Il Verdetto di SpazioGames
Quando si pensa ai videogiochi made in Italy c’è un solo nome che viene alla mente di solito, Milestone. La software house di Milano è una delle poche nel bel paese ad aver creato giochi per le piattaforme maggiori riconosciuti a livello internazionale, al punto da esser riuscita ad accaparrarsi una licenza importante come quella del campionato Superbike. La serie SBK ha contribuito non poco al successo della casa, eppure, dopo i primi notevolissimi capitoli, i ragazzi del team non sono più riusciti a fare quel salto di qualità in grado di distinguere uno sviluppatore passabile da uno eccellente. La motivazione non è da ricercarsi nell’assenza di talento, Milestone ha infatti dimostrato più volte di avere ottime idee in fase di sviluppo, ma nella mancanza di soldoni, che non ha permesso ai programmatori di sfruttare al massimo le loro intuizioni. L’ultimo nato della squadra appartiene, giustamente, al marchio che l’ha resa famosa e si chiama SBK Generations. Stavolta non affronterete una singola annata del campionato ma addirittura quattro, con la possibilità di impersonare alcuni grandissimi campioni del passato. Sarà il balzo di qualità che tutti aspettavamo, oppure ci troviamo davanti all’ennesimo prodotto mediocre?
Cadere impennando? Nulla di più mortificanteSe avete giocato gli ultimi SBK vi sentirete subito a casa, peccato che non si tratterà di un loft con bagno d’oro ma del solito vecchio appartamentino scrauso, leggermente più esteso della precedente abitazione e con un paio di quadri aggiuntivi ad abbellire l’ambiente. Le modalità sono infatti pressoché le stesse, partendo dalla carriera classica che vi vedrà creare un pilota professionista e lanciarvi in tutte le tipiche gare del mondiale Superbike. La carriera è sicuramente molto longeva, ma non particolarmente varia o appassionante, visto che tra le miriadi di prove, superpole e gare l’unica reale variazione sul tema saranno dei brevi appuntamenti con l’ingegnere, grazie ai quali potrete modificare l’assetto della motocicletta, e delle fasi di testing durante cui sarete in grado di migliorarne le prestazioni. Vincere le gare e compiere acrobazie in corsa vi farà guadagnare punti reputazione che vi permetteranno di ottenere contratti con team più rinomati, ma a parte questo c’è poco altro per quanto riguarda la gestione del proprio alter ego. Ad accompagnare la modalità principale c’è la SBK Experience, che propone oltre quaranta prove diverse da affrontare in sella a moto predefinite. Questa opzione aggiunge una certa varietà al tutto e costringe a superare prove di difficoltà crescente quali corse a checkpoint, giri di pista con un tempo di frenata limitato, e sfide uno contro uno al cardiopalma. Bello, ma non totalmente nuovo, considerando che chiunque abbia giocato alla “modalità storia” di SBK X noterà parecchie somiglianze. Ovviamente non manca neppure la possibilità di affrontare una gara veloce con tutti i piloti e i team disponibili, e sono davvero numerosi: si può scegliere tra quattro diverse annate che comprendono circa una sessantina di moto, e 200 piloti Superbike e Superstock, alcuni dei quali andranno sbloccati avanzando nelle modalità descritte in precedenza. Insomma, roba da fare ce n’è parecchia, anche se nessuna delle scelte vi lascerà a bocca aperta.Le modalità tuttavia non sono il fulcro della serie di Milestone, ciò che ha catturato i fan negli anni è stato il gameplay, sempre molto curato. SBK Generations non fa differenza, anzi, non HA differenza, perché anche da questo punto di vista il titolo non ha visto stravolgimenti. Prima di ogni gara è possibile settare il livello di simulazione dei controlli: al minimo la moto sarà piuttosto stabile e pattinerà poco durante le curve, permettendo frenate abbastanza pericolose, al massimo invece sarete costretti a dosare attentamente acceleratore e freno, pena una rovinosa caduta in curva che vi costerà la gara. Se oltre al settaggio base deciderete anche di rendere manuale lo spostamento del peso del pilota e il cambio delle marce, e di attivare l’usura delle ruote, vi troverete per le mani uno dei sistemi di controllo più complessi e difficili da padroneggiare in circolazione, nonostante la fisica più permissiva rispetto ai primi indimenticati capitoli. La scarsità di cambiamenti significa però che il sistema di controllo si porta dietro anche le stesse beghe già viste in passato. Le moto tendono a pattinare un po’ troppo su certe piste, persino in curve piuttosto tranquille, inoltre la differenziazione dei mezzi è principalmente prestazionale e risulta marginale nella risposta, cosa che distingue poco moto fondamentalmente differenti dalle altre quali le BMW. Abbiamo inoltre notato prestazioni un po’ troppo scarsine da moto come le Ducati, che dovrebbero essere al top della gamma. Il gameplay rimane più che degno, e in grado di appassionare i fan della disciplina amanti della simulazione, ma si poteva indubbiamente fare qualcosa di più, perché in molti casi sembra di essere davanti a un update più che a un nuovo gioco. Molto deludente infine l’online, non perché pessimo ma perché già ora totalmente deserto. Abbiamo tentato a lungo di trovare partite di tutti i tipi, ma non c’è stato verso di partecipare ad una singola gara in rete. I casi sono due: o non ci sono giocatori, o non funziona la ricerca delle sessioni. Qualunque sia la verità, sono pessime notizie.
Imola la ricordavo più bellaNel comparto tecnico l’ultimo sforzo di Milestone crolla miseramente. Definire l’aspetto di SBK Generations “datato” è seriamente riduttivo, sembra di esser tornati a dieci anni fa da un punto di vista grafico. Durante le gare si vedono cose che avevamo fortunatamente dimenticato, come alberi composti da texture bidimensionali incastrate (che osano persino apparire dal nulla in certe occasioni), orizzonti semideserti riempiti solo da edifici cubici monocromatici, effetti Lens Flare basilari che più basilari non si puote, e un livello di dettaglio generale infimo. Si vede chiaramente che in questo campo è stata spesa pochissima attenzione, al punto che in molti casi pare di trovarsi di fronte a un progetto buttato lì da un team minore all’interno della software house, mentre il grosso degli sviluppatori si stavano concentrando su altro. Persino la personalizzazione del proprio pilota è limitatissima, con un numero di volti predefiniti di rara bruttezza e la scelta dello stile di guida come unica opzione interessante. Non parliamo poi delle animazioni durante le premiazioni, a dir poco inguardabili. La mascella questo gioco non ve la farà cadere per lo stupore, ve la staccherà con un gancio con la sua bruttezza. Meno terrificante il sonoro, con ottime campionature delle moto reali e musiche piacevoli, seppur ripetute all’infinito. Buona la longevità, ma una volta finite le prove disponibili solo lo zoccolo duro degli appassionati riuscirà a restare incollato alla solita carriera in singolo, visto che per ora non sembra possibile giocare online.
– Gameplay solido e degno di lode
– Tantissimi mezzi e piloti
– Buona longevità
– Niente split screen
– Online deserto, o comunque non funzionante
– Innovazioni rispetto ai precedenti capitoli = zero
– Tecnicamente terribile
6.5
SBK Generations dà l’impressione di essere un semplice e frettoloso update degli ultimi titoli della serie a cui appartiene. Il gioco è apprezzabile solo dai fan più sfegatati della Superbike e si porta appresso tutti i difetti già osservati nei capitoli precedenti, primo fra tutti un comparto tecnico spaventosamente datato. Il gameplay è degno di lode, ma quasi totalmente privo di miglioramenti significativi, e il gran numero di piloti, mezzi e piste non bastano a farci consigliare l’acquisto, neppure a prezzo budget. Vorremmo davvero vedere cosa sarebbero in grado di fare i ragazzi di Milestone con le risorse, il tempo e le motivazioni adeguate. Questo purtroppo non è un titolo in grado di dimostrare le loro capacità.