Recensione

Burnout 2

Avatar

a cura di Ryuken

Console, sinonimo di videogioco, immediatezza e facilità d’utilizzo. Questi elementi sono quelli che hanno decretato nel tempo il successo di tali “aggeggi” a discapito dei PC, macchine splendide, ma, secondo i miei gusti personali, poco adatte ad ospitare produzioni prettamente arcade. Per questo ci sono le console e, per fortuna, giochi come Burnout 2: Point of Impact.I ragazzi di Criterion Games si sono impegnati al massimo per offrirci un titolo dannatamente ben fatto e, lo sottolineo, divertente, giacché, è risaputo, il divertimento sta alla base di un buon arcade.Per il sottoscritto trattare di produzioni immediate è davvero un piacere, ecco perché ho fatto di tutto per accaparrarmi la recensione di questo gioco. Quando nell’aria c’è odore di videogiochi che spaccano io non manco mai: è come il richiamo della foresta.Ok, detto questo, vediamo un po’ di parlare del giochillo in questione. L’idea che sta alla base di Burnout 2 è la medesima apprezzata nel primo capitolo, approdato sul monolite un annetto fa, questa ci vede posti al volante di una fuoriserie, impegnati in una serie di gare automobilistiche che si svolgono nel bel mezzo di città, tra il traffico quotidiano e con il pericolo più che presente di schiantarsi, oltre che contro un muro o un albero, anche contro un bell’autoaticolato in un incidente frontale! Oppure sulle impervie curve di tracciati montuosi, o nel bel mezzo del deserto Californiano, o, ancora, su tracciati che si dimostrano un misto dei precedenti.Ad ogni sfida dovremo affrontare sempre quattro vetture rivali, che cambiano secondo le gare; il divertimento non sta tanto nell’arrivare primi tramite uno stile di giuda pulito, bensì tramite quello più sporco e pericoloso!

Una scuola di guida particolarePer diventare un pilota provetto dovrete guadagnarvi una patente che lo attesta e che vi darà accesso alle prime gare. A differenza della scuola guida implementata in GT3, nella quale vi vengono dati i consigli migliori per imboccare una curva, effettuare un sorpasso, controllare il mezzo ecc, in questo caso sarete istruiti per fare esattamente l’opposto, mi spiego meglio. Dovrete superare una sequenza di prove che saranno valutate, secondo i risultati, con tre medaglie oro per il primo, argento per il secondo e bronzo per il terzo e fin qui nulla di nuovo. Quello che dovrete fare ha dell’incredibile: per esempio vi sarà chiesto di andare contromano evitando scontri, sorpassare passando il più possibile vicino alle macchine che vi precedono, prendere le curve a velocità massima per poi far derapare il vostro bolide (questa è piuttosto normale lo ammetto) o fare tutto ciò saltando su dei dossi. L’unico scopo è insegnarvi la maniera più veloce ed efficace per aumentare la barra dell’overboost, la quale riveste un ruolo fondamentale per vittoria in gara.Infatti, ogni vettura è dotata di un turbo che potrà essere azionato solo quando l’indicatore, posto in basso a sinistra dello schermo, è al massimo, una volta attivata la turbina, tramite la pressione del tasto dorsale R1, potrete assistere ad un aumento repentino della velocità, in stile Mad Max, che durerà fintato che la barra avrà carica.Conquistata la patente potrete cimentarvi nelle prime gare. All’inizio saranno disponibili una manciata di tracciati e, solo, vincendo o arrivando entro i primi tre posti potrete sbloccare progressivamente gli altri. Le competizioni saranno costituite da dei mini tornei composti di un numero variabile di percorsi, da tre a sei, dalla lunghezza e dal numero di giri differente. Non si risolve tutto qui, alcune prove sono a dir poco originali, ad esempio una vi vede vestire i panni della polizia lanciata all’inseguimento di un malvivente, scopo del tutto è quello di demolire la vettura avversaria attraverso una serie di incidenti. Distrutta la macchina del cattivone avrete guadagnato l’auto della polizia nella lineup di mezzi disponibili. Ah, già le auto. In principio potrete sceglierne una fra otto, ma, allo stesso modo delle piste, sarà possibile vincerne di nuove.Quella appena spiegata è la modalità Campionato, l’opzione di gioco principale.Una variante al tema di gioco è rappresentata dalla modalità Crash, essa presenta scenari sbloccabili a gruppi di tre che prevedono un breve tratto di strada in cui scopo del giocatore è causare il maggior numero di danni possibile; i tratti scelti per i percorsi non superano solitamente più di un chilometro in lunghezza, ma comprendono ovviamente incroci, code e svincoli tutti rigorosamente infarciti di numerose macchine urtando le quali è possibile raggiungere l’obiettivo.

Immediatezza prima di tuttoCome accennato in precedenza ci troviamo di fronte ad un gioco di guida arcade, questa parolina sottintende una caratterizzazione volta al poco realismo, che enfatizza al massimo talune situazioni che mai si potrebbero verificare nella realtà. La facilità d’apprendimento deve essere uno dei punti cardine di tali produzioni le quali devono presentare un’interfaccia utente di facile comprensione. Il team di sviluppo, anche in questo settore, ha fatto un ottimo lavoro implementando il classicissimo sistema di controllo che fin dai tempi di Ridge Racer si è dimostrato il migliore. X per accelerare, [] per frenare, O per il clacson (che non serve a nulla se non a fare i maranza) e, come detto, R1 per azionare il turbo.Questo unito ad un comportamento fantastico della vettura, che si fa controllare come niente, è un grosso punto a favore della giocabilità. Appunto, la giocabilità, fantastica. Sfrecciare a 200 km/h, contromano, nel bel mezzo di un’autostrada o per le vie anguste di una città è sempre stato il mio sogno perverso e, credo, quello di molti programmatori. Certo la fisica delle auto non è realistica come per GT3, ma lo scopo di questo gioco è totalmente diverso. Spulciando fra i miei archivi mentali non mi riesce di ricordare un gioco che enfatizza in tal modo sugli scontri, d’accordo c’è la serie Destruction Derby, ma le velocità che si raggiungono qui e la spettacolarità degli incidenti (degni di un film Hollywoodiano) sono delle chicche uniche. Pensate che invece di puntare a vincere una gara ho perso una bella quarantina di minuti per cercare di centrare frontalmente, a velocità smodata, un’auto piuttosto che un’altra: la mia è follia pura! A volte poi è possibile causare degli incidenti di massa coinvolgendo la quasi totalità dei mezzi in strada e creando degli ingorghi pazzeschi agli incroci. Oltre a ciò c’è da dire che è praticamente impossibile venire tagliati fuori da una gara perché gli incidenti possono capitare anche agli altri spericolati concorrenti in gara, per cui non scoraggiatevi quando vi ritroverete in ultima posizione può accadere di tutto. Molto “intelligente” si è dimostrata l’IA applicata ai poveri automobilisti neutri: al momento di un vostro sorpasso azzardato non esiteranno a suonare ripetutamente il clacson, oppure trovandovi in contromano non esiteranno anche a farvi segnalazioni con i fari nel tentativo di evitarvi.Unica pecca riscontrata nei piloti controllati dalla CPU riguarda l’eccessiva facilità con la quale si possono battere, mi è sembrato che arrivare primi su alcuni tracciati sia troppo agevole. Il divertimento assoluto si raggiunge giocando in due, tramite spletscreen, nella modalità crash o in quella principale: davvero esaltante. Provare per credere.

Spettacolo graficoIn occasione della presentazione ufficiale alla stampa è stata sottolineata l’implementazione di un engine del tutto nuovo. Infatti, così è stato. Criterion Games ha dotato il suo pargolo di un motore grafico fantastico, creato con l’ausilio della tecnologia Rendeware, figlia dell’ormai vetusta Middleware già cuore grafico di produzioni come PES e Rayman Revolution.L’aspetto visivo, devo ammetterlo, mi ha stupito, si nota un netto miglioramento rispetto al predecessore, il numero di poligoni che modellano auto e paesaggi è notevole, nessuno spigolo, nessuna sbavatura trapela dalle texture. La fluidità ed il senso di velocità fanno decisamente impressione. Assenti fenomeni di bad-clipping e rallentamenti, tutto rimane inchiodato sui 50/60 FPS secondo la modalità video selezionata (50 o 60 HZ). Le visuali disponibili sono due: una dall’esterno del mezzo e l’atra dall’interno, il sistema di monitoraggio dei tracciati è fantastico, l’orizzonte è sempre lontano e ben visibile. Nulla appare all’ultimo momento. Inoltre, udite udite, per la prima volta sul sistema Sony, è stato utilizzato il Bloom Lighting. Bloom che…? In pratica quell’effetto che permette alla luce riflessa sulle lamiere delle auto, sui vetri dei palazzi o sui finestrini di generare un bagliore soffuso tutto intorno all’oggetto illuminato, in modo da rendere realistico al massimo l’effetto dei raggi di sole che s’infrangono sulle varie superfici riflettenti (tenete a portata di mano gli occhiali da sole). Ottima anche la realizzazione della pioggia e delle superfici bagnate nelle gare in notturna. Cosa dire poi degli incidenti, spettacolo! Le macchine svolazzano a destra e a sinistra, e i pezzi delle carrozzerie si deformano in maniera realistica. Chiudiamo con i replay che partono a fine gara, una parola sola: bellissimi.

L’audio non deludeTerminiamo la carrellata prettamente tecnica con il sonoro: le colonne, prevalentemente rock-punk, sono adatte al contesto e aiutano il videogiocatore a trovare il giusto ritmo di corsa. Bello il cambio di velocità delle battute musicali al momento dell’attivazione dell’overboost. Sul fronte motori il lavoro fatto dai programmatori audio di Criterion Games è davvero molto buono, anche se non si notano particolari cambi di tonalità con il crescere dei giri, la riproduzione del rombo dei propulsori è realistica. Il comparto degli effetti è ben nutrito ed anch’esso ben realizzato, buono l’effetto tonfo derivante dagli incidenti ed il conseguente rumore di frenate e lamiere che svolazzano nella zona disastrata. Il tutto è poi amplificato dall’eventuale presenza di un sistema Dolby, poiché Burnout 2 supporta la tecnologia audio 5.1.

– Il Rendeware spacca.

– Effetti di riflessione realistici.

– Effetti atmosferici resi al meglio.

– Gran senso di velocità.

– Incidenti spettacolari.

– Audio ben fatto.

– Multiplayer divertentissimo.

– Troppo facile completare alcune prove.

– L’IA degli avversari a volte fa cilecca.

8.5

Bene, eccoci arrivati al fine di questa prolissa recensione con un’unica conclusione: Burnout 2 è un gran bel gioco, sicuramente il migliore del suo genere su PS2.

Alcune pecche non mancano, ad esempio l’eccessiva facilità di alcune competizioni che potrebbero accorciare la “vita” del prodotto, ma, al fronte di 15 tracciati (percorribili anche al contrario), di molte auto nascoste da sbloccare e, soprattutto, di un’opzione multiplayer divertentissima credo che ne avrete per un bel pezzo, tenendo conto che stiamo pur sempre parlando un arcade puro.

Grafica splendida, giocabilità ed immediatezza fantastiche, tutto ciò rappresenta il biglietto da visita di questa produzione Acclaim.

Voto Recensione di Burnout 2 - Recensione


8.5