Recensione

Joe Dever's Lone Wolf, recensione del gamebook su Switch

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Forse qualche ragazzo cresciuto negli anni ’80, epoca in cui i cosiddetti “gamebook” spopolavano in tutte le vesti, dai titoli originali a quelli su licenza (basti pensare alla polposa serie di gamebook basati sul franchise di Indiana Jones), si ricorderà dei gamebook di stampo fantasy scritti dal compianto Joe Dever, che prendevano il nome di Lone Wolf. Negli ultimi anni si è assistito, almeno in Italia, ad una rinascita dell’interesse verso questa saga, tale da portare ad una corposa ristampa che prevede l’uscita dei circa trenta volumi che compongono l’opera. Non solo: questo ha portato anche allo sviluppo di un videogioco, il Joe Dever’s Lone Wolf di cui vi andiamo a parlare oggi che, prima di approdare su Switch, è stato reso disponibile su dispositivi iOS, PC e PS4.
Le storie del lupo solitario
Lone Wolf, come è lecito aspettarsi, si inserisce nel contesto narrativo dell’omonima serie di libri. Gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire un codex, disponibile nel menù principale, che pensa a dare un’infarinatura generale a coloro i quali non si sono mai avvicinati prima a questo universo, ma anche a chi aveva semplicemente bisogno di rinfrescarsi la memoria. I gamebook hanno come caratteristica principale quella di presentare storie con bivi: in particolare, i gamebook di Lone Wolf presentavano scelte legate anche alle caratteristiche del personaggio, mimando, in un certo senso, una partita di Dungeons & Dragons. Questa struttura narrativa è stata perfettamente trasposta nel gioco: la storia, scritta dallo stesso Joe Dever, vanta numerosi bivi, dando quindi motivo di essere rigiocata una volta giunti ai titoli di coda. L’intreccio narrativo è ben scritto e congegnato, come ci si poteva aspettare da uno scrittore navigato: se amate il fantasy classico, non potrete non innamorarvi delle atmosfere cupe ed ombrose di Lone Wolf, grazie anche alla maestria con cui lo scrittore riesce ad evocare paesaggi, eventi e personaggi.
Dal punto di vista tecnico, il gioco mostra le sue umili origini: siamo chiaramente di fronte ad una produzione non all’altezza di quello che siamo abituati a vedere sulle console di oggi. Ciò nonostante, il titolo non presenta particolari problemi, ed il risultato risulta tutto sommato piacevole da vedere. Un ottimo lavoro è stato invece svolto sulla colonna sonora: fin dai primi minuti di gioco sarete accolti da una traccia che fa del violino il suo punto forte, e che imposta in modo chiaro l’atmosfera fantastica e medievaleggiante del mondo di gioco.
Un gamebook su console
Dal punto di vista del gameplay, Lone Wolf si divide chiaramente in due distinte fasi. La prima è la parte che potremmo definire “narrativa”: in essa, la storia viene narrata in forma scritta sulle pagine di un libro, proprio come in uno dei gamebook della serie. All’inizio del gioco dovremo fornire una backstory al nostro Lone Wolf: queste scelte saranno molto importanti per la prosecuzione della storia, perché scegliere certe abilità piuttosto che altre ci precluderà alcuni percorsi narrativi e ce ne aprirà altri. Nel corso della storia, saremo spesso chiamati a fare delle scelte, alcune delle quali potranno essere fatte in totale indipendenza, mentre altre dipenderanno dalle statistiche del nostro personaggio al punto che, come abbiamo detto, potremo trovarci di fronte a scelte impossibili da prendere in certe situazioni. Se questa parte farà la gioia di tutti gli appassionati dei libri, il cuore videoludico del gioco si trova nelle fasi di combattimento. I combattimenti hanno una struttura a turni: il nostro personaggio è dotato di una barra che si ricarica col tempo e che, una volta carica, gli permette di eseguire un’azione. Vedremo disposti sul nostro personaggio dei tasti che corrispondono a diverse tipologie di azione: attacco, difesa, abilità Kai, oggetti. Premendo uno di questi tasti, si apre un sottomenù che ci porta a scegliere, nello specifico, l’azione da intraprendere. Una volta fatta la scelta, ci saranno dei quick time event che, fortunatamente, non risultano fastidiosi, pur non aggiungendo niente alla struttura di gioco. Sebbene possa apparire semplice, possiamo assicurarvi che queste fasi di combattimento sono più profonde di quanto possa sembrare, grazie anche alla personalizzazione che possiamo dare al nostro Lone Wolf tramite i punti esperienza accumulati e tramite l’armamentario acquistabile dai diversi mercanti che incontreremo nel corso della storia.
Il più grande problema di Lone Wolf si trova proprio qui: queste due fasi di gioco, per quanto ben distinte, finiscono per diventare presto ripetitive, considerando anche la buona durata del gioco (intorno alle quindici ore). A dire il vero, ci sono alcuni minigiochi che spezzano il ritmo, ma la loro presenza è esigua, ed il continuo alternarsi di soli combattimenti e lettura potrebbe annoiare sul lungo andare. Per questo vi consigliamo di diluire la vostra esperienza con Lone Wolf nel corso del tempo.

– Ottima storia scritta da Joe Dever

– Combattimenti intuitivi ma profondi

– Struttura di gioco estremamente ripetitiva

– Mostra chiaramente le sue origini di gioco per smartphone

7.5

Joe Dever’s Lone Wolf è un titolo che, pur non riuscendo a mascherare le sue origini su dispositivi smartphone, riesce a regalare una bella esperienza narrativa sia per i fan della longeva serie di gamebook che per i neofiti incuriositi da questa epopea fantasy a tinte oscure. Peccato per una certa ripetitività di fondo che, vista anche la durata non proprio esigua del titolo, non permette a Lone Wolf di raggiungere vette più alte nel giudizio finale.

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7.5