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RECENSIONE

Anthology of Fear | Recensione - Da paura, per i motivi sbagliati

Anthology of Fear sembra un gioco di dieci anni fa, rimasto ibernato e inconsapevole dei progressi che nel frattamepo il genere ha compiuto. Ve lo raccontiamo nella nostra recensione.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

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Anthology Of Fear
  • Sviluppatore: OhDeer Studio, 100 Games
  • Produttore: 100 GAMES, Gamersky Games
  • Piattaforme: PC , SWITCH
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 17 marzo 2023 (PC)

Anthology of Fear ricorda i videogiochi del recente passato. Non quelli belli o memorabili, ma quei titoli basati su un modello che andava tanto in voga una decina di anni fa, che li riduceva a essere pressoché indistinguibili tra loro e largamente trascurabili.

Il riferimento è ai simulatori di camminata funestati da inutili e puerili momenti dedicati agli spaventi improvvisi, spesso con un comparto tecnico arretrato e con una semplicità di base frutto di sviluppatori alle prime armi.

Non è esattamente il caso di Anthology of Fear, perché di fatto è un survival horror che nei suoi sistemi di gioco risulta più evoluto, ma è innegabile che sia diretta emanazione di quella concezione di gioco che oggi, alla luce delle evoluzioni del genere e dopo molti anni di scopiazzamenti, semplicemente non funziona più.

Anthology of Fear, una storia che non convince

Diremmo una bugia se affermassimo che la premessa della storia di Anthology of Fear non ci abbia in qualche modo incuriosito. Il gancio narrativo è basato su un mistero da risolvere, e più nello specifico sulla scomparsa di una persona: il fratello del protagonista che impersoneremo.

Anthology of Fear inizia sin da subito con una voce che ci parla attraverso un walkie-talkie, dandoci le prime indicazioni su come entrare in un vecchio magazzino abbandonato in cui pare ci sia la cartella clinica del nostro consanguineo. Non ci sono molti dettagli su cosa sia successo, né sul suo passato, né tantomeno su quale sia il motivo per cui la sua sfuggente figura sia collegata a una clinica psichiatrica. L'unico dato di fatto è la sua misteriosa scomparsa, assieme a qualunque altra presenza di vita nei paraggi.

Le prime fasi di gioco lasciano già intendere in modo piuttosto chiaro quale sarà di lì in avanti il tenore di gioco, e se un paio di indizi forse non fanno una prova certa, si comprendono per lo meno la natura delle meccaniche semplicistiche e le consuetudini che accompagneranno il giocatore in quel paio di ore utile a raggiungere i titoli di coda.

Anthology of Fear, parlato in inglese e sottotitolato in italiano, riempie artificiosamente la sua scarsa durata con una dose di backtracking assai elevata, frutto di una forzatura che viene a noia immediatamente. Lo si capisce dal modo in cui gli sviluppatori obbligano il giocatore a spostarsi da un punto all'altro per raccogliere un oggetto, usarlo dalla parte opposta, raccogliere un altro oggetto dentro la stanza appena aperta, e compiere un'altra traversata per andare ancora più lontano. E poi ancora, ancora e ancora, usando metodologie di conduzione di gioco francamente inaccettabili.

In questo continuo andirivieni ci imbatteremo di tanto in tanto in qualche piccolo frammento di storia, solitamente convogliato attraverso sparuti file di testo sparsi lungo i non-luoghi in cui ci troveremo di volta in volta.

Il racconto, inizialmente capace di far porre all'utente diverse domande, finisce ben presto per rivelarsi poco approfondito, generico e manchevole da tutti i punti di vista. Sembra quasi un tappeto sgualcito su cui dovremo camminare con passo incerto, sempre attenti a non mettere i piedi in fallo nei numerosi buchi di trama che ampliano progressivamente il loro diametro fino a diventare crateri.

Gli sviluppatori di Anthology of Fear, chiaramente incapaci di dare organicità agli ambienti di gioco, hanno optato (come già successo in diversi altri horror che abbiamo recensito in queste pagine) per una struttura di gioco a compartimenti stagni.

In sostanza, non esiste concordanza tra una zona e l'altra, e viene quindi usato l'escamotage di identificare le zone come aree poste appena al di fuori della percezione, immerse tra quelle nebbie del surrealismo che servono solo a nascondere enormi mancanze nell'ideazione di una struttura coerente (come quella di Resident Evil 4, che trovate su Amazon in versione PS5)

Ecco dunque che ci ritroveremo a muoverci in zone che mutano in modo più o meno importante a ogni visita, tra corridoi e stanze piene di inquietanti manichini e, a un certo punto, anche con la necessità di fuggire da una figura goffa, di buffo aspetto e dall'incedere ridicolo che dovrebbe in teoria incutere timore e gettarci nel panico. Il ruolo di "tormentor" di questa presunta mostruosità, che ci dà la caccia ma che è in realtà facilmente eludibile senza alcun problema, risulta di poco conto e si configura in ultima battuta come un fastidio che non spaventa e non preoccupa mai.

Antologia del disastro

Anthology of Fear sembra più un abbozzo, che un gioco fatto e finito. Appare come un progetto che avrebbe avuto bisogno di restare ai box per molto più tempo, utile per dargli una dignità che invece perde progressivamente a ogni confronto consapevole con tutto ciò che è arrivato sul mercato negli ultimi dieci anni.

Sembra quasi uno di quei titoli che andava tanto in voga tra gli YouTuber un paio di lustri fa, quelli che venivano scelti per creare contenuti in cui ci si inquadrava e si faceva finta di avere degli spaventi tremendi mentre si urlava sguaiatamente dentro a un microfono. Ecco, da allora – e diciamo anche grazie al cielo – il medium e il genere si sono evoluti in modo sensibile, e francamente vediamo il progresso come un'autentica liberazione da un passato che preferiremmo mettere in un angolo remoto dei nostri ricordi.

Forse l'unica piccola consolazione di Anthology of Fear è data dai puzzle, che pur non essendo elaborati né sfidanti riescono almeno a spezzare la banalità di un avanzamento decisamente poco stimolante.

L'uso degli oggetti dell'inventario rimane comunque automatico, tranne quando dovrete posizionarne alcuni nei punti esatti o nel giusto ordine. Non faticherete granché a individuare le soluzioni, perché c'è sempre un chiaro indizio che vi guida senza troppi ostacoli alla risoluzione di enigmi tutto sommato elementari.

Anche tecnicamente Anthology of Fear resta al di fuori dall'ambito della modernità, presentandosi come un progetto poco evoluto e incapace di catturare l'occhio. Di per sé non sarebbe un grande problema, se fosse in grado di creare una buona atmosfera coi pochi mezzi a disposizione (e di esempi ce ne sono moltissimi, in tutta onestà). Non è però il caso di Anthology of Fear, che al di là di un paio di fasi che funzionano resta telefonato, scontato e privo di buoni guizzi che avrebbero potuto migliorare la valutazione finale.

Abbiamo recensito Anthology of Fear con calma perché al lancio, momento in cui il gioco è entrato in nostro possesso, era funestato da molti problemi che andavano dai bug di gioco ai numerosi errori di traduzione. Pensate che la nostra lingua è stata inserita solo dopo una patch, e che i più evidenti problemi sono rimasti lì indisturbati. Non sappiamo perché gli autori e il publisher abbiano avuto questa fretta nel farlo arrivare sul mercato, ma sappiamo di certo che faticherà molto a trovare numerosi estimatori.

Se gli sviluppatori di Anthology of Fear avessero curato meglio tanti aspetti di gioco che appaiono essere poco approfonditi e creati facendo il minimo indispensabile, probabilmente staremmo parlando di un titolo in grado di arrivare almeno alla sufficienza.

Tuttavia non possiamo soprassedere su quelli che sono i problemi più evidenti, figli anche di un'arretratezza che va ricercata nella sua struttura ormai superata. E che già in passato non era di certo uno delle migliori da seguire, se si voleva davvero dire qualcosa all'interno di un genere con tanti cloni e sempre meno idee.

Versione recensita: PC

Voto Recensione di Anthology Of Fear - Recensione


4

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • La premessa narrativa invoglia ad approfondire il racconto...

Contro

  • ... Che però si perde ben presto nell'anonimato

  • Arretrato nella struttura e nel comparto tecnico

  • Sembra uscito da un passato che preferiamo dimenticare

Commento

Anthology of Fear è un gioco vecchio nella struttura e difficile da raccomandare anche ai fan più sfegatati dell'horror. Sembra uscito da quel passato di cui facevano parte tutti quei titoli scelti dagli youtuber per simulare spaventi esagerati mentre si urlava davanti a una telecamera, quelli che in definitiva avevano davvero poco da dire e che venivano confusi nella marea di cloni che anche oggi, evidentemente, non hanno cessato di esistere. Non va meglio per la trama e per l'atmosfera: la prima scarsamente approfondita e sfilacciata, la seconda di basso tono e rovinata da un nemico che vi tormenterà con poca convinzione mentre vi strapperà una involontaria risata.
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