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Recensione

Stacking

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Avatar di andymonza

a cura di andymonza

Pubblicato il 14/02/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

9

Se Double Fine non è certo un nome tra i più altisonanti nell’ambiente dello sviluppo dei videogame, ben più conosciuto è senza dubbio quello di Tim Schafer, suo carismatico fondatore e leader. Dopo aver contribuito al successo planetario di titoli come Monkey Island, Maniac Mansion: Day of the Tentacle e Grim Fandango presso LucasArts, l’estroverso game designer ha fondato una sua casa di produzione, il cui primo lavoro viene sotto il nome di Psychonauts, un curioso ibrido tra avventura, azione e rock metallico, apprezzato dalla critica ma poco performante al botteghino. Fortunatamente, lo scarso successo commerciale non ha arrestato la vulcanica fantasia dell’autore californiano e dei suoi ottimi collaboratori, che nell’ultimo anno sembrano essersi interessati molto al mercato dei giochi scaricabili per circuiti Playstation Network e Live Arcade. Dopo il divertente Costume Quest, arriva sotto etichetta THQ Stacking, curioso titolo dalle forti influenze puzzle caratterizzato da un design irresistibile e da un set di protagonisti mai visto prima: benvenuti nel mondo delle matrioske.

Gioco d’incastriQuello di Stacking è senza dubbio un mondo capace di offrire visuali deliziose ed affascinanti, che sembrano assemblate con materiale di fortuna recuperato in giro per casa: nuvole di cotone, staccionate di fiammiferi e cucchiaini da tè come lampioni vanno a comporsi in allegri collage, sempre in grado di stupire con qualche nuovo dettaglio. In questo coloratissimo contesto facciamo la conoscenza dell’umile e numerosa famiglia Blackmore, dedita da generazioni alla rispettabile attività degli spazzacamini. Proprio quando il capoclan sembra aver trovato finalmente un’occasione di lavoro in grado di risolvere tutti i problemi economici, un perfido magnate conosciuto come il Barone spedisce l’intera famiglia a lavorare nelle miniere di carbone, in condizioni insopportabili anche per una matrioska. Tra le mura di casa rimangono solo l’affranta madre e l’ultimogenito Charlie Blackmore, decisamente troppo minuto per i lavori pesanti. Proprio nei panni di quest’ultimo, che scopriremo essere la matrioska più piccola del mondo, intraprenderemo un’appassionante avventura nel tentativo di liberare uno per uno i famigliari rapiti.Il gameplay di Stacking si presenta come un inedito mix tra avventura, esplorazione e puzzle: esplorando i livelli con il piccolo Charlie vi troverete di volta in volta di fronte ad un ostacolo da rimuovere, che si tratti di una porta sigillata da aprire, di un gruppo di manifestanti da disperdere o di una crociera da dirottare. Fortunatamente, le minute dimensioni del protagonista gli offrono una possibilità unica: entrare letteralmente all’interno di matrioske di una taglia più grande, prenderne il controllo, e ripetere il processo creando vere e proprie “pile” di bambole di legno, da cui il titolo del gioco (dall’inglese to stack, ovvero “mettere in pila”). Questa meccanica, apparentemente fine a sé stessa, assume significato non appena si scopre che ogni abitante del mondo di Stacking dispone di un’abilità speciale, accessibile alla pressione di un tasto frontale: dalle più frivole tra cui saltare la corda, suonare uno strumento musicale o urlare a squarciagola, si passa ad altre ben più interessanti, come la possibilità di aprire porte o disperdere le folle. Tutte queste azioni, effettuate nella giusta sequenza, potranno portarvi alla rimozione dell’ostacolo di turno, così da poter proseguire nell’avventura: l’abilità starà sempre nell’osservare attentamente l’ambiente circostante, parlare con il maggior numero di personaggi possibile, i quali tramite brevi scambi saranno quasi sempre in grado di offrire involontari suggerimenti, e successivamente trovare la giusta sequenza di bambole ed abilità speciali per sbloccare la situazione. Queste ultime spaziano da quelle più semplici ed intuitive ad altre che richiederanno un discreto quantitativo di immaginazione e pensiero laterale, tanto da ricordare alcune follie dell’Isola delle Scimmie. Se è vero che risolvere in sequenza gli enigmi e completare l’intera avventura non richiederà più di una manciata di ore, i ragazzi di Double Fine hanno fatto di tutto per aggiungere spessore al gameplay della loro creatura, ed aumentarne esponenzialmente la longevità: per ogni enigma è stato infatti previsto un preciso numero di soluzioni alternative, e scovarne una permetterà comunque di proseguire nella ricerca delle rimanenti senza dover caricare nuovamente la sessione di gioco. E’ proprio qui che l’anima puzzle di Stacking si palesa, facendone un titolo inadatto a chi si affretterà a correre verso il finale, perfetto invece per chi vuole gustarselo lentamente, scoprirlo in ogni sua particolarità. Stessa filosofia vale per i collezionabili, proposti in forme decisamente originali: i primi vengono sotto il nome di Scherzetti, e vi richiederanno di compiere un certo numero di volte un’azione più o meno fastidiosa per le bambole circostanti, che si tratti di schiaffeggiare a caso i passanti o di suonargli la tromba nelle orecchie. Per quanto si tratti di una meccanica molto semplice e tutto sommato fine a sé stessa, grazie alla straordinaria qualità delle animazioni delle bambole, leggibilissime pur nella totale mancanza di espressività facciale e corporea, ed al delicato umorismo che pervade ogni situazione, Stacking riesce a rendere divertente anche la pura esplorazione, un girovagare senza scopi che non accade spesso di riscoprire nei titoli di ultima generazione. Un’altra interessante tipologia di extra è rappresentata dalle famiglie di bambole: riconoscibili grazie ai vestiti in tinta, esse presentano taglie via via crescenti, cosicché grazie al potere di Charlie possano essere impilate l’una sull’altra. Se si riuscirà nell’impresa, resa complicata dal fatto che spesso i vari membri si presentano sparsi per i livelli, si otterrà lo stack perfetto, ricompensato con un breve filmato che svelerà qualche buffo retroscena. Per tenere ordine tra i vari extra e le diverse soluzioni agli enigmi, avrete a disposizione sia un chiarissimo ed accessibile menu, sia il nascondiglio di Charlie, decorato con murales rappresentanti le avventure compiute ed i segreti scovati dal suo più caro amico Levi.

Sogni di legno e pezzaPer quanto il gameplay si presenti molto curato e ben bilanciato, Stacking cattura inizialmente soprattutto grazie all’eccezionale direzione artistica. Per quanto sia facile farsi distrarre dalla varietà e dalla fantasia con cui gli sfondi sono stati confezionati, sono le matrioske a dimostrare le migliori qualità degli artisti di Double Fine: animate con movimenti del busto che ricordano vagamente lo stop motion in voga vent’anni fa ad Hollywood, le bambole di legno riescono a comunicare grazie a gesti evocativi pure nella loro semplicità. Spaventatele e si stapperanno come bottiglie di champagne, corteggiatele e ciondoleranno, schiaffeggiatele e sporgeranno il busto all’indietro. Il tutto avviene con una naturalezza tale che sembra di aver avuto a che fare con matrioske animate per una vita intera. Se a questo si aggiunge un indovinato mix di pezzi celebri di musica classica ed una simpatica effettistica audio da cartone animato, l’insieme risultante non potrà che catturarvi sin dai primi istanti. Da non sottovalutare anche la qualità della sceneggiatura, che nonostante i temi drammatici legati allo sfruttamento minorile (i riferimenti a Dickens non sono pochi), riesce a trattare il tutto con delicatezza ed un sincero umorismo, cui resistere non sarà facile.Dal punto di vista strettamente tecnico, densità poligonale ed effettistica si adattano perfettamente al design, superando nettamente la serie Lego (affine per design e dimensioni dei protagonisti) per stile e scelte cromatiche.

– Setting ed atmosfera unici

– Enigmi divertenti

– Longevità scarsa se si va dritti per il finale

9.0

Stacking è l’esemplificazione di quanto il mercato dei giochi arcade stia crescendo negli ultimi anni: ora che anche un attore importante come Tim Schafer è giunto sulla scena, il pubblico può aspettarsi un ulteriore innalzamento della qualità media dei titoli. Le Matrioske di Double Fine conquistano, inteneriscono e divertono grazie ad un carisma esplosivo e ad un gameplay ben bilanciato nei suoi elementi. Se andare dritti per l’avventura principale probabilmente non giustificherà la spesa di circa 15 euro, l’acquisto del titolo andrebbe considerato da tutti coloro interessati a goderlo in ogni sua sfumatura, a scovare uno per uno tutti i modi possibili per risolvere ogni enigma, a carpire ogni segreto. Solo così Stacking potrà essere goduto per come è stato pensato, un piccolo e magico sandbox pieno di puzzle, in grado sì di divertire, ma anche di lasciare qualcosa al suo passaggio, un ricordo piacevole che speriamo possa essere presto rinfrescato da nuovi lavori firmati Tim Shafer.

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