Anteprima

Godus

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a cura di Mugo

Colonia – Bussiamo timidi ad una stanza al quarto piano del Dorint Hotel, a pochi passi dalla fiera, lontano dal caos dei suoi padiglioni. Ci apre la porta un uomo dal sorriso gentile, dalla voce melliflua, scalzo, flemmatico. E’ Peter Molyneux, che ci invita in camera sua per una presentazione di Godus. Nella stanza ci siamo noi, lui, ed uno dei suoi collaboratori, che rimane in disparte dopo avere portato a Peter un piatto di yogurt con frutta e cereali. Ci sediamo sul divano di fianco a lui che, tra un boccone e l’altro, inizia raccontarci di un mondo immenso, di un’esperienza di gioco ammaliante. La nostra mezz’ora al quarto piano dell’Dorint Hotel, a pochi passi dalla fiera, lontano dal caos dei suoi padiglioni, è un’esperienza unica, un’esperienza che vogliamo condividere con voi. 

Vent’anni di gestazione 
Godus è un god-game, come Black & White, come Populous. Si tratta di titoli che permettono al giocatore di pasticciare con le vite degli altri, di dominare il mondo di gioco, di misurarsi con le proprie esigenze, e con quelle dei fedeli. E’ un titolo che si posiziona come culmine di un ideale percorso creativo, come punto d’arrivo della storia professionale di Molyneux, come baluardo “perché poi se no i god-game muoiono”, ci dice.“Mi piace l’idea di cominciare con qualcosa di piccolo, per farne qualcosa di epico. L’idea che i figli, dei figli, dei figli… dei primi due fedeli di Godus, i tuoi Adamo ed Eva, possano arrivare a conquistare lo spazio”, ci spiega il designer britannico mentre scolpisce il mondo di gioco a colpi di mouse. Crea montagne, devia il corso dei fiumi, inventa spazio vitale per l’espansione della sua civiltà così da farla prosperare verso la prossima era, un passaggio che da quella primitiva a quella del bronzo richiede circa quattro ore, per poi dilatarsi sempre più, fino alla definitiva era spaziale.Lo spazio vitale non manca, il pianeta su cui nasce la nostra civiltà, il pianeta di cui siamo divinità, ha più o meno le dimensioni di Giove. Si tratta di un mondo immenso (praticamente impossibile per un umano fare il giro del mondo in una vita sola), in parte creato proceduralmente, in parte riempito da elementi predefiniti dagli sviluppatori, pieno di elementi interattivi in relazione tra loro. 
Misurare lo sviluppo 
Il primo obiettivo, dunque, è la moltiplicazione dei nostri fedeli. Più fedeli abbiamo, più questi generano l’energia necessaria per i nostri poteri divini, così da permetterci di farli prosperare fino al passaggio d’era. Al passaggio non saranno più loro ad essere conteggiati, ma il numero di strumenti a loro disposizione, nell’età industriale sarà lo sviluppo delle industrie, in quella dell’informazione la diffusione della stessa, un cambiamento più estetico che altro, ma che guida il giocatore in un cambiamento nella percezione della sua civiltà.Dicevamo dei poteri divini, come la possibilità di creare montagne, o di guidare i propri fedeli con precisione, o di mandare una tempesta di meteoriti sul mondo… ecco, questi poteri sono rappresentati da carte, carte che non possono essere tutte ottenute giocando in solitaria. Per sbloccarne alcune, infatti, bisogna necessariamente sfidare gli altri giocatori in arene chiuse, nelle quali vince chi raggiunge per primo un determinato livello di popolazione. In queste arene si combatte in tempo reale e il gameplay, da rilassato e creativo, diventa frenetico e distruttivo, mentre si utilizzano i propri poteri più violenti contro la popolazione avversaria. Da segnalare la possibilità di combattere anche con persone di ere diverse dalla propria: certo non è facile sconfiggere qualcuno di più avanzato, ma se ci si riesce si ottiene un potere relativo a quell’era prima del tempo, con importanti effetti sul proprio mondo.Il pvp, se così vogliamo chiamarlo, è dunque confinato a questo tipo di scontri? In un certo senso sì, in un altro no. “A circa cento miglia dal tuo punto di partenza, in ogni direzione, si trova il punto di partenza di un altro giocatore, e via dicendo. Un pianeta delle dimensioni di Giove non avrebbe nessun senso per un giocatore solo, del resto. Dicendoti che non sei l’unico, con questa semplice frase, ho cambiato il tuo modo di approcciarti allo sviluppo, anche se quello che succederà quando, e se, incontrerai qualcun altro non lo posso certo prevedere”. Come dice Molyneux, non siamo soli. All’eventuale incontro con un altro giocatore si hanno diverse opzioni: si può decidere di attaccarlo, e di annientare così la sua civiltà (anche se sappiamo che ci saranno delle contromisure contro il bullismo virtuale), oppure di unire i propri popoli (che ci vedranno ora come un unico dio, al prezzo di poterli ridividere solo creando un clima da guerra civile), oppure ancora di lasciar stare e voltarsi dall’altra parte. 
Il dio di tutti gli dei 
Ricordate Curiosity? Quel cubo da scavare? Ecco, il vincitore di Curiosity sarà, per sei mesi, dio di tutti gli dei di Godus, con la possibilità di influenzarne attivamente l’esperienza ludica. Questo superdio potrà agire su tre livelli: potrà modificare le condizioni atmosferiche rendendole uguali a quelle di casa sua (e visto che si tratta di un giocatore di Edimburgo, non è proprio un’ottima notizia), potrà prendere diverse decisioni su aspetti morali (come impedire che i fedeli lavorino più di un certo numero di ore al giorno, per esempio), oppure cambiare alcune meccaniche di gioco (come la quantità di punti che si ottengono per numero di fedeli). Sei mesi di regno, dicevamo, al termine dei quali il nostro dio degli dei può essere sfidato e destituito, in una battaglia i cui rapporti di forza sono regolati dalle votazioni di tutti i giocatori, che potranno quindi influire pesantemente a favore, o contro uno dei due contendenti. Essere il superdio sarà certo molto ambito, e non solo per motivi personali, visto che chi ricoprirà questa posizione guadagnerà anche una significativa percentuale degli introiti di Godus, una cifra che potrebbe essere molto interessante.  

– Mondo di gioco incredibilmente vasto

– Meccaniche originali e creative

– Un multiplayer tutto da esplorare

Il nostro appuntamento con Peter Molyneux è stato atipico ed interessante: non capita tutti i giorni di poter passare mezz’ora in compagnia di una delle maggiori personalità del settore, condividendo l’esperienza di un titolo intrigante e coinvolgente. Se le precedenti righe vi hanno fatto venire voglia di giocare a Godus c’è un’altra buona notizia, il titolo sarà disponibile per PC il 13 settembre, e su tablet il mese successivo.