MADE propone norma per preservare giochi online abbandonati, ESA si oppone

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Spinosa diatriba in corso nell’industria dei videogiochi: il Museum of Art and Digital Entertainment (MADE) è infatti deciso a chiedere un emendamento al Digital Millennium Copyright Act, che possa consentire di preservare, in qualche modo, i videogiochi online abbandonati, evitando così che siano lasciati decadere nell’oblio. Un’idea alla quale la Entertainment Software Association (ESA) si è opposta fermamente. Il motivo? Preservare i vecchi giochi online potrebbe causare «sostanziali danni al mercato.»

Le richieste del MADE

Già nel 2015, fanno notare i colleghi della testata GamesIndustry, il DMCA venne arricchito di alcune regolamentazioni volte a preservare vecchi videogiochi, con mezzi come l’emulazione, il jailbreaking e altri metodi, consentiti però ai soli musei, alle biblioteche o agli archivi preposti. Tuttavia, mentre questa normativa consentiva di salvaguardare in qualche modo l’accessibilità dei giochi offline, non poteva fare lo stesso con le loro componenti in Rete. Alcune postazioni esposte presso il MADE di Oakland, in CaliforniaConsiderando che, ogni tre mesi, la normativa può essere aggiornata secondo le proposte che le vengono sottoposte, il MADE è deciso a presentare gli emendamenti per la salvaguardia dei giochi online: «la salvaguardia dei videogiochi online è ora di importanza fondamentale» scrive il MADE, «i giochi online sono divenuti onnipresenti e la loro popolarità è sempre in crescita. Ad esempio, le stime ci dicono che il 53% dei giocatori giocano a titoli multiplayer almeno una volta a settimana e passano, in media, circa sei ore alla settimana a giocare con altre persone online.»

Il no dell’ESA, che chiede l’opposto

All’altro lato della medaglia, però, l’ESA è estremamente contraria a proposte di questo genere, ed a sua volta ha contattato il Copyright Office preposto per evitare che l’idea del MADE possa trovare accoglimento. L’associazione ritiene dannosa l’idea che il MADE, che è un’organizzazione non-profit, possa in qualche modo fare “concorrenza” ai publisher e gli sviluppatori che fanno parte dell’ESA, e che normalmente potrebbero far pagare per accedere ai giochi online. Invece, in questo caso, le persone potrebbero pagare per entrare al MADE e giocare per tutto il giorno ai titoli multiplyer online presenti come parte dell’esposizione del museo. Una mossa che sarebbe di fatto un uso commerciale di materiali non di proprietà del Museo. «L’utilizzo in pubblico e la messa in mostra di giochi online all’interno di un museo è un uso commerciale, ai sensi della Sezione 107. MADE chiede il pagamento di una quota di ingresso di $10, che consente di giocare ai giochi tutto il giorno. In base a quanto detto in precedenza, l’utilizzo in pubblico e la messa in mostra di prodotti coperti da copyright per generare delle entrare è un uso commerciale, anche quando proposto da un museo non-profit» scrive l’ESA.Vedremo ora, considerate le due posizioni, quale sarà la decisione finale del Copyright Office.Fonte: GamesIndustry