Recensione

Splinter Cell: Pandora Tomorrow

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a cura di Upe

Diciamo la verità, non nascondiamoci. Qualche tempo fa abbiamo invidiato i possessori dell’X-Box quando Splinter Cell esplose in tutto il suo splendore; noi poveri “pleistescionari” ci dovemmo sobbarcare sberleffi, prese in giro e la faccia dell’odioso amico di turno, gongolante e irriverente. Sì, proprio quel nostro “amichetto”, proprietario dello scatolone di casa Microsoft, in grado di farci seriamente dubitare: che avesse avuto ragione?Mai e poi mai!! Il teorema dice: ”non sottovalutare la potenza di Playstation 2”. Dicevamo dell’esplosione di questo gioco, una malefica scheggia indirizzata al cuore di una sacra icona del mitico monolite nero: Solid Snake. Quest’ultimo, ad ogni modo, non sembrò accusare il colpo, limitandosi a tenere sott’occhio la situazione. Un occhio, a dire il vero, guardingo e preoccupato, ma ancora fiero e spavaldo, forte di una leadership consolidata nel tempo. Però, guardando sull’altra sponda, un brivido deve aver attraversato la schiena dell’anziano agente speciale: la grafica da capogiro, con incredibili effetti volumetrici ed una fantastica illuminazione dinamica, implementata sulla macchina di zio Bill, sembrava addirittura destinata a sconvolgere gli equilibri di mercato, il tutto sorretto da un solido frame rate (garantito dall’engine poligonale di Unreal) con l’aggiunta di una storia intrigante ed una struttura di gioco vincente. Ma proprio quando tutto sembrava perduto, ecco il colpaccio: la Playstation tornava a ruggire, pronta a dimostrare ancora una volta di non essere seconda a nessuno: Sam Fisher era pronto per “intrufolarsi” in un altro terreno. “Qualcuno” cominciò a preoccuparsi sul serio!.

Ripassiamo la storiaChi è in realtà Sam Fisher? E’ un agente operativo della NSA (National Security Agency) o meglio del corpo segreto chiamato Third Echelon, che si occupa esclusivamente di operazioni top secret. Trentotto anni, addestrato nel corpo dei Navy Seals, è in grado di eludere ogni tipo di sistema di sicurezza, distruggere informazioni pericolose e, soprattutto, neutralizzare il nemico. I suoi primi compiti risalgono al 1979 in Cambogia, durante una delicata missione volta al ritrovamento di importanti documenti. La sua scaltrezza lo porta, in seguito, ad essere assunto presso la CIA. Si sposa con Regan, dalla quale avrà una figlia: Sarah. Ma il matrimonio non dura tanto: poco dopo la nascita della bambina, viene nuovamente chiamato in causa per azioni nella Guerra del Golfo (la prima). Al suo ritorno una triste sorpresa, la moglie è morta per una grave malattia. Trovatosi con una figlia da accudire, Sam torna al lavoro di routine lasciando gli incarichi operativi. Il rapporto con Sarah è difficile, se pur nell’assoluto rispetto del rapporto tra padre e figlia: non appena la ragazza si iscrive al college, Sam accetta di nuovo le proposte per lavori “particolari”.

Ancora in azioneA distanza di un anno dalle avventure vissute in terra Russa, torna l’agente speciale Sam Fisher ancora una volta protagonista nella lotta al terrorismo. Stavolta si cambia decisamente clima, passando dalle fredde lande siberiane per arrivare a “cuocersi” in Indonesia. La presenza delle forze Usa a Timor Est non è di certo ben vista dai guerriglieri locali che, sotto il loro leader Suhadi Sadono, hanno attaccato e occupato l’ambasciata Americana a Jakarta, prendendo decine di persone in ostaggio. Indovinate a chi spetterà il compito di riportare le cose a posto? Domanda cretina…

Nuova linfa su basi collaudateIl maggior punto di forza di Spliter Cell, rispetto al suo diretto antagonista, risiede (e risiedeva) sul piano del gameplay. Un approccio molto meno teatrale rispetto a Metal Gear, molto più verosimile e con una trama quanto mai attuale. Le situazioni in cui ci troveremo dipenderanno solo ed esclusivamente da noi: lo stile di gioco, infatti, lascia un’assoluta libertà di affrontare le missioni in modi totalmente differenti. Si può decidere di neutralizzare il nemico “de visu”, lasciando da parte l’azione furtiva e silenziosa, rischiando però di mettere fine alla nostra segretezza nonché (spesso) compromettere il buon esito dell’incarico assegnateci. Oppure, come ombre nella notte, tentare la sorpresa per prenderlo come ostaggio, per interrogarlo o utilizzarlo come scudo umano. Ma se poi ci dovesse scappare la mano? I cadaveri lasciati sul terreno potrebbero richiamare l’attenzione. Sarà meglio nasconderli da qualche parte, dove non possano essere visti. Sulla stessa linea d’onda si pone l’approccio agli obiettivi, dove la ricerca di passaggi alternativi rende polivalente ogni singola missione. Il completamento dei diversi scopi, attraverso differenti tragitti all’interno dei livelli, offre inedite sfide da affrontare e nuove soddisfacenti esperienze di gioco. Durante le fasi di esplorazione ed interazione con l’ambiente circostante, la telecamera è prevalentemente posizionata alle spalle del protagonista (modalità in terza persona). Ciò favorisce una perfetta visuale degli spazi circostanti ed in questo modo è sempre possibile accorgersi del pericolo imminente, come un avversario in avvicinamento che proietta l’ombra sulla parete. Ciononostante si ha, comunque, la possibilità di ruotare a piacimento la ripresa; questa opzione risulta estremamente utile per individuare vie di fuga o per osservare una determinata zona da raggiungere. In linea con le ultime produzioni cinematografiche, grazie all’uso di sistemi di programmazione avanzati, il prodotto risulta molto più simile ad un film d’azione che a un videogioco. L’alternarsi di luci e ombre non solo assume un ruolo importante ai fini stessi della giocabilità, ma contribuisce a rendere l’esperienza molto simile a quella che si prova guardando una pellicola. Infatti, per la prima volta in un gioco Playstation 2, viene utilizzata la tecnologia denominata moving dynamic lighting: i fasci di luce gestiti in questo modo, proiettati dalle lampade dei mercenari della ARGUS, sono decisamente realistici, molto più dei già ottimi risultati ottenuti nel capitolo precedente. La caccia ai terroristi può quindi cominciare! Ora è tempo di fare sul serio, attraverso le intricate giungle indonesiane o appesi all’esterno di un treno in corsa. L’intera gamma dei movimenti di Sam verrà sfruttata, vuoi per nascondersi o sfuggire al nemico, vuoi per divenire una vera e propria macchina da combattimento. Ad esempio, l’agile mossa di rimanere sospeso tra due pareti parallele, in passato sfruttata al minimo, viene rivalutata alla grande e utilizzata decisamente meglio, permettendogli di arrampicarsi in spazi ancora più stretti. Poi, se non bastasse, si può anche contare su di una nuova animazione denominata Swat Turn. Si tratta di una manovra che consente di passare attraverso porte ed aperture, offrendo una minima visibilità, con una velocissima giravolta.Tutte le possibilità a nostra disposizione, così come l’uso delle armi, dovranno essere dosate al meglio e, comunque, ingannare le sentinelle nemiche non sarà compito facile. L’intelligenza artificiale è molto raffinata, ogni nostro movimento o rumore sarà un campanello di allarme per le sentinelle; in nostro aiuto viene tutta una raffinata tecnologia, con dispositivi dell’ultima generazione: visore notturno, binocolo termico/notturno, sistemi di offesa e congegni di sorveglianza, tutto il meglio che il mercato possa offrire. Insomma, un gran titolo. Curato in ogni particolare, giustamente difficile e, credo, adeguatamente longevo. Chiudiamo segnalando il pieno supporto del Dolby Pro Logic II, con caricamento in tempo reale di musiche ed effetti speciali dal DVD. Naturalmente è tutto in italiano, sottotitoli e parlato. Anche in questo senso la Ubisoft ha eguagliato (se non migliorato) la precedente uscita. La voce di Sam Fisher è ancora quella di Luca Ward (doppiatore ed attore, noto anche per la soap opera “Cento Vetrine”), mentre quella del malvagio Suhadi Sadono è affidata a Morgan, cantante e leader dei Bluvertigo.

Cacciatori e predeComunque, al di là delle considerazioni sinora espresse, quello che distingue maggiormente Pandora Tomorrow dal suo capostipite risiede nel supporto multiplayer on line. Si tratta, praticamente, di un “gioco” completamente differente da quello in single player, dove due opposte fazioni di giocatori (fino ad un massimo di quattro) si affrontano in quella che sembra essere una gustosa sfida. I team sono divisi tra mercenari ed emuli del nostro eroe. Le due fazioni si distingueranno sia per le dotazioni, offensive e difensive, che per la visuale di gioco. I “cacciatori”, diciamo così, sfruttano la ripresa in prima persona, mentre coloro che fungono da “prede” si avvantaggiano della classica da dietro le spalle. La scelta di diversificare le inquadrature non è solamente un fattore estetico, ma rappresenta un indirizzo ben preciso voluto dal team di sviluppo che, in questo modo, ha voluto rendere l’esperienza multiplayer decisamente avvincente. Chi insegue ha il campo visivo più limitato e dovrà, in tal senso, acuire i sensi e tentare di capire dove possa essersi nascosto “l’obiettivo”. Però a volte solo i sensi non bastano, ecco allora che l’equipaggiamento tecnologico viene in aiuto: sensori di movimento e visore a scansione termica. Di contro, chi si cala nella parte del fuggiasco non è da meno: granate fumogene per distrarre l’avversario e telecamere remote per spiare ogni movimento. Insomma, una specie di nascondino, come il gatto con il topo, che regala un modello di gioco come non si era mai visto.

-E’ di nuovo Sam

-Sonoro da grande spettacolo

-Gameplay rinnovato

-Modalità on-line intrigante

-Non molto differente dal predecessore

-Sporadici rallentamenti

8.5

Sebbene, almeno per il gioco in singolo, non si discosti dal primo episodio, del quale rappresenta un’ideale continuazione, Pandora Tomorrow riesce a migliorare quanto di già buono era stato proposto. Molta enfasi è stata posta nell’azione furtiva, con decisi ritocchi all’intelligenza artificiale degli avversari, tali da spingere il giocatore alla ricerca della migliore soluzione per raggiungere l’obiettivo. Questo è stato possibile grazie soprattutto alla rinnovata libertà di movimento, intesa nella molteplice scelta del percorso da praticare. Tale approccio rende ogni passaggio diverso dall’altro, dove la strada peggiore da imboccare può rivelarsi (in fin dei conti) la più remunerativa in termini di appagamento personale. Insomma, un sequel che non tenta di “rinnovarsi” ma che prende quello che già c’era e lo migliora sotto ogni aspetto.

Voto Recensione di Splinter Cell: Pandora Tomorrow - Recensione


8.5