Recensione

Steamworld Dig

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a cura di LoreSka

Quando un gioco di terze parti, scaricabile e soprattutto indie finisce in un Nintendo Direct e viene presentato dai vertici dell’azienda giapponese, significa che il titolo ha lasciato il segno nel cuore di qualche persona importante. Qualche settimana fa Satoru Shibata parlò di Steamworld Dig, gioco creato da un piccolo team di sviluppo svedese con protagonista un robot minatore. Aveva le sue buone ragioni.
Scava che ti passa
L’idea di fondo è tanto semplice quanto strampalata. Il gioco vede come protagonista Rusty, un robot arrugginito che giunge nella città di Tumbleton, uno sperduto villaggio nel vecchio West. L’ambientazione narra di un passato post-apocalittico: il gioco è infatti ambientato nella seconda metà del diciannovesimo secolo, dove una sorta di rivoluzione steampunk ha permesso agli esseri umani di creare robot alimentati dal vapore. Gli esseri umani si sono estinti a causa di un’apocalisse zombie, e sulla terra sono rimasti i robot che hanno mantenuto lo stile di vita dei cowboy del 1865. Così, a Tumbleton c’è un saloon, un bordello, qualche negozio e tutti sono popolati dai robot.
Rusty entra in città alla ricerca del padre, scomparso nella miniera. Dopo aver trovato il cadavere – pardon, il rottame – del defunto genitore in una grotta, il nostro eroe si arma di piccone e inizia a scavare sempre più a fondo, nell’intento di riportare in auge la propria città natale.
La città cresce con noi
Scavando fra le rocce si recuperano materiali, i quali servono sia a migliorare la città che ad aumentare di livello. Con la vendita delle gemme e dei minerali si possono acquisire dei soldi da investire in upgrade, che inizialmente migliorano le caratteristiche fisiche del personaggio.
Sfortunatamente, il sottosuolo pullula di nemici, e il nostro piccone arrugginito non è certo una buona arma per difendersi. Scoprendo alcune grotte nascoste è possibile acquisire degli upgrade, che consentono a Rusty di ottenere una potente trivella per scavare le rocce più coriacee, un super salto e un pugno capace di colpire i mostri a distanza. Queste abilità sono alimentate dal vapore, ed è dunque necessario scavare per trovare pozze d’acqua dove rifornirsi.
Le grotte che nascondono gli aggiornamenti sono segnalate da alcuni punti luminosi sulla mappa. Una volta entrati nelle grotte si trova una situazione diversa dai mondi generati casualmente che contraddistinguono la mappa principale: le grotte, infatti, sono livelli ben studiati e incentrati sulla risoluzione di puzzle mai troppo cervellotici. Una buona esplorazione risolve qualsiasi problema, ed è difficile restare bloccati nella mappa. Non è raro, invece, che ci si incastri da qualche parte a causa del nostro scavare troppo avido: in quel caso si è costretti all’autodistruzione per poter ricominciare da capo.
Inoltre, non è possibile passare troppo tempo nel sottosuolo: di tanto in tanto è necessario risalire a prendere un po’ d’aria, a patto che non si ottengano dei boost droppati dai nemici uccisi.
A tutto questo si aggiungono delle grotte secondarie, che custodiscono metalli molto preziosi o qualche globo energetico, token necessari per sbloccare alcune abilità più avanzate o per ottenere alcuni accessori di fondamentale importanza, tra cui spicca un teletrasporto che ci riporta in città e salva la nostra partita.
Viaggio al centro della Terra
Steamworld Dig è costituito da tre livelli di profondità: la miniera, le fogne e un mondo tecnologico. Come prevedibile i tre mondi sono in difficoltà crescente, principalmente a causa della pericolosità dei nemici che li popolano. La miniera è abitata da grossi insetti, mentre nelle fogne ritroviamo i rimasugli zombificati dell’umanità. Nel livello tecnologico, infine, vi sono versioni elettroniche degli insetti della miniera e qualche pericoloso nemico esplosivo. Il tutto si conclude con un boss finale, il cui scontro è risultato per la verità un po’ deludente, a causa di una meccanica piuttosto ripetitiva.
Il titolo si può finire agilmente in circa quattro ore: al termine dell’avventura vengono assegnate delle medaglie per il tempo impiegato e gli upgrade ottenuti. Il gioco, quindi, riprende dall’ultimo salvataggio e ci permette di continuare l’esplorazione del vastissimo mondo di gioco.
Il finale ci ha lasciato l’amaro in bocca, e sinceramente speravamo di vedere qualcosa di più. Questo perché Steamworld Dig, nonostante la sua semplicità nelle meccaniche, è un gioco molto divertente e avremmo gradito qualche ambiente extra da raggiungere.

– Meccaniche semplici ma divertenti

– Esplorazione piacevole

– Tanti segreti

– Buon rapporto qualità/prezzo

– Avventura breve

– Solo tre ambientazioni

– Boss finale deludente

8.0

A un prezzo inferiore ai 9 euro, questo piccolo gioiellino per Nintendo 3DS è un gioco da tenere in seria considerazione. Non è certo la risposta portatile a Minecraft, come qualcuno aveva ipotizzato, ma è indubbiamente un’avventura divertente. Anche se dura poco e si conclude in maniera non troppo entusiasmante, c’è davvero da perdersi nelle profondità di Tumbleton.

Voto Recensione di Steamworld Dig - Recensione


8