Recensione

Pro Evolution Soccer 6

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a cura di Darkzibo

Dopo aver trovato la luce sulla maggior parte delle console casalinghe, Pro Evolution Soccer 6 arriva su PSP, con grandi aspettative da parte di tutti coloro che apprezzano questa serie e il bel gioco in generale. Non è la prima volta che il titolo Konami approda sui lidi del portatile Sony, ma il precedente capitolo aveva deluso non poco a causa dei forti tagli effettuati, in primo piano per l’assenza della Master League. Ben chiaro risulta che le aspettative dei ‘tifosi’ di Pro Evolution Soccer si concentrassero in questo titolo, consci anche del fatto che Fifa 07 ha fatto progressi notevoli, sia a livello di completezza che di opportunità di gioco.

Una nuova annataCominciamo con l’analizzare cosa c’è. Accendendo la console, dopo la presentazione identica a quella delle controparti casalinghe, avrete di fronte la schermata del menù dove Adriano fa bella mostra di sé (almeno da qualche parte fa bella figura). Qui avrete diverse opzioni, più di quanto avreste potuto immaginare lo scorso anno: oltre alle classiche amichevoli e tornei di vario genere come la Coppa Konami, Internazionale europea, noterete la presenza del torneo Master. Le aspettative dei giocatori sono state, finalmente, soddisfatte. Resta però una domanda: come ? La Master League è uguale a come ce la ricordavamo ?

Che master Come appena detto, la Master League c’è anche se con qualche differenza: manca la coppa nazionale, le competizioni extra campionato (la WEFA e tutto il resto) e il mercato risulta molto limitato, ovvero sia potrete acquistare i giocatori presenti nella vostra categoria e non quelli di categorie superiori. Non è una cosa gravissima, vero, ma perché ? In fondo il bello di questa modalità non è quello di creare una squadra di super giocatori (sì, è anche questo ma non tutto) ma, a mio personale giudizio, è quello di cercare giovani che, con il tempo, possano divenire nuovi campioni e, capirete, che un ampio campo di scelta, crea più possibilità di trovare il nuovo Baggio. A proposito di nuove leve, non potrete neanche puntare su di loro perché, dopo le partite, a differenza delle controparti di console o PC, non saranno presenti quei parametri di crescita atletica che hanno fatto la fortuna degli allenatori virtuali. Tanto per fare un esempio, se acquisterete Bianchi dalla Reggina, che ha 23 anni, egli avrà i medesimi parametri sino a quando non appenderà le scarpe al chiodo. Ci si pone una domanda: visto che la Master è stata messa, perché non farla completa ? Gestione di dati ? Non credo, dato che basta una Memory Stick per salvare ogni cosa. Tutto ciò lascia l’amaro in bocca e, nonostante l’ambita presenza, non si capisce perché Pro Evolution Soccer 6 risulti diverso in base alla console sulla quale viene ospitato.

In campoPrima di entrare sul campo virtuale sarete chiamati a gestire le varie modifiche pre – partita: impostazione di formazione, con i classici moduli modificabili a piacimento, cambio giocatore, per scegliere l’atleta più in forma, atteggiamento dei calciatori in campo e le tattiche richiamabili durante l’incontro. Una volta scelto il tutto non resta che scendere in campo. Subito vi accorgerete come poco o niente sia cambiato rispetto alle controparti delle console maggiori. Certo, la PSP ha due tasti in meno e la croce direzionale, sensale opportune modifiche, risulta troppo imprecisa nelle diagonali. Mosso da questa mancanza, decido di dare fiducia all’analogico: ebbene, mi sono trovato bene nella gestione dei movimenti anche tramite la levetta del portatile Sony. Parrebbe strano ma, ora come ora, non riesco più a usare il pad direzionale. Per quanto riguarda i pulsanti, noterete come sia un po’ troppo sensibile quello del tiro: con una pressione leggermente superiore rischierete di sparare la sfera fuori dal rettangolo di gioco. Il tasto per le combinazioni resta sempre L: con il triangolo si effettua un passaggio a scavalcare la difesa, con quadrato (il tasto dedicato al tiro) si farà un pallonetto volto a scavalcare elegantemente il portiere. Con ripetute pressioni del pulsante R, quello dello scatto, si producono finte che possono variare in base al giocatore che le fa, basta vedere che Ronaldinho effettua un doppio passo con scostamento del pallone mentre un giocatore “normale” si limiterebbe a una finta di gambe. Con cerchio a bordo area si possono fare vari tipi di cross in base al numero di pressioni. Tutto questo appena descritto vi ricorderà, nel caso foste dei giocatori navigati di Pro Evolution Soccer, quanto visto negli altri episodi. Un piccolo appunto è da fare sulla scelta del grado di offensività e difensività durante un incontro: individuare il pulsantino select e premerlo in contemporanea con R o L può diventare un’impresa, rovinando così un’azione offensiva. Si possono salvare i replay (caratteristica assente nella versione di Xbox 360), è presente la valutazione dei giocatori a fine partita e tutte quelle statistiche che faranno la gioia dei maniaci della perfezione. Facendo un breve sunto, in Pro Evolution Soccer 6, la giocabilità in – game è quanto di meglio ci si possa aspettare, riuscendo a trasmettere all’avventore della console Sony, quello spirito che ha sempre pervaso la serie calcistica di Konami, cosa difficilmente riuscita a Winning Eleven per Nintendo DS. L’intelligenza artificiale, soprattutto ai livelli più alti, è quasi perfetta, caratterizzata da giocate imprevedibili, atte a scardinare il vostro centrocampo e difesa. Peccato per alcune lacune per quanto riguarda l’operato dei portieri che in alcuni casi risultano insuperabili, mentre in altri, soprattutto a causa della posizione che assumono in area, subiscono gol quasi impossibili e i più deboli rischiano di fare papere clamorose (quindi se volete andare sul sicuro puntante sempre sul buon Gigi Buffon e Dida; per l’ultimo citato ero ironico, pur essendo io milanista). Altri piccoli difetti sono i rallentamenti che si manifestano nelle azioni più concitate e alcuni bug difensivi come la sfera che picchia sul difensore senza causare reazione su di esso.

In Pro Evolution tutto è normale, anche il Giappone vince il MondialeA livello tecnico, non si può non apprezzare il lavoro di Konami che, se graficamente resta obsoleto sulle console casalinghe, su una PSP è davvero una delizia per gli occhi: modelli poligonali dei giocatori ben realizzati con movimenti credibili, texture capaci di ricreare al meglio le magliette delle squadre, in alcuni casi anche con le relative pieghe. I volti sono ben strutturati, così come le espressioni facciali che tentano di ricalcare al meglio le strutture delle controparti reali. Basta fare il classico replay con zoom sui giocatori per rendersi conto della cura data dai programmatori nella ricreazione degli stessi. Nel confronto con Fifa 07, a livello di verosimiglianza con la realtà, Pro Evolution Soccer 6 ne esce vincitore, anche perché quest’ultimo titolo è avvantaggiato dal fatto che le squadre, i campionati e i calciatori sono presenti in numero inferiore e quindi la facilità di catalogazione delle caratteristiche fisiche è maggiore. Presenti anche alcune chicche come i braccialetti di alcuni giocatori, gli orecchini e il fatto che la maglietta esca dai pantaloncini con il proseguo della partita. Gli stadi, seppur presenti in ragguardevole numero, sono ben strutturati anche se non si palesano come quelle strutture grandiose che sono state apprezzate in Fifa 07, mentre il pubblico è bidimensionale e formato da troppi pixel. Se Fifa 07 vince per le ambientazioni, per quanto riguarda i modelli dei calciatori, a parere dello scrivente, resta superiore Pro Evolution Soccer 6. Il comparto sonoro pecca, anche se le atmosfere da stadio ci sono tutte, con cori in alcuni casi personalizzati. Non è ancora presente la telecronaca, se non per quando viene annunciato il gol. La colonna sonora è composta dalle classiche musiche anonime e anche in questo comparto Fifa 07 vince in maniera schiacciante.

Per un altro anno, niente onlineAnche quest’anno, Konami ci ha privato di una modalità online e il multiplayer si riduce a una sfida contro un altro giocatore tramite rete locale. Un’occasione persa per la casa giapponese, non ci resta che attendere un upgrade o il prossimo capitolo. Dove eccelle Pro Evolution Soccer 6 è nel perfetto editor che permette di modificare in toto ogni calciatore, comprese le caratteristiche tecniche e somatiche. Risulta inoltre possibile effettuare i trasferimenti da una squadra all’altra e scegliere quali giocatori debbano andare in nazionale. Chissà come mai Konami è riuscita a inserire un edito così ben fatto in una console portatile e non in un mostro come Xbox 360, ma ci sono alcune domande che non avranno mai una risposta.

– Portare Pro Evolution dove volete

– Grafica ben realizzata

– Giocabilità alle stelle

– Colmo di tornei

– Master Leauge superficiale

– Niente online

– Sonoro tiepido

9.0

L’episodio di Pro Evolution Soccer 6 per PSP si assesta al primo posto per quanto riguarda la giocabilità e forse come il miglior gioco di calcio portatile di tutti i tempi. Certo, alcune cose di contorno potevano e dovevano essere fatte meglio, anche perché visto che la Master c’è, perché non farla completa ? A parte questo, un pulsante di tiro un po’ troppo sensibile e alcune scelte secondarie che in Fifa eccellono, lo spirito di gioco resta invariato, dando al giocatore la sensazione di avere tra le sue mani il grande calcio che in tanti anni ha segnato le console casalinghe. Peccato per l’assenza di una modalità online che avrebbe sicuramente giovato al prodotto, così come sta giovando a Fifa 07 anche in termini di vendite. Per il resto, se siete fans della serie e del buon calcio tanto da non poterne fare a meno anche quando siete fuori casa, smettete di leggere e correte a comprarlo.

Voto Recensione di Pro Evolution Soccer 6 - Recensione


9