Il turno si svolge sostanzialmente in due parti: quella di attacco o spostamento e quella di pianificazione dell’impiego delle risorse. Durante l’attacco sarà sempre richiesta molta attenzione da parte dell’aspirante oppressore/eroe del mondo perché dovrà ben vedere se le sue truppe saranno pronte per attaccare oppure troppo deboli e obsolete per farlo. Interessante sarà lo sfruttamento delle ferrovie che vi permetteranno di spostare rapidamente le truppe, a costi più bassi, ma che saranno vittime, calcolando l’alta intelligenza artificiale, di attentati che vi porteranno alla perdita delle unità. Durante ogni movimento, sarete chiamati a calcolare anche le difficoltà che possono incorrere lungo i territori: i monti richiedono più risorse per i soldati, mentre la Russia, con il suo freddo clima, vi annienterà. Una volta conquistata una nazione, avrete sì le risorse che prima erano del nemico, ma anche il pegno della devastazione proprio da voi provocata ricadrà sul vostro tesoro.

Poca tecnicaPer quanto riguarda la grafica, purtroppo, non c’è molto da dire. Vi troverete di fronte un titolo vecchio stampo, che, riprendendo il già citato Risiko!, impiega una carta geografica per rappresentare il globo, con le nazioni caratterizzate da diversi colori, in base alla loro appartenenza. Tutto qui, dato che le interfacce, per quanto complesse, sono semplici resoconti di dati. Per dovere di informazione, è presente una semplice rappresentazione schematica degli scontri: una cosa evitabile, data la scarsa utilità e di fattura davvero bassa. Non aspettatevi un episodio della serie Total War o un Age of Empire III, qui si tratta sì di gestire e attaccare, ma non di guidare le truppe durante la battaglia. Il fattore positivo è che questa “tranquillità” grafica non graverà sul vostro computer, come invece accade con altri titoli. Il sonoro, povero di effetti, si attesta su un basso livello se non fosse per una buona colonna sonora, che riprende temi ben arrangiati, con musiche tipiche dei giochi di guerra. Resta davvero poco da considerare dal punto di vista tecnico.

Una guerra che non finisce maiUn punto dove questo titolo guadagna è sicuramente la durata di ogni campagna. Come ben sapete le partite a Risiko! durano moltissimo tempo. Se a questo aggiungete alcune caratteristiche gestionali come le risorse, avrete a vostra disposizione un piano di gioco molto elevato. Considerando che qualche ora la passerete a comprendere su come condurre il gioco, l’esperienza in sé appare davvero ben solida, forte di una IA che vi farà perdere tempo nel pianificare il prossimo attacco, o il prossimo piano difensivo. Per concrete ragioni, World at War è pensato per i puristi del genere e coloro che cercheranno azione immediata, dovranno per forza rivolgersi altrove perché il gioco, come detto precedentemente, prosegue lentamente, lasciando le azioni di massa a altri titoli.Tutto viene inoltre gestito dal mouse, senza l’impiego di altri pulsanti e ciò ne facilita la gestione, non creando problemi se non la comprensione stessa dei compiti da svolgere.

HARDWARE

Windows: 2000 o XP Processore: 800 MHz, RAM: 512 MB , Scheda video da 32 MB di RAM, Scheda audio: 16 bit compatibile DirectX 9

– Una partita si protrae per ore

– Molto dettagliato nella gestione

– Un gioco da tavolo virtuale

– Tecnica quasi inesistente

– Solo per appassionati

– A lungo potrebbe essere tedioso

6.7

In questi casi bisogna essere il più possibile obbiettivi e per questo posso dirvi che Gary Grigsby’s World at War non è un titolo per tutti. Questo dato è riscontrabile se si considera come viene presentato il titolo: nessuna grafica ultra-spremi-schede, ma un semplice tavolo da gioco che vi metterà di fronte situazioni difficili, come la gestione di unità, di mezzi e di risorse. Nessuna gestione delle truppe in tempo reale, ma combattimenti statistici che saranno decisi dalla vostra previa intuizione nel posizionare al meglio ogni cosa. La sviluppata IA, garantisce ore di divertimento, ma rivolto solo agli appassionati, coloro che saranno capaci di stare ore con gli occhi fissi sulla povera schermata del titolo, oppure quelli che cercano una buona variazione al tema principale dei giochi da tavolo. Meditate gente, meditate.

Voto Recensione di Gary Grigsby's World at War - Recensione


6.7