Recensione

Oil Rush

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a cura di Ctekcop

Unigine è un nome sconosciuto ai più. Eppure i PCisti più smaliziati se li ricordano per aver dato alla luce il benchmark Heaven, uno dei primi in grado di spremere a dovere le schede grafiche DirectX 11. Con base a Tomsk, ossia la cosiddetta “città degli studenti” della siberia, gli sviluppatori russi hanno finalmente completato il loro primo videogioco vero e proprio.

Oil Rush è un atipico strategico in tempo reale del quale vi avevamo già accennato in questa succosa anteprima. Ora è disponibile sia sulle principali piattaforme di digital delivery come Steam e GamersGate o Desura, sia sullo store di Unigine, sviluppato inoltre per sistemi WindowsMac e Linux. Non per niente è riuscito da subito a entrare nella TOP100 dell’Ubuntu software center.
Saranno quindi riusciti i ragazzi russi nel rifinirlo come si deve offrendo allo stesso tempo sostanziosi comparti singolo e multigiocatore?
La corsa all’oro nero
Oil rush è ambientato in un futuro apocalittico in cui i ghiacci si sono sciolti e le terre sono state per lo più sommerse dall’innalzamento del livello dei mari. In uno scenario del genere il controllo del petrolio, ancora la principale risorsa energetica, è fondamentale al punto da essere ancora la causa scatenante degli scontri bellici.
Nei panni di Kevin, fresco di accademia militare, ci si ritrova catapultati al fronte per conquistare le più importanti piattaforme petrolifere eseguendo gli ordini del comandante. Dopo questo incipit iniziale la trama della campagna singolo giocatore evolve in maniera pilotata e prevedibile senza entusiasmare nè emozionare particolarmente. Le cut-scene sono statiche e realizzate in maniera decisamente povera oltre a risultare noiose. Anche i brevi intermezzi durante le missioni sono quasi fastidiosi e chiedono solo di essere skippati rapidamente, cosa che ci si ritrova a fare puntualmente.
Diciamolo: le velleità e ambizioni narrative sono quelle che sono e pagano dazio nei confronti di altri esponenti del genere decisamente più riusciti sotto questo punto di vista.
RTS, RTT o tower defense?
A livello di gameplay Oil Rush presenta un sapiente, e per certi versi innovativo, miscuglio di generi.
Ogni mappa è caratterizzata da un’immensa distesa di acqua e alcune piattaforme. Lo scopo è conquistarle e controllarle: alcune di esse estraggono il petrolio dalle profondità degli abissi oceanici mentre altre rappresentano delle vere e proprio fabbriche di mezzi militari di vario genere. Le dinamiche sono infatti molto semplificate: non si devono costruire strutture di alcun genere né per procurarsi risorse né per costruire le proprie unità. Entrambe fluiscono automaticamente una volta entrati in possesso delle apposite piattaforme.
Queste ultime possono essere rafforzate con apposite strutture galleggianti difensive come mitragliatrici, cannoni e lanciamissili tutti upgradabili per rendere suddette piattaforme pressoché inespugnabili. Ovviamente tutto ciò ha un costo: il petrolio faticosamente accumulato. Le unità non si controllano direttamente: si possono solo spostare da una piattaforma all’altra selezionandole tutte, metà o un quarto e poi eventualmente, a seguito di un ripensamento, ordinare loro di far dietro-front. Gli scontri vengono necessariamente risolti automaticamente nei pressi delle piattaforme senza alcun particolare intervento tattico strategico da parte del giocatore che non può decidere come disporre le proprie unità sul campo di battaglia marittimo.
Durante ogni partita si accumulano appositi punti da spendere in un albero tecnologico diviso in tre rami con cui procurarsi miglioramenti permanenti relativi alle proprie unità o strutture, interventi speciali in grado di fornire significativi bonus temporanei oppure permetterci di disporre sul campo di battaglia importanti mezzi come sottomarini, navi riparatrici e fortezze volanti in grado di spostare nettamente gli equilibri di uno scontro seppur a caro prezzo in termini di risorse. Un tocco di strategia importante che può far la differenza a seconda che si scelga una strategia più aggressiva o più difensiva.
Il tutto nel suo complesso risulta di conseguenza molto semplice e immediato e per forza di cose decisamente molto diverso da come siamo comunemente abituati a gestire e controllare uno strategico in tempo reale. Peccato solo che si passi più tempo sulla mini mappa che altro.
Single breve, multigiocatore sprecato
La campagna singolo giocatore risulta deludente non solo per l’essere decisamente anonima dal punto di vista narrativo ma anche per essere fin troppo breve. 
Le sedici missioni raggruppate in quattro diversi capitoli rubano non più di due pomeriggi per essere completate: decisamente troppo poco rispetto a concorrenti che riescono a fare, e dare, molto di più. Per fortuna le ambientazioni risultano varie ed alternate con giudizio senza far stancare mai eccessivamente l’occhio con un singolo colore. Anche la varietà di cose da fare è molto buona, esulando abbastanza spesso dal limitarsi a conquistare tutte le piattaforme, con piacevoli diversivi in cui raggiungere determinati obiettivi entro un limite di tempo oppure scortare delle indifese navi alleate. In questo senso risultano molto piacevoli quel paio di missioni in puro stile tower defense dove si deve resistere alle ondate nemiche piazzando saggiamente le proprie strutture difensive. Peccato per qualche tempo morto di troppo che di quando in quando costringono ad aspettare senza nulla fare.
Nel complesso vi è una generale piattezza generale tattico-strategica in cui la chiave per la vittoria risiede semplicemente nel trovare il giusto bilanciamento tra l’ammassare le proprie unità in unico gruppo, atto fondamentale per conquistare rapidamente i punti più importanti delle mappe schiacciando le forze nemiche, o sparpagliarle per difendere i punti conquistati. Molto buona la taratura della difficoltà con un livello di difficoltà massimo ostico dove l’aggressiva IA sfrutta rapidamente i nostri buchi senza lasciarci tempo per difenderci adeguatamente, un livello normale sufficientemente impervio ma tutto tranne che impossibile e una difficoltà facile che fila via liscia come l’acqua.
Per quel che riguarda il comparto multigiocatore rimane l’amaro in bocca per quella che è di fatto una grossa occasione mancata. Le singole partite risultano molto entusiasmanti ed avvincenti e lo sono pure anche i quick game con l’IA su una qualsiasi delle quindici mappe incluse. Eppure, al di là degli achiviement di Steam, manca quell’infrastruttura tale da incentivare a fare partite su partite in maniera spasmodica e incessante. Difatti il comparto multiplayer soffre di una vera e propria penuria di giocatori nella rete. Si può solo sperare che la situazione migliori con il passare del tempo visto che il server browser è praticamente deserto e non rimane che mettersi d’accordo con un amico con cui scambiarsi l’indirizzo IP. Fallisce purtroppo su tutta la linea nel proporsi come alternativa a proporsi come valida alternativa ai soliti strategici più blasonati e sopratutto meglio strutturati anche da questo punto di vista.
Baysplosion
Il comparto tecnico è senza dubbio il fiore all’occhiello di Oil Rush.
Graficamente parlando l’impatto è ottimo. L’acqua, elemento fondante dell’intero titolo, è realizzata egregiamente: veri e propri tocchi di classe come gli schizzi o il suo essere più tendente al verde, al blu o al grigio a seconda dei casi, e la possibilità di intravedere i fondali marini, con relativi scogli e le rovine sommerse di un mondo civile ormai perduto, come autostrade o ponti e grattacieli, che ancora affiorano oltre il livello del mare. Gli edifici e le unità sono ben modellati e ricoperti da texture di qualità. Spettacolari i giochi di luce e ombre e l’intero impianto di illuminazione è in grado di regalare scorci estremamente piacevoli sopratutto quando si ha che fare con l’alba o il tramonto. Ancor più spettacolari le esplosioni, le scie di proiettili e di fumo che costellano lo schermo nei concitati combattimenti resi ancor più spettacolari dall’ottima telecamera ruotabile completamente, zoomabile e controllabile in maniera intuitiva quasi come se si fosse in un gioco in prima persona. Ottimi pure i riflessi dell’acqua. Difetti? forse l’orizzonte non si espande proprio all’infinito, in particolare appaiono all’improvviso mentre si avvicinano i mezzi in lontananza, e la realizzazione della pioggia poteva essere realizzata con cura maggiore.
Il tutto rappresenta una sorta di vero e proprio miracolo tecnico con un frame rate spesso elevato che difficilmente viene messo in crisi anche in quei PC più modesti. Il risultato è spettacolare anche a dettagli medi, fermo restando che non è necessario disporre di una scheda video DirectX 11.
Il comparto audio vede un doppiaggio, oltre che in russo, in inglese anonimo e scialbo, dove gli sterili dialoghi di certo non aiutano. Ciò è controbilanciato però da riusciti effetti sonori, come il fuoco dei mitragliatori od il boato delle esplosioni. L’accompagnamento sonoro è basato su tracce audio di buona fattura di genere rock-elettronico a tratti calme o viceversa più incalzanti e in grado di suonare veramente la carica in altri momenti. Per quanto non anonime dopo qualche ora iniziano a ripetersi e quindi stancare: non sono presenti in gran numero e qualche brano in più per diversificare sarebbe stato cosa molto gradita.
Infine chiudiamo esprimendo un certo disappunto per aver incontrato sporadici crash oltre a qualche bug di compenetrazione assenti nella precedente versione da noi provata in sede di anteprima e che confidiamo saranno risolti al più presto con un piccolo aggiornamento. In ogni caso il sistema di autosalvataggio, che comunque non impedisce di salvare quando e dove si vuole, si è rivelato efficace e puntuale senza costringere a dover ripetere sezioni troppo ampie.

HARDWARE

OS: Windows XP, Vista, 7Processore: 2 GHzMemoria RAM: 1GbHard Disk: 3 Gb di spazio liberoScheda Video: NVIDIA GeForce 8600 o superiore, ATI Radeon HD2600 o superioreMemoria Video: 256 Mb DirectX®: 9.0

– Grafica spettacolare

– Semplice e immediato

– Diverso dal solito strategico

– Window, Mac e Linux

– Prezzo decisamente onesto

– Poco profondo nelle dinamiche di gameplay

– Non proprio longevo

– Multiplayer non ben strutturato e castrato dalla carenza di utenti

7.5

Tirando le somme Oil Rush risulta essere un buon strategico che colpisce per la sua grafica sfavillante e scintillante ma risulta cadere sulle sue stesse ambizioni con una campagna in singolo non propriamente lunga e un comparto multigiocatore che fallisce a proporsi come punto di forza della produzione in questione.

Rimane comunque un titolo consigliato, anche a chi non mastica di strategia vista la sua immediatezza, sopratutto un virtù dell’essere a suo modo fresco e diverso oltre che per essere proposto a un prezzo per nulla esagerato.

Voto Recensione di Oil Rush - Recensione


7.5