Recensione

Counter-Strike: Global Offensive

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a cura di Ctekcop

Finalmente, dopo otto lunghi anni, l’attesa è finita. Non sembra proprio eppure è già passato così tanto tempo dall’uscita di Counter-Strike Source finora ultimo overhaul di una serie inizialmente nata come mod di half-life e ora prossima ai 30 milioni di copie vendute.

Sviluppato congiuntamente da Valve e Hidden Path Entertainment, noti per aver creato l’ottimo Defense GridCounter-Strike: Global Offensive da una spolveratina al tutto riproponendo l’antica e apprezzata formula in maniera pressochè immutata ma con un sostanzioso aggiornamento grafico. Suddetta formula giunge anche sulle attuali console Xbox360 e Playstation 3, esclusivamente sui rispettivi store di digital delivery. Una forse non riuscitissima sorta di conversione ad hoc era infatti uscita all’epoca sulla vecchia Xbox senza però riscuotere quell’incredibile successo delle acclamate versioni PC nonostante il supporto al servizio Live.
Lecito quindi chiedersi se la squadra del caro e buon Gabe Newell sia riuscita a non scontentare i tanti pro-gamer e la foltissima schiera di affezionati fan intransigenti che un franchise del genere è riuscito a generare, e sopratutto mantenere se non addirittura incrementare, col passare degli anni senza però inimicarsi quella schiera di giocatori che, in particolar modo su console, si limitano ad apprezzare quasi esclusivamente Battlefield e/o Call of Duty.
Counter-Strike per tutti? Assolutamente NO!
Chi ha anche solo una vaga di idea di cosa sia e cosa rappresenti Counter-Strike già ben sa cosa l’aspetta.
Chi non ne ha la minima idea, oltre a interrogarsi su dove sia stato in questi ultimi anni, deve invece prepararsi mentalmente all’eterna lotta tra forze anti-terrorismo e terroristi: un FPS multiplayer online ipercompetitivo, adrenalinico, emozionante, stimolante, difficile da approcciare, infido e astuto, popolato da infame gentaglia che lo gioca da quasi un decennio e che richiede grandi dosi di concentrazione, attenzione, riflessi e capacità di collaborare, organizzarsi e prendere rapidamente decisioni anche con la propria squadra. Inoltre costringe spesso a lanciare imprecazioni di vario genere. Perché badate bene Counter-Strike è un gioco che non perdona. Non perdona perchè il livello medio dei videogiocatori che frequentano i server online è decisamente alto.
Per cercare di venire incontro ai neofiti, cercando di smorzare la curva di apprendimento, è stato creato un piccolo campo di addestramento, a quanto pare ormai irrinunciabile, unica vera novità introdotta dopo la beta. Completata questa formalità nel caso in cui non ci si sentisse pronti per lanciarsi nei server online si può fare pratica con i bot: quelli facili e normali lasciano a desiderare per quanto riguarda intelligenza artificiale e tattiche, per non parlare di quelli innocui, mentre quelli difficili ed esperti iniziano ad avere strategie più ragionate seppur ancora sia difficile parlare di geni veri e propri. In sostanza l’unico reale guadagno dal giocare contro di loro è la possibilità di guadagnare da soli facili achievement.
Che rinculo
Le modalità di gioco disponibili proposte dai raffinati e minimali menu sono le medesime già trattate nelle nostre due precedenti anteprime: i cambiamenti rispetto alla beta sono stati infatti minimi e quasi impercettibili raggiungendo quel passagio senza soluzione di continuità alla release definitiva che ormai Valve ricerca con ogni suo prodotto fortemente incentrato sull’online. 
Corsa agli armamenti è proprio quel gungame che ha avuto origine sui server di Counter-Strike: ogni uccisione porta in dote una nuova arma e chi riesce a passarle tutte in rassegna concludendo col pugnale vince la partita. Il tutto con un sistema di spawn tradizionale.
Classico lo dice il nome stesso. Propone il tradizionale susseguirsi di round durante i quali guadagnare preziosi dollari, per poter poi procurarsi nuove più potenti armi, piazzando la bomba in una delle due aree, portando in salvo gli ostaggi o evitando che tutto ciò avvenga a seconda della fazione, oppure più semplicemente eliminare l’intera squadra avversaria per portarsi a casa comodamente il round. Avanti così fino al raggiungimento della quota di round prefissata. Ovviamente si re-spawna all’inizio del round per cui se si muore durante le fasi iniziali si rischia di dover fare da spettatore per qualche minuto a meno che non ci sia qualche bot da poter impiegare giusto per tenersi impegnati.
Demolizione è la vera novità di questo episodio che mischia le regole dei precedenti proponendo un solo punto centrale in cui piazzare la bomba con al tempo stesso un progresso di round in round delle armi solo a seguito di un uccisione.
La sagra del camper?
In sostanza non vi sono novità travolgenti: il gunplay e il gameplay, fatta eccezione per piccoli tweak e modifichine, sono quelli di sempre. Il rinculo delle armi è difficile da tenere a bada e si è costretti a sparare brevi raffiche se si vuole essere precisi con le armi automatiche. In movimento le bocche da fuoco sono estremamente imprecise, come facilmente intuibile dal mirino, e si è costretti a camminare e chinarsi o meglio ancora fermarsi e chinarsi, per essere veramente precisi. Bisogna ripararsi dietro gli angoli o coperture improvvisate senza mai dimenticare che molti materiali sono penetrabili. Sfruttare la minimappa ed il relativo radar può rivelarsi efficace quanto deleterio. Colpire un braccio o una gamba provoca un danno radicalmente diverso rispetto a colpire il busto o meglio ancora la testa. Ogni movimento deve essere ponderato, studiato, calcolato altrimenti si rischia grosso e mai dimenticare che con il coltello in mano si corre più veloce. L’ironsight? Non esiste in questo gioco: se lo volete a tutti i costi meglio passare ad un esponente della concorrenza perchè questo titolo non fa per voi.
Un esperienza talmente classica, old-school, radicata e fedele alle proprie origini e convinzioni da aver fatto letteralmente il giro ed essere sorprendentemente originale e più che mai apprezzabile, sostanzialmente unica nel moderno panorama degli FPS online senza sconfinare in un eccessivo realismo o una stucchevole e talvolta noiosa verosimiglianza.
Le mappe presentano un design fenomenale basato su anni e anni di analisi e affinamenti delle precedenti versioni delle stesse. Ecco quindi riproposizioni moderne, con piccole, piccolissime variazioni, di mappe storiche e ampiamente collaudate, oltre che conosciute, come Dust, DustII, Italy, Aztec, Inferno, Train, Nuke, Inferno e Office, in grado di fare la felicità di chi gettava ore su quello che per lungo tempo è stato il videgame più giocato online. Proprio qui, in piccoli particolari come le scorciatoie, i nascondigli in cui appostarsi, o le molteplici possibilità di approccio offerte dalla mappa stessa risiede la differenza tra uno sparatutto mediocre o buono e un capolavoro in grado di non stancare nemmeno a distanza di anni.
In tutto ciò rimane qualche piccolissimo e banale difetto. È rimasto il menu a rosa ottimo per uno stick analogico ma non il massimo per chi ha a disposizione mouse e tastiera. Ovviamente è solo questione di abitudine ma nel frattempo sono già disponibili server custom che sfruttano il tastierino numerico. L’AWP, il secondo letale fucile da cecchino, sembra ancora in grado di decimare la fazione avversaria con eccessiva facilità se nelle mani giuste: forse meriterebbe di essere un filo più costoso se non meno potente visto che comunque non è l’arma dal costo maggiore. L’unico appunto veramente serio che si può avanzare è la relativa scarsità di contenuti in termini di mappe o novità in termini di gameplay e modalità. In particolare la penuria di mappe create da zero può lasciare abbastanza sconcertati.
Si tratta comunque solo dell’inizio di quello che è un prodotto che terrà verosimilmente impegnati i videogiocatori per un buon lustro. Il supporto offerto da Valve è leggendario e di certo non tarderà molto prima che arrivino nuove mappe sviluppate dalla comunità e non solo. Per di più la prima di una lunga serie di mod è già in arrivo a breve: si tratta dell’ormai imprescindibile Zombie Mod.
Source
Tecnicamente parlando Counter-Strike: Global Offensive dimostra come la filosofia adottata da Valve nei confronti del motore grafico proprietario Source, ovvero quella dei piccoli passi con continui e costanti aggiornamenti e miglioramenti, sia tutto sommato vincente; in pratica si ha a che fare con un engine ben più potente di quello visto ormai nel lontano 2004 e assolutamente al passo coi tempi.
Lasciano il segno i nuovi modelli poligonali di armi e personaggi, le texture sempre definite, l’ottimo sistema di illuminazione dinamico e la palette dei colori in grado spesso di regalare, in particolar modo durante le inquadrature post-mortem, sensazioni di fotorealismo. Ottime chicche come il fumo che esce dalle canne di alcune armi, gli effetti dovuti allo stordimento delle granate flashbang o gli occhi vitrei dei personaggi. Ovviamente nel complesso non si settano nuovi standard grafici eppure c’è veramente poco di cui lamentarsi: forse si poteva sprecare qualche poligono in più in certi spigolosi elementi di alcune ambientazioni o rifinire maggiormente qualche rara animazione un poco sottotono. Anche qualche scontro, di una fisica altrimenti perfetta, non viene sempre risolto sapientemente ma con qualche incertezza o incoerenza di troppo specialmente in qualche collisione o sovrapposizione coi compagni. Peccati veniali praticamente inesistenti; c’è ben poco, per non dire nulla, di cui lamentarsi.
Il tutto ovviamente coadiuvato dalla solita e ormai pretesa leggerezza di questo motore grafico. Anche su PC non proprio all’ultimo grido Counter-Strike: Global Offensive da il meglio di sé senza mai battere ciglio; il tutto non sfigura nemmeno a dettagli medi. Perchè ovviamente quando il gioco si fa serio è fondamentale avere una fluidità granitica senza oscillazioni di sorta da parte del frame-rate.
Anche il comparto audio è di ottimo livello già a partire dalle incalzanti e galvanizzanti musiche dei menu e dei primi istanti di gioco. Ottimi i suoni delle armi, diversi per ciascuna di esse, così come il parlato dei soldati in campo. Impressionanti le diverse chicche sparse in ogni mappa come ad esempio il verso dei galli ammirabili in mappe come Italy.
Da apprezzare la pulizia dei menu e dell’interfaccia in generale. Degni di menzione la perfetta integrazione degli achievement e la possibilità di sfogliare le proprie statistiche e le classifiche relative a ciascuna modalità. Non mancano neppure la possibilità di navigare il server browser, creare una lobby per giocare con degli amici chattando vocalmente, oppure tuffarsi semplicemente nell’azione mediante il comando trova una partita. Chicca finale il supporto al controller che non ha poi così tanto senso.

HARDWARE

SO: Windows® 7/Vista/XPProcessore: Intel® Core™ 2 Duo E6600 o AMD Phenom™ X3 8750Memoria RAM: 1GB XP / 2GB VistaHard-disk: 7,6GB di spazio liberoScheda Video: almeno 256MB di ram e compatibile Directx 9 con supporto ai pixel shader 3.0

– L’inconfondibile gameplay di Counter-Strike

– Ottimo sonoro

– Grafica aggiornata ma sempre snella

– Prezzo irresistibile

– Questo è solo l’inizio

– Potevano sforzarsi inserendo qualche mappa in più al lancio

9.0

A conti fatti Counter-Strike: Global Offensive si presenta come lo sparatutto multiplayer dell’anno, almeno in ambito PC.

Non prova nemmeno a reinventarsi: ripropone in salsa aggiornata quella che è ancora oggi a distanza di anni una delle migliori esperienze ludiche in assoluto in tutta la sua durezza e incapacità di fare sconti. I neofiti sono avvertiti.

Impossibile resistergli con questa grafica al passo coi tempi e un prezzo che invita fortemente a comprarlo: un must per tutti i fan di Counter-Strike e non solo.

Voto Recensione di Counter-Strike: Global Offensive - Recensione


9