Recensione

Viking Squad

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Uno dei generi che più contraddistinguono il “videogioco” come medium, come entità, è quello dei picchiaduro a scorrimento. Insieme ai classici degli anni passati come gli innumerevoli titoli sulle Tartarughe Ninja (su cui di recente si sono cimentati i Platinum Games, con poco impegno), Golden Axe, Cadillac & Dinosaurs e chi più ne ha più ne metta, c’è un videogioco che, recentemente, ha riportato in auge questo genere che si pensava avesse già dato tutto.Mi riferisco all’immortale Castle Crashers, best-seller dei The Behemoth, vero e proprio titolo di culto nonostante sia solamente del 2008. Da allora in tanti hanno provato a ricreare quella formula incredibilmente perfetta, ma nessuno ci è riuscito, se non creando pallidi cloni con poca personalità.Stavolta ci prova Slick Entertainment, studio canadese che approda su Steam e PlayStation Network con Viking Squad, un picchiaduro a base di vichinghi, asce, freddo e tutta quella roba lì.

Viking CrashersViking Squad ci mette nei panni di quattro vichinghi, ognuno con il suo peculiare stile di gioco, aspetto fisico ed arma preferita. C’è chi predilige gli attacchi veloci, chi un lento ma possente martello, chi si occupa di tirare con l’arco dalle retrovie, e chi invece preferisce un approccio bilanciato la combattimento. Il pretesto narrativo, invece, è quello di fermare il machiavellico Loki ed i suoi piani, e riaprire i cancelli del Valhalla sigillati da questi. È palese come alcuni personaggi siano più votati al multiplayer (fino a tre giocatori, locale ed online), mentre altri sono perfetti per giocare da soli. L’arciere, infatti, giocato da solo rende le cose molto difficile, perché i suoi attacchi sono veloci e deboli mentre la mossa speciale con cui scocca una potente freccia, che si ricarica molto velocemente, è evidentemente pensata per essere spammata senza pietà dalle retrovie. Il vichingo dotato di scudo è, per esempio, l’unico che può parare al posto di schivare, ed è molto più indicato se si gioca da soli senza il supporto di compagni di squadra.Per il resto siamo di fronte ad un setup abbastanza semplice fatto di semplici combo, salti e mosse speciali da ricaricare. Inoltre, similmente a Castle Crashers, è possibile potenziare il proprio personaggio tra una scorribanda e l’altra. Collezionando le apposite monete, infatti, è possibile acquistare nuovi oggetti di equipaggiamento per rendere l’eroe più potente, oltre ad aumentare le classiche statistiche di energia, danni inflitti, e potenza della mossa speciale.

Picchiaduro su binariLa vera novità sta nella concezione dei vari livelli di Viking Squad. Intanto gli stage sono procedurali, e ad ogni morte si ricomincia dall’inizio dello stesso, che sarà ovviamente diverso ogni volta. In tutto ciò ci sono anche dei collezionabili da raccogliere, oltre a degli oggetti che, se portati con sé con attenzione, possono sbloccare nuove aree o dare accesso a delle armi particolari, magari. Gli elementi roguelike, quindi, si sposano bene con la struttura del gioco che, ad ogni game over, spinge a ricominciare subito la partita. Il tutto senza poter memorizzare né la posizione dei nemici, né quella dei pericoli ambientali.Oltre a questo, il movimento dei personaggi e degli antagonisti è impostato per seguire dei binari all’interno della mappa. Questo singolare espediente permette di infilare un inaspettato elemento strategico nel gioco, visto che buona parte delle mosse dei nemici e dei quattro vichinghi sono pensate proprio per questa visione orizzontale. Ci sono, ad esempio, attacchi dei boss che colpiscono tutta la linea in cui risiedono, oppure un quadrato intorno ad essi, ed è opportuno schivare andando a spostarsi su un altro binario per evitare di essere falciati. Questo metodo funziona, oggettivamente, ed offre una lettura diversa al genere dei beat-em-up, una freschezza che mancava.Anche esteticamente il gioco ha una sua preziosa dignità. I disegni di Jesse “the Drawbarian” Turner sono ispirati, il character design è ovviamente molto cartoon ma “sporco” quanto basta per essere perfettamente accostabile alla mitologia norrena che permea il gioco.

– I binari sono un’idea di game design interessante

– Semplice, divertente, appagante

– Una volta tanto, le dinamiche roguelike non sono di ostacolo

– Sa inevitabilmente di già visto

– Il multiplayer a soli 3 giocatori

7.0

Per quanto Viking Squad non reinventi certo niente nel genere, è un buon picchiaduro a scorrimento. Non c’è la volontà di innovare o aggiungere tecnicismi di sorta, quanto quella di fornire un prodotto genuinamente divertente, ispirato nell’introdurre la meccanica dei binari, e funzionale nel creare un’esperienza multigiocatore appagante fin da subito, che sia sul divano o online. Promuoviamo la fatica di Slick Entertainment, ma non aspettatevi niente di più che un buon titolo.

Voto Recensione di Viking Squad - Recensione


7