Recensione

Still Life

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a cura di Stefy

Nel panorama dei titoli che attualmente rappresentano il genere Still Life riesce a guadagnarsi uno spazio tutto suo. Il punto di forza del nuovo titolo dei ragazzi della MC2 Interactive è senza dubbio il ricorso a due ambientazioni e stili di gioco diversi al servizio di un’unica storia.Se avete sempre sognato un’avventura ispirata al genere thriller horror rivolto ad un pubblico maturo, Still Life potrebbe soddisfarvi: i delitti sono raffigurati in tutta la loro crudezza, le atmosfere sono angoscianti, i dialoghi sono realistici e non risparmiano su parolacce…

Chicago e Praga: scene del crimineLa trama è in pratica il risultato di due indagini ambientate in luoghi ed epoche diverse ma che si intrecciano per arrivare ad essere l’una la chiave dell’altra. Ci troveremo in una Chicago odierna ed una Praga degli anni 20 entrambe accomunate da efferati crimini ad opera di un serial killer di prostitute. Verremo chiamati ad impersonare un agente dell’ FBI, Victoria, ed un investigatore privato Gustav, legati a loro volta da un vincolo familiare, passando dall’una all’altro attraverso un raffinato intreccio di flashback. La storia parte, dopo un suggestivo filmato, con Victoria che visita la scena del crimine della quinta vittima dell’assassino e dopo tutti i prelievi e le indagini del caso si ritrova solo con prove circostanziali che non portano a nulla; decide così di recarsi a casa del padre per rilassarsi un pò, qui trova dei diari del nonno ed iniziando a leggerli ci ritroviamo catapultati alla fine degli anni venti nell’indagine intrapresa da quest’ultimo che ha forti richiami con gli avvenimenti odierni. L’uso alternato di due personaggi arricchisce sicuramente l’esperienza di gioco e saltare dalla Praga anni 20, alla moderna Chicago fa senz’altro il suo effetto, contribuendo a garantire un ritmo di gioco sempre concitato.

Anatomia di un’avventuraIl punto di forza del titolo è senza dubbio il ricorso a due ambientazioni e stili di gioco diversi al servizio un’unica storia. La meccanica di gioco è essenzialmente quella di Syberia, confermandone il livello qualitativo, con tutti gli elementi tipici della produzione Microids, come telecamera fissa e tipica prospettiva in terza persona, ma sicuramente con uno stile grafico più aggressivo caratterizzato da atmosfere cupe e malinconiche e scenografie fatiscenti di gran presa. I filmati sono carichi di suspance, a volte appaiono volutamente un po’ sfuocate con effetti di luce e ombra tali da rendere più emozionanti le scene. Bellissime le ricostruzioni dei delitti illustrate sotto forma di fotogrammi e disegni, le tecniche narrative adottate sono di sicuro impatto e sanno tenere viva l’attenzione del giocatore. Come in Syberia, molti dei fondali bidimensionali sono impreziositi da piccoli dettagli quali superfici riflettenti perfettamente funzionanti, od ombre poligonali in tempo reale proiettate dai modelli 3D in movimento, pur non saltando immediatamente all’occhio, contribuiscono ad animarli e renderli più brillanti. Particolarmente apprezzabile è il cambio di colori ed atmosfere al passaggio da un’epoca all’altra: lo stile tetro che caratterizza le scene ambientate a Chicago contrasta nettamente con quello sbiadito ed estatici di Praga. Il modello tridimensionale della protagonista è realizzato veramente bene ed è anche ben animata, mentre tutti gli altri, compreso Gustav, sono piuttosto deludenti, oltre ad una totale mancanza di espressività ed ad una texture al limite del discreto, sono evidenti una marea di movimenti legnosi e di proporzioni poco piacevoli. Il sistema di controllo risente leggermente delle sue origini, difatti le avventure punta e clicca sono originariamente per pc, ma dopo un pò permette di muoverci con una certa disinvoltura tra il menù e le varie icone. L’inventario consente non solo di esaminare gli oggetti ma anche d’ingrandirli, ruotarli in 3D e combinarli tra loro, cosa che sarà ovviamente un fattore fondamentale per risolvere alcuni puzzle. In aggiunta ai documenti raccolti sul caso, nel corso delle indagini avremo a disposizione un diario coi pensieri e le scoperte dei due protagonisti. Nel caso qualcosa ci fosse sfuggito. I passaggi dal mondo di Victoria a quello di Gus si rispecchiano anche nel cambiamento estetico dell’interfaccia, nella quale varia lo stile della mappa e della schermata d’inventario: asettico e tecnologico per lei, un po’ più antiquato e scolorito per lui. Il cursore assume diverse forme secondo l’azione da compiere, come la classica lente per osservare, il fumetto per parlare, una mano per raccogliere. Il sistema di dialogo è stato migliorato, gli argomenti sono suddivisi in due filoni, con il grilletto destro si selezionano opzioni di dialogo più sul personale, col sinistro quelle del tutto professionali e attinenti alle indagini da notare il cambiamento del registro linguistico, le conversazioni non risultano mai noiose, incoerenti o prive di una velata vena di umorismo, tale sistema permette di abbandonare un dialogo appena esaurite tutte le opzioni essenziali ai fini del continuo dell’avventura. L’accompagnamento musicale spazia da brani lirici a pezzi ritmici e angoscianti, che enfatizzano i passaggi più drammatici dei filmati. A sostituirle in tutti gli altri frangenti vengono i rumori d’ambiente, come fruscii, cigolii.Gli enigmi sono vari, discretamente stimolanti e ben integrati nel contesto: offrono le sfide più disparate dove metteremo alla prova la nostra logica e la nostra pazienza usando l’oggetto giusto nel posto giusto, decifrando simboli e codici numerici, manovrando meccanismi più o meno complessi. Originale e coinvolgente è l’uso di foto scattate sulle scene dei delitti di Praga da sovrapporre per la ricerca d’indizi. Qualche rompicapo invece finisce per danneggiare il ritmo di gioco, che soffre così di alti e bassi: fortunatamente solo due o tre sono particolarmente ostici e spezzano il flusso narrativo in maniera irritante, come quello di forzare una serratura, oppure capita di dover andare a tentativi con infinite possibili combinazioni fino ad arrivare a ricostruire l’esatta sequenza e le dosi degli ingredienti di una ricetta scritta in modo originale. La durata del gioco dipenderà anche dalla vostra abilità nel superare i puzzle più ostici, poiché al di là di questi scorre piacevolmente in fretta, essendo molto lineare la trama non ci troveremo a perdere di vista l’obiettivo e così non vagheremo per ore tra un punto e l’altro della mappa senza sapere cosa fare. Da segnalare i caricamenti che interrompono lo svolgere dell’azione a ogni passaggio di schermata, e lo spostamento di Victoria in un punto predefinito dello scenario per dialogare.

-Trama intrigante e ben articolata

-Ambientazioni curate nei minimi dettagli

-Livello di difficoltà altalenante

-Caratterizzazione dei personaggi deludente

7.5

Still Life è un’avventura affascinante, semplice nella struttura ma impegnativa negli enigmi, con due ottime atmosfere e un’unica trama appassionante, ed un’ottima realizzazione del dualismo presente-passato, che sono veramente differenti non solo come tempi e luoghi ma anche come stile e metodi d’investigazione. Un eccitante miscuglio d’inquietudine, atmosfere, ritmi e stili di gioco differenti che, malgrado qualche difettuccio di forma, non mancherà di conquistare ogni appassionato di avventure grafiche, soprattutto quelli con un debole per il brivido e il mistero.

Voto Recensione di Still Life - Recensione


7.5