Anteprima

Bravely Second: End Layer

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a cura di Pregianza

Sviluppato dai Silicon Studio per Square Enix, Bravely Default Flying Fairy fu a tutti gli effetti una mano tesa del colosso giapponese verso i fan di vecchia data di Final Fantasy. Ma quelli davvero di vecchia data, ancora memori delle classi dei Final Fantasy Tactics, dei titoli della serie in cui i mostri apparivano solo tramite incontri random, e la storia andava di pari passo con una massa di meccaniche applicata a un combat system a turni. Era un titolo fatto per i nostalgici, insomma, ma uno di quelli fatti così bene da poter facilmente conquistare anche le nuove generazioni, e infatti è stato un successone tra gli amanti dei jrpg.
Il seguito, chiamato Bravely Second: End Layer, non si è quindi fatto attendere troppo, e dopo esser spuntato nella terra del sol levante sta per arrivare anche da noi, con lo stesso spirito da “successore spirituale dei Final Fantasy vecchia scuola” che abbiamo tanto apprezzato, ma anche con una pletora di novità da bava alla bocca istantanea, unita all’evidente volontà degli sviluppatori di prendere gli stilemi e le meccaniche dei jrpg dei bei tempi andati e… romperli. Vediamo un po’ perché.
Come ti cambio le meccaniche, senza cambiarle
La storia di Bravely Second si svolge nello stesso universo del primo titolo, ma due anni dopo. Agnes è diventata la principale figura religiosa del mondo di gioco, mentre Tiz è disperso. Nei panni di un nuovo personaggio di nome Yew daremo il via a una lunga ricerca proprio di Agnes, rapita da una misteriosa e potente figura chiamata Kaiser Oblivion (se esiste nome più tamarro per un cattivo, ancora non lo abbiamo trovato). 
Non possiamo ovviamente trarre conclusioni sulla qualità della storia, ma l’esaustivo evento preview organizzato da Nintendo ci ha svelato parecchie novità sul gioco, e la prima ovviamente è legata proprio al mondo, che presenterà alcune delle stesse location rivisitate, ma anche moltissime nuove zone da scoprire. Tecnicamente Bravely Second è senza dubbio uno dei titoli più belli che abbiam visto sulla portatile di Nintendo: le città sono splendide e facilmente navigabili, i personaggi superdeformed rendono moltissimo durante le battaglie, e l’effetto degli sfondi cittadini che si allargano in base al movimento del giocatore resta piacevolissimo, così come lodevole è il dettaglio delle ambientazioni nella fasi di battaglia. L’ottimo comparto tecnico comunque è solo la punta dell’iceberg, perché, come abbiamo già fatto notare, il team di sviluppo ha preso le meccaniche tipiche dei jrpg e le ha ribaltate, costruendo cose assurde sul semplice ma geniale sistema del Brave-Default. Ve lo spieghiamo meglio: Il combattimento in Bravely Second è a turni, ovviamente, ma durante i turni si può scegliere se eseguire una singola azione (e passare a quella dell’avversario, ovviamente) perdere un turno selezionando l’opzione “Default”, o eseguire turni aggiuntivi con la meccanica “Brave”. Usare il Default aumenta la difesa per quel turno, e permette di guadagnare un punto azione in più, che vale come un turno extra per quello successivo. La meccanica Brave invece permette di eseguire fino a 4 azioni consecutive, ma con il malus non indifferente di dover rimanere inattivi per un turno aggiuntivo per ogni azione eseguita in questo modo. La trovata è piuttosto semplice, ma diventa mostruosamente complessa ed exploitabile quando si tengono in considerazione le 11 nuove classi presenti nel gioco. Queste sono infatti costruite proprio attorno a tali peculiari trovate.
Prendiamo ad esempio il Wizard, non un mago classico, bensì un incantatore in grado di dare specifiche caratteristiche alle magie di base, come ad esempio trasformarle in nebbia per fare danno ad area nel tempo, o in punte per colpire col massimo della priorità. La trasformazione di una magia consuma però un turno in più, quindi per usarlo al meglio è necessario per forza sfruttare il Default con arguzia. Altro esempio? Il vescovo, una classe curativa che per ogni magia ripetuta nello stesso turno ne potenzia gli effetti. O il Kaiser, che applica buff a tutti i compagni ma anche a tutti i nemici contemporaneamente. Come vedete si tratta di abilità che si sposano a meraviglia con il sistema di fondo del titolo, ma la cosa più incredibile è che queste possono venir mantenute anche cambiando classe, e applicate ad altre magie. Immaginate ad esempio uno spell curativo con le trasformazioni del Wizard, o una magia nera potenziata più volte dalle ripetizioni del Vescovo… iniziate a vedere le potenzialità del sistema, eh?
Il bello è che le classi non sono soltanto le 11 nuove: nel gioco sono presenti tutte le specializzazioni del predecessore, anche se queste vanno guadagnate tramite quest ben segnalate sulla mappa di gioco. Spesso, peraltro, vi troverete davanti a quest dove sarete obbligati a scegliere l’una o l’altra classe, in base a scelte morali di una certa importanza. Tutte le classi sono ottenibili, ma non abbiamo intenzione di svelarvi come. Sappiate solo che c’è modo di ottenere la lista completa di specialità. 
Ah, chiaramente non pensiate che la possibilità di “rompere” il sistema abusando del Brave-Default sia un’esclusiva del giocatore: gli avversari hanno la stessa abilità, quindi preparatevi a beccare serie di mazzate sul groppone dai boss più pericolosi. 
Le sorprese comunque non finiscono certo qui. I dungeon, ad esempio, sono in parte costruiti attorno alla possibilità di cambiare lavoro dei propri eroi, quindi spingono a volte a utilizzare il comodo menu di “cambio team”, ove è possibile settare non solo ogni abilità e specializzazione, ma anche l’equipaggiamento in base alla classe usata (vi sono chiari bonus legati a certe armi per alcune classi, quindi usarlo è cosa buona e giusta). 
Altra cosa apprezzatissima è il tasto per variare la percentuale degli incontri casuali. Basta un tocco per raddoppiarli o azzerarli, ed è una manna per un titolo che utilizza un sistema ormai piuttosto arretrato come quello dei random encounters. 
Avete però capito bene: potete anche raddoppiarli gli incontri. Il motivo è presto detto, e gira attorno alla capacità del giocatore di aumentare la velocità di gioco durante gli scontri, e di settare azioni in serie fisse per assicurarsi di eliminare i mostri meno preoccupanti al volo. Alla base degli incontri casuali di Bravely Second c’è infatti un’altra sistema che ricorda per certi versi quello di Final Fantasy Type 0, e permette di eseguire immediatamente un altro battaglia se si sconfigge un gruppo di nemici in un turno (Type 0 permetteva di farlo indipendentemente da tutto, ma la difficoltà saliva). La potenza degli avversari successivi qui non aumenta, ma il moltiplicatore dell’esperienza sì, e il fatto di poter combattere a raffica con i nemici assicura di farmare a una velocità mostruosa in certe zone, specie se ci si è costruiti una lista attacchi abbastanza furba da mettere in serie. L’unico malus è il mantenimento dei turni persi a forza di Brave, quindi abusare delle azioni in serie potrebbe rendervi vulnerabili a nemici normalmente non pericolosi, ma anche quello è aggirabile con la giusta strategia. Sempre per aiutare il farming, inoltre, c’è un sistema di crafting automatico attivabile, chiamato Chompcraft, che se utilizzato porta gli eroi della squadra a costruire bamboline poi rivendute automaticamente in cambio di utile denaro.
Chiudiamo con un paio di caramelle zuccherose extra, e con un’aggiunta piuttosto inutile.  La prima è un onsen (un bagno termale, praticamente) mobile, che può sia navigare per i mari che volare, proprio come le airship dei Final Fantasy. La seconda è il summon friend, un’abilità ottenibile tramite Streetpass, che “evoca” l’attacco di un amico e facilita di molto le battaglie se questi è di livello particolarmente elevato, ma è utilizzabile solo una volta e va poi ricaricata sempre via Streetpass. L’aggiunta poco gioiosa è invece la meccanica “Bravely Second”, che ferma il tempo e facilita enormemente la vita, ma usa punti speciali che si ricaricano ogni otto ore di gioco… o con le microtransazioni. La si può ignorare completamente nel gioco senza ripercussioni, ma il suo inserimento è l’unica cosa che ci ha fatto storcere il naso. 

– Sistema incredibilmente complesso e ricco di finezze

– Tecnicamente lodevole

– Longevità da vendere

– Vecchio stile, ma ricco di originalità e trovate fresche

Chiaramente pensato per offrire tutto ciò che ci ha regalato il predecessore, ma a un livello nettamente superiore, Bravely Second sembra avere il potenziale per essere il miglior jrpg su 3DS. Le combinazioni che si possono ottenere con le sue numerose classi e il suo curioso sistema a turni sono impressionanti, e la complessità generale del sistema è da manuale. Ora restano da vedere solo la qualità della storia e la validità delle fasi finali, ove il primo capitolo calava parecchio. Noi siamo molto fiduciosi, comunque.