Anteprima

Devil may cry 4

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a cura di Evil God

Stylish and Hadcore…Ricordate quando, nel lontano 2001, fu lanciato il primo Devil May Cry? Avete dimenticato come fummo investiti da una grafica assolutamente eccezionale per i tempi, un concept innovativo e da personaggi pervasi da un innato carisma? Devil may cry fu il primo passo verso una pregevole programmazione attraverso l’emotion engine, processore della allora giovane Sony Playstation 2, che aveva mietuto vittime fra i migliori programmatori che si fossero visti alle prese con esso, non riuscendo a trovarne la chiave di volta seppur impegnandosi fortemente nello sviluppo; ormai nessuno credeva che l’hardware di casa Sony potesse mostrare la propria potenza, per via della pessima scelta dei componenti e dei colli di bottiglia che non potevano permettere all’architettura generale di sfruttare appieno l’immenso potenziale dell’Emotion engine.Fu il titolo Capcom a riportare una nuova luce, dimostrando che non solo Playstation 2 aveva parecchio potenziale inespresso e che doveva ancor esser portato alla luce, ma anche che il termine next generation non indicava solo un miglioramento grafico. Certamente vi erano stati parecchi picchiaduro a scorrimento, sia in 2 che in 3 dimensioni, ma nessuno di essi riusciva ad offrire una completezza e una varietà che solo il titolo Capcom, fino ad allora, ci aveva mostrato. Correva l’anno 2001 e tutti gridarono al capolavoro assoluto.Sono passati parecchi anni da allora, ben 6 per la precisione, e di acqua sotto i ponti ne è passata:Devil May Cry ha dato la luce ad un vero e proprio genere che è stato strutturalmente potenziato ed esplorato da Ninja Gaiden, capolavoro assoluto di Tecmo, God of war, egregia opera firmata Sony, e da Devil may cry 3: Dante’s awakening che riportava la serie, dopo un orribile secondo episodio, in competizione per il trono di miglior action game.Il terzo episodio della serie fu un vero e proprio potenziamento strutturale di quanto visto nella prima versione, le armi, le tecniche e le possibilità di personalizzare il proprio stile di gioco sono aumentate di gran lunga rispetto al predecessore che, dal punto di vista del puro gameplay, era ormai stato superato.Sfortunatamente, anche in questa incarnazione vi è qualche difetto che ha colpito negativamente i fan più accaniti del cacciatore di demoni: la trama, le ambientazioni e la figura di un Dante giovane e scapestrato non risultavano al passo visto nell’immortale prima apparizione del figlio di Sparda.Per questi motivi Hiroyuki Kobayashi, già famoso per aver collaborato con Shinji Mikami nella creazione del bellissimo Resident Evil 4, è deciso a portare forti cambiamenti nell’interno del sistema narrativo e di gioco.

Da 128 bit a 256 bit128 bit è una nomenclatura utilizzata per considerare le console della seconda generazione full 3d, a partire dal Sega Dreamcast, sebbene non esistano architetture composte per sfruttare questa velocità d’esecuzione. Secondo la stessa linea di pensiero è stato scelto di utilizzare il termine “256 bit” per indicare le console della generazione consolistica attuale, formata da Microsoft Xbox 360, Sony Playstation 3 e Nintendo Wii. Il nome di questo paragrafo sta ad indicare i cambiamenti che vi sono stati fra una generazione e l’altra poiché Devil May Cry 4 sarà il primo episodio della serie ad apparire contemporaneamente su più sistemi, precisamente Playstation 3, Xbox 360 e Personal computer; una novità non da poco che permetterà ad un utenza superiore di godere del titolo in questione.Oltre a quanto detto, Il team di sviluppo ha portato una serie di evidenti novità nel profilo dello sviluppo e della trama sotto i nostri occhi esterrefatti: Dante, lo storico e carismatico protagonista di questa serie da milioni di fan, non sarà il personaggio principale del quarto episodio.Alla scoperta di questo evento, ogni estimatore della serie fu colpito da una grande perplessità riguardo la scelta di Capcom di cambiare le carte in tavola, affidandoci il controllo di un misterioso ragazzo dalle origini tuttora incerte, stiamo parlando di Nero, un giovane molto somigliante ai figli di Sparda ed in cerca di vendetta nei confronti di Dante per motivi a noi sconosciuti.Fortunatamente sarà possibile impersonare anche il figlio di Sparda nel corso dell’avventura, sebbene non sia chiaro in quale veste od occasione, che sembra decisamente invecchiato e ricco del forte carattere visto nel primo capitolo, persosi nei successori.

Let’s rock babyDal profilo della giocabilità sono stati annunciati una serie di tagli e modifiche che ci hanno lasciati con più di una punta di incertezza.Come spiegato prima, questo nuovo Devil may cry, avrà lo scopo di incrementare il successo, già notevole, della serie; allargando la fascia di interesse anche a giocatori non avvezzi al genere.Per queste motivazioni è stato più volte confermato che il sistema di gioco è stato reso meno complesso e tecnico rispetto a quanto visto nel terzo episodio, tornando ad un’impostazione decisamente più simile a quella del primo capolavoro, sebbene non mancheranno novità e strumenti inediti che possano far felici i consolidati amanti della serie.Fra questi nuovi attrezzi da combattimento va sicuramente menzionato il Devil bringer, braccio demoniaco del novello protagonista, che ci permetterà di estendere notevolmente l’apparato di tecniche a nostra disposizione, lanciando magie o effettuando proiezioni particolari, come visto nel non troppo riuscito ma esaltante God Hand, prodotto sempre da Capcom e sviluppato dal defunto cLover studio.Avrete compreso che questa quarta incarnazione del brand non farà dell’innovazione o dell’evoluzione il proprio cavallo di battaglia, riproponendo e semplificando concetti ed idee già visti nell’ormai inflazionato universo degli action games. A quanto pare mancherà quindi la portata rivoluzionaria e l’ambizione presente nel progenitore della serie, così come l’estremo tecnicismo che permeava il diretto predecessore, invitandoci quindi a più di una riflessione.

Stile e GoticoDue termini che riescono a riassumere completamente lo spettacolo visivo che questo titolo propone ai nostri occhi, riprendendo molte peculiarità che formavano il design del primo episodio, stupendoci positivamente dal lato artistico. Sfortunatamente il motore grafico scelto da Capcom per programmare su sistemi di ultima generazione, ottimizzando la facilità di conversione per ogni sistema, comincia a sentire il peso opprimente degli anni che hanno fatto spazio a tecnologie più avanzate.La mole poligonale non è sicuramente fra le più elevate viste fino ad ora, stesso dicasi per quanto riguarda textures e maps che risultano avere gli stessi difetti già visti in Dead Rising e Lost Planet, videogiochi sviluppati appunto col medesimo setting tecnico. Devil May Cry 4 non riesce quindi a stupire sotto il profilo grafico, essendo enormemente surclassato da Heavenly sword nello stesso genere e da svariati altri titoli in differenti tipologie, ma sono evidenti le differenze grafiche rispetto alla scorsa generazione.La enorme mole di strumenti grafici utilizzati per rendere l’immagine estremamente pulita e piacevole da vedere, come l’anti-aliasing 4x, uniti ad un solido frame rate, ancorato sui 60 fotogrammi, riescono a distrarci da parte dei difetti tecnici che appaiono ben chiari all’occhio più allenato, come la mancanza di una fisica adeguata alla potenza di calcolo delle macchine per le quali è progettato e la, sopra menzionata, povertà di poligoni ed effetti.L’action game targato Capcom non si discosterà quindi da quanto si è potuto osservare in Lost Planet, ma con una frenesia ed una fluidità ben superiore.

ConclusioniLe aspettative su Devil May Cry 4 sono elevate, sebbene sia sempre più evidente una sorta di ridimensionamento degli obbiettivi rispetto al passato. La saga Capcom ha una reputazione da mantenere ed il team di sviluppo sembra deciso nell’offrire il miglior prodotto possibile agli amanti del genere, riproponendo le meccaniche che tanto sono care ai fan della serie. Siamo pertanto impazienti di testare la demo di prossima uscita sul LIVE e, si suppone, sul Playstation Network sperando che il gioco si riveli, quanto meno, un degno continuatore della filosofia che caratterizza questa ormai mitica serie.