Recensione

Gangstar: Miami Vindication

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a cura di AleZampa

L’attesa per Miami Vindication, seguito di quel Gangstar: West Coast Hustle che aveva lasciato intravedere ottimi margini di miglioramento per la consolidazione del brand, è stata relativamente breve ed ha portato in App. Store il nuovo titolo Gameloft con un discreto carico di aspettative. Andiamo quindi a scoprire insieme se lo sviluppatore francese è riuscito ad appagare il sempre alto desiderio di titoli free roam in stile GTA, e sopratutto se la decisione di non apportare grossi cambiamenti alla formula di ganmeplay abbia pagato in termini qualitativi.

Verso MiamiPartiamo dalla storia, che non è certo delle più innovative: Johnny Gainesville, piccolo spacciatore di uno sperduto paesino della Florida, è costretto a trasferirsi a Miami per cercare di salvare il fratello, rapito da una gang che vuole vendicarsi di alcuni sgarbi subiti da Johnny nella prigione di Raiford. Per salvare il fratellino quindicenne, il nostro aspirante gangster (che molto ricorda il Sawyer di Lost) si allea con la malavita locale, che accetta di aiutarlo in cambio di alcuni favori e i più classici “lavoretti sporchi”. L’incipit, come è facile intuire, non è certamente dei più originali e già dai primissimi minuti di gioco non si può fare a meno di notare come la serie Gameloft non riesca staccarsi il marchio di “clone di GTA” e muovere i propri passi in autonomia, proprio come succedeva per il predecessore. Lo sviluppatore francese ha optato per quella che possiamo chiamare una scelta conservativa: anzichè introdurre nuove meccaniche o elementi distintivi, ha infatti cercato di limare quelli già presenti, cercando di offrire in generale un prodotto più curato del predecessore. Il tentativo è tuttavia riuscito solo in parte: perchè se è vero che da un lato ogni singolo aspetto di West Coast Hustle è stato sostanzialmente migliorato, dall’altro si può transigere un po’ meno sulla mancanza di nuove idee, e sopratutto personalità, che si riflettono sul protagonista e la città del titolo. Nonostante il personaggio sia in effetti meglio caratterizzato del suo predecessore, e la ricerca del fratello rapito cerchi di dare un background alla vicenda, siamo lontani anni luce da quei personaggi così complessi e pieni di sfaccettature come Niko Bellic o Tommy Vercetti, ai quali Gameloft prova a rifarsi senza successo.

Dalla moto all’elicottero Il gameplay di Miami Vindication è esattamente quello che ci potremmo aspettare da un titolo di questo stile: una vasta città (decisamente più grande e ben fatta della precedente, per quanto a volte dia l’impressione di essere spoglia e poco “viva”) nella quale possiamo scegliere di seguire le missioni della trama principale (75 in tutto), quelle secondarie, o anche solo prendere una macchina e farci un giro per goderci il paesaggio. Benchè il numero delle missioni sia notevole, la loro varietà è abbastanza limitata, e nonostante siano presenti alcune missioni di pedinamento o fuga, il più delle volte il tutto viene ridotto a un mero “raggiungi il punto A in tot tempo e stermina tutto ciò che si muove”. Questa mancanza di fantasia coglie anche le missioni secondarie (che si attivano in base a determinati avvenimenti, come il furto di un ambulanza ad esempio) che consistono quasi totalmente nel raggiungimento di un determinato punto sulla mappa in un tempo limite. La prima cosa che in ogni caso farete non appena raggiunta Miami sarà quella di settare i comandi di guida eliminando lo sterzo tramite accelerometro, in favore di un decisamente più funzionale pad virtuale (o volante, a seconda delle preferenze dell’utente), accoppiato da acceleratore e freno, piuttosto che da un secondo indicatore graduato grazie al quale potrete dosare accelerazioni o frenate. A parte lo scomodo sistema di guida preimpostato, i comandi rispondono in maniera più che discreta, facendo risaltare l’ottimo lavoro svolto da Gameloft sui veicoli, che in questo capitolo sono decisamente più vari (sarà possibile guidarne di molti, tra cui persino un elicottero) e si differenziano oltre che per forma anche per feedback nella guida, rendendo così condurre un SUV diverso rispetto dal feeling di una compatta o di una macchina sportiva.

Tecnicamente parlandoLa realizzazione tecnica è tutto sommato buona, ma dopo gli ottimi livelli raggiunti da Gameloft su iPhone ci si poteva francamente aspettare qualcosa di più. Nonostante il Retina Display di iPhone 4 faccia miracoli, la scarsità di poligoni che animano i modelli dei personaggi si fa subito notare (mancanza pressochè totale di animazioni facciali, espressività, o anche solo delle dita delle mani), andando in netto contrasto con gli effetti ambientali ben realizzati o gli stessi veicoli, ben rappresentati e vari. La profondità di campo è notevole, nonostante l’effetto pop up sia eccessivamente marcato: non sarà infrequente infatti notare grattacieli da lunghe distanze, a cui però si contrappongono alberi o lampioni che appaiono all’ultimo secondo utile, facendo perdere così in realismo e immedesimazione. Il sonoro è invece ben realizzato, e si fa notare per aver aggiunto il parlato in sostanzialmente ogni cut scene (parlato in lingua inglese, ma sottotitolato in italiano).

– Molti veicoli sui quali girare

– Oltre 70 missioni…

– … spesso però troppo ripetitive

– Modelli poligonali dei personaggi scadenti

7.0

Gangstar: Miami Vindication è tutto sommato un buon titolo, che migliora in diversi aspetti il suo predecessore. Gameloft ha provato a dare più spessore al suo brand con un personaggio meno anonimo del precedente, una maggiore cura nella realizzazione della città, del sistema di guida e degli stessi veicoli, non riuscendo però nel suo intento di discostarsi da Grand Theft Auto per iniziare un proprio percorso. Nonostante il titolo abbia diverse lacune, tra cui una realizzazione tecnica altalenante costellata da diversi bug, liberare il fratello di Johnny rimarrà un divertente passatempo in grado di regalarvi diverse ore di ordinaria malavita nella bella Miami.

Voto Recensione di Gangstar: Miami Vindication - Recensione


7