Molyneux: da Microsoft atteggiamento non professionale

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a cura di Alexru88

Peter Molyneux
ha seguito parte delle conferenze dell’E3 dallo studio che Game Trailers ha allestito a un centinaio di metri dalla fiera. In quei momenti si è limitato a commenti molto sobri, anche se tuttavia, in un’intervista a GamesIndustry si intuisce un certo atteggiamento irritato (come giocatore) e qualche preoccupazione (come sviluppatore).”Guardando come semplice consumatore” – inizia Molyneux – “mi sono sembrate due confraternite
(Sony e Microsoft ndr). È stato un po’ come: ok voi avete fatto così? E allora noi facciamo così. Stanno solo guardando ciò che fa l’altro. Credo che Sony abbia cambiato la sua strategia a causa di Microsoft e viceversa. Come consumatore non me ne frega nulla. Quello che importa è che i giochi valgano l’investimento di 400-500$.“Uno dei dubbi sull’Xbox One
è la connessione a internet obbligatoria. Molyneux, anche se giudica il DRM non proprio un maleficio dichiara: “Credo solo che è stato fatto in modo poco professionale. C’è stato un messaggio da Phil, e un altro dall’altro Phil (si riferisce a Phil Spencer e Phil Harrison ndr). Semplicemente, come consumatore, devono mostrarmi la ragione per l’always online: ora implica solo un controllo della validità del prodotto, e non va bene. Ma se ci fossero grandi benefici dal DRM,con un messaggio chiaro, potrebbe essere accettato.“Come sviluppatore invece, Molyneux confida i suoi timori: “Qualche volta le E3 mi preoccupano. E questa lo fa in modo particolare: mi preoccupa il fatto che l’industria stia spingendo in termini di crescita. […] Anziché portare nuovi giocatori, si dovrebbero soddisfare gli attuali.“Infine proponiamo un aneddoto su Battlefield: “[…] Quando arrivò Battlefield, ero al panel di IGN. Anziché essere eccitati, molti giornalisti ne approfittarono per andare al bagno. Dove state andando? Questo è Battlefield diamine! Loro mi risposero: sono stati distrutti grattacieli, navi e l’intera New York…Con che cosa possono ancora impressionarci?
Molyneux, sul tema dell’eccitamento dell’utente, fa notare come anche Hollywood si trovi nella stessa situazione. Azione pura e effetti speciali non bastano più per far gridare alla meraviglia. “Serve mostrare il personaggio vulnerabile“- dice il designer.In effetti basta guardare gli ultimi episodi di Batman e Iron Man per accorgersi di quanto i Fatal Flow siano accentuati, e di quanto gli archi di trasformazione dei personaggi siano fondamentali: cosa non facile per gli sceneggiatori quando si tratta di personaggi già “formati“. Può sembrare un paradosso, ma la fragilità può essere emozionante tanto quanto dei super poteri.

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