Recensione

Hunter: the Reckoning - Wayward

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a cura di Jacklord

In una tranquilla città come tanteCredete davvero che una non meglio precisata città chiamata “Ashcroft” sia un tranquillo ed innocuo luogo dove trascorrere sereni weekend? Provate a sfogliare il vostro (impolverato) dizionario di inglese e scoprirete che “ashcroft” è un nome assai tetro, perché è niente meno che “la terra delle ceneri”…E quali attrattive offre secondo voi la terra delle ceneri? Forse passeggiare in rigogliosi giardini, dove incontrare bellezze mozzafiato con cui pomiciare davanti al tramonto sulla spiaggia?Nossignore! Dimenticate queste banali consuetudini da uomo qualunque. Qui a Ashcroft vi ritroverete invece tra i pochi sopravvissuti (che fortuna!) a un’ecatombe biologica, imbracciando armi letali e sferrando colpi di spada contro orde di aberranti esseri che infestano ogni angolo della città.

Corsi e ricorsiSe questa presentazione vi suona inquietante, allora non fatevi prendere dall’ansia se vi dico che è già la seconda volta che capita un disastro del genere nella stessa città. Infatti Ashcroft ha già subito una devastazione biochimica due anni prima delle vicende narrate ora ma, si sa, è facile gettare alle spalle il passato e ricostruire.Evidentemente Ashcroft deve avere un legame di sangue con la sfiga, perché adesso il male si sta impossessando nuovamente della città… fino a quando si rifanno vivi (!) i quattro eroi (Hunters) che avevano salvato Ashcroft la prima volta.Questo secondo episodio inizia quando ognuno dei 4 protagonisti, dopo aver sciolto il “gruppo”, riceve individualmente una email da parte di un altro hunter, il quale stava investigando su fatti sospetti avvenuti ad Ashcroft. Per infittire ulteriormente il sospetto che il male si stia rimpossessando di Ashcroft, quando i 4 hunter tornano nella tranquilla città scoprono che l’hunter che li aveva cercati è misteriosamente scomparso. Eh già! Troppe coincidenze per non temere che l’incubo di due anni prima sia di nuovo tornato ad Ashcroft. Per gli hunters è finito il riposo, è tempo di combattere!

Muoversi, muoversi! Il gioco sta iniziandoInserito il DVD di Hunter The Reckonig Wayward (da ora in poi HTRW) nella PS2 non verremo accolti da qualche filmato introduttivo ma dalla scarna schermata in cui possiamo scegliere la lingua: inglese, francese, tedesco; HTRW non parla italiano.Dopodiché arriva il menu vero e proprio di gioco – anch’esso poco più che rudimentale – composto da 3 voci: New Game, Load Game, Options.Ogni volta che iniziamo un nuovo gioco, possiamo scegliere il grado di difficoltà tra Easy, Normal, Nightmare.

Adesso si presentano a noi i 4 hunters, i valorosi combattenti che hanno salvato Ashcroft dal male e che ora sono di nuovo pronti a combattere: Avenger, Defender, Judge, Martyr. Per ognuno dei quattro personaggi è prevista una dettagliata tabella dove sono elencate le loro qualità in fatto di Experience, Accuracy, Strength, Conviction, Speed, Stamina, Edges; scegliamo un personaggio e potremo così accedere ad un tutorial, facoltativo ma molto utile per imparare a manovrare adeguatamente gli hunters.Durante il tutorial non capiremo soltanto come muoverci e combattere ma anche come saper sfruttare quella specie di “segnaletica” costituita da simboli collocati in vari punti degli scenari di gioco. Una volta posizionato il nostro personaggio sopra ad un simbolo potremo acquisire informazioni preziose per continuare, orientarci nelle mappe, rinvigorire la nostra energia, incrementare le nostre qualità.Allora, imparato l’essenziale, possiamo iniziare l’avventura nella Terra di Cenere, avventura che parte proprio dalla ricerca del misterioso hunter scomparso e soprattutto dei documenti che aveva raccolto.Ormai siamo già nel vivo del gioco, che fa precedere ogni partita da un filmato introduttivo attraverso il quale si sviluppa la trama di HTRW.Il punto di inizio è l’appartamento dell’hunter scomparso, al cui interno troverete la mappa di Ashcroft, indicante alcuni luoghi nei quali dovrete recarvi a cercare tracce delle informazioni perdute.Ho parlato di partite; in realtà si tratta di missioni il cui grado di divertimento è abbastanza alto perché ad ogni missione potete scegliervi un personaggio diverso. Una missione è organizzata per obiettivi da conseguire: all’inizio si tratta di trovare un CD, una cassetta VHS, una mappa e così via. Lo scopo ultimo è disinfestare Ashcroft dalle orripilanti creature che vagano per le sue strade mietendo vittime a iosa. Per riuscire in ciò dovrete affrontare frotte di “aberrazioni” umane, in pratica zombie che sbucano dal suolo, camminano e barcollando come se fossero sbronzi, e vi si appiccicano addosso.Per sbarazzarvi di questi fastidiosi omuncoli, ogni cacciatore ha a disposizione un discreto arsenale, sia di armi bianche che di armi da fuoco. Le sciabole sono più efficaci delle balestre, mentre potete usare lanciafiamme, motosega, fucile a doppia canna, fucile d’assalto, lanciarazzi, mitraglietta, quest’ultima particolarmente utile quando siete accerchiati, un vero disinfestante anti-zombie.Oltre alle vili armi, i cacciatori vengono dotati anche di 15 poteri, chiamati “edges”, tra cui: Smite, Cleave, Ward, Rejuvenite, Burden, Word of Power: ognuno rilascia una tremenda forza capace di sterminare tutti gli avversari intorno a voi, sebbene il loro uso sia consentito per brevi frazioni e in quantità limitata.Per quanto riguarda la “fauna” che incontrerete e con cui vi scontrerete nelle vostre missioni, ci sono differenti “tipi”.C’è lo zombie classico, senza armi, lo spirito che vi scaglia addosso palle infuocate, il ratto gigante che sputa un alito velenoso, una sorta di tigre corazzata, piccoli totanetti (lo so: fa ridere, ma non saprei come descriverli meglio) dall’aspetto innocuo ma che esplodono se li sfiorate, un granchio le cui chele emettono vibrazioni micidiali e così via.

GiocabilitàPer esaminare in modo completo questa importante voce del comparto tecnico, suggerisco di scomporla in due elementi: controllo dei personaggi e divertimento, quindi anche longevità.Per quanto attiene al sistema di controllo, i vostri hunters si muovono prontamente e anche abbastanza precisamente utilizzando il solo stick analogico sinistro, mentre le quattro direzioni fondamentali di quello destro vi offrono la comodità di far cambiare subito orientamento al personaggio.Quest’ultima possibilità è molto comoda quando sarete – e capiterà spesso – accerchiati dai mutanti e dovrete combattere cambiando direzione in tempi strettissimi. Un’altra utile mossa è il salto in stile Matrix, che vi permette di svolazzare sopra allo zombie sferrandogli un bel calcio in faccia, oltre che tirarvi fuori dai loro “placaggi”.Per fare fuoco basta premere R2, mentre spade ed affini sono azionate con R1.I simboli sulle strade sono attivabili con X, mentre potete ingrandire o restringere la visuale premendo il pulsante direzionale sinistro o destro.Fatto questa doverosa presentazione del sistema di controllo, passiamo ora alla giocabilità. In un gioco di combattimento, basato sulla formula “survival horror”, il divertimento deriva dall’ampiezza e dalla flessibilità dei movimenti e delle combinazioni concesse, dalle armi in dotazione e dai poteri da sprigionare.Sotto questo profilo, HTRW è pensato per garantire una più che buona dose di originalità nei combattimenti e quindi di libertà d’azione, avendo, quasi, a portata di mano numerosi tipi di armi, munizioni sparse qua e là negli scenari, medikit, nuove armi.Oltre a ciò gli hunters perfezionano le proprie tecniche quando combattono, potenziando le loro forze e rendendo ancora più letali i loro colpi, in modo tale che il gioco contenga già di per sé un incentivo a proseguire.Altro elemento favorevole al divertimento è la scelta del cacciatore tra i quattro disponibili, in modo tale da affrontare le missioni con personaggi differenti, potendo poi abbinare missioni che richiedono particolari skills a quel cacciatore che ne è dotato, quindi sprizzando un pizzico di strategia.La chiave per divertirsi a HTRW è questa: combattere a sangue freddo, tenendo presente gli obiettivi di ciascuna missione, senza sprecare le munizioni e l’energia fisica ad abbattere dozzine di mostri senza poi concludere niente.La forza della giocabilità di HTRW sta nel differente approccio alle missioni: potete cimentarvi in un massacro di mostri, sterminando tutto quello che si muove, oppure potete concentrarvi solo sugli oggetti da trovare schivando il più possibile i vostri cari zombie.Sarete quindi voi a trovare l’equilibrio giusto tra questi due casi estremi, personalizzando i vostri combattimenti.

GraficaI filmati che accompagnano lo sviluppo della trama sono realizzati in modo quasi impeccabile, con un’ottima caratterizzazione dei personaggi (peccato per il mancato doppiaggio italiano e l’assenza di sottotitoli).Questo lavoro di “character-designing” si riflette anche nel gioco vero e proprio: i 4 hunters hanno corpi dettagliati, si muovono con naturalezza, dando l’impressione della loro “vitalità” opposta alla freddezza quasi statica degli zombie.Le mosse dei combattimenti ed anche l’uso e la sostituzione delle armi sono molto realistici.La palette delle tonalità impiegate per colorare i personaggi è un po’ scura, risentendo del clima dark che pervade l’ambientazione. Passando quindi agli scenari di gioco, le strade di Ashcorft sono indubbiamente monotone, spopolate di sopravissuti umani (eccetto quei pochissimi che voi salverete semplicemente avvicinandovi ad essi… mah!), realizzate con textures ad alta risoluzione ma un po’ grezze e povere.Allo stesso modo gli oggetti fissi (carcasse di auto, bidoni, segnali stradali, etc.) sono pochi e grossolani, mentre il sistema di illuminazione è abbastanza accurato senza essere però per nulla eccezionale: i fasci luminosi hanno la tipica forma di coni che producono ombre anche troppo artificiali. L’arredo urbano è essenziale ma ripetitivo: negozi con lo stesso tipo di ingresso e lo stesso tipo di vetrate, muretti uno uguale all’altro, palazzi generalmente identici.I pregi degli scenari sono invece la loro adeguata vastità, la varietà delle architetture urbane, ma soprattutto l’atmosfera da “paura”, da “ecatombe” imminente e da “ultima speranza prima della fine”, tipica della cinematografia apocalittica a basso costo.Da godere con gli occhi poi l’asfalto bagnato, con un senso di realismo eccellente, così come la sottile nebbiolina che circonda i cimiteri e le strade… facendo della Terra delle Ceneri la casa degli zombie! Nota finale di merito per i 60fps, sempre costanti.

SonoroNiente di eccezionale, niente di scandaloso: il ritmo della colonna sonora e le tracce audio seguono l’evolversi dei combattimenti, contribuendo a rafforzare il coinvolgimento nei combattimenti, ma la musica è anonima, su stile rock o heavy metal di basso livello. Gli effetti ambientali sono fedelmente riprodotti: dalla pioggia ai tuoni, al vento per le strade, il realismo si sente, mentre il grugnito degli zombie è piatto e più simile ad un rantolo.Stesso discorso per il sibilo della lama della spada o per gli spari: tutto già visto, o meglio, già ascoltato altrove e con più originalità.

– 4 personaggi

– Ampia scelta di armi e magie

– 60fps

– Sistema di controllo efficace

– Sonoro scialbo

– Ambienti poco dettagliati

6.5

HTRW è un gioco “convenzionale”, studiato per offrire un sufficiente grado di divertimento e varietà, senza minimamente innovare nel suo genere, ma sulla base di un’impalcatura grafica e tecnica più che discreta.

Le diverse missioni, con differenti Hunters e differenti armi, possono diventare ognuna quasi un gioco a parte, personalizzabili a seconda dell’estro o delle preferenze del giocatore: questo è il punto di forza per continuare a giocare a HTRW, insieme al buon sistema di controllo.

Purtroppo la monotonia è dietro l’angolo, alimentata da ambientazioni non particolarmente ricche, sebbene efficaci a ricostruire l’atmosfera del gioco, e da un sonoro che non può entusiasmare.

Voto Recensione di Hunter: the Reckoning - Wayward - Recensione


6.5