Anteprima

Grim Fandango Remastered

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a cura di Forla

Se dico Lucas cosa vi viene in mente?  La maggior parte di voi sicuramente starà già immaginando battaglie tra navi interstellari e scontri a fil di spada laser tra cavalieri jedi e sith. Altri rievocheranno con nostalgia un archeologo avventuriero col cappello sempre calato in testa, armato di frusta e dalla lingua particolarmente tagliente. 
Quelli che avevano un PC negli anni 80 e 90 invece ricorderanno come la compagnia sopra citata, oltre ad essere la mamma di alcune delle saghe cinematografiche più amate di sempre, abbia anche dato alla luce diverse avventure grafiche che hanno reso magica l’infanzia di nerd ormai attempati. 
I punta e clicca non possono certo essere definiti come giochi appartenenti ad un genere molto prolifico, ma contano sicuramente una buona schiera di appassionati e recentemente sono stati protagonisti di un’evoluzione positiva (vedi produzioni targate Telltale Games). Ma qui stiamo parlando di roba d’annata e di ricordi che ci struggono il cuore; perle videoludiche che ci hanno fatto sognare e che ora ritornano con una veste grafica rinnovata, pronte a dare gioia, grattacapi e grasse risate anche alle nuove generazioni di videogiocatori. 
Signore e signori, dopo gli ottimi remake della saga avente come protagonista il pirata più sfigato di tutti i tempi,  Double Fine Productions è lieta di ri-presentarvi Grim Fandango, un’avventura grafica che vi spedirà dritti nel mondo dei morti… letteralmente!
Un po’ di storia
Grim Fandango uscì nel 1998, prodotto e sviluppato da Lucas Arts e ideato da quel geniaccio di Tim Schafer, autore anche di capolavori come The Day of the Tentacle e Full Throttle. Fu il primo nel suo genere ad adottare una veste grafica tridimensionale e a non usufruire della griglia delle azioni eseguibili dal personaggio (dai-raccogli-usa-tira-spingi ecc.), onnipresente negli altri titoli del genere. Nel gioco siamo chiamati a vestire i panni del defunto Manuel Calavera, Manny, per gli amici. Egli lavora presso il Dipartimento della Morte ed il suo mestiere consiste nel vendere dei pacchetti viaggio alle anime dei defunti, le quali transiteranno più o meno velocemente attraverso la Terra dei Morti fino a trovare la pace eterna. La qualità del pacchetto (proporzionale alla durata del viaggio) varierà in base a quanto degnamente si sono comportati i trapassati durante la loro vita terrena. Il nostro protagonista però si trova nel bel mezzo di una crisi lavorativa: in passato era il miglior venditore su piazza, ma il titolo ora appartiene a Domino Hurley, suo collega e rivale. L’incipit che darà il via alla narrazione ruota attorno a Mercedes Colomar, una cliente che Manny riesce a soffiare a Domino, la quale, pur avendo condotto un’esistenza ineccepibile, non riesce ad avvalersi del miglior biglietto per il suo viaggio. Senza stare a svelare troppo della trama e di come si dipaneranno gli eventi, si può dire che il gioco si svolge per la stragrande maggioranza nella Terra dei Morti, una sorta di Limbo in cui le anime devono transitare prima di trovare la pace. Detto così sembra una cosa tetra ma in realtà l’ambientazione è molto ben caratterizzata: ispirata alla concezione Azteca dell’aldilà, con rimandi allo stile messicano, e ibridata a forti tinte noire.
Il risultato è tanto bizzarro quanto geniale e vestire i panni di Manny non sembrerà più tanto strano dopo alcune ore di gioco. L’avventura si svolge in maniera classica, con schermate a fondali prerenderizzati da esplorare minuziosamente. In esse troveremo ovviamente gli oggetti che ci consentiranno di risolvere gli enigmi e di procedere con la storia. Incontreremo inoltre un sacco di personaggi da importunare attraverso scelte di dialogo impudenti e divertenti, in pieno stile Lucas! Questi ultimi saranno quasi tutti come noi: degli scheletri animati dal design che ricorda molto le Calaca, decorazioni messicane usate appunto nel giorno dei morti. Come normalmente accade in questo genere di produzioni sarà impossibile morire (affermazione strana data la location) ed ogni volta che rimarremo bloccati ci verrà data la possibilità di proseguire la nostra avventura risolvendo qualche enigma o azzeccando la corretta opzione di dialogo.
Vecchie ossa tirate a lucido
Durante l’evento PS Experience del week end scorso il buon Schafer ha mostrato in una dozzina di minuti di gameplay la nuova veste grafica del suo vecchio capolavoro. La modifica principale è l’introduzione di un comparto di illuminazione dinamico. Questo conferisce all’intera produzione un aspetto ancora più noir, rendendo giustizia ad alcune situazioni che in passato non erano state valorizzate a dovere. E’ stato inoltre ridotto l’aliasing ed alzata la risoluzione dei modelli 3D, ed ora i personaggi sono più belli da vedere e definiti da linee meno spigolose. Rimane invece praticamente invariata la qualità degli sfondi, bellissimi e godibili tuttora senza la necessità di orpelli di sorta.
Da segnalare la sempre gradita possibilità di switchare, tramite la pressione di un tasto, dalla versione remastered a quella originale. Grafica nuova ma anima vecchia per questo capolavoro che ripropone ovviamente tutti gli enigmi e le linee di dialogo identiche alla versione del 1998. 
Aldilà delle migliorie tecniche comunque Grim Fandango rimane una delle avventure grafiche più riuscite di sempre e varrebbe la pena giocarlo anche se questo fosse stato trasportato così com’era in origine sulle console di nuova generazione.

– Il titolo è già di per sè una garanzia

– Fa sbellicare dal ridere

– Concept geniale

– Le migliorie tecniche su prodotti già solidi non possono che fare piacere

Grim Fandango è una delle colonne portanti del proprio genere. Ha una narrativa arguta e divertente, personaggi ottimamente caratterizzati e un lore completamente fuori di testa. Se fossi mio nonno vi direi quanto ai miei tempi era meglio e di come avventure grafiche come una volta non se ne fanno più. Ma, seppur oggi circolino prodotti di tutto rispetto, questo remake è uno di quelli da non farsi scappare; sia per chi vuole avvicinarsi ad esso per la prima volta, sia per coloro i quali vogliono rivivere una vecchia storia asciugandosi una nostalgica lacrimuccia tra una risata e l’altra.