Il Verdetto di SpazioGames
Esiste un filone cinematografico che negli anni ha riscosso sempre più successo, arrivando perfino a sconfinare fuori dal Sol Levante e dando origine a tutta una serie di versioni occidentalizzate non certo indimenticabili per qualità ma che avevano almeno il merito di rendere leggermente più fruibili alcune tematiche. Ci riferiamo al J-Horror, vero e proprio fenomeno che, dopo essersi fatto conoscere con prodotti tutto sommato famosi quali The Ring e Ju-On sta poco alla volta prendendo piede anche in ambito videoludico, seppur con risultati non certo esaltanti. Il gioco che vi presentiamo oggi, Calling, da pochi giorni è disponibile per Nintendo Wii anche in Europa. Scopriamo insieme se la tipica atmosfera horror di stampo giapponese sarà riuscita a far breccia anche in versione digitale.
Non entrate in quella chat roomUna volta inserito il disco nella vostra console e creato un file di salvataggio assisterete all’introduzione, che non si compone di alcuna sequenza animata o filmata, ma racconterà gli elementi iniziali della trama presentandoli come se vi trovaste nel bel mezzo di una chat room, con una serie di individui impegnati a discutere di un inquietante leggenda metropolitana inerente il fatto che sia possibile comunicare addirittura con i defunti. Mentre scorrono i dialoghi e si insinuano i primi pettegolezzi legati ad un fatto di cronaca comparso su un giornale quando, ad un certo punto, farà la sua comparsa un nuovo utente chiamato Kuroneko ed è proprio a questo punto che arriverà la tanto attesa telefonata che concluderà la fase iniziale dando origine all’incubo. Come spesso accade in questi casi, il destino del personaggio che controllerete s’intreccerà quasi subito con quello di altri poveri individui che erano incappati a loro volta in questa inquietante “trappola” e che adesso altro non sono che presenze spettrali il cui scopo principale è quello di tormentarvi, ingannarvi e perseguitarvi nei modi più disparati, compiendo ogni azione atta a rendere il clima quanto più allucinato e spaventoso possibile. Durante le prime fasi di gioco, subito dopo il vostro risveglio all’interno di una malmessa stanza dai tratti a voi sconosciuti, partirà una sorta di tutorial in grado di presentare i comandi con i quali avrete a che fare nel corso dell’avventura. La visuale adottata dagli sviluppatori, per rendere al meglio l’atmosfera horror, è la classica in prima persona ed anche analizzando il sistema di controllo non abbiamo riscontrato scelte particolarmente originali da parte degli sviluppatori. Puntando il Wii Remote a schermo cambierete il punto di vista del personaggio, mentre lo stick analogico del Nunchuk serve per muoversi. Premendo il pulsante Z è possibile correre e C consente invece di rannicchiarsi, ma fate attenzione perché utilizzando questa azione non potrete muovervi rapidamente per sfuggire ai fantasmi. Premendo il pulsante + attiverete il menu che vi consentirà di esaminare gli oggetti e modificare le impostazioni di gioco, mentre il tasto 1 vi farà visualizzare la mappa. Dopo pochissimo tempo apprenderete inoltre un’altra azione fondamentale per la vostra sopravvivenza. Direzionando il puntatore su un oggetto, se questo cambierà forma o si illuminerà vorrà dire che potrete esaminarlo. La modalità Ispeziona si rivela fondamentale (può essere attivata premendo A) per scovare indizi ed entrare in possesso di oggetti più o meno utili. Il primo con cui entrerete in contatto, un telefono cellulare, sarà possibile attivarlo semplicemente premendo il tasto – e sempre con la medesima azione potrete rispondere ad una chiamata. Il pulsante + vi consente invece di scorrere la rubrica per effettuare una telefonata. Interessante notare come lo speaker del Wii Remote sia stato implementato proprio dando l’idea di un telefonino e, soprattutto nelle prime fasi di gioco, il risultato appare decisamente azzeccato anche per coinvolgimento trasmesso, in quanto difficilmente riceverete chiamate dai toni non inquietanti.
L’unica cosa di cui aver paura è la pauraIl contesto narrativo utilizzato dagli sviluppatori ben si sposa all’interno di una meccanica da surival horror che richiama ai classici del genere J-Horror e che risulta tutto sommato immersiva, in particolar modo per gli estimatori del genere in questione. Le sensazioni di paura e tensione emotiva che avvertirete cercando di sopravvivere all’incubo causato dalla folla di presenze spettrali risultano ben marcate soprattutto all’inizio, grazie ad una storia che per quanto stereotipata e piuttosto scontata presenta comunque più di un elemento a sorpresa e non mancherà di risultare interessante grazie anche alle sequenze raccontate attraverso un taglio cinematografico tutto sommato gradevole. Il principale difetto del gioco, oltre al comparto tecnico di cui parleremo in seguito, è però legato alla meccanica attorno cui tutto ruota. Per prima cosa il grado d’interazione con gli elementi presenti nelle varie stanze è ben sotto le aspettative. Ad esempio appare inutile aprire i cassetti di una scrivania se poi questi si rivelano completamente vuoti o comunque non contengono alcun elemento analizzabile e allo stesso modo il fatto di dover risolvere ogni confronto con uno spettro scuotendo all’inverosimile il Wii Remote non è certo una maniera ragionata per superare una situazione ad alto rischio. Il tutto si riduce quindi a dinamiche molto lineari in cui dovrete semplicemente spostarvi da un punto A ad un punto B e, se necessario, procurarvi alcuni oggetti o risolvere semplici enigmi che vi sbarrano il cammino. Purtroppo la superficialità con cui tutto è stato realizzato affossa inesorabilmente quel poco di atmosfera che il gioco possiede, in quanto non sempre tutto risulterà immediatamente decifrabile e numerose situazioni non appaiono comunque molto ispirate. La vostra energia vitale sarà contraddistinta da un indicatore denominato Orrorometro, che dovrete tenere costantemente sotto controllo per evitare di perdere la ragione, o peggio la vostra stessa vita. Fortunatamente ogni volta che incontrerete lungo il cammino un gatto nero di pezza potrete puntare tale oggetto e salvare i progressi di gioco, ripristinando al tempo stesso uno status di normalità. Come accennavamo in precedenza, buona parte dell’esperienza di gioco è identificabile nelle fasi di confronto con gli spettri. Inizialmente il ritmo di gioco potrebbe ingannare risultando adeguato, tuttavia nonostante la tensione possa apparire piuttosto elevata dopo poche sessioni vi accorgerete di come la componente action sia davvero poca cosa, cancellando quasi per intero il senso di “paura” generato in precedenza più per suggestione che per reale pericolo. A questo si aggiunge inoltre la possibilità di non dover ricorrere necessariamente allo scontro con i fantasmi, semplicemente agendo con circospezione, ma è un peccato che le idee iniziali siano state sprecate in questo modo.
Tutto in una notte A livello tecnico il gioco presenta elementi positivi (pochi) ed altri decisamente negativi. L’atmosfera creata dagli sviluppatori non è malvagia nel complesso, pur ricorrendo a situazioni non innovative. Graficamente il tutto risulta sottotono, con ambienti poligonali poveri di dettagli, semplici a livello di design e non molto diversi gli uni dagli altri. Il livello di dettaglio appare sotto la media e nonostante i modelli poligonali dei personaggi siano tutto sommato sufficienti lo stesso non si può dire per le animazioni. Non male alcuni effetti di luce e le ombre, ma troppo poco per risollevare questo aspetto da soli.Del tutto ingiustificati inoltre i numerosi caricamenti, presenti in numero davvero consistente e che non aiutano certo a mantenere il coinvolgimento elevato. Discorso in parte diverso per il sonoro, che pur non potendo contare su una buona qualità almeno presenta il doppiaggio in lingua italiana ed effetti audio nel complesso discreti. La presenza di testi a schermo chiari e molto leggibili aiuta sicuramente la comprensione della vicenda, ma nonostante la durata dell’avventura sia nel complesso valida è difficile che qualcuno possa aver voglia di portarla a termine per vera soddisfazione personale.
– Coinvolgimento discreto
– Alcune idee ben sfruttate
– Interessante per gli appassionati di J-Horror
– Realizzazione tecnica sottotono
– Scarsa interazione
– Meccanica troppo lineare
5.0
Che Calling non sarebbe stato un gioco per tutti lo si sapeva già in partenza, tuttavia è un peccato riscontrare che comunque le idee non fossero poi tanto spartane, al contrario di tutto il resto. Gli sviluppatori hanno implementato una meccanica troppo lineare e povera di coinvolgimento, supportandola con un comparto tecnico che non può certo riuscire a fornire quegli stimoli in grado di rendere l’atmosfera al meglio delle sue possibilità. Ancora una volta gli appassionati di J-Horror dovranno ricercare altrove un serio esponente degno di tal nome, ma se ciò che vi abbiamo descritto non vi spaventa prendete la decisione che riterrete opportuna. Il telefono sta squillando, converrà rispondere?