Recensione

Far Cry 3

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a cura di Pregianza

La serie Far Cry non sarà la più riconoscibile del panorama, né la più premiata a livello di critica e pubblico, ma non si può negare l’influenza che ha avuto sul genere degli fps. Il primo capitolo, sviluppato da Crytek, stupì tutti con la sua grafica mozzafiato per l’epoca e sorprese i giocatori con un gameplay tattico, che si sarebbe poi concettualmente evoluto nei Crysis. Il secondo invece, pubblicato e sviluppato da Ubisoft, presentava un gameplay maggiormente ibridato e una struttura open world, abbandonando le derive fantascientifiche del predecessore in favore di un setting più crudo e realistico. 
Uno stacco netto da un titolo all’altro, che molti fan hanno apprezzato nonostante Far Cry 2 fosse tutt’altro che privo di difetti. Ubisoft ha deciso però di dare un taglio meno netto al passato con Far Cry 3, puntando a evolvere tutti quegli aspetti che non avevano convinto l’utenza. 
Addio quindi alla scarsità di missioni, addio alle difficoltà di navigazione della mappa e, soprattutto, addio al plot poco approfondito e ai personaggi piatti. Questa volta la casa ha voluto sviluppare un gioco senza debolezze, più esteso e completo di qualunque altro fps. 
Difficile non essere scettici davanti a un tale traguardo, ma, dopo aver completato la campagna e testato a fondo ogni opzione, siamo costretti a ricrederci completamente. 
Down The Rabbit Hole
In Far Cry 3 vestirete i panni di Jason Brody, giovane e atletico studente statunitense, in vacanza con alcuni amici nelle paradisiache Rook Islands. Il viaggio va a meraviglia, finché il gruppo non ha la sfortuna di incontrare Vaas, folle criminale a capo di una banda di pirati che cattura i ragazzi per ottenere un sontuoso riscatto e alimentare il mercato degli schiavi.  
Dopo essere stato torturato fisicamente e psicologicamente, Jason scappa dalla prigionia con l’aiuto di suo fratello Grant, un abile ex soldato. La fuga è rocambolesca e finisce piuttosto male, con il protagonista che si ritrova solo e malandato in compagnia di un eccentrico individuo di nome Dennis, impegnato a tatuargli strane figure sul braccio sinistro e desideroso di iniziarlo alla misteriosa “via del guerriero”, unico modo a suo dire di ottenere la forza necessaria per uccidere Vaas e liberare gli altri prigionieri. Inizia così la discesa di Jason in un turbine di pazzia e violenza, che lo trascinerà sempre più verso il fondo. 
La narrativa in Far Cry 3 si basa quasi del tutto sulla follia e sulle sue tante forme. Ogni personaggio principale del gioco, ogni elemento fondamentale della trama, è costruito su un qualche tipo di pazzia o eccentricità. L’idea è riuscita, anche perché gli sceneggiatori hanno voluto puntare principalmente sulla caratterizzazione dei tanti individui di spicco che popolano le Rook Island, piuttosto che su una trama superlativa. Alcuni colpi di scena sono piuttosto telefonati, e Ubisoft poteva forse usare meglio gli elementi mistico/magici dell’ambientazione, ma complessivamente la campagna riesce a catturare il giocatore, rafforzata da cattivi di prima categoria e da un ritmo serrato delle missioni primarie. Un chiaro esempio di ottimo sfruttamento del setting ai fini della narrativa. 
Amo il mio machete, e lui ama me
Uno degli aspetti ritoccati maggiormente in Far Cry 3 è sicuramente il gameplay. Gli sviluppatori hanno deciso di mettere la quinta sull’ibridazione, inserendo nel comune sistema run and gun degli fps un gran numero di elementi extra che ne ampliano lo spettro. 
Jason dispone da subito del tipico puntamento da mirino visto in decine di altri sparatutto, della capacità di correre e chinarsi, e di un attacco in corpo a corpo con un machete. A forza di completare missioni e uccidere avversari, si ottengono nuove utili abilità. Entro poco potrete effettuare una rapida scivolata a terra dopo una corsa, ricaricare in movimento, colpire con più precisione senza mirare, guadagnare bonus ai punti vita e alla resistenza, e apprendere un numero smodato di uccisioni silenziose in corpo a corpo. Queste ultime, in particolare, rappresentano il fulcro attorno a cui ruotano le meccaniche stealth del gioco: Jason può muoversi tra la vegetazione e le coperture per evitare di esser scoperto dai nemici, e assicurarsi di essere al sicuro grazie a comode barre dell’attenzione che compaiono quando si entra in un campo visivo avversario. Una volta arrivati nelle immediate vicinanze di qualcuno, potrete eliminarlo con una brutale coltellata e, sbloccate le tecniche dedicate, compiere serie di uccisioni stealth in corpo a corpo, eliminazioni in salto e altri trucchetti che vi permetteranno di fare un massacro senza sparare nemmeno un colpo. 
Per fortuna le sparatorie non sono da meno, grazie a un gran numero di armi utilizzabili e al loro ottimo feeling. Il danno delle bocche da fuoco è preciso e calcolato in base a distanza dei nemici, alla zona in cui li si colpisce e alle protezioni indossate. Un poveraccio in t-shirt verrà ucciso da un paio di colpi di qualunque arma dalla media distanza, ma per un soldato corazzato ci vorrà un colpo secco alla nuca con un fucile da cecchino, o un intero caricatore in pieno petto. Voi sarete invece praticamente dei super uomini, capaci di tollerare decine di proiettili e di curare ferite gravi nel giro di qualche secondo. Non crediate tuttavia che questo basti a rendere il titolo una passeggiata. La difficoltà di Far Cry 3 è graduale e, se all’inizio avanzare vi sembrerà fin troppo facile, verso metà campagna la situazione si complicherà tremendamente , poiché inizieranno ad arrivare missioni piene zeppe di assaltatori inviperiti e soldati corazzati armati di tutto punto.  
Il livello di sfida ben calcolato è un ottimo incentivo a dedicarsi a un prodotto, ma stavolta impallidisce davanti all’enorme mole di contenuti che Far Cry 3 offre al giocatore. Finora abbiamo parlato solo del gameplay di base e degli elementi gdr, entrambi ottimamente congegnati, ma la reale attrattiva del titolo Ubisoft risiede nella sua struttura free roaming, che garantisce al giocatore ore e ore di esplorazione e attività alternative. Fin dall’inizio le Rook Islands saranno visionabili tramite una comoda mappa, che indicherà le vostre basi, quelle nemiche, le missioni principali, quelle secondarie, e alcune torri di comunicazione controllate dai lord del crimine. Potrete decidere di sabotare le torri di comunicazione, costruite in modo da offrire brevi fasi platform e che una volta disattivate renderanno gratuite alcune armi nei negozi, dedicarvi a sfide minori con gli abitanti dei villaggi, tra cui partite a poker, lancio del coltello e corse su sterrato, o completare delle quest secondarie con storyline dedicate. Vi sarà persino permesso di conquistare gli avamposti nemici, guadagnando così nuove basi e la possibilità di teletrasportarsi con più facilità da una zona all’altra delle isole, visto che ogni quartier generale può venir raggiunto istantaneamente con un comodo click. 
Non vi basta? Sappiate allora che in Far Cry 3 avrete modo di lasciar perdere totalmente le missioni per molto tempo, e dedicarvi solo al vostro lato animalesco con la caccia e la raccolta. Nel gioco è infatti presente un sistema di crafting piuttosto accessibile, che vi richiederà di ottenere pelli di vari animali per allargare le vostre molte borse e, di conseguenza, il vostro inventario, o erbe di cinque diversi colori da combinare per ottenere droghe e medicine dagli effetti variabili. Le bestie presenti sull’isola vantano una varietà capace di dare del filo da torcere alla foresta amazzonica, e cacciarle rappresenta un passatempo più che discreto, tanto che in molti avamposti troverete quest dedicate a speciali bestie leggendarie da scuoiare per estendere al massimo contenitori specifici.  
Vagare per le parti meno civilizzate dell’isola risulterà poi facile e veloce per chiunque, grazie al numero smodato di veicoli presenti nella mappa. Jason sarà in grado di usare jeep, quad, gommoni, moto d’acqua e deltaplani per raggiungere in poco tempo zone lontane prive di teleport. La guidabilità dei mezzi non è superlativa, ma il loro inserimento in massa è un’altra buona trovata che assieme al fast traveling elimina quasi completamente i noiosi viaggi del precedente capitolo. 
Un sacco di cose da fare, insomma, eppure l’anima dell’opera Ubisoft rimangono le missioni principali, curatissime, spettacolari e variopinte. Questi compiti sono ricchi di situazioni adrenaliniche e momenti dal grande impatto, sfruttano alla grande il dipanarsi delle vicende per offrire sezioni uniche e rappresentano il punto forte del singleplayer. Se le opzioni secondarie vi dovessero venire a noia, basterà una main quest a tornare sulla retta via. 
Tribal war
Come se la già impressionante campagna non fosse sufficiente, Far Cry 3 offre anche un comparto multiplayer piuttosto profondo. Ogni giocatore, può scegliere un loadout, che contiene oltre all’equipaggiamento anche abilità di supporto sbloccabili guadagnando esperienza, e buttarsi in un match competitivo. Le modalità presenti sono quelle classiche (con qualche variante) e, anche se le meccaniche di shooting non presentano la finezza e il bilanciamento di altre produzioni nelle opzioni versus, risultano un diversivo più che apprezzabile. Interessante il sistema degli urli di guerra, che favorisce il team play, nonostante non rappresenti certo una novità trascendentale. Il piatto forte dell’online è la cooperativa, una vera e propria campagna alternativa che segue una trama semplice ma efficace, e conta quattro diversi personaggi selezionabili. Le missioni della co-op forse non saranno all’altezza di quelle del singleplayer, ma sono pensate per favorire il gioco di squadra e alle difficoltà maggiori faranno sudare più di un giocatore (forse persino troppo). Giusto per mettere la ciliegina sulla torta gli sviluppatori hanno infine inserito un complesso tool per editare le mappe, e un sistema di selezione delle creazioni migliori che garantirà un flusso continuo di contenuti extra in futuro da parte della community. L’unico appunto negativo da fare all’online è l’assenza di server dedicati, che potrebbe influire negativamente sull’esperienza e farà sicuramente storcere il naso a più di un utente, ma davanti a un lavoro del genere è dura penalizzare Ubisoft per questa scelta.
Niente dragoni che volano al contrario, ma orsi incastrati sì
Giunta è l’ora di descrivere il comparto tecnico, ennesima dimostrazione del lavoro eccellente fatto dagli sviluppatori, almeno in parte… 
Le Rook Islands sono una locazione splendida, un vero paradiso terrestre incontaminato, ricco di vegetazione rigogliosa e viste mozzafiato. Le texture sono definite e azzeccate, i modelli tridimensionali dettagliatissimi e ben animati, e vi capiterà più e più volte di fermarvi per qualche secondo, ipnotizzati dalla bellezza di certe zone. Anche la varietà delle ambientazioni stupisce, poiché le isole del gioco sono ricche di segreti, rovine antiche da esplorare e formazioni naturali imponenti. Grandiosa la dinamicità del fuoco, che si espande rapidamente tra la vegetazione provocando enormi incendi e può venir sfruttato a proprio vantaggio. Tanta bellezza non è ad ogni modo esente da mancanze: per ottenere un risultato simile gli sviluppatori hanno sacrificato la fisica, e non vedrete foglie o fili d’erba muoversi realisticamente al vostro passaggio, né grande distruttibilità negli ambienti, limitata solo ad alcune piante e coperture. Il livello di dettaglio degli npc secondari, inoltre, non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello dei personaggi principali, cosa comprensibile ma che stona a causa del gran numero di quest secondarie in cui si interagisce con loro. 
Queste sono tutte minuzie comunque, l’unico vero elemento negativo del comparto tecnico sono i bug, numerosissimi e a volte un po’ ridicoli, cosa sempre più tipica in titoli estesi che danno grande libertà al giocatore. Durante le nostre scorribande abbiamo osservato orsi incastrati in gabbie da cui li avevamo liberati, npc tremare a velocità supersonica, il personaggio principale divenire misteriosamente invulnerabile e persino un paio di bug esilaranti durante le missioni principali, tra cui un inseguimento conclusosi senza sforzo perché i nemici si erano schiantati su una roccia a inizio fuga. Nessun glitch ci ha impedito di avanzare o ha creato problemi seri a livello di gameplay, e capiamo che in fase di testing queste cose scappano facilmente in giochi così enormi, ma ci piacerebbe una volta tanto veder sparire queste imperfezioni (magari escluse quelle divertenti).
Qualche appunto va fatto anche sul sonoro in italiano del gioco, ancora una volta non all’altezza del doppiaggio in lingua originale. Gli attori impegnati nei ruoli principali sono riusciti a fare un lavoro rispettabilissimo, tanto che il Vaas nostrano riesce quasi a tenere testa a quello inglese, ma quando si tratta di figure minore le voci diventano un disastro. 
Solo da elogiare invece l’I.A, che a parte qualche singhiozzo si è dimostrata solida per tutta l’avventura, con nemici feroci, mobili, capaci di aggirare e stanare dalle coperture, specialmente nelle fasi avanzate alle difficoltà maggiori. Non è un risultato da poco in un open world. 
Impressionante la longevità, considerando che la campagna principale può occupare facilmente per più di dieci ore anche correndo, e che tra missioni secondarie, multiplayer, editor delle mappe e semplice girovagare Far Cry 3 può potenzialmente catturare un utente per mesi. 

– Quantitativo enorme di contenuti

– Tecnicamente notevole

– Campagna dal ritmo serrato e dalla grande spettacolarità

– Campagna cooperativa separata dalla principale

– Molti personaggi riusciti

– Numerosi bug, alcuni dei quali macroscopici ed esilaranti

– Storia non particolarmente eccezionale

– Certi compiti secondari possono venire a noia dopo un po’

– Il gameplay online non convince del tutto

9.0

Far Cry 3 è un videogame colossale, una fortezza inattaccabile contenutisticamente impressionante e curata alla grande in ogni suo aspetto. L’opera di Ubisoft è indubbiamente un perfetto omaggio alla follia, sia quella dei personaggi che la popolano, sia quella degli sviluppatori, capaci di dedicare un quantitativo mostruoso di impegno e fatica al suo sviluppo. I bug un po’ ridicoli presenti e i pochi dubbi sul multiplayer non devono preoccuparvi, fatelo vostro immediatamente se amate gli open world, è senza dubbio uno dei migliori mai creati.

Voto Recensione di Far Cry 3 - Recensione


9