Fuori Dai Denti: Riprendetevi il vostro Kinect

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Microsoft l’ha fatto ancora una volta, ci ha ripensato e ha dato un taglio netto a ciò che sin dall’inizio ha ritenuto fosse parte integrante della propria strategia per aggredire il mercato con Xbox One: ha divorato le proprie parole e ha ribaltato la scala delle priorità con una tranquillità che gela il sangue nelle vene di chi ha effettivamente creduto che stavolta, quella periferica, non fosse più tale; ma parte di un unico corpo, che voleva muoversi come un demone inarrestabile e macinare più chilometri degli altri. Eppure, nonostante i reboanti proclami che sembravano promettere che stavolta – “ve lo assicuriamo” – il Kinect sarebbe stato un reale valore aggiunto capace di fare la differenza rispetto alla concorrenza, l’ennesimo passo indietro ha rimesso ogni cosa in discussione e rimescolato le carte in tavola davanti a tutti: Xbox One sarà disponibile senza Kinect dal 9 giugno, e a 100 euro in meno.

Il potere della comunicazione
Che Microsoft avesse qualche problema nella comunicazione e si trovasse in uno stato poco lucido per tenere salde le redini del marketing e portare avanti con decisione le proprie idee, si era capito già dall’annuncio della nuova console, ma probabilmente in pochi si aspettavano che questo trend potesse proseguire anche a distanza di così tanti mesi. Se le precedenti ritrattazioni avevano costretto gli utenti a guardare con occhio diverso la casa di Redmond, quella attuale risulta essere una mezza pugnalata alle spalle di chi, sin dall’inizio, ha deciso di dare fiducia incondizionata a Microsoft e a Xbox One. Abbiamo accettato di comprare la console a 100 euro in più perché eravamo costretti a farlo e perché, in fondo, anche un po’ abbagliati da promesse diventate disattese. Kinect, allo stato attuale, è solo questo: fumo artificiale senza nessun arrosto pronto da spolpare, e non perché viene affermato nell’articolo, ma perché è Microsoft ad averlo gridato a gran voce proprio adesso, davanti a tutti e con una scrollata di spalle. In questo lungo periodo fatto di update per rimettere in carreggiata una macchina lanciata prematuramente sul mercato, si doveva anche trovare il tempo per costruire, e non solo per riparare. Nei mesi successivi (e precedenti) all’uscita, Microsoft avrebbe dovuto convincere utenti, investitori e software house, che quella periferica così tanto bistrattata nella precedente generazione era pronta a diventare ciò che faceva la differenza, e imporsi come veicolo per una filosofia di gioco non più ai margini. Chi ha comprato Xbox One fino a oggi, e chi malauguratamente magari lo ha fatto proprio ieri prima di tornare a casa e leggere la notizia, ha tutto il diritto di indignarsi per ciò che è a tutti gli effetti una mancanza di rispetto per chi ha supportato la strategia di Microsoft. Ciò che era indispensabile, inseparabile dalla console e portato in gloria durante la discussa campagna promozionale, adesso è semplicemente un ammennicolo non solo facoltativo, ma pressoché inutile. Ed è anche un pezzo invendibile per chi vuole sbarazzarsene, perché l’immagine di Kinect, dopo la decisione di eliminarlo dalla confezione, è praticamente distrutta. Usciranno certamente dei titoli che supporteranno la periferica, ma non sarà mai il fulcro attorno al quale ruoterà la nuova avanguardia dei videogiochi su questa nuova console: non lo è stato fino a oggi, e non c’è nessun motivo per pensare che lo sarà domani. Quello di Microsoft è un errore madornale, una brutta figura agli occhi dei consumatori e un pessimo esempio di marketing, ma è anche – paradossalmente – il più grande atto di amore verso Xbox One. In special modo perché c’è un imminente E3 che potrebbe effettivamente far dimenticare in un attimo l’ennesima goffaggine che proprio non ci voleva.

Questione di vita o di morte
Vendere Xbox One senza Kinect obbligatorio è dunque un passo falso? No, affatto; è al contrario la cosa migliore che Microsoft avrebbe potuto fare per contrastare le galoppanti vendite di PlayStation 4. Ciò che è assurdo, però, è averlo deciso solo adesso e non fin dall’inizio, come se tutto fosse diretta conseguenza di un impeto di grande presunzione che a lungo andare non fa altro che logorare ogni cosa, persino la fonte da cui proviene. Adesso Xbox One si è liberata di un fardello autoimposto che, insieme agli aggiornamenti software capaci di appianare le differenze tecniche tre le due macchine, porterebbe la console sullo stesso livello di PS4; l’intenzione è chiaramente quella di lasciarsi tutto alle spalle, esibendosi nell’ultimo (si spera) disperato harakiri necessario per non rendere vano lo sforzo compiuto fino a oggi. C’era una visione ben precisa sin dall’inizio, un modo di concepire il videogioco che se supportato a dovere, avrebbe potuto far breccia nel mercato almeno quanto il motion control di Wii. L’idea della casa di Redmond era quella di avere una console in grado di soddisfare tutti: giocatori hardcore, casual e pubblico non giocante attraverso dei servizi che coi videogiochi hanno ben poco a che fare. Quella visione ha fallito, e adesso si corre ai ripari per sistemare una traiettoria che per colpa dell’eccessiva ambizione accompagnata da poco buon senso, ha quasi rischiato di portare l’intero progetto davanti a un vicolo cieco. Calmare i mari tempestosi è un’impresa possibile solo preparando il miglior E3 degli ultimi anni, e facendo uscire ottimi titoli con una cadenza dignitosa. Bisogna tuttavia ammettere che si tratta di una gestione impacciata e confusionaria fin dall’inizio, e che lo sgarbo fatto ai primi acquirenti non potrà essere risanato facilmente. Qualcuno potrebbe difendersi asserendo che Microsoft ha dato qualcosa in più e non ha tolto niente a nessuno, ma un’analisi più lucida imporrebbe una dichiarazione molto più spietata e realista: ci hanno tolto cento euro in più rifilandoci una periferica in cui non ha mai creduto nessuno.
Benvenuti nel mercato moderno, quello dove il popolo si coalizza per sbranare, urla cafonaggini, e manda in crisi le aziende.

Microsoft ci ha provato fino alla fine, ma non ha avuto la forza di sostenere le proprie idee: Kinect non è più quella periferica futuristica ed essenziale che volevano imporci, ma solo un surplus di cui si può benissimo fare a meno. Qualcuno lo vada a spiegare a chi adesso se lo trova in casa senza averlo mai utilizzato, o solo per far vedere agli amici quanto fa tanto Minority Report spostare le schermate della dashboard e quanto si debba scandire bene e ad alta voce ogni singolo comando vocale. Qualcuno spieghi anche qual è il modo più efficace per venderlo a un qualunque acquirente e perché costui dovrebbe tanto volerlo: noi, in effetti, non sappiamo come fare.