Anteprima

Deus Ex: Human Revolution

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a cura di andymonza

Sembra incredibile che il padre di brand come Deus Ex, System Shock e Thief sia oggi al lavoro su un’esclusiva Wii che ha come protagonista il topo più amato dai bambini; per quanto maturo e tinto di dark, Epic Mickey sembra indiscutibilmente molto lontano come atmosfere dai precedenti lavori a metà tra il gotico ed il cyberpunk. Fortunatamente il lavoro di Warren Spector ha lasciato un’impronta tanto profonda nel mondo dei videogame da garantirgli una vasta eredità: è il caso di Deus Ex: Human Revolution, progetto affidato alle capaci mani di Eidos Montreal che sin dai primi trailer ha rivelato uno stile davvero accattivante, chiaramente ispirato ai capolavori della letteratura e del cinema cyberpunk e weird fantasy, da Neuromante alle opere di China Mièville, da Altered Carbon all’immortale Blade Runner. Una visita allo stand di Square Enix durante la GamesCom 2010 ci ha permesso di assistere ad un livello giocato per noi dagli sviluppatori.

Rivoluzione UmanaTransumanismo, miti greci, rinascimento. Questi sono i temi che gli sviluppatori vogliono affrontare nel loro nuovo ibrido sparatutto/GDR: parole grosse, che di rado vanno a braccetto con il mondo dei videogame, perlopiù fedele a topic ben più leggeri. Uno sguardo alla Detroit del 2027 è sufficiente per capire quanto Deus Ex: Human Revolution sia vicino visivamente e tematicamente al capostipite della serie, e quanto il nuovo protagonista Adam Jensen sia perfetto per la parte. La storia prende il via 25 anni prima delle vicende narrate nel capostipite della serie, proponendo un mondo sull’orlo del collasso economico: gli impianti nanotecnologici non sono ancora stati sviluppati, mentre gli innesti biomeccanici sono il top che la scienza può offrire. Nei panni di un esperto di sicurezza presso una delle multinazionali che si occupano dello sviluppo degli impianti ci ritroveremo coinvolti nostro malgrado in una cospirazione globale, perdipiù costretti a fare uso degli innesti in seguito ad un terribile incidente. Da queste premesse prenderà il via un’intricata spy story in salsa fantascientifica, dove a fare la differenza sarà l’assoluta libertà d’azione nelle mani del protagonista.

Una missione, tre possibilitàLa demo giocata per noi dai ragazzi di Eidos Montreal aveva uno scopo ben preciso: dimostrare pad alla mano come l’approccio alle varie situazioni di gioco possa cambiare completamente l’esperienza offerta da Human Revolution, facendo della scelta un elemento fondamentale nella grammatica ludica di questo GDR, come già fu per il predecessore. La missione si colloca a poco più di un’ora dall’inizio del gioco, con il protagonista incaricato di indagare sull’attacco subito dalla sua azienda da parte di un gruppo di attivisti contrari agli innesti, uno dei quali ha perso la vita durante il folle atto terroristico. La vicenda si complica quando, durante l’autopsia legale, nel cadavere viene rinvenuto un innesto biomeccanico sotto forma di un chip inserito nel cervello dell’uomo. Com’è possibile che un attivista faccia uso di queste tecnologie? Il compito di Adam consiste nell’infiltrarsi nella stazione di polizia, raggiungere l’obitorio e recuperare il misterioso chip. Sprovvisto di qualunque direttiva, il protagonista può affrontare la situazione in tre modi: il primo consiste in un folle attacco frontale, il secondo si basa sulla diplomazia, il terzo richiederebbe incredibili doti da ninja. Proprio per dimostrare quanto Deus Ex: Human Revolution possa cambiare a seconda dell’approccio scelto, gli sviluppatori hanno rigiocato la medesima missione tre volte al fine di mostrarci tutti i possibili scenari. Il primo metodo si è rivelato perfetto per vedere all’opera il vasto arsenale offerto dal titolo, unito alle notevoli abilità da killer del protagonista. Affrontare di petto l’intera stazione di polizia si è rivelato un compito tutt’altro che facile ed ha richiesto un esteso utilizzo delle coperture, durante le quali la telecamera si sposta dalla prima alla terza persona. Nel caso l’ambiente non offra sufficienti ripari sarà possibile crearne di improvvisati, afferrando e spostando oggetti dello scenario come tavoli, fotocopiatrici e qualunque altra cosa capiti a tiro. L’arsenale a disposizione di Adam consisteva in un grosso e potente revolver, una mitraglietta, un fucile non letale a repulsione ed uno speciale attrezzo in grado di trasformare le granate standard in mine adesive da parete; tutto questo contenuto nell’ampio inventario, il quale si presenta nella forma “a griglia” tipica dei GDR d’altri tempi. Alle armi da fuoco il protagonista può affiancare potenti attacchi corpo a corpo, resi ancor più letali dalle lame inserite nelle sue braccia biomeccaniche: questi potranno essere portati a mò di finishing move, oppure scivolando non visti alle spalle dei nemici. Altro interessante gadget mostrato durante la presentazione è la Xray Vision, la quale permette di vedere attraverso le pareti in modo da individuare eventuali minacce nascoste e tenere sempre sotto controllo la situazione tattica. Una volta eliminata la quindicina di poliziotti presenti nell’edificio, ad Adam non è rimasto che penetrare nella Morgue, recuperare il chip e darsela a gambe prima dell’arrivo dei rinforzi.

Proviamo con le paroleIl secondo scenario ha invece messo in gioco l’elemento sociale e diplomatico del gioco, concretizzato nei dialoghi a scelta multipla: invece di puntargli una pistola in faccia, questa volta Adam ha deciso di provare a scambiare due parole con l’ufficiale di guardia, facilitato da alcune vicende passate vissute insieme. I dialoghi a scelta multipla si presentano sotto forma di un menu semicircolare che mostra i possibili atteggiamenti da assumere nella successiva risposta. Facendo più volte leva sull’amicizia passata e fingendo di trovarsi in gravi difficoltà personali, Adam riesce a convincere il vecchio amico della sua buona fede ed a farsi garantire l’accesso all’obitorio. Oltre a fornire una soluzione più semplice ed immediata per la missione, questo scenario si rivela molto vantaggioso per una serie di motivi: in primis, aggirarsi liberamente per la stazione di polizia ed ascoltare le conversazioni degli agenti si è rivelato in alcuni casi molto utile, inoltre presso alcuni NPC è stato possibile ottenere delle quest secondarie che nel primo scenario sarebbero andate definitivamente perse.

Ninja modeL’ultimo scenario mostratoci dagli sviluppatori ha visto Adam entrare in azione in modalità stealth, pienamente supportata dalle meccaniche di gioco. Le eliminazioni corpo a corpo da attivare alle spalle dei nemici l’hanno fatta da padrone, unite alla capacità di Adam di rendersi temporaneamente invisibile grazie agli innesti: legata ad una fonte di energia limitata ma autorigenerante, essa ha permesso al protagonista di muoversi inosservato per la maggior parte del percorso fino all’obitorio. L’apertura della porta ha richiesto il completamento di un minigioco di hacking molto ben realizzato, che prevede il completamento di un circuito prima che il firewall blocchi tutte le porte. Questo terzo scenario ha permesso ad Adam di recuperare il chip senza ricorrere alla violenza, precludendogli però le quest secondarie e le interessanti conversazioni degli agenti, almeno per il momento.

– Direzione artistica di livello

– Grande libertà di scelta

– Atmosfera del brand ben riprodotta

Il livello mostrato al GamesCom 2010 ci ha dato un’idea di come i ragazzi di Eidos Montreal abbiano colto appieno lo spirito della saga di Deus Ex e siano sulla buona strada per proporre un sequel degno del capostipite. La storia affronta temi interessanti ed originali molto cari alla fantascienza cyberpunk, le meccaniche di gioco lasciano grandissima libertà al giocatore e la direzione artistica appare molto curata. Con la data d’uscita fissata nel primo quadrimestre 2011 le occasioni per provare con mano Deus Ex: Human Revolution di certo non mancheranno: rimanete con noi.