Recensione

Splinter Cell: Blacklist PC

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a cura di Hybr1d

La ricomparsa di Sam Fisher non ha tradito le aspettative, anzi, il buon Sam è riuscito a stupire con un ritorno alle origini tanto auspicato quanto ormai insperato dopo il poco convincente Conviction. Gli ultimi titoli legati al famoso franchise Ubisoft si sono progressivamente allontanati dal concept originale della serie, ma Splinter Cell: Blacklist pesca a piene mani dai primi capitoli, riabbracciando l’approccio stealth e un gameplay meno votato all’azione frenetica, sebbene si tratti di un continuum dell’ultimo capitolo del quale riprende atmosfera e tono narrativo. Dopo aver analizzato approfonditamente la versione console del titolo nella nostra precedente recensione, oggi ci dedichiamo a vedere come si comporta il nuovo Splinter Cell su PC, ma prima, un breve ripassino.

Guerra GlobaleDopo gli eventi del precedente capitolo, un Sam Fisher più cupo e temprato si ritrova ad affrontare una nuova e pericolosa organizzazione terroristica che risponde al nome de “Gli Ingegneri”. Questo gruppo criminale organizzatissimo e dotato delle più avanzate tecnologie, ha dato un ultimatum agli Stati Uniti d’America intimandoli a ritirare le truppe militari presenti nei vari focolai di guerra sparsi in tutto il mondo, e minacciandoli con un attacco ogni sette giorni. Gli obiettivi sensibili presi di mira da questi attacchi vanno a comporre la Blacklist, e il compito di Sam e compagnia sarà quello di neutralizzare le minacce imminenti e raccogliere informazioni sui terroristi, per stanarli prima che possano mettere in atto i piani successivi. L’incipit della vicenda vede proprio la nostra spia coinvolta nel primo di questi attacchi, sull’isola di Guam. Mentre si trova in elicottero, l’onda d’urto provocata dall’esplosione fa perdere stabilità al mezzo, che precipita in uno schianto rovinoso dal quale Sam esce fortunatamente illeso, a differenza del suo compagno Victor Coste, ferito gravemente. Per far fronte alla minaccia, il Presidente USA smantella la vecchia organizzazione segreta antiterroristica e dà vita a Fourth Echelon, arruolando Sam Fisher a capo delle operazioni. Il tutto verrà coordinato a bordo del Paladin, un gigantesco aereo militare che funge da hub primario di gioco. A bordo dell’aereo sarà infatti possibile visionare la mappa globale dalla quale prendere parte alle missioni a disposizione, sia primarie che secondarie, oltre a comprare, migliorare e personalizzare tutto l’equipaggiamento. Uno dei pregi di Splinter Cell: Blacklist è quello di ritornare in parte alle sue vecchie radici, basando il gameplay su un approccio stealth più marcato di quanto osservato negli ultimi episodi, senza però precludersi momenti più frenetici di deriva action. Il tutto è stato sapientemente sintetizzato nei tre stili di gioco disponibili: Fantasma, Panther e Assalto. In base alle azioni compiute durante le missioni, invero piuttosto lunghe e articolate, il giocatore viene ricompensato con punti esperienza che andranno a definire il suo stile di gioco, sbloccando ricompense e rimpinguando il conto in banca di Sam, utilizzabile per acquistare miglioramenti del Paladin e nuovo equipaggiamento. Lo stile Fantasma è quello che più si avvicina allo spirito della serie, con un focus sul creare diversivi per aggirare i nemici senza abbatterli direttamente. Il Panther è più aggressivo e implica uccisioni silenziose di nemici che si ritrovano morti prima ancora di accorgersi di essere stati attaccati. Il sistema Tag & Kill rientra in questo stile di gioco e richiede di neutralizzare silenziosamente dei nemici a mani nude o all’arma bianca prima di poter essere utilizzato. Il più aggressivo di tutti è sicuramente lo stile Assalto, quello che maggiormente avvicina il gameplay di Blacklist a quello di un third person shooter con coperture, senza però rinunciare agli elementi caratteristici del titolo. L’opera Ubisoft comunque mantiene la sua identità anche se giocato in modo aggressivo, visto che ad ogni allarme scattato i nemici si moltiplicano considerevolmente e bastano solamente un paio di colpi per mandare Sam all’altro mondo.A fare da contorno al single player ci sono una modalità co-op online e in split screen con missioni dedicate, e una multiplayer in quattro contro quattro dalle meccaniche davvero profonde e complesse. Per saperne di più sulle modalità e sulle varie sfaccettature di un gameplay comunque profondo e appagante, potete rifarvi alla nostra recensione e videorecensione. Ora spazio al PC.

Il gioco delle ombreArrivati a questo punto della generazione, è superfluo dire che il PC è la macchina sulla quale i titoli danno il meglio di sé. Splinter Cell: Blacklist non fa eccezione, offrendo un comparto tecnico di primordine grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie messe a disposizione da NVIDIA. Su tutte spicca il nuovo HBAO+, algoritmo di occlusione ambientale che permette di riprodurre su schermo l’alternarsi di luci e ombre direttamente in alta definizione, renderizzando a una risoluzione massima di 1920×1200 pixel. Fin dal suo concepimento, l’occlusione ambientale permette di gestire le fonti di luce e, di conseguenza, creare ombre più o meno profonde. Nella sua forma più semplice, se ad esempio utilizziamo una piccola fonte di luce, otterremo uno stacco netto tra le zone in ombra e quelle illuminate, mentre se ne utilizziamo una più grande, come ad esempio una finestra, otteniamo delle ombre più morbide e un minore contrasto. L’algoritmo SSAO (Screen Space Ambient Occlusion) è alla base dell’occlusione ambientale, ma la quasi totalità di chi lo utilizza tende a personalizzarlo a seconda dei propri bisogni. NVIDIA ha sviluppato un algoritmo SSAO particolare dal nome Horizon Based Ambient Occlusion (HBAO), che evolve il precedente incrementando il numero di samples per pixel. È stato utilizzato in Battlefield 3 e in Batman: Arkham City con ottimi risultati, con il solo contro di essere ancora in bassa risoluzione. Con l’HBAO+ NVIDIA ha fatto il salto nel full HD, offrendo ombre nere e profonde in grado di creare giochi di luce mai visti in precedenza, e quale titolo, se non Blacklist, potrebbe sfruttarlo sl meglio? Attivando l’HBAO+ Sam riesce a calarsi nell’oscurità più completa facendo uso del suo fido visore notturno, sfruttando il buio e disorientando i nemici per coglierli di sorpresa. Spegnere le luci e sparare alle lampadine dà un vantaggio tattico non indifferente, garantendo una nuova dimensione all’approccio stealth delle varie missioni.

Un motore per tutte le esigenzeIl motore di gioco alla base di Splinter Cell: Blacklist è ampiamente scalabile e, oltre all’occlusione ambientale, abbiamo la possibilità di settare a piacimento qualità delle ombre, dettaglio texture, filtro anisostropico, anti-aliasing, V-Sync e tassellatura per adattare la performance del titolo all’hardware a disposizione. Utilizzando un processore Intel i5-3750K a 3,40 GHz e una scheda video Msi NVIDIA GeForce GTX 670 Power Edition OC non abbiamo avuto problemi a utilizzare l’occlusione ambientale più elevata e tutte le impostazioni al massimo, rimanendo saldamente ancorati ai 30 frame per secondo anche nella situazioni più concitate. Giocato alla risoluzione di 1920×1080 pixel con V-Sync attivo, non abbiamo riscontrato nessun rallentamento e tanto meno fenomeni di tearing, segno che il lavoro di ottimizzazione fatto degli sviluppatori di Ubisoft ha dato i suoi frutti. Su console Splinter Cell: Blacklist si era confermato come il titolo più evoluto della serie sul fronte tecnico, senza però stupire eccessivamente nel confronto con il predecessore. Grazie all’ampio campionario di opzioni a disposizione, la versione PC segna un ulteriore passo in avanti, elevando la qualità dei modelli poligonali e delle texture utilizzate nelle varie ambientazioni. Gli ambienti di gioco sono variegati e tutti ottimamente realizzati grazie alle texture in alta definizione: si passa dagli ampi scorci delle montagne dell’Afghanistan ai claustrofobici cunicoli delle fognature cittadine, ma tutto è definito e visivamente ottimo. L’immagine è sempre pulita, gli effetti particellari e i lens flare sono notevoli, per un ulteriore salto di qualità di un titolo già ottimo.Oltre alle ambientazioni, anche i modelli dei personaggi principali sono realizzati ottimamente, mentre le variegate tipologie di nemici ricorrono spesso all’escamotage del volto coperto del tutto o in parte per alleggerire il lavoro del motore di gioco. Grazie alla tassellatura i volti dei comprimari sono lisci e armoniosi, riuscendo ad aumentare l’espressività dei personaggi anche grazie a un doppiaggio di livello. La voce di Sam Fisher è quella di Luca Ward, ma nel complesso stonano soprattutto i personaggi minori, con performance ridicole in alcuni frangenti.

Configurazione di provaProcessore: Intel Core i5-3570K @3.40 GHzScheda Madre: ASRock Z77 Extreme4RAM: 2x4GB Corsair Vengeance @1600 MHzScheda Video: MSI NVIDIA GeForce GTX 670 Power Edition OCSistema Operativo: Windows 7 Ultimate 64-bit

Requisiti minimi Processore: Intel Core 2 Duo E6400 @ 2.13 Ghz o superiore, AMD Athlon64 X2 5600+ @ 2.8 Ghz o superioreRAM: 2 GBHard Disk: 25 GBScheda Video: NVIDIA GeForce 8800GT o AMD Radeon HD3870 o superiore (512MB VRAM con Shader Model 4.0 o superiore)Scheda Audio: DirectX Compatible Sound Card aggiornata agli ultimi driverSistema Operativo: Windows XP SP3 o Windows Vista SP2 o Windows 7 SP1 o Windows 8 (32/64bit)

– Tecnicamente ottimo

– Pregevole gestione di luci e ombre

– Migliore della versione console

– Doppiaggio altalenante

9.0

La versione PC di Splinter Cell: Blacklist non ha fatto altro che rinnovare il nostro entusiasmo di fronte a un titolo in grado di stupire per meccaniche di gameplay e realizzazione tecnica. Quando si pensava all’ennesima svolta action, gli sviluppatori hanno confezionato un gioco che, nonostante i molteplici approcci disponibili, strizza fortemente l’occhio all’azione stealth dei primi capitoli. Il tutto è supportato da un comparto tecnico che immerge totalmente il giocatore nelle atmosfere tese e adrenaliniche cui Sam Fisher è da sempre abituato, grazie all’ottima gestione delle luci.

Voto Recensione di Splinter Cell: Blacklist PC - Recensione


9