Recensione

Star Wars Racer Revenge

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a cura di Danilo

Uscire con un racing game futuristico con Wipeout Fusion già sul mercato da un paio di mesi potrebbe sembrare una scelta quantomeno azzardata, anche se il gioco può fregiarsi di una licenza come quella di Guerre Stellari e promette di far rivivere una delle poche (a mio avviso) sequenze davvero meritevoli de “La Minaccia Fantasma”.La sequenza in questione è la corsa dei Pod Racer (o Sgusci per dirla all’italiana) che ha ispirato sia l’originale Star Wars Racer uscito nel lontano 1999 su Nintendo 64 (e in seguito su PC e Dreamcast) e ora questo sequel a cui è stato aggiunto il suffisso Revenge. Titolo a parte, la sostanza non sembra essere cambiata poi molto, a fronte dei tre anni trascorsi dall’uscita del primo capitolo. Probabilmente il più grande difetto di Star Wars Racer Revenge (da ora in poi SWRR) è quello di essere uscito dopo il già citato Wipeout Fusion. In caso contrario probabilmente il titolo sviluppato da Rainbow Studios sarebbe stato visto sotto un’ottica più “benevola”, piuttosto che prestarsi a inevitabili paragoni, a volte impietosi, con il racing game di Sony. Tecnicamente siamo di fronte a un prodotto che fa della velocità il suo punto di forza, e in effetti la sensazione di velocità restituita durante le gare è davvero esagerata a volte sin troppo, nonostante l’ormai cronica assenza della modalità a 50Htz (se volete un consiglio evitate di utilizzare le visuali ravvicinate, tanto spettacolari quanto ingiocabili). Le piste scorrono via in maniera fluida salvo sporadici rallentamenti nei passaggi più tortuosi o angusti, e nonostante a livello di design non si riescano a raggiungere le vette toccate con Wipeout, i 13 tracciati presenti regalano sprazzi di gioia per gli occhi con alcuni tocchi di classe come la realizzazione dell’acqua, i giochi di luce e gli effetti particellari per simulare il fumo che fuoriesce dai motori dei pod racer o la polvere alzata nelle piste desertiche. I mezzi dal canto loro, disponibili inizialmente in soli 8 esemplari a cui vanno aggiunti i numerosi extra sbloccabili progredendo nel campionato, sono realizzati a dovere e riproducono fedelmente gli stessi visti nel film, ma mancano di quel carisma che caratterizza le navette antigravitazionali del titolo Sony. Le piste, al di là dei limiti di design evidenziati, presentano ambientazioni evocative (deserti, foreste, rovine antiche…) e risultano mediamente più lunghe di quelle di Wipeout e più ricche in fatto di scorciatoie e percorsi alternativi. L’unico problema è che paradossalmente alcune di esse risultano fin troppo veloci per essere apprezzate appieno rendendo le gare più avanzate del campionato una sorta di lotteria alla cieca nella speranza di azzeccare le giuste traiettorie. Sotto questo aspetto non aiuta il comportamento dei piloti avversari (alle gare partecipano altri 7 concorrenti) pronti ad approfittare di ogni vostro piccolo errore e a relegarvi in ultima posizione al minimo contatto con i bordi della pista che impediscono di fatto eventuali escursioni, anche brevi, al di fuori del tracciato principale. Il caos generato dall’elevato tasso adrenalinico prodotto dall’andatura del vostro mezzo è ulteriormente amplificato dai furiosi scontri con gli altri pod al fine di danneggiarsi a vicenda. La mancanza di armi in questo senso vanifica in buona parte le intenzioni di mettere fuori gioco un nemico con ripetuti schianti, tattica che rischia alla lunga di essere penalizzante ai fini della classifica finale. A livello di modalità di gioco SWRR prevede oltre alla possibilità di affrontare singolarmente le varie piste (contro il tempo, in una gara singola o in modalità pratica) il campionato e la sfida a due giocatori tramite split screen. Partiamo da quest’ultima per evidenziare come la realizzazione tecnica si attesti su livelli ottimali, sacrificando in minima parte la sensazione di velocità a vantaggio di una fluidità più che buona, malgrado un marcato effetto di draw-in in distanza con il fondale che si disegna via via sotto i vostri occhi. Il campionato rappresenta il fulcro dell’intera produzione dal momento che dovrete affrontare in serie le 13 piste proposte piazzandovi entro i primi tre per accedere alla gara seguente. I vostri piazzamenti saranno ricompensati con somme di denaro alle quali andranno ad aggiungersi eventuali extra elargiti per ogni pod avversario distrutto. Per farlo bisogna colpire direttamente l’obiettivo prescelto o mandarlo a sbattere contro le barriere, ma la procedura di azzeramento dell’energia del nemico spesso si rivelerà lunga e, come già accennato, in fin dei conti inutile al vostro scopo primario. I soldi guadagnati potranno essere spesi per upgradare il proprio mezzo in diversi parametri, dal sistema di raffreddamento per il turbo, alla resistenza ai danni fino a migliorarne la velocità di punta e l’accelerazione piuttosto che la stabilità. Giocare a Star Wars Racer Revenge è piuttosto semplice, e non impiegherete molto a padroneggiare le varie piste. Il sistema di controllo è assai immediato e consta principalmente di quattro tasti, oltre allo stick analogico per guidare il pod. Con X è possibile farlo accelerare, con il Quadrato si aziona il freno (lo userete davvero in circostanze rare…) mentre con i tasti dorsali è possibile usufruire del turbo ed eventualmente provvedere alla riparazione in corsa dei motori del vostro pod, pena però una momentanea riduzione della velocità. Questo elemento introduce un minimo di strategica nelle gare dal momento che dovrete bilanciare la salute del vostro mezzo con la posizione in classifica se non volete ritrovarvi con i motori in fiamme e quindi eliminati proprio in vista del traguardo. La longevità per i giocatori più pazienti è assicurata dal fatto che è possibile affrontare il campionato con i vari personaggi presenti al fine di sbloccarne dei nuovi e aumentare le performance del relativo pod. Oltre a questo, e alla misera modalità a due, c’è ben poco altro da fare. Chiudo con una menzione per il sonoro che presenta una serie di tracce tanto epiche quanto anonime (nel senso che farete fatica a sentirle durante le gare) ed effetti sonori mediocri così come l’inutile commento del telecronista. In definitiva siamo di fronte a un gioco dotato di buona giocabilità e discreto come contenuto tecnico ma povero in fatto di opzioni e appeal alla lunga distanza.

Immediato.

Molto veloce.

A volte confuso.

Il sonoro.

Longevità non eccelsa.

7

Star Wars Racer Revenge non è un brutto gioco, solo che in giro c’è di meglio. Con questa frase credo si possa riassumere il mio pensiero sull’ultima fatica targata Rainbow Studios.

Pecche particolari che possano pregiudicarne la giocabilità non ve ne sono, ma se vi piacciono i giochi di guida di stampo futuristico allora Wipeout Fusion rimane senz’altro da preferire sia a livello di gameplay che di spessore.

Voto Recensione di Star Wars Racer Revenge - Recensione


7