Recensione

Burning Fight

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a cura di E.Onizuka

Davvero atipico questo picchiaduro a scorrimento SNK datato 1991. Atipico per diverse ragioni, tra le quali, prima di tutto, l’appartenenza ad un genere che su NeoGeo non ha mai spopolato, contando in totale, se la memoria non m’inganna, solo sei titoli in totale compreso questo; gli altri sono Mutation Nation, i tre Sengoku e Ninja Kombat. E secondariamente, per la scelta di ambientare il tutto all’interno di un Giappone dei giorni nostri, molto realistico, niente megalopoli che strizzano l’occhio agli USA, fabbriche abbandonate o ambientazioni kitch a tutti i costi, come i clichè del genere volevano ai tempi, ma normalissimi vicoli e ambienti cittàdini, e avversari umani neanche troppo stereotipati, senza ricorrere ai soliti mostri o esseri mutati geneticamente.

Tre i personaggi che sarà possibile selezionare, ognuno chiaramente con caratteristiche differenti, il protagonista Ryu, sicuramente il più riuscito del gruppo, in pratica una via di mezzo tra Guy di Final Fight e Jackie Chan, prediligendo nella lotta le arti marziali, poi c’è Duke, classico yankee da jeans e canotta, Cody (Final Fight) che incontra Axel di Streets of Rage, che usa lo street fight e infine Billy, che sembra più teppista dei teppisti stessi, grosso e lento, ma letale. Possibilità chiaramente di gioco in due simultaneamente e tre tasti in totale, adibiti nell’ordine a pugni, salto e calci, che se combinati producono le solite mosse viste e riviste in tanti altri esponenti del genere. Gioco davvero strano questo Burning Fight, le sue scelte stilistiche sembrerebbero essere state concepite appositamente per piacere ai soli fruitori orientali o amanti comunque di cinema e anime dagli occhi a mandorla. Avversari, ambientazioni e situazioni di gioco richiamano fortemente determinati anime nipponici, nonchè diversi film del già citato Jackie Chan (attore Cinese per la cronaca) cose che sono gradite a me in quanto fan in genere di quello che viene dal Sol Levante, ma che dubito possa incontrare più di tanto i gusti della grande massa di videogiocatori, abituati alle situazioni da metropoli statunitense sin dai tempi di Double Dragon e Dragon Ninja.

Strutturato in cinque lunghi stage, divisi in due parti, con alla fine di entrambe un sub boss e un boss, sempre discretamente duri da battere, Burning Fight non è certamente quello che si può definire un videogioco facile, la difficoltà a mio avviso è assai mal calibrata e determinate situazioni di gioco sarebbero ampiamente rivedibili; una per tutte, l’impossibilità di rialzarsi dopo essere stati atterati dai panzoni che vengono avanti a schiaffazzi stile sumo, senza ricadere a terra una seconda e una terza volta… la barra d’energia per di più piccola, viene così facilmente consumata. Quattro cinque colpi subiti portano alla morte e con tre vite soltanto in totale, sarà ben difficile con una sola monetina, vedere anche solo il secondo stage.

Graficamente siamo su livelli medio bassi, con sprite abbastanza grossi ma piuttosto grezzi nel disegno e nelle animazioni, e stage sempre vari e abbastanza interessanti ma tutto sommato semplici nell’aspetto. Questo gioco poteva benissimo essere programmato su Super Nintendo e probabilmente anche su Mega Drive sapendoci fare; la sola dimensione degli sprite ci ricorda infatti che siamo su hardware NeoGeo. Reparto audio nella media, con i soliti effetti sonori e musiche per lo meno orecchiabili e in tema con le situazioni di gioco. Ho trovato invece particolarmente interessante la caratterizzazione grafica dei nemici, veramente originali e riusciti in diversi casi. Titolo questo, che con una cura maggiore nella giocabilità e nella grafica, nonchè una ricalibrazione totale della difficoltà, avrebbe potuto diventare uno dei migliori esponenti nel settore, invece rimane solo un altro tra i tanti picchiaduro a scorrimento. A me è discretamente piaciuto ripeto, ma se fossi stato tra quelli che l’acquistarono ai tempi della sua uscita su NeoGeo AES, con un rivale come Final Fight in saletta, sarei rimasto molto deluso per le due o trecento carte spese (ai tempi le cartucce NG viaggiavano in media sulle 300.000 lire…), pretendendo da SNK molto ma molto di più con un simile hardware a disposizione. Streets of Rage II, il capolavoro SEGA già più volte citato, un titolo, per inciso, neanche apparso in sala giochi ma come tutti sanno, su un “normalissimo” Mega Drive, gli è anni luce avanti sotto tutti gli aspetti, ed è uscito per altro, ad un solo anno di distanza. Alla prossima.

– Diverse scelte stilistiche interessanti

– Reparto audio di discreta fattura

– Tecnicamente sotto la media dei titoli NEOGEO

7.5

Rintracciabile in formato cartuccia AES/MVS nonchè sui dischi ottici per NEO∙GEO CD a prezzi tutto sommato abbordabili, o tramite solita emulazione, Burning Fight non rientra certo nella schiera dei giochi rari o molto ricercati. Lo consiglio, per concludere, ai soli super appassionati del genere, o a chi cerca un picchiaduro che si discosti una volta tanto dal solito stile yankee, prediligendo mazzate orientali al sapore di yakuza. Tutti gli altri possono tranquillamente passare questa mano.

Voto Recensione di Burning Fight - Recensione


7.5