Recensione

Rocksmith

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a cura di Nitro

La progressiva decadenza dei due colossi targati EA e Activision sembrava aver ormai segnato la fine del genere dei rhythm game. Eppure, già il mese scorso con il rilascio di Rock Band Blitz da parte di Harmonix, abbiamo assistito al debutto di un titolo originale e diverso dal solito, che ha abbandonato i classici strumenti di plastica per cedere il passo al semplice pad, con un gameplay spiccatamente arcade e divertente quanto basta per dare una rinfrescata all’intero genere. Ubisoft cerca ora di irrompere in questo mercato con Rocksmith, prodotto più simulativo che dà ai giocatori la possibilità di utilizzare una chitarra vera per suonare le canzoni dei più grandi artisti e band mondiali, seguendo delle vere tablature ed esercitandosi in maniera proficua durante le sessioni di gioco.

Dopo aver assistito alla presentazione ufficiale nello stand privato della software house francese durante la Gamescom di Colonia, abbiamo finalmente avuto modo, con un anno di ritardo rispetto ai nostri colleghi internazionali, di sviscerare il gioco in ogni sua parte grazie a un review code giunto in redazione. Eccovi il verdetto finale.

Eric Clapton chiii?Una volta collegato lo strumento alla console mediante il cavo contenuto nella confezione siamo già pronti a strimpellare come si deve. Tutto quello che viene richiesto è l’inserimento di un controller in modo da poter permettere la navigazione dei menu, impossibile per ovvi motivi attraverso il solo strumento. Giunti alla schermata iniziale sarà possibile decidere se utilizzare chitarra o basso: per scusarsi del ritardo nel rilascio del titolo in territorio dovuto da cause di forza maggiore, Ubisoft ha ben pensato di introdurre il supporto al secondo direttamente nel disco di gioco, disponibile nei nostri negozi a partire dal 27 settembre. Nel caso in cui possedeste solamente la chitarra, però, nulla da temere, in quanto il titolo offre persino la possibilità di emularlo tramite il solo utilizzo delle sue prime quattro corde.All’inizio di ogni traccia vi verrà chiesto di accertare il corretto tuning di ogni corda, ed eventualmente vi verrà mostrato come agire per regolare il tutto in modo ottimale. La procedura verrà sempre utilizzata e sarà un fattore particolarmente utile per i brani caratterizzati da accordature non standard che richiedono una modifica da parte dell’utente, il quale, se non particolarmente navigato, potrebbe ritrovarsi spiazzato nella maggior parte dei casi non sapendo su quale chiave agire.La modalità Carriera procede in modo parallelo per i due strumenti, con punteggi complessivi indipendenti ma concerti che sono sostanzialmente i medesimi in quanto a tracklist, i cui brani dovranno essere suonati singolarmente una prima volta per superare la fase di qualificazione e, successivamente, tutti insieme in un’unica run.

Avviata la canzone, a schermo comparirà una corsia sulla quale scenderanno con velocità variabile le note da suonare. Differentemente da quanto già visto in passato nella cerchia dei rhythm game, però, la difficoltà dell’esecuzione non sarà fissa per tutta la durata dell’esibizione: in base all’andamento e alla bravura dimostrata in particolari sezioni del brano il titolo modificherà automaticamente il grado di complessità e, di conseguenza, il numero di note a schermo, introducendo anche powerchord e accordi di varia natura che sapranno dare del filo da torcere al più bravo musicista, rendendo al contempo la sfida più interessante e appagante. A un incremento di difficoltà corrisponde poi un aumento di punti attribuiti per singola nota, che il più delle volte si rivelerà la chiave di volta per passare le fasi di qualificazione senza alcun problema. C’è però da muovere una critica per quanto concerne la formazione da parte di Ubisoft dei gruppi di tracce da eseguire nei concerti. Più volte ci siamo scontrati con serie di canzoni caratterizzate da una curva di difficoltà sbilanciata, e dopo aver superato con successo le prime due ci siamo trovati di fronte a un brano molto più arduo rispetto agli altri, tanto che abbiamo dovuto ripeterlo più e più volte per riuscire a superare il punteggio minimo richiesto. Questo, unito al fatto che dopo aver suonato ogni brano singolarmente nella prima fase è necessario risuonarlo successivamente in serie con gli altri, potrebbe alla lunga annoiare e farvi prediligere la modalità partita veloce, nella quale sarà possibile scegliere canzone, difficoltà e quant’altro in modo del tutto arbitrario.Se sarete particolarmente abili, infine, analogamente a quanto accadeva con i primi Guitar Hero, il pubblico chiederà a gran voce l’encore, “obbligandovi” di fatto a soddisfarlo mediante l’esecuzione di un ulteriore brano.

I’mma I’mma star, I’mma I’mma starCompletati diversi concerti con successo, il titolo vi attribuirà punti necessari per sbloccare, oltre ai nuovi brani, nuove tecniche, attrezzature di vario genere e minigame.Per quanto riguarda il primo gruppo, Rocksmith offre un’ottima sezione di tutorial in cui potrete far pratica con la stragrande maggioranza dei trucchi più conosciuti nel mondo della musica, tra i quali figurano lo slide, gli hammer-on e i pull-off o il sustain. I brani d’esempio studiati da Ubisoft per introdurre a queste tecniche sono sicuramente molto validi, e riescono a istruire efficacemente il giocatore in brevissimo tempo, tanto che i primi risultati sono apprezzabili già dopo qualche prova. Qualora otteneste punteggi encomiabili durante le esibizioni, inoltre, il gioco vi premierà con dell’equipaggiamento extra che consentirà di modificare il suono dello strumento con l’aggiunta di riverbero, distorsione ed effetti in grado di sporcare maggiormente il suono in uscita dallo strumento. Ultimi ma non meno importanti sono i minigiochi, tanto divertenti quanto utili per affinare la propria tecnica. Oltre al baseball atipico e al corridore sui muri già visti nella presentazione precedente, ci siamo imbattuti in Ducks, dove era necessario sparare a delle papere presenti su una corsia semplicemente suonando la nota corrispondente indicata a schermo, e in un secondo sottogioco ove bisognava posizionare delle scatole colorate mediante uno slide sulla chitarra in modo da raggrupparne alcune di uno stesso colore e farle esplodere di conseguenza. Potranno a prima vista sembrare poco efficaci, tuttavia va sottolineato come già dopo qualche giorno di esecuzione diano i loro frutti, sia in termini di velocità di movimento lungo il manico dello strumento sia in termini di orientamento nella pressione dei tasti. È proprio qui che risiede la forza di Rocksmith: a differenza dei suoi concorrenti il titolo non è un’esperienza fine a se stessa, poiché permette di continuare a suonare anche dopo aver spento la console semplicemente collegando lo strumento a un amplificatore esterno.

YaheweeUna delle poche note dolenti di Rocksmith risiede nel comparto multigiocatore. Ubisoft, purtroppo, non ha in alcun modo implementato una modalità per consentire agli utenti di sfidarsi con i propri amici online, prediligendo un semplice comparto in locale. La mancanza di un vero e proprio sistema di leaderboard si fa inoltre sentire per i singoli brani e per il punteggio complessivo della carriera, soprattutto considerando che figurano per i minigiochi già trattati qui sopra. Sicuramente una migliore cura in questi aspetti avrebbe giovato all’intera produzione e dato vita a grandi sfide all’ultimo score.

This ain’t a sceneLe nostre precedenti impressioni sul comparto tecnico si sono mostrate veritiere. La componente sonora gioca ovviamente un ruolo fondamentale nei rhythm game, e in Rocksmith la tracklist presente sa soddisfare gran parte dei gusti musicali, con perle di artisti del calibro di Lenny Kravitz, Muse, Radiohead, Eric Clapton, Nirvana e tantissimi altri. Vi consigliamo tuttavia di armarvi di cuffie, poiché per godere appieno dell’atmosfera offerta è necessario alzare il volume come non mai, e vi assicuriamo che molto probabilmente familiari e vicini non sempre apprezzeranno. Va invece mossa una piccola critica all’interfaccia grafica. Se da una parte si è rivelata vincente la scelta di utilizzare una visuale dinamica che si sposterà tra le diverse parti di manico, in modo da evidenziare determinate sezioni e facilitare il riconoscimento degli accordi in arrivo, dall’altra riteniamo che gli sviluppatori avrebbero dovuto posizionare il numero sulle note singole anziché sulle corsie principali, poiché soprattutto nelle canzoni più veloci e ostiche i giocatori alle prime armi faranno fatica a capire quale tasto premere. Interessante anche la presenza del testo del brano nella parte superiore dell’interfaccia grafica, che ne notificherà l’avanzamento nonostante non sia possibile collegare un microfono USB e formare un duetto.

In ultima sede è d’obbligo citare l’importanza del sistema di calibrazione. Qualora riscontraste una mancata sincronia audio/video, avrete la possibilità di regolare i valori dei ritardi in modo da perfezionare le impostazioni e giocare in modo ottimale.

– Si suona una chitarra vera!

– Difficoltà dinamica

– Tantissimi minigiochi

– Tutorial più che validi

– A volte spiazzante

– Curva di difficoltà nella Carriera da rivedere

– Multiplayer online assente

8.0

La prova finale con Rocksmith ci ha tutto sommato convinto dell’ottimo lavoro svolto da Ubisoft. Finalmente i giocatori hanno la possibilità di divertirsi e giocare a un rhythm game con uno strumento vero e proprio, migliorando nel frattempo le loro capacità musicali. Quello che si spera è che il ciclo di vita del titolo duri per qualche anno, che il suo rilascio imminente possa finalmente segnare un punto di svolta per l’intero genere dei rhythm game e, perché no, segnare anche il ritorno di Guitar Hero e di Rock Band.

Voto Recensione di Rocksmith - Recensione


8