Recensione

Weapon Shop de Omasse

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a cura di Naares

Dura la vita dell’eroe da JRPG, tra dungeon, boss di fine livello, incontri casuali a iosa e i più improbabili drammi adolescenziali che possano affiggere il cast medio. 
Come se ciò non bastasse si aggiungono anche gli equip, quei dannatissimi scrigni così difficili da raggiungere da costringerci a rivolgerci ai nostri NPC di fiducia e ripiegare su roba a pagamento. 
Ma si sa, c’è crisi, e tra governi che cadono e riforme che non arrivano anche i poveri NPC devono tirare a campare, ingegnandosi per far breccia nei portafogli dei potenziali clienti e degli avventurieri più improbabili. 
Sulla via del noleggio
Ittle Dew, A Link Between Worlds: questi titoli ci hanno di recente ricordato come il sistema del noleggio possa fruttare bene nelle mani di venditori abbastanza intraprendenti, e lo stesso ha pensato il protagonista di questo Weapon Shop de Omasse.
Il gioco è di base un gestionale con alcuni elementi da rhythm game e altri da JRPG, il tutto accompagnato da uno stile marcatamente nipponico, sia nel design  che nel tipo di ironia spalmata un po’ in tutti i dialoghi. Proprio l’ironia ha giocato fin dalle prime fasi dello sviluppo un ruolo fondamentale, essendo il direttore del progetto uno Yoshiyuki Hirai più o meno sconosciuto nel nostro Paese, ma decisamente più noto in patria per il suo lavoro di comico. 
Nei panni di un apprendista fabbro, ci sarà richiesto di apprendere i rudimenti del mestiere, in modo tale da gestire l’inventario del negozio. Potremo dunque acquistare materiali grezzi, forgiare nuove armi, occuparci della lucidatura, valutare la nostra clientela scegliendo l’arma più adatta ai vari avventurieri in base al livello e alle affinità degli stessi.
Il tutto usando Twitter. 
Non esattamente Twitter, ma una sorta di versione riveduta del noto sociale network, su cui gli eroi posteranno in tempo reale durante le loro scorribande per i dungeon più sperduti del nostro mondo fantasy. Ovviamente ciò significa anche tanto di #hashtag e la sporadica immagine che fa il verso ad Instagram. 
Considerato che ce ne staremo tutto il tempo rinchiusi nel negozio questa idea si rivela particolarmente piacevole, e gli appassionati di giochi di ruolo giapponesi troveranno molti dei commenti assolutamente divertenti. 
Gestione, minigames e relax
Weapon Shop de Omasse è un gioco semplice, che non vuole mettere in difficoltà il giocatore, ma piuttosto intrattenerlo con un approccio molto casual, ideale per chi cerchi un’esperienza mordi e fuggi. 
La fase di forgia non è altro che un rhythm game piuttosto elementare: al ritmo di musica (non molto ispirata) dovremo battere sul metallo incandescente e dare forma all’arma desiderata. Per fare ciò dovremo ricordarci per sommi capi la sagoma dell’arma in questione, e finire il lavoro prima che il metallo si raffreddi. Male che vada potremo sempre somministrare dell’altro carbone per riportare il ferro alla giusta temperatura, pagando però un consumo di risorse maggiorato. In base alla nostra perizia, precisione nelle forme e tempismo con il tapping le statistiche dell’arma cambieranno, e dopo ciascun craft riceveremo una valutazione sul nostro operato. 
La lucidatura dell’arma è invece un’operazione che non comporta alcun tipo di impegno, ma solo un dispendio in termini di tempo che potrebbe alla fine compromettere le nostre consegne. Potremo lucidare un’arma subito dopo averla forgiata, oppure una volta che il cliente l’avrà restituita. In tutti i casi il vantaggio è un boost nelle statistiche che di certo non farà male. 
Ogni qualvolta un eroe verrà a noleggiare un’arma avremo la possibilità di raffrontare le sue abilità con il nostro armamentario, valutando quali siano i prodotti più indicati per il caso specifico. Apprenderemo dunque il livello dell’eroe, la sua abilità con le spade, le lance, le mazze e via dicendo, e conosceremo in anticipo la tipologia di mostri che dovrà affrontare nelle sue avventure. Ecco dunque che avremo pipistrelli deboli a piercing, flan resistenti a slashing e via dicendo, nella migliore tradizione degli RPG. 
Il tutto verrà spiegato attraverso uno schema di facile lettura, dove si vedranno le probabilità di successo di una missione in base all’arma che vorremo affittare. Esatto, perché non è da escludere che il nostro eroe possa cadere in battaglia, e se ciò accadesse sia l’arma che il nostro compenso andrebbero perduti. Sarà dunque buona idea garantirsi un inventario variegato, in maniera tale da soddisfare le più diverse esigenze. 
Il Signore Oscuro™
Per quanto il gameplay possa contare su un minimo di varietà, purtroppo il tutto rischia di venire a noia nel giro di poco tempo. Questo perché ciascuna delle sezioni del gioco è in linea di massima un minigame che non richiede particolare abilità da parte del giocatore. 
Il livello di sfida è e resta basso, e nel giro di un paio d’ore o meno troveremo più gratificante leggere i commenti dei nostri eroi in missione piuttosto che fare altro. 
Questi piccoli interventi sono infatti spesso piacevoli, attingendo dalla cultura giapponese e da quella dei JRPG, con una serie di citazioni e di osservazioni che sapranno far sorridere i giocatori più navigati. Il clima sarà sempre molto leggero, prescindendo dal fantomatico Signore Oscuro di turno e dalla sua venuta più o meno imminente. 
Tuttavia è bene tenere presente che si tratta di un prodotto marcatamente giapponese, e che la sua ironia può essere per alcuni fin troppo fuori dagli schemi. 
L’intera produzione è impostata un po’ come una sit com, con applausi e risate dal pubblico in momenti considerati divertenti dai developers, ma che non appariranno per forza tali ad un pubblico occidentale. Da questo punto di vista sarà il giocatore a dover fare i conti con il proprio background culturale, valutando magari in base al proprio rapporto con anime, manga ed altri prodotti tipicamente giapponesi. 
Da parte nostra possiamo confermarvi la bontà dei dialoghi ed una caratterizzazione dei personaggi estremamente stereotipata, portata spesso ad eccessi proprio con l’intento di sfociare nel ridicolo. 
Nota dolente è una traduzione esclusivamente in lingua inglese, che sarà un macigno insormontabile per i non anglofoni, considerata l’enorme quantità di testo. 
(3)DS
Dal punto di vista tecnico il gioco viaggia su livelli che non superano la sufficienza. Il prodotto è incentrato sulla gestione delle proprie risorse e sul crafting, dunque non avrebbe avuto molto senso investire troppo denaro in una grafica semi-inesistente. 
Il character design è quello tipico caricaturale di molti prodotti nipponici, e la cosa funziona bene. I caratteri dei personaggi sono estremi, ed è giusto che a questi si associ una componente estetica altrettanto accentuata. 
Inutile stare a parlare di poligoni e di animazioni, è chiaro che non fosse interesse degli sviluppatori muoversi in quella direzione.

– Originale e fresco nel gameplay

– Adatto anche ad un approccio casual

– Personaggi stereotipati in modo divertente

– Ironia di stampo tipicamente nipponico

– Ripetitività delle meccaniche, col rischio di stufare

– Livello di difficoltà molto basso

– Ironia di stampo tipicamente nipponico

7.0

Weapon Shop de Omasse è una presenza simpatica e molto originale sullo Store digitale di 3DS, che potrà essere apprezzata dagli appassionati di JRPG che non vogliano lanciarsi nell’ennesimo viaggio per salvare il mondo. Se cercate un prodotto molto casual e vi piace la comicità giapponese fateci un pensierino, ma se non rientrate in entrambe queste categorie è probabile che il prodotto vi venga a noia nel giro di un paio d’ore.

Voto Recensione di Weapon Shop de Omasse - Recensione


7