Recensione

Blues and Bullets - EP. I

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a cura di Francesco Ursino

Cosa può rendere un videogioco degno di appartenere al genere noir? Che si abbia in mente il naso rotto di Jack Nicholson in Chinatown, o il vento rosso che sferza una disperata Los Angeles scaturito dalla penna di Chandler, è inevitabile come questo tipo di narrazione debba seguire dei dettami ben precisi. Se amate le storie di detective dal passato tormentato ma dal cuore nobile, e di città sull’orlo dell’abisso morale ed economico, continuate a leggere questa recensione: scoprirete che Blues and Bullets, forse, è il gioco che stavate aspettando.

Santa Esperanza, un buon posto per aprire una tavola caldaIl protagonista del primo episodio di Blues and Bullets, serie sviluppata da A Crowd of Monsters, è Eliot Ness. Se il nome non vi è nuovo, è perché si tratta dello stesso Eliot Ness che contrastò Al Capone all’epoca del proibizionismo, e in seguito rappresentato sul grande schermo da Kevin Kostner ne Gli Intoccabili. Sappiamo che in realtà la vita di Ness terminò in maniera triste e solitaria, ma gli sviluppatori hanno voluto riservare all’agente federale un finale differente.All’inizio di La fine della Pace, ovvero l’episodio di Blues and Bullets da noi analizzato, scopriamo infatti che Ness si è ritirato dalla polizia, e gestisce una tavola calda nella tranquilla cittadina di Santa Esperanza. Tanto tranquilla, in effetti, Santa Esperanza non lo è, visto che sembra possedere in pieno i requisiti di un’ambientazione noir: scoraggiata, disillusa, sempre incline alla corruzione, e piena di criminali da quattro soldi. In tutto questo si inserisce quello che sembra essere un vero e proprio mistero: alcuni bambini della città, infatti, risultano essere scomparsi, e la prima cutscene dell’episodio ci informa che i piccoli sono nelle grinfie di un losco figuro.In tutto questo Ness, oramai convinto di aver cambiato vita, riceverà un’offerta dal suo acerrimo nemico, ovvero Al Capone: da qui in poi, la vita dell’ex intoccabile tornerà sui consueti binari, fatti di violenza e crimini efferati.

Pistole e scelte morali non vanno d’accordoDal punto di vista del gameplay, l’intero impianto di Blues and Bullets è quello delle avventure interattive a episodi che oramai abbiamo imparato a conoscere grazie soprattutto alle produzioni Telltale. Per stessa ammissione degli sviluppatori, infatti, il titolo si rifà alle dinamiche viste soprattutto nelle prime due stagioni di The Walking Dead. In verità, quello che abbiamo potuto constatare in questo primo episodio è un misto di citazioni, soluzioni stilistiche e trovate scenografiche che il più delle volte ci hanno convinto e soddisfatto. Pur senza entrare nei dettagli, allora, possiamo dire che anche in La fine della Pace i giocatori dovranno effettuare scelte morali limitate da un countdown più o meno veloce, prodursi in combinazioni di tasti in brevi QTE, scoprire indizi e visitare location differenti.Dal punto di vista delle decisioni da prendere, la scelta compiuta dagli sviluppatori è stata chiara; introdurre, cioè, alcune scelte di importanza maggiore rispetto alle altre, che verranno segnalate opportunamente con la dicitura “hai effettuato una scelta”, che suona molto come il “ricorderà questo” dei titoli TellTale. Sulle differenze puramente stilistiche di queste scelte torneremo dopo: in questo paragrafo ci interessa invece sapere quale impatto hanno queste decisioni sulla storia. Possiamo dire che, sebbene si tratti solo del primo episodio, anche Bullets and Blues sembra ripercorrere ancora una volta la falsariga dei titoli TellTale; in altre parole, le nostre decisioni devieranno la storia dal suo corso ma in modo non così importante. Tutto ciò è un problema fino a un certo punto, visto che in La fine della Pace la storia narrata saprà intrattenere con tanti cambi di ritmo. Nelle tre ore necessarie a portare a termine l’episodio, infatti, si assisteranno a diversi momenti di calma, inframezzati da sequenze più concitate. Possiamo dire allora che uno dei pregi di questo primo episodio è proprio la varietà di situazioni: accanto alle sezioni tutto sommato interlocutorie, dove si dialogherà con gli altri personaggi, si presentano alcuni QTE, ma soprattutto un paio di sezioni da sparatutto in terza persona. Si tratta, ovviamente, di esperienze fortemente scriptate e che si muovono su binari definiti, ma che non stonano in un’avventura noir (una determinata sequenza di questo tipo, a questo proposito, ha saputo convincerci particolarmente).

La parte forte di questo primo episodio, però, è la fase di indagini. In questo senso, l’esperienza offerta dal titolo ci ha ricordato fortemente le investigazioni di LA Noire; arrivati sul luogo del misfatto, in effetti, quello che si dovrà fare sarà individuare gli hot spot con cui interagire (cosa peraltro molto semplice da fare, visto che verranno sottolineati da un apposito segnalino), e da lì Ness partirà con le sue supposizioni. Ogni indizio, poi, verrà catalogato e dovrà essere utilizzato al momento opportuno per poter ricostruire i fatti. Accanto a questa dinamica tutto sommato soddisfacente, si affianca quella dell’esame degli oggetti ritrovati, che ancora una volta ricorda il titolo del Team Bondi. Quello che bisognerà fare, infatti, sarà osservare il singolo oggetto da tutte le angolazioni, andando a scovare gli elementi di interesse.

Cinquanta sfumature di grigio, più il rossoDal punto di vista stilistico, Blues and Bullets è un titolo che ha molto da dire. La prima cosa che salta agli occhi, banalmente, è lo stile grafico. Il bianco e nero che permea tutto il mondo di gioco viene spezzato solo dal colore rosso, utilizzato peraltro in modo ingegnoso in molte scene. Non sarà solo il sangue, in altre parole, l’unico elemento a spezzare il grigiore (i raggi di luce rossastri di alcune scene, siano essi solari o artificiali, sono una bella trovata).Dal punto di vista della qualità tecnica, il titolo non fa gridare al miracolo, e anzi si nota una definizione non sempre ottimale dei modelli poligonali, oppure delle animazioni che accompagnano le espressioni e le azioni dei personaggi. Sotto il profilo hardware il titolo non ha destato particolari problemi, se si esclude un crash estemporaneo.Dal punto di vista scenografico, lo ripetiamo, il titolo ha mostrato un certo gusto, a partire dalla piccola sequenza che introduce al menu di gioco, fino agli ottimi titoli di coda (da vedere tutti, fino alla fine). Il momento delle decisioni, poi, più che i titoli TellTale ci ha ricordato quelli Quantic Dream, con le scelte non disposte in elenco a fondo schermo, ma che vanno a circondare la figura del protagonista.Parlando invece del comparto audio, il giudizio vira verso la sufficienza, grazie a un doppiaggio in inglese discreto in quasi tutte le sue componenti: forse poteva essere fatto qualche sforzo maggiore su alcune musiche di accompagnamento, ma in generale non abbiamo particolari problematiche da segnalare sotto questo punto, specie considerata la qualità dei titoli di testa e (soprattutto) di coda.Vale la pena segnalare infine che il titolo, al contrario di altri competitor più blasonati dello stesso genere, è sottotitolato in italiano; il lavoro presenta qualche inesattezza, ma è sicuramente fruibile con facilità.

HARDWARE

OS: Windows 7 Memoria RAM: 4 GBDirectX: Versione 9.0 Spazio su HDD: 7 GB

– La storia sembra essere promettente

– Buone trovate scenografiche in diversi momenti dell’episodio

– Varietà di situazioni e cambi di ritmo…

– La grafica non è proprio ai massimi livelli

– Chi non è convinto dalle avventure interattive in stile TellTale, non cambierà idea

7.0

Scegliamo di dare fiducia a questo Blues and Bullets: il primo episodio, La Fine della Pace, riporta su schermo atmosfere noir e sequenze che si fanno ricordare. Il titolo, dal punto di vista del gameplay, è un’avventura interattiva moderna, che si muove su binari definiti dai quali il giocatore può deviare fino a un certo punto. Resta da vedere come si svilupperà la vicenda, che di certo verrà apprezzata maggiormente da chi conosce la storia di Eliot Ness, o semplicemente ha visto il film Gli Intoccabili.

Per il momento, dunque, premiamo il lavoro A Crowd of Monsters: già dal secondo episodio, in ogni caso, capiremo se abbiamo fatto bene a fidarci dei figuri che popolano Santa Esperanza. D’altronde, come scriveva Chandler: “Si possono fare moltissimi errori, perfino in una vita sola”.

Voto Recensione di Blues and Bullets - EP. I - Recensione


7