Recensione

Pro Basketball Manager 2016

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a cura di Francesco Ursino

Durante la nostra anteprima di qualche giorno fa, abbiamo iniziato a parlare degli aspetti più interessanti di Pro Basketball Manager 2016. Ora che il titolo è giunto sul mercato nella sua versione definitiva, è tempo di andare a vedere se il prodotto Cyanide e Umix Studios può essere considerato a buon titolo il Football Manager della palla a spicchi.

Tutti in campoPro Basketball Manager 2016 permette dunque di prendere il controllo di un team incluso in uno dei circa settanta campionati disponibili. La varietà della scelta è veramente elevata, e cambia in maniera importante quelli che poi sono gli obiettivi di gioco: se con uno squadrone NBA ci si dovrà impegnare per raggiungere i playoff, con le squadre dilettantistiche bisognerà convincere i giocatori a unirsi alla nostra compagine a titolo gratuito. Non mancano, poi, i maggiori campionati europei, così come anche alcune competizioni femminili. Insomma, il database iniziale è veramente molto ampio, e include anche valori appropriati alle performance reali dei giocatori. Così come constatato nell’anteprima, è un vero peccato che non siano presenti i nomi autentici di squadre e atleti, ma è anche vero che gli appassionati, a pochi giorni dall’uscita, hanno già prodotto le prime patch amatoriali che vanno a inserire loghi, faccine e nomi reali.La modalità carriera è strutturata in maniera classica, e permette di avere il controllo completo su numerose aree manageriali. Si va dalla gestione delle tattiche allo scouting, passando per il mercato e gli allenamenti. Questa ultima sezione è organizzata in maniera simile a quanto visto nelle ultime edizioni di Football Manager, ovvero con una divisione in allenamenti di squadra e individuali; il mercato, invece, segue dinamiche differenti a seconda della lega a cui si sta prendendo parte. Nell’NBA, infatti, si dovranno seguire le varie regole relative a free agent, opzioni, salary cap e quant’altro, mentre nel campionato italiano si potrà scegliere se inoltrare offerte definitive o anche per il prestito di un giocatore. A questo proposito, dobbiamo dire come la IA ci sia sembrata un po’ troppo propensa ad accettare le nostre offerte: al comando dei Sacramento Kings, ad esempio, le nostre trade proposte ai Nuggets per Gallinari e ai Raptors per Scola sono andate subito in porto, senza bisogno di negoziazioni prolungate o controproposte. La direzione finanziaria, invece, gode della possibilità di poter incidere sui prezzi dei biglietti e del merchandising, mentre la gestione dello staff è tutto sommato schematica, e consente di assumere solo un determinato numero di collaboratori.
Basket ragionatoSintetizzando in maniera un po’ brutale, è possibile dire che la parte gestionale di Pro Basketball Manager 2016 fa quello che deve fare: le aree di azione sono molte, e certamente consentono di organizzare la propria squadra in maniera sufficiente. La sensazione, a volte, è che l’esperienza di gioco sia ancora un po’ grezza, e che manchi di alcuni automatismi che la possano rendere ancora più completa.Che dire, però, della parte più dinamica dell’esperienza offerta dal titolo, ovvero la riproduzione delle gare? Il discorso, qui, è un po’ più complicato.
Di base, il gioco offre la possibilità di seguire in maniera completa le gare, giocata per giocata, attraverso una visuale 2D o 3D. La scelta ricalca in modo pressoché totale quanto si vede in Football Manager, e consente quindi di godere della gara con una visuale dall’alto che include i classici “pallini”, oppure con una visuale che cerca di riprendere maggiormente le fattezze dei giocatori. Così come sottolineato nell’anteprima, le due soluzioni hanno i loro pro e contro, anche se la scelta in questione spesso dipende da preferenze personali. Il fattore che più ci ha impressionato durante questi frangenti di gioco, in ogni caso, è sicuramente la gestione degli schemi. Prima di ogni possesso offensivo, infatti, è possibile scegliere numerosi parametri che, nella maggioranza dei casi, vengono riproposti sul campo dai nostri giocatori. Si può scegliere, scendendo un po’ nello specifico, la disposizione iniziale dalla quale partire (per esempio una classica formazione con un pivot centrale e due ali e guardie a supporto), quale giocatore dovrà concludere il possesso, con quale tipo di giocata, e attraverso quale schema. Oltre a questo, è possibile avere un’anteprima della giocata che si vuole eseguire, con tanto di mini campo da gioco su cui i pallini corrispondenti ai nostri giocatori mostreranno quale sia lo schema che vogliamo eseguire. In effetti, la visuale 2D consente di avere una migliore visuale sulle dinamiche di gioco, specialmente per quanto riguarda i movimenti offensivi dei giocatori. Dal punto di vista difensivo, invece, la gestione tattica consente di scegliere tra vari schemi, nonché di approntare marcature a uomo specifiche, con tanto di livelli di pressing personalizzati per ogni giocatore. Durante la partita, in ogni caso, bisognerà sempre tenere sott’occhio la tenuta fisica dei nostri giocatori, nonché il loro numero di falli, e perciò spesso sarà necessario fare affidamento alle sostituzioni. Tutte queste caratteristiche sono sicuramente positive, anche perché difatti il loro impatto sulla partita è spesso immediato e coerente. Difatti, però, la possibilità di seguire passo per passo le giocate durante l’intera partita diventa quasi una necessità, considerato che simulando i match spesse volte si andrà incontro a sconfitte. La già citata impossibilità di automatizzare alcune funzioni, poi, obbliga ad intervenire molto spesso (le numerose sostituzioni, tanto per dirne una, dovranno essere sempre eseguite dal giocatore, e tutto ciò è abbastanza fastidioso). Tutto ciò porta a match abbastanza lunghi da seguire, anche sfruttando la possibilità di raddoppiare o quadruplicare la velocità delle giocate. Si tratta di una dinamica che probabilmente non dispiacerà poi più di tanto agli sfegatati di basket, ma che ai meno pazienti potrebbe far sì che il gioco venga presto a noia, considerato che ogni partita potrebbe portare via anche diversi minuti.

Il caschetto biondo va sempre di modaTecnicamente parlando, Pro Basketball Manager 2016 è un prodotto non proprio esaltante: la rappresentazione 3D delle partite è povera, sia per quanto riguarda la resa delle animazioni che delle sembianze dei giocatori. Poteva essere fatto un lavoro decisamente migliore, ad esempio, sulla resa visiva degli atleti, che difatti non sono distinguibili tra di loro né per quanto riguarda il colore della pelle, né per la stazza; un fattore, quest’ultimo, che se ben realizzato consentirebbe invece immediatamente di distinguere il proprio centro dal proprio playmaker, tanto per fare un esempio, anche senza inserire particolari come il colore dei capelli o della pelle. Considerato poi che durante la visione 3D delle partite il gioco non si prenderà la briga di informarci su quale giocatore abbia la palla, magari inserendone il nome proprio sopra l’”omino” corrispondente, spesso e volentieri si dovrà ricorrere alla visuale 2D anche solo per sapere chi sta facendo cosa.  Tutto ciò, inoltre, rende difficile capire se un giocatore sta eseguendo un blocco correttamente, se sta tentando la penetrazione nel pitturato, oppure se è semplicemente in post. Il discorso vale sia per gli atleti maschi (che sembrano tutti un po’ calvi), sia per le cestiste, che a quanto pare optano in massa per un caschetto biondo. Insomma, da questo punto di vista, il gioco ha ancora parecchia strada davanti a sé.Per quanto riguarda il comparto audio, il gioco propone dei rumori ambientali non particolarmente gradevoli, oltre che alcune musiche di sottofondo, facilmente stoppabili dall’apposito menu di gioco. Segnaliamo, infine, che al momento è disponibile la localizzazione testuale in diverse lingue, ma non in italiano.

HARDWARE

OS: WINDOWS VISTA/WINDOWS 7/WINDOWS 8/WINDOWS 10 Processor: AMD/INTEL DUAL-CORE 2.5 GHZ Memory: 3072 MB RAM Graphics: 768 MB 100% DIRECTX 10 AND SHADERS 4.0 COMPATIBLE ATI RADEON HD 5670/NVIDIA GEFORCE GTX 260 OR HIGHER Sound Card: DIRECTX COMPATIBLE Additional Notes: INTERNET CONNECTION REQUIRED FOR THE GAME ACTIVATION *WINDOWS XP NOT SUPPORTED

– Database veramente ricco di leghe e nazioni

– Molti parametri tattici manovrabili durante gli incontri

– La mancanza di alcune funzioni automatizzabili rende l’esperienza di gioco un po’ pesante

– Tecnicamente ai minimi termini

6.5

Pro Basketball Manager 2016 è un prodotto sufficiente, ma che non autorizza particolari slanci di entusiasmo. La forza maggiore del titolo è il suo database, che consente di prendere parte a numerosi campionati: la mancanza totale di licenze, inoltre, sembra essere già parzialmente mitigata dal lavoro della community. Anche la parte gestionale regala alcuni buoni momenti, pur dimostrando una certa superficialità. Rimane ancora molto, invece, il lavoro da compiere sulla rappresentazione della partita, che pur offrendo davvero molte possibilità tattiche, risulta essere molto povera sul piano grafico, e priva della possibilità di automatizzare alcune funzioni. Tutto ciò porta a match molto lunghi e, per i meno pazienti, anche un po’ noiosi.

Voto Recensione di Pro Basketball Manager 2016 - Recensione


6.5