Recensione

The Witcher 2: Assassins of Kings

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a cura di drleto

Geralt di Rivia è il personaggio principale nato dalla penna di Andrzej Sapkowski, scrittore polacco famoso proprio per la saga che vede protagonista il Witcher. Guerriero implacabile dai capelli albini, Geralt possiede eccezionali doti fisiche e mentali, acquisite dopo lunghi anni di duro addestramento e soprattutto tramite l’assunzione di sostanze mutagene che ne hanno modificato anche l’aspetto, conferendo ai suoi occhi il tipico colore giallastro degli Strigo. Queste capacità sovrannaturali i Witcher le usano solitamente per dare la caccia ai mostri più feroci con la loro celebre spada argentata, ovviamente previo ricco pagamento. Nelle mani di CD Projekt Red, sviluppatore con sede a Varsavia, questo personaggio è riuscito a conquistare anche la platea videoludica, grazie ad un Gioco di Ruolo adulto ed intrigante, capace soprattutto di essere fedele all’affascinante personaggio ed al suo universo, fatto di intrighi, sanguinose battaglie e splendide e lascive fanciulle. Con The Witcher 2: Assassins of Kings i ragazzi polacchi hanno come ambizioso obiettivo quello di regalare ai giocatori un’esperienza coinvolgente e spettacolare che possa combattere ad armi pari con le blasonate produzioni multimilionarie previste per quest’anno.

Temeria, anno 1271E’ passato poco più di un mese dal fallito attentato ai danni di Re Foltest. Geralt e Triss Merigold sono impegnati nel seguire il sovrano durante la sua guerra contro i La Valette, essendo gli unici in grado di proteggerlo da ulteriori pericoli. L’attentatore mostrava infatti chiari segni di mutazione, che lo facevano pericolosamente assomigliare ad un Witcher. Geralt è ancora vittima di un’amnesia e non è in grado di ricordare se questo personaggio facesse parte del suo passato. Una situazione davvero intricata, che va ad incastrarsi in un contesto socio/politico esplosivo, con il potente impero Nilfgaard in agguato appena oltre le frontiere meridionali, gli Scoia’tael ancora in lotta per migliorare le condizioni di vita dei non-umani ed i Sette Regni settentrionali perennemente in guerra tra di loro. Come se tutto questo non bastasse gli Assassini di Re sono pronti a colpire nuovamente le teste coronate dei Sette Regni e l’unico che può impedirlo è proprio Geralt.Qualcosa, però, va storto e l’avventura comincerà con lo strigo in catene, torturato ed accusato di regicidio. Rispondendo alle domande di Vernon Roche, personaggio che imparerete a conoscere meglio, ricostruirete gli avvenimenti che legano il primo capitolo con The Witcher 2: Assassins of Kings e che vi introdurranno nella situazione attuale.

Tutto cambia, niente cambiaA dispetto di personaggi, luoghi e vicende strettamente legate a quelle viste in The Witcher, il gioco CD Projekt RED si presenta profondamente cambiato. Un processo analogo a quello fatto da Bioware con i seguiti di Mass Effect e Dragon Age, nel quale sono state ripensate da capo tutte le meccaniche di gioco, rendendole così maggiormente fluide e fruibili, trasformando i combattimenti ora più divertenti, veloci e spettacolari. Abbandonando l’Aurora Engine, storico motore grafico utilizzato per il primo capitolo, i ragazzi di Varsavia hanno potuto sviluppare una serie di tool che consentono un combat system rigorosamente in tempo reale, nel quale Geralt può mettere in mostra le sue eccezionali capacità di guerriero. Il personaggio di Sapkovski è infatti un combattente eccezionalmente agile e letale, capace di mischiare l’abilità con la spada con i Segni, ovvero gli incantesimi a sua disposizione. Questo stile poco si adattava al sistema statico e scarsamente remunerativo di The Witcher, mentre viene valorizzato in questo seguito, dove l’abilità nel comandare Geralt sarà fondamentale per uscire indenni dai tanti scontri che vi troverete ad affrontare. Ovviamente torneranno le doppie spade del Witcher, una d’acciaio per gli esseri umani ed una argentata per i mostri, arma di base per tutti i confronti. Potrete effettuare un colpo veloce ed uno lento, ma più letale, parare i fendenti avversari e rotolare fuori dalla loro portata. Salendo di livello si potranno acquisire nuove capacità, come una schivata più efficace, il contrattacco o la possibilità di colpire più nemici con un solo affondo, tutti elementi che renderanno lo Strigo un avversario davvero letale e divertente da usare. Durante i combattimenti si noterà talvolta qualche piccolo problema nella risposta dei comandi, non sempre reattivi nell’eseguire le volontà del giocatore. Più che un problema di programmazione sembra un elemento legato a determinati script delle animazioni di Geralt, che talvolta impedisce alla parata o alla magia di essere eseguita nel momento stesso dell’input. Nonostante la giustificazione la sensazione è di non avere totalmente il controllo degli scontri, soprattutto quando a ciò si lega un non perfetto calcolo dei colpi. Per fortuna tali momenti sono rari e non incidono sul godimento dei combattimenti. Contemporaneamente è possibile usare uno dei sei segni a disposizione, speciali magie in grado di conferire un notevole vantaggio in battaglia. Si va da uno scudo capace di assorbire i colpi, ad una sorta di fireball, passando per una trappola in grado di bloccare per qualche secondo i nemici. Anche in questo caso potrete sviluppare tali abilità, in grado di rendere i Segni sempre più efficaci e letali. Il loro utilizzo avverrà nel bel mezzo dei combattimenti, ma dovrete stare attenti a non abusarne, avendo solamente a disposizione un numero prefissato di incanti che si ricaricheranno in base alle vostre capacità. Per cambiare il sortilegio utilizzato sarà possibile richiamare un menù circolare direttamente su schermo, in grado di rallentare il ritmo dello scontro senza per questo bloccarlo completamente, elemento che costringerà il giocatore a prendere le decisioni piuttosto velocemente. Tranne che in questo frangente, i combattimenti saranno sempre in tempo reale e assumeranno connotazioni decisamente action. Tra capriole per evitare i fendenti avversari, trappole e quant’altro il Witcher si esibirà in combattimenti spettacolari contro anche una decina di avversari contemporaneamente, con i quali dovrete essere sufficientemente abili a sfruttare i loro punti deboli per aggirarli e colpirli alle spalle o anticipare i loro colpi. Contemporaneamente dovrete tener sempre sotto controllo la barra della salute, che durante gli scontri si rigenera molto lentamente e non avrete altro modo per recuperare le energie.I segni saranno oltretutto fondamentali per azioni esterne al combattimento. Durante alcuni dialoghi, infatti, potrete tentare di usare questi incantesimi per spingere gli interlocutori a rivelare determinati segreti o per dissuaderli a compiere azioni a voi poco gradite. Sfruttando con successo tali capacità, guadagnerete ulteriori bonus che andranno ad accrescere la vostra efficacia nell’utilizzo dei segni.Ai livelli di difficoltà più elevati sarà importante utilizzare anche l’alchimia, la capacità di produrre pozioni in grado di dare notevoli vantaggi in combattimento, aumentando esponenzialmente la rigenerazione della salute o consentendo di vedere i nemici al buio. A differenza che in passato le pozioni saranno consumabili solo durante la meditazione e non a combattimento inoltrato costringendo il giocatore a barcamenarsi coi segni, o con la fuga, in caso di difficoltà. Il nuovo albero delle capacità di Geralt funziona finalmente in maniera chiara e comprensibile, con un percorso univoco per ognuno dei tre campi principali (alchimia, spada e segni, più un quarto di capacità più generiche) che ad ogni nuovo livello conferisce a Geralt abilità ben definite e chiare, immediatamente riscontrabili sul campo di battaglia. Coloro che temevano che la scelta di rendere il sistema di combattimento più dinamico e veloce fosse figlia della volontà di portare il gioco su console, dovranno ricredersi. Nonostante The Witcher 2: Assassins of Kings sia perfettamente giocabile con un pad, crediamo che la scelta sia stata dettata dalla volontà di essere il più fedeli possibili ai personaggi originali, dato che i combattimenti portati su schermo saranno decisamente più simili, per esempio, a quelli mostrati nel video introduttivi del primo capitolo o descritti nei libri. Inoltre, a differenza di quanto fatto da Bioware, la revisione del gioco è andata a rivoluzionare il gameplay e snellire alcuni processi ridondanti nella gestione del personaggio, lasciando però immutate la complessità nella gestione dell’inventario, la possibilità di creare nuove armi e trappole o di preparare le proprie pozioni. L’unica concessione in questo senso è data dalla meccanica legata al Medaglione. Attivando la testa di lupo che Geralt porta sempre al collo verrà fatta una scansione dello scenario intorno al Witcher, utile per rilevare tutti gli oggetti, le erbe o le fonti di potere (luoghi in grado di conferirvi un bonus temporaneo) presenti. In questo modo la ricerca e l’esplorazione del setting viene molto semplificata, a vantaggio di una maggiore fruibilità di tali elementi. Anche la gestione delle quest, nonostante sia stata resa decisamente più leggera e leggibile, non ha subito variazioni, lasciando al giocatore la possibilità di cambiare in ogni momento il focus delle proprie ricerche e dedicarsi ad altri incarichi, più o meno piacevoli. La differenza si nota solo nella gestione delle stesse, decisamente meno oscure e criptiche di quelle di The Witcher e soprattutto scritte in modo tale da evitare lunghe fasi di backtracking fine a se stesso, soste in attesa di un dato momento della giornata o complessi intrecci narrativi nei quali non si capirà se per proseguire con la storia occorrerà portare a termine un’altra missione rispetto a quella selezionata.Tutto ciò avviene anche grazie all’implementazione di un ottimo diario di gioco che, fingendo di essere il libro degli appunti di Dandelion, fornirà un corposo riassunto della missione fino a quel momento svolta ed aiuterà a recuperare dettagli che probabilmente erano sfuggiti.

AvvincenteUno degli aspetti sui quali i ragazzi di CD Projekt RED hanno posato maggiormente l’accento è la libertà data al giocatore. Libertà non solo nel seguire la quest preferita o nel dedicarsi liberamente ad uno dei tre passatempi principali (poker coi dadi, braccio di ferro o una sana scazzottata, ai quali si potrebbe aggiungere una gita nei bordelli locali, un hobby piuttosto costoso), ma anche nel prendere decisioni che andranno ad incidere pesantemente sia sul destino dei Sette Regni (sono ben sedici i finali scritti dagli sviluppatori), sia semplicemente sulla vostra partita, dato che ad un certo punto la trama si spezzerà letteralmente in due e dovrete decidere da che parte schierarvi. Questo porta con sé un fattore rigiocabilità davvero elevato, dato che si potrà scegliere di rivivere la storia da due punti di vista diametralmente opposti. Allo stesso modo anche alcune quest si modelleranno in base alle informazioni in vostro possesso e alle vostre decisioni, che andranno sia ad incidere sullo svolgimento delle stesse, sia su di un loro prematuro fallimento. Talvolta sarà sufficiente l’arte oratoria di Geralt per evitare un combattimento, mentre altre sarà proprio la sua lingua lunga ad accendere gli animi. Tutto dipenderà da voi.L’attenzione messa nella narrazione e nello sviluppo della trama, anche nelle missioni meno importanti, è forse uno degli aspetti nel quale il gioco ha fatto i principali progressi, grazie a dialoghi sempre ben scritti ed ottimamente recitati in lingua inglese. Tanti sono i momenti intensi e spettacolari che vivrete in The Witcher 2: Assassins of Kings, nei quali gli avvenimenti vi coinvolgeranno grazie alle musiche potenti ed ispirate, sempre perfettamente adatte a sottolineare la situazione sullo schermo, ed a personaggi carismatici. Una recitazione non molto convincente da parte dei protagonisti virtuali, troppo legnosi ed inespressivi, ed alcuni intermezzi goffi, smorzano un po’ il giudizio finale, nel complesso assolutamente positivo. Notevoli anche i boss contro i quali vi dovrete scontrare, tutti enormi e perfettamente dettagliati, da combattere sia in maniera tradizionale, sia tramite Quick Time Event, ovvero sequenze animate nelle quali dovrete essere in grado di premere correttamente i tasti mostrati a schermo. Tra mostri marini a più teste, troll e draghi ce ne sarà davvero per tutti i gusti e la soddisfazione nell’abbatterli sarà davvero molta. Peccato a volte non si capisca immediatamente il pattern per sconfiggerli a causa dell’assenza di suggerimenti esterni, costringendovi a procedere a tentoni, elemento che causa ovvi momenti di frustrazione.Nonostante i netti miglioramenti registrati, la navigazione tra i menù, la comprensione degli stessi e la struttura delle missioni sono elementi sui quali i ragazzi di CD Projekt RED possono ancora migliorare. Comprare un’arma in un negozio senza poterla confrontare con quella equipaggiata, eseguire QTE con icone sottodimensionate rispetto allo schermo o perdervi durante una missione perché le indicazioni e la mappa mostrano informazioni fallaci, se non errate, sono elementi che non incidono più di tanto sul valore generale di un prodotto, ma che stonano di fronte ai valori produttivi elevatissimi mostrati negli altri campi.

RED EngineIl motore di gioco proprietario, battezzato RED Engine, riesce a portare su schermo un universo credibile e vibrante, con personaggi dettagliati ed ottimamente modellati, eccellenti effetti luce ed un design davvero brillante, lontano sia dai canoni giapponesi che da quelli americani, fatto di colori accesi e un tratto molto più realistico. Per godere di questo ben di dio con tutte le impostazioni al massimo è richiesto un hardware piuttosto performante, ma grazie alle tante opzioni di personalizzazione sarà possibile trovare la configurazione idonea alla propria macchina. Abbiamo notato qualche piccolo problema nel caricare le texture, animazioni a volte un po’ legnose o di telecamera, che a volte “salta” tra un filmato e l’altro, ma anche in questo caso non sono elementi in grado di rovinare l’aspetto complessivo. Buona la varietà e l’estensione delle diverse ambientazioni che, nonostante il numero esiguo di macro aree, riescono comunque a sopperire grazie alla loro ampiezza ed al livello di dettaglio. Spostarsi all’interno della stessa zona avverrà oltretutto senza effettuare nuovi caricamenti, necessari solo quando si entra in un luogo chiuso ed anche in questo caso va detto come questi siano decisamente veloci.Di assoluto livello il comparto audio, con un’ottima colonna sonora, inclusa anche nell’edizione da collezione, ed un buon doppiaggio, tradotto in maniera puntuale nei sottotitoli italiani. Davvero riusciti anche gli effetti ambientali, ben campionati ed utilizzati con cura.Nonostante esistano Giochi di Ruolo più lunghi (mancando un counter preciso nel salvataggio, calcoliamo all’incirca tra 15 e 20 le ore di gioco effettivo necessarie per giungere al filmato finale), la possibilità di giocarlo una seconda volta per scoprire i dietro le quinte dell’altra fazione, o per trovare i diversi finali sono comunque ottimi incentivi per riprendere in mano il gioco anche dopo averlo finito, senza considerare le tante missioni secondarie e la promessa di nuovi contenuti in arrivo. Come se non bastasse anche questa volta il finale rimane decisamente aperto, facendoci sperare in un terzo episodio a breve.

CuriositàThe Witcher 2: Assassins of Kings è salito agli onori della cronaca per le scene di nudo femminile, finalmente credibili ed integrali. Tali segmenti si inseriscono perfettamente nel contesto narrativo e soprattutto nell’universo di Sapkovski, nel quale fare sesso non è un’attività così rara, soprattutto per Geralt e Dandelion.Il codice di gioco vi consentirà di installare il programma su di un massimo di 5 PC differenti e l’attivazione di ognuno di questi computer richiederà una connessione online, anche per verificare la presenza di aggiornamenti; per avviare il titolo successivamente non sarà più necessario restare connessi. Un DRM decisamente poco invadente.I giocatori abituati a Steam o anche alle console, noteranno la mancanza di achievement durante il gioco, un vero peccato viste le tante attività presenti e la bravura degli sviluppatori, in grado di regalare qualche obiettivo davvero curioso.Infine citiamo il supporto nativo al 3D stereoscopico di Nvidia, ovviamente solo per i possessori delle periferiche adatte.

HARDWARE

Requisiti Raccomandati:Processore: Intel Quad Core o AMD equivalenteScheda Video: Nvidia GeForce 260, 1 GB / Radeon HD 4850 1 GBRAM: 3 GB per Windows XP / 4 GB per Windows Vista e Windows 7Hard Disk: Almeno 16 GB di spazio libero

Requisiti MinimiProcessore: Intel Core 2 Duo 2.2 GHz o AMD equivalenteScheda Video: Nvidia GeForce 8800, 512 MB o ATI equivalenteRAM: 1 GB per Windows XP / 2 GB per Windows Vista e Windows 7Hard Disk: 8 GB per l’installazione e 8 GB per il materiale bonus.

– Storia adulta ed intensa

– Tecnicamente impressionante

– Trama duplice

– Combattimenti intensi

– Qualche difetto grafico

– Imprecisione nei combattimenti

9.1

The Witcher 2: Assassins of Kings è quello che i fan di Geralt di Rivia stavano aspettando. I ragazzi di CD Projekt hanno dimostrato di potersi confrontare ad armi pari con produzioni decisamente più ricche e blasonate. Una storia ben narrata, adulta, interessante ed intensa, un gameplay molto dinamico e divertente ed un comparto grafico di tutto rispetto sono i punti di forza di questo secondo capitolo, quello che probabilmente consacrerà lo Strigo tra i personaggi più affascinanti e carismatici dell’industria. Qualche piccolo problema di risposta dei comandi, un’interfaccia pulita, ma non chiarissima e qualche bug grafico sono elementi che non vanno a rovinare una delle produzioni più interessanti di questo anno, un acquisto praticamente obbligato per tutti gli amanti dei giochi di ruolo occidentali.

Voto Recensione di The Witcher 2: Assassins of Kings - Recensione


9.1