Anteprima

Little Nightmares

Avatar

a cura di Gottlieb

La nuova IP di Bandai Namco Entertainment è stata mostrata alla Gamescom 2016: si tratta di Little Nightmares, nuovo lavoro dello sviluppatore Tarsier Studios, che dopo otto anni di collaborazione con Sony e LittleBigPlanet su PlayStation Vita, ha deciso di tentare lo sbarco verso il publisher nipponico, con dei toni cupi e un racconto abbastanza inquietante, che ci è stato mostrato alla kermesse tedesca con tanto di hands-on. Un sogno che diventa realtà, dicono gli sviluppatori, come un’idea che è sempre stata rinchiusa nel cassetto.

Inquietudine giallaLittle Nightmares è la storia di Six, una piccola creatura di dimensioni decisamente contenute e con il volto coperto dal cappuccio del suo impermeabile giallo. L’aver voluto porre l’accento su questa cromatura apotropaica, come sottolineato dagli stessi sviluppatori presenti durante l”hands on, tutti rigorosamente vestiti di giallo, è figlio della necessità di creare un grande contrasto con quella che è l’atmosfera circostante, elaborata in una scala di grigi molto cupa. Tra ombre e corridoi stretti, altre creature grigie e imponenti strutture senza un colore definito, la nostra vicenda prende vita all’interno del Maw, un enorme e misterioso vascello abitato da anime corrotte alla ricerca del prossimo pasto: il suo oscillare rende effettivamente ancora più intenso l’atto del platforming, senza però intaccare eccessivamente il gameplay, almeno da quanto visto nei primi minuti di gioco. Nella nostra prova, infatti, oltre a qualche puzzle ambientale e un po’ di esplorazione non è stato possibile agire diversamente, ma il primo approccio con Little Nightmares ci ha convinto.

Punti di vista ristrettiPartiamo subito col dire che, essendo Six molto piccola di dimensioni, abbiamo la possibilità di vedere tutto da un’angolazione diversa dal normale, pertanto anche aprire una porta non sarà assolutamente facile e immediato, anzi ci richiederà di trovare un modo per saltare più in alto del normale. Allo stesso tempo tutto ciò che per noi umani può risultare inutile e di poco conto può essere trasformato, nelle sue condizioni, in qualcosa di fondamentale per proseguire il proprio cammino: è l’esempio di alcuni pezzi di carne, che ci troveremo a dover tritare per creare una sorta di liana con la quale dondolarci verso la prossima feritoia. In questa piccola sessione di “run & escape”, quindi, intenti a sfuggire a quello che rischia di essere il nostro carnefice (uno chef geloso della propria cucina), abbiamo apprezzato proprio il modo di raccontare di Tarsier Studios, che ha riscritto l’utilità delle cose grazie a una prospettiva diversa.

C’è da dire che l’avanzamento, di per sé orizzontale e bidimensionale, offre comunque una profondità d’esplorazione ambientale, che ci permette anche di notare un accenno di sviluppo su diversi livelli, che dovranno essere attraversati con un approccio quantomeno stealth, per evitare di poter finire nelle grinfie avversarie. Venendo da un’esperienza legata inevitabilmente a LBP, Little Nightmares cerca anche di esaltare la fisica nello spostamento degli oggetti, con ancora qualche difficoltà dal punto di vista dello spostamento degli stessi dovuto a delle hit box non perfette.

– Ambientazione cupa e inquietante

– La storia sviluppa bene il mistero

– Enigmi ben strutturati

Siamo chiaramente allo stato brado, sia per quanto riguarda lo sviluppo sia per quanto riguarda quello che abbiamo potuto provare, visto che Little Nightmares arriverà soltanto nella primavera del 2017. Eppure l’idea, con l’ambientazione decisamente affascinante, ci ha stuzzicato e ci ha incuriosito, perché anche se non sarà un titolo dal grande budget o sul quale Bandai Namco punterà moltissimo, rappresenta in ogni caso una buona nuova IP che nel mare di proposte ritrite e delle poche novità della Gamescom fa sicuramente piacere vedere e provare.