Anteprima

Splatterhouse

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a cura di Zephiro

Tutti coloro che da sempre sostengono che i videogames sono violenti potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo in quanto, idealmente, la produzione che andremo a presentarvi oggi fa ampio uso di tutti gli stereotipi che spesso vi sarà capitato di ascoltare in tv o leggere sui giornali. Eppure, prima di addentrarci nel descrivere ciò che non soltanto è un prodotto videoludico come tanti, ma una vera e propria pietra miliare dei videogiochi, qualsiasi forma di svago dovrebbe essere interpretata per ciò che rappresenta in se stessa e non tanto per gli effetti deleteri che spesso i soliti benpensanti voglio attribuire ad essa in maniera spesso fuorviante e acritica.

Il ritorno dello splatter-game per eccellenza Sono passati poco più di venti anni da quando il cabinato di Splatterhouse fece la sua comparsa in sala giochi mandando letteralmente in visibilio orde di ragazzini attratti dal look sanguinoso che molto andava in voga a quei tempi. E’ infatti il periodo d’oro di pellicole come Venerdi 13, Non aprite quella porta, Nightmare ed altre che porteranno l’horror e lo splatter nelle case di tutto il mondo. Il successo travolgente al cinema coinvolge inevitabilmente anche i videogiochi al punto da portare la Namco nel 1988 alla pubblicazione del primo ed indimenticabile Splatterhouse. La trama, piuttosto banale, narra di Rick Taylor e della sua fidanzata Jennifer Wills, entrambi studenti di parapsicologia, decisi a mettersi sulle tracce del Dott. West, un insigne luminare scomparso in circostanze misteriose. In seguito ad un temporale improvviso, i due saranno costretti a cercare riparo proprio nei pressi di una casa lugubre e fatiscente. Ben presto si troveranno avvolti dall’oscurità totale e col precipitare degli eventi Jennifer sarà rapita da una presenza oscura e Rick tramortito assisterà alla sua scomparsa. Al suo risveglio il protagonista si ritroverà con una strana maschera attaccata al viso e non tarderà a capire di essere finito in un incubo più grande di lui. La maschera maledetta, infatti, costringerà Rick ad assumere comportamenti violenti proprio per saziarne la sete di sangue. Da qui il via ad un avventura intrisa di gore alla ricerca di risposte e, ovviamente, di Jennifer. Lungo il suo cammino il protagonista incontrerà creature dal design affascinante che potrà abbattere con armi di ogni tipo, in un tripudio di sangue e gore all’ennesima potenza. Tralasciando la storia, più che altro un semplice pretesto per dare il via alla mattanza, quello che colpì maggiormente il pubblico fu l’incredibile (per l’epoca) dose di violenza proposte dal gioco.Tutto questo accadeva nel lontanissimo 1988. Come anticipato in precedenza, dopo venti anni e circa tre generazioni di console, ecco ripresentarsi al grande pubblico una versione riveduta e corretta dell’originale primo capitolo di Splatterhouse. Il gioco sarà ancora in grado di ritagliarsi un suo spazio nell’affolato panorama ludico odierno?

Novità e piacevoli ritorniNonostante le ovvie limitazioni tecniche di allora, il punto forte dei primi capitoli della saga era il design di mostri ed ambientazioni, oltre al fascino creato dalla già citata elevata dose di efferatezza presente in alcune scene. Non mancavano nel viaggio di Rick nella casa maledetta, infatti, mutilazioni, decapitazioni, squartamenti inflitti alle varie creature, nonché un arsenale vario in grado di tenere vivo l’interesse e il divertimento del giocatore per molto tempo. Per questa edizione la struttura di gioco dell’originale (un picchiaduro a scorrimento) sarà ampiamente rivista, proponendo una maggiore varietà di ambientazioni e maggiori possibilità in termini di gameplay. Il protagonista si muoverà in scenari più ampi e complessi rispetto ai semplici corridoi e stanzoni dei capitoli passati, sfruttando la terza dimensione per saltare, arrampicarsi e correre in alcune sezioni spiccatamente action. Nonostante sia stata anticipata una minima componente esplorativa per quel che riguarda le ambientazioni più estese e la ricerca di oggetti utili alla missione, non sarebbe uno Splatterhouse degno di questo nome però, senza la consueta serie di uccisioni, dissanguamenti, smembramenti vari. Per fortuna la dose di gore prevista per questo capitolo next-gen non sembra essere inferiore a quanto visto in passato ed anzi, già dalle prime immagini rilasciate appare chiaro che il titolo Namco Bandai probabilmente non sarà adatto ai giocatori dagli stomaci più deboli. Rispetto all’edizioni passate Rick assumerà fattezze abnormi, quasi a ricordare l’incredibile Hulk, oltre ad ottenere una forza sovrumana. In aggiunta di ciò e con particolare attenzione per l’effetto realismo, le ferite del protagonista (anche molto gravi) saranno visibili in tempo reale, ed in alcuni casi sarà possibile perdere un arto ed utilizzarlo come arma a proprio vantaggio per contrastare le orde di innumerevoli creature che avrete dinnanzi. I poteri della maschera, infatti, doneranno un’eccezionale capacità curativa al corpo di Rick, che potrà sanare le ferite ricevute e addirittura rigenerare gli arti seppur dopo un minimo tempo di recupero. Altra importante novità per questo capitolo saranno i rischi connessi all’ambiente di gioco: ad esempio, tetti che crollano o trappole disseminate nei livelli potranno portare a morte improvvisa, garantendo quel pizzico d’imprevedibilità che non guasta mai.E’ stato assicurato, inoltre, il ritorno di alcune figure caratteristiche della saga, come ad esempio il famigerato boss di fine livello Biggie Man (noto per il sacco in testa) ed altri particolarmente apprezzati dai giocatori. A tal proposito, però, gli sviluppatori mantengono ancora il dovuto riserbo. In questo capitolo next-gen avrete modo di vedere finalmente il protagonista Rick in volto e sarà dato più spazio anche a Jennifer curando oltremodo la trama narrata. Purtroppo in seguito ad alcune vicissitudini interne, il team di sviluppo è cambiato facendo slittare la release del titolo ad un non meglio precisat fine 2009. Tutto ciò da un certo punto di vista è un peccato, ma a conti fatti potrebbe tornare utile per ottimizzare meglio il comparto tecnico ed introdurre qualche modalità di gioco ulteriore, magari copperativa.

Da quanto visto, il titolo possiede un indubbio carisma, anche se, come sempre, superare l’originale non sarà certo cosa facile. Di sangue e violenza ormai se ne vedono in abbondanza, e questi elementi, che all’epoca sancirono il successo del videogioco originale,oggi potrebbero non essere sufficienti. Nonostante queste considerazioni restiamo fiduciosi, considerando che c’è ancora tempo per migliorare la produzione. Ovviamente il nostro augurio è che Namco Bandai sia capace di rispolverare un classico del passato e rivisitarlo in maniera tale da adeguarlo ai tempi, sfruttando a dovere le potenzialità delle console next-gen e prestando estremo riguardo ai mutati gusti dei giocatori. L’appuntamento con l’orrore, ad ogni modo, è previsto per la fine del 2009. Nel frattempo restate sintonizzati su queste pagine per tutte le prossime novità.