Anteprima

El Shaddai: Ascension of the Metatron

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a cura di Dr. Frank N Furter

Los Angeles – Punto focale della nostra visita presso lo stand del publisher UTV Ignition è stato senza dubbio El Shaddai: Ascension of the Metatron. Già uscito lo scorso 28 aprile in Giappone, è un titolo che riesce ancora a far parlare di se: il suo peculiare stile grafico e la commistione di generi dai quali nasce il progetto, lo fa rientrare infatti in quei titoli strani, che colpiscono in prima istanza per le scelte cromatiche e visuali (Limbo, Outland, Okami ad esempio), per poi rapire grazie al loro gameplay raffinato con sempre qualcosa di distintivo al suo interno. In attesa della sua prossima uscita europea (fissata per il 9 di settembre), vi proponiamo le nostre prime impressioni dopo l’hands on avuto allo stand di UTV Ignition Games.

Angeli caduti Partiamo dalla trama, che affonda le sue radici nientemeno che nel Libro di Enoch (un testo apocrifo dell’Antico Testamento) e vede il protagonista, lo stesso Enoch, impegnato in una sorta di spedizione punitiva nei confronti dei sette angeli rinnegati chiamati “Watchers”, rei di aver scelto la Terra al posto del Paradiso. La rabbia di Dio sta per scatenarsi sulla Terra attraverso il diluvio universale. Enoch ha compassione per l’umanità e chiede a Dio di aspettare per dargli la possibilità di riprendere le anime dei sette angeli caduti. Nella sua missione sarà accompagnato dai quattro arcangeli (Gabriel, Uriel, Raphael e Michael) e da Lucifel, un angelo custode d’importanza capitale nel corso della storyline di cui per ora sappiamo ben poco.

Ispirazione divina Il gameplay del titolo è riconducibile a quello degli action in terza persona, anche se verremo spesso chiamati ad affrontare impegnative sezioni di platform, spesso in due dimensioni, che spezzeranno la nostra frenetica ricerca nei confronti dei sette angeli. Come dicevamo, le sessioni action sono il fulcro del titolo, un combat system semplice, ma ben realizzato, caratterizzato da un ottima risposta negli input dei comandi e da una certa sensazione di fluidità e naturalezza che si prova guidando Enoch. La mappatura dei tasti non è ovviamente nulla di rivoluzionario, con l’attacco demandato al tasto quadrato (premerlo ripetutamente attiverà le inevitabili combo mentre tenerlo premuto ci darà la possibilità di effettuare un attacco potente), con X si salta, due volte doppio salto, ed R1 per parare. Come in ogni action che si rispetti inoltre avranno un’importanza capitale anche le parate e gli attacchi in grado di rompere le difese del nemico: per eseguire una parata perfetta infatti non dovremo far altro che pigiare il dorsale destro nell’esatto momento in cui l’arma nemica ci sta colpendo, se avremo avuto il giusto tempismo potremmo eseguire un contrattacco che lascerà il nemico scoperto ai nostri colpi. Rompere le difese nemiche sarà invece più complesso, visto che richiederà una perfetta padronanza di una seconda pressione del tasto di attacco al momento opportuno, che, se eseguita correttamente, ci spianerà la strada verso dei colpi speciali che il nemico non potrà parare. Non stiamo parlando certo di pattern di attacco e difesa rivoluzionari per il genere, ma vedere che i comandi sono reattivi e ben implementati, e i combattimenti divertenti e appaganti è sempre piacevole. Una volta stordito il nostro avversario potremo rubare la sua arma, nel gioco ne esistono tre diverse tipologie, sinceramente un numero piuttosto esiguo. A seconda del nemico da affrontare potrete rubare un’arma diversa: l’Arch, una sorta di arco con un lato somigliante a una sega circolare, il Gale, una raggiera di colpi sospesi in modo circolare attorno a Enoch e infine il Veil, niente di meno che una coppia di protezioni per le mani da usare come dei guantoni da boxe con l’abilità di formare un resistente scudo. Inoltre le armi andranno purificate subito dopo averle rubate, passato un determinato lasso di tempo si distruggeranno per l’usura. L’armatura di Enoch rappresenta la sua energia vitale, man mano che perderete pezzi vi avvicinerete al game over, potrete ripristinare la salute con delle classiche sfere d’energia lasciate cadere dai nemici sconfitti.

2D con stileLa maggior parte delle sessioni platform si svolgono su un piano 2D, ed è qui che il particolare stile grafico, in continuo cambiamento, fa sfoggio della sua bellezza. Mentre guiderete Enoch in soddisfacenti, e a volte insidiose, fasi platform, sarà facile distrarvi ammirando quello che succede sullo sfondo: colori tenui si alternano a tinte forti, immagini, disegni, sagome, tutto si tramuta in maniera dinamica e armoniosa regalando uno spettacolo visivo di primo livello. Alcuni di questi elementi saranno inoltre parte integrante del gameplay, ad esempio delle enormi onde disegnate da cavalcare per raggiungere la piattaforma più in alto e proseguire poi sopra la loro cresta facendo attenzione al momento in cui cadranno per far posto alla successiva. Se la parte action appare ben strutturata e funzionale, anche quella puramente platform sembra piuttosto solida e visivamente intrigante.

– Stilisticamente divino

– Fasi action-platform impegnative e divertenti

El Shaddai: Ascension of the Metatron è un titolo molto particolare che ha nella ricerca estetica e nella semplicità del gameplay i suoi punti di forza. Nonostante all’apparenza possa sembrare un viaggio onirico basato essenzialmente su un battle system elementare e un level design artisticamente ispirato, El Shaddai porta con se anche un impianto narrativo ben definito che gioca un ruolo importante all’interno della produzione. Il titolo prodotto da UTV Ignition è previsto in Europa per il prossimo 9 settembre, restate sintonizzati sulle pagine di Spaziogames per la recensione completa.

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