Recensione

Crusader Kings II

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a cura di Ctekcop

Esistono gli strategici e poi esistono gli strategici di Paradox. Ebbene Crusader Kings II, oltre a rientrare di diritto in quest’ultima categoria, vuole ripetere i fasti del primo capitolo uscito nell’ormai lontano 2004.
Sviluppato dallo stesso team interno che ha recentemente dato alla luce Sengoku, consiste nell’ennesimo titolo pensato e dedicato ai propri fedeli appassionati. Si tratta intatti in uno strategico duro e puro, ampio e complesso in pieno stile Paradox.
Il primo Crusader Kings è stato uno dei più apprezzati ed amati; riuscirà questo secondo capitolo a bissarne le gesta ed entrare nel cuore degli strateghi più incalliti? 
La dinastia della famiglia
Innanzitutto bisogna mettere in chiaro una cosa: non vi sono delle vere e proprie condizioni di vittoria. È a tutti gli effetti open-ended: sta a noi continuare a giocare finché non saremo sazi o paghi di come abbiamo plasmato la storia. Storia che in questo caso inizia poco dopo l’anno mille, il 1066 ad essere precisi, e prosegue fino agli ultimi anni del 1400.
Crusader Kings II ci catapulta nel pieno del medioevo, un età buia dove infuriano le lotte intestine tra i vari lord e in cui la chiesa, nonostante le divergenze relative alle investiture dei vescovi in virtù del suo ampio potere temporale, indice le crociate per riconquistare la Terra Santa. Un periodo affascinante riprodotto con una notevole dovizia di particolari e sorprendente fedeltà storica. 
Si comincia quindi partendo da uno dei 4 scenari disponibili, diversi gli uni dagli altri per anno di partenza e relativa definizione dei confini politici, oppure da una qualsiasi data di nostra preferenza scegliendo di comandare la nazione/stato che più ci aggrada. Nei panni del re lo scopo è quello di espandere il più possibile il territorio sotto il proprio controllo, con un’ampia varietà di mezzi più o meno leciti a nostra disposizione, guadagnando prestigio e garantendo al tempo stesso la prosecuzione della propria dinastia. Nel caso in cui il nostro alter-ego si ritrovi senza eredi legittimi, vuoi perché non si è sposato o non ha avuto figli né fratelli, si prospetterà dinanzi a noi una inequivocabile schermata di game over. Ovviamente ciò varrà anche nel caso in cui i nostri avversari spazzeranno letteralmente via il nostro regno dalla faccia della terra.
Vassalli, valvassori e valvassini
Il tutorial introduttivo è esaustivo e in grado di guidare passo passo anche il giocatore inesperto, nonostante il tutto risulti forse un po’ troppo frammentato e spezzettato. 
Numerosi gli elementi, i parametri, le aspettative e le incognite da gestire e tenere sotto controllo: si entra tutto sommato nei dettagli della gestione del proprio regno. Ecco quindi che dopo un unico e lungo caricamento iniziale ci si ritrova a definire le tasse delle proprie province assicurando il buon andamento delle casse dello stato, programmare e arrangiare matrimoni per sé e i propri parenti così da garantire il proseguio della linea dinastica oltre che ricevere in dote terreni da aggiungere al proprio regno, espandere quest’ultimo mediante guerre e campagne militari cingendo d’assedio le città confinanti, predisporre trame e intrighi o sotterfugi, domare e sedare le rivolte di cittadini ribelli o ingrati signorotti che alzano la cresta e meritano solo di essere imprigionati fino alla loro morte per il solo aver osato mettere in discussione la nostra autorità, rientrare nelle grazie del papa pagando con moneta sonante l’indulgenza, gestire i rapporti diplomatici con i nobili delle altre casate, nominare i rappresentanti che siedono nel consiglio i quali godono di poteri e abilità speciali e infine far fronte alle necessità e gli eventi che si paleseranno di fronte a noi di volta in volta. 
Continuare a fare figli perché non si riesce ad avere un erede maschio dopo aver dato alla luce cinque o sei bambine, far abbassare le arie al Papa, soggiogare al proprio potere gran parte della mappa oppure far assassinare il proprio fratello, dopo averlo costretto alla resa a seguito della ribellione che aveva scatenato quando noi, buoni e magnanimi nei confronti del nostro caro fratellino, gli avevamo garantito una provincia tutta per lui grazie a un matrimoni pianificato anni prima da noi stessi, non ha prezzo. Ogni azione o decisione ha dei precisi riscontri; per esempio scegliere un abile cancelliere può fornirci enormi vantaggi rispetto a uno meno portato: ogni personaggio ha precise caratteristiche e dei tratti di personalità che vengono tramandanti geneticamente di generazione in generazione.
Cosa manca veramente a questo gioco? I combattimenti in tempo reale come li abbiamo visti nel recente King Arthur II o nella serie Total War. Risulta forse un pelo sbrigativa, proprio come in Sengoku, la gestione degli scontri tra le truppe dove in genere vince chi ne ha accumulate di più. Rimane una certa insoddisfazione nel non poter percepire con i propri occhi la magnificenza dei propri eserciti e nel non poter fare la differenza controllando le proprie unità in prima persona. Talvolta risulta tutto un filo troppo lento ma per fortuna il tempo può essere accelerato rapidamente. Non sempre si riesce a provare quel senso di soddisfazione che sarebbe bello percepire in maniera più tangibile che con una semplice schermata su una mappa o un numerino.
Interessante notare come siano stati integrati all’interno del gioco, nel caso di personaggi realmente esistiti, i link alle rispettive pagine di Wikipedia: si potrebbe addirittura imparare veramente qualcosa giocando!
Ancora un paradosso
Il comparto tecnico di Crusader Kings II è molto buono se lo si considera all’interno della nicchia di strategici cui appartiene mentre un eventuale confronto con i big degli RTS lo sbriciolerebbe.
La mappa di gioco, che si estende dall’Islanda alla penisola arabica e dalle colonne d’ercole fino ai monti Urali, riproduce realisticamente in maniera tridimensionale e con buone texture tutti gli elementi geografici che caratterizzavano l’Europa in quell’epoca. Stendiamo ancora una volta un velo pietoso, proprio come accaduto nel già citato Sengoku, per ciò che riguarda gli eserciti rappresentati da una sola unità e animati senza troppa cura. Ovviamente i requisiti sono relativamente bassi e tutt’altro che inapprocciabili. Degne di nota le immagini dei caricamenti, veri e propri dipinti artistici.
Buono il lavoro svolto con l’interfaccia: per quanto talvolta anti-intuitiva ed eccessivamente complessa dopo qualche ora di gioco ci si muove con naturalezza ed efficacia tra la numerose schermate. Per fortuna, vista la mole di impegni, vi è un pratico si sistema di icone e di messaggi, oltre che di hint che possono sostituirsi al tutorial, in grado di segnalare prontamente cosa richiede la nostra attenzione quasi si trattasse veramente dell’ordine del giorno.
Per quel che riguarda l’audio nulla da segnalare sotto il profilo degli effetti mentre al contrario le musiche, di genere per lo più classico o orchestrale, sono decisamente riuscite, ispirate e azzeccate coi temi del gioco. Oltre a dare spesso e volentieri la carica o a rilassare a seconda dei casi sono presenti in una buona varietà così da non stancare dopo pochi minuti gioco: ovviamente dopo qualche ora le avremo ascoltate tutte e la voglia di mutare arriverà inesorabile ma non si può non apprezzare lo sforzo compositivo compiuto.
Positiva anche l’intelligenza artificiale disponibile in cinque diversi livelli di difficoltà per soddisfare tutti i palati: i primi due sono tutto sommato facili mentre gli ultimi sono veramente tosti, forse anche troppo con uno stato al limite del gestibile, mentre il livello normale presenta già un più che buono livello di sfida con nemici non troppo accondiscendenti e pronti a punirci nei nostri punti deboli. Il tutto ovviamente dipende anche da che stato si decide di controllare visto che il Sacro Romano impero o l’Inghilterra non hanno certo i problemi del decadente Impero Bizantino e degli staterelli della penisola dello stivale.
Per quel che riguarda il comparto multiplayer Crusader Kings II è in grado di supportare fino a un massimo di 32 giocatori. Si tratta, un po’ come accade con i vari Football Manager, della modalità di gioco definitiva per quegli utenti disposti ad accordarsi con altri per lunghe, estenuanti ma coinvolgenti e più che mai avvincenti e divertenti partite spesso dai risvolti inaspettati.
Chiudiamo infine affermando che abbiamo assistito al lancio di un prodotto maturo e rifinito senza fastidiosi bug macroscopici o tarature errate dell’intelligenza artificiale in grado di inficiare l’esperienza di gioco.

HARDWARE

SO: XP/Vista/Windows 7Processore: Intel® Pentium® IV 2.4 GHz o AMD 3500+Memoria RAM: 2 GB Hard Disk: 2 GB di spazio liberoScheda Video: NVIDIA® GeForce 8800 o ATI Radeon® X1900, 512mb di memoria video richiestiDirectX®: 9.0cSouno: scheda audio Direct X-compatibile

– Il solito strategico di Paradox

– Si ritorna nell’europa del medioevo

– Profondo e con tanto da fare

– Finalmente un tutorial degno di questo nome

– Il solito strategico di Paradox

– Comunque troppo complesso per molti

– Non localizzato in italiano

8.0

Tirando le somme Crusader Kings II è uno strategico in tempo reale che riesce a svolgere quasi perfettamente quello che si propone di fare ossia soddisfare la nicchia, neanche poi così piccola, di giocatori che Paradox ha creato intorno a sé. Niente di più niente di meno: un titolo profondo, complesso e riuscito che sarà amato con tutto il cuore da chi già ha apprezzato giochi di questo particolare sottogenere, del quale può essere tranquillamente considerato a oggi come il migliore, e allo stesso tempo un titolo precluso a chi non è disposto a impegnarsi e che di certo non attirerà chi non è appassionato di giochi di strategia.

Voto Recensione di Crusader Kings II - Recensione


8