Recensione

Hitman: Contracts

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a cura di Tyrandom

Non di sola aria si campa, di conseguenza per portare la pagnotta a casa si deve pur lavorare… Anche il mondo dei videogiochi non sfugge a questa regola, e così per la terza volta il sicario virtuale più famoso del mondo deve tornare all’opera e offrire i propri servigi a chi ha qualche grattacapo di troppo e soprattutto tanti bigliettoni.La saga di Hitman è piuttosto recente (il primo episodio esordì appena quattro anni fa) ma molto prolifica, visto che ci eravamo lasciati la precedente avventura alle spalle poco più di un anno fa.È lecito chiedersi se in un lasso di tempo così breve alla IO Interactive siano stati in grado di confezionare un prodotto soddisfacente: i più curiosi avranno già sbirciato il voto, quindi avrete già capito che il responso è positivo.

L’agente 47Per chi non avesse familiarità con i precedenti episodi si può dire (con un eufemismo) che siamo alle prese con un titolo alquanto controverso per le implicazioni etiche, cosa che da un lato ha comportato diversi commenti negativi da parte dei media, ma, come spesso capita in questi casi, anche un notevole successo commerciale e una nutrita schiera di appassionati del glabro assassino.Caratteristica saliente dei vari Hitman è sempre stata la trama intensa e ben sviluppata: il nostro agente 47 è infatti un personaggio carismatico, nonostante appaia inizialmente come un individuo spersonalizzato, sia nell’aspetto che per il fatto di essere un uomo geneticamente modificato.Probabilmente proprio da questa contrapposizione nasce il fascino per un “cattivo”, che poi malvagio non è, visto che è programmato per uccidere e non ha un passato.Della storia non posso raccontare molto, perché è il punto di forza di questo gioco, sappiate giusto che partirete da un manicomio rumeno in cui si è scatenato il finimondo e voi, ignari di tutto, dovete solo pensare a scappare: la vicenda di lì si dipanerà tramite i “contratti” che sottoscriverete con i vari clienti.

Buongiorno, chi posso uccidere per Lei ?Hitman Contracts riprende fedelmente la meccanica di gioco dei prequel, ponendosi a cavallo tra un action e uno stealth game, costituendo così un riuscito e inedito mix in grado di accontentare gli esteti del conflitto a fuoco più irrazionale quanto i virtuosi del lavoro pulito e silenzioso.Il viatico da intraprendere spetta al giocatore, visto che HC mette a disposizione una notevole libertà decisionale che si ripercuote sugli obbiettivi che saremo chiamati a compiere a seconda della nostre indole, sbrigativa e “sparacchina” o silenziosa e metodica.Questo approccio “libero”, in sintonia con una buona trama , dona una notevole profondità (e una buona rigiocabilità) al titolo Eidos.E’ innegabile che gli sviluppatori abbiano prestato molta cura nella creazione di un background credibile ed estremamente crudo, fatto di ambienti angoscianti (si parte da un manicomio, per passare a un mattatoio o a un insediamento minerario) popolati da personaggi di ogni tipologia (psicopatici, prostitute, poliziotti, medici, terroristi…) e una caratterizzazione che dà il meglio di sé con quelli più meschini e abietti.Le armi messe a disposizione sfiorano la cinquantina e brillano, oltre che per differenza di prestazioni, anche per varietà: è possibile utilizzare una siringa, una penna a stilo o una chiave inglese per esempio, oltre a tutta una serie di armi da taglio e oggetti contundenti vari.Altro aspetto fondamentale (sempre ereditato dai prequel) è rappresentato dai numerosi travestimenti resi disponibili nel corso del gioco, basterà prenderli in prestito dal cadavere di turno; ovviamente ciò permetterà all’agente 47 di aggirarsi indisturbato, ma non sottovalutate il fatto che, se per esempio avete preso un’uniforme da guardiano i colleghi non vi riconosceranno all’istante; ma non provate a soffermarvi troppo davanti a questi o ad andare in un’area che non vi compete, pena l’immediato innalzamento del livello di sospetto.Purtroppo l’IA degli avversari si ferma qui: al di là di qualche banale tattica per attaccarci alle spalle, non sarà mai particolarmente difficile liberarci della loro presenza, inoltre – a differenza di altri titoli – il fatto di lasciare tracce di sangue (disincentivando così le armi più “pulite” ma meno efficaci) o ridurre drasticamente il numero di nemici non spronerà battute di controllo più intense.Apprezzabile l’implementazione di un tutorial, utile per prendere confidenza con i comandi e l’arsenale del nostro spietato killer, anche se a dir la verità l’ottima calibrazione della difficoltà ne vanifica un po’ la funzione: anche chi non ha mai provato i prequel non avrà la sgradevole sensazione di un gioco ostico fin dalla prima partita; di contro, i più smaliziati troveranno nella modalità più difficile il giusto livello di sfida.Una pecca nel quadro complessivo più che soddisfacente è costituita dal fatto che l’interazione con il background in molte locazioni è quasi assente, il che è un peccato visto il buon risultato ottenuto per esempio da un gioco come Max Payne 2, capace di aumentare il realismo e la drammaticità grazie a un buon motore fisico.

Aspetto tecnicoÈ davvero strano assistere all’uscita di un gioco con una veste grafica peggiore del prequel. Eppure, inspiegabilmente, ciò è accaduto con Hitman Contracts.Non siamo sicuramente a livelli tragici (la varietà degli ambienti, ricchi di oggetti e mobili, e le numerose texture testimoniano un certo impegno in ambito creativo, sicuramente apprezzabile per la restituzione dell’atmosfera); però rimane da chiedersi perché i modelli poligonali dei nemici siano così scialbi, o perché gli effetti di luce o riflessione siano così poveri, e la causa (una volta tanto) non penso sia colpa dello sviluppo multipiattaforma, bensì la fretta.Le animazioni a tratti strappano un sorriso, se non fosse che il gioco ha velleità tutt’altro che comiche: l’agente 47 sembra esibirsi in uno strano balletto ogni qualvolta decide di accucciarsi, oppure rende l’impressione di pattinare quando cammina a contatto con un muro o esegue uno strafe laterale…Probabilmente con più tempo a disposizione i grafici e i programmatori avrebbero potuto anche implementare tutta una serie di features a cui ormai siamo abituati, come le impronte rosse dopo essere passati su una pozzanghera di sangue o effetti di riflessione sulle superfici lisce più convincenti.Dal punto di vista dell’audio invece siamo su ottimi livelli, la colonna sonora curata da Jesper Kyd è davvero capace di sottolineare al meglio i momenti di massima tensione del gioco; il doppiaggio (in lingua italiana) è ben implementato senza essere mai troppo invasivo come in alcuni celebri stealth game, infine gli effetti sonori sono curatissimi: dopo un po’ di esperienza riusciremo a capire il tipo d’arma utilizzato dei nemici semplicemente ascoltando gli spari !

– Trama solida

– Varietà di missioni e obbiettivi

– Ottimo approccio agli elementi stealth e action

– Ottimo sonoro

– Grafica e animazioni sottotono

– IA dei nemici migliorabile

7.8

Hitman Contracts è sicuramente un titolo valido, con una giocabilità solida, una buona longevità, un grande comparto sonoro e un’ottima trama dalla sua parte, che non mancherà di soddisfare gli appassionati della saga.

Dal punto di vista delle innovazioni a livello di gameplay non si assiste a chissà quale sconvolgimento, ma in fondo la formula funziona e la buona calibrazione tra action e stealth potrebbe incuriosire coloro che non hanno mai provato un episodio della fitta storia creata da IO Interactive; ciò che invece può fare riflettere è la realizzazione grafica, ampiamente al di sotto delle potenzialità di Xbox, e il fatto che il mercato in questo momento offre senza dubbio titoli anche migliori.

Voto Recensione di Hitman: Contracts - Recensione


7.8