Recensione

Trapped Dead

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a cura di Ctekcop

Il Verdetto di SpazioGames

5.5

Headup Games, che ha recentemente portato in Germania, Austria e Svizzera, la versione fisica di Super Meat Boy, è il produttore che ha finalmente rilasciato con colpevole ritardo, oltre i confini tedeschi Trapped Dead, l’ultima fatica dei Crenetic Studios. Questi ultimi hanno deciso di fare il grande salto se consideriamo che fino ad ora si erano limitati a titoli di secondo piano per piattaforme mobili e non, specializzandosi sopratutto in giochi di mahjong. Per far ciò hanno scelto il genere strategico miscelandolo con elementi da GDR ed action-survival sfruttando quelli che sono i nemici più di moda, usati ed abusati degli ultimi tempi: gli zombie.

The Walking Dead
Oltre ad essere ambientato negli anni 80′ Trapped Dead pesca a piene mani dagli stereotipi e dai cliché del genere: l’ispirazione arriva non a caso dai film di Romero e da opere come The Walking Dead.
Mike, il protagonista, ed un suo amico si fermano ad una pompa di benzina dove incontreranno per la prima volta gli zombie tra i quali Mike ha la possibilità di iniziare a mietere vittime guidati da un comodo ed efficace tutorial. L’amico viene morso e rischia il contagio: inizia il nostro viaggio verso una difficile salvezza che vede come prima tappa una visita all’ospedale e successivamente ci permetterà di esplorare svariati luoghi tra i quali una libreria, una prigione, una stazione ed ovviamente anche l’immancabile negozio di armi.
La narrazione procede attraverso simpatici e riusciti intermezzi a fumetto veramente ben realizzati che legano i livelli tra loro. Non si è certo soli nell’affrontare queste orde di zombie famelici, ma saremo aiutati da altri tre sopravvissuti che mano a mano si uniranno al nostro party. Purtroppo i personaggi, che hanno sì caratteristiche uniche ai fini del gameplay come forza, velocità e precisione, sono tutto sommato piatti, spocchiosi, scarsamente caratterizzati oltre che fortemente stereotipati, rendendo difficile sentirsi veramente partecipi delle vicende.
Arrivano gli zombie: scappiamo!
Il gameplay è piuttosto semplice: ci viene data la possibilità di scegliere l’ordine delle missioni, le quali si rivelano spesso lineari prevedendo il raggiungimento di un punto specifico dall’altra parte della mappa e la contemporanea eliminazione degli zombie che ci intralciano la strada. In alcuni frangenti, estremamente limitati, potremo interagire con elementi dello scenario quali grandi lampadari o grossi container sospesi, o ancora i più canonici barili esplosivi, in grado di eliminare in un solo colpo grandi quantitativi di nemici. Il colpo di genio è però rappresentato da un personaggio sulla sedia a rotelle che sarà in grado di porci di fronte a scelte non indifferenti: tocca a noi decidere se abbandonarlo indietro da solo di fronte alle scale o mantenere il gruppo unito percorrendo un percorso più lungo e meno diretto.
Purtroppo la ripetitività inizierà a fare capolino dopo poco: sarà infatti facile sfruttare le gravi mancanze dell’intelligenza degli zombi per avvicinarsi piano piano ed attirarli verso di sé per poi eliminarli uno ad uno o due alla volta con le armi corpo a corpo risparmiando preziose e rare munizioni. Anche l’intelligenza artificiale amica soffre di gravi problemi che l’ultima patch non ha completamente risolto: troppo spesso selezionando l’intero gruppo i quattro sopravvissuti si scontrano tra loro bloccandosi la strada a vicenda, costringendo ad impartire manualmente ordini uno ad uno. Senza considerare che talvolta potremo limitarci a correre su un lato esterno di una parte di mappa per schivare grossi quantitativi di zombie. 
Non è possibile salvare quando e dove si vuole, ma solo in presenza di specifici checkpoint, spesso con le sembianze di un tombino, disposti veramente male: messi o troppo vicini o troppo lontani tra loro, vi costringeranno a ripetere lunghi tratti nello sciagurato caso in cui muoia anche uno solo dei fuggitivi. Spesso saremo inoltre circondati da zombie che ci daranno fastidio quando dovremo ripartire, considerando che sarà necessario riselezionare manualmente ad una ad una le armi di ciascun componente del party.
Il sistema di controllo è solo apparentemente semplice: col tasto centrale del mouse si ruota la telecamera mentre la si muove con WASD e con la rotella si effettua lo zoom, con i click destro e sinistro si ordina rispettivamente ai protagonisti di attaccare o muoversi ed interagire. Ciascuno di essi ha un inventario con le proprie armi che possiamo selezionare andando a cliccare direttamente su di esse. Inoltre, come nei giochi di ruolo, premendo spazio metteremo in pausa, potendo così impartire ordini con tranquillità. Purtroppo si è spesso costretti a sfruttare i tasti funzione per cambiare rapidamente personaggio nel mezzo dei combattimenti: la vera difficoltà è rappresentata dalle situazioni più concitate che vi faranno inveire nei confronti dell’effettivamente non troppo reattivo né tanto meno riuscito sistema di controllo.
Solo la modalità multiplayer, rigorosamente da gocare con un amico vista la penuria di utenti sui server, mitiga questo problema rendendo non necessari questi rapidi cambi tra i membri del party a disposizione. Anche in questo caso sembra comunque manchi qualcosa: si possono affrontare solo le stesse missioni della campagna singolo giocatore aggiungendo poco o nulla in termini di longevità e rigiocabilità.
Zombie bruttini
La grafica di Trapped Dead è complessivamente accettabile considerando che la visuale di stampo isometrico, ma completamente ruotabile, è in grado di regalare scorci più che buoni. Inoltre è in grado di girare fluidamente anche su hardware non recente. La possibilità di zoomare pesantemente mette però in evidenza quelli che sono i difetti: si nota la scarsità di poligoni di tutti gli elementi presenti a schermo e le ombre veramente di pessima qualità. Gli effetti splatter invece sono più che piacevoli ed in sintonia con la natura fumettistica del titolo.
Il sonoro non spicca: il doppiaggio, inglese come i testi, fa quello che può negli intermezzi a fumetto già apprezzati e degni di lode in quanto pregni di una cura ed una vena artistica assente invece nei livelli del gioco. Gli effetti delle armi sono piuttosto accettabili, mentre i versi degli zombie ci sono parsi veramente troppo ripetitivi. Non brillano particolarmente neanche i brani della colonna sonora, scialbi e piatti, con composizioni di qualità altalenante che vorrebbero ma proprio non riescono a creare quella tensione che avrebbe giovato ad un atmosfera che, alla fine, risulta non perfettamente compiuta e troppo semiseria per preoccupare davvero. 

HARDWARE

– Microsoft® Windows XP®SP3,Vista®, – Intel Pentium 4@1.5 GHz / AMD Athlon XP 1500– 1 GB RAM– nVidia GeForce 6600 / ATI Radeon X1300 128 MB– audio compatibile con DirectX– 2 GB spazio libero

– Interessante cocktail di generi

– Intermezzi a fumetto ben realizzati

– Sistema di controllo pessimo

– AI con gravi difetti

– Checkpoint mal posizionati

– Sonoro e grafica non memorabili

5.5

Trapped Dead è in sostanza un titolo mediocre, tenendo anche in considerazione il relativo prezzo ridotto. Non riesce a realizzare pienamente le premesse e gli spunti potenzialmente validi ed interessanti, probabilmente a causa del basso budget a disposizione: una grafica non eccezionale, una ripetitività di fondo, una trama stereotipata e piatta, sebbene narrata attraverso riusciti fumetti, una longevità tutto sommato scarsa e problemi gravi a livello di intelligenza artificiale e di sistema di controllo inficiano pesantemente le possibilità di divertirsi. Solo le poche citazioni disseminate lungo il percorso ed il comparto multiplayer possono rendere il titolo appetibile ai veri appassionati di zombie.

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