Recensione

Bleed, recensione dell'action bidimensionale per Switch

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Uscito nell’estate di quattro anni fa su PC, Bleed era un sorprendente e divertente action a scorrimento orizzontale sviluppato dal solo Ian Campbell e apprezzato da critica e pubblico. Col secondo capitolo uscito lo scorso febbraio sempre su PC, ci si interroga come mai sul grande carrozzone di Switch sia salito solo il capostipite. Se la risposta risiede nei biblici tempi di conversione, i possessori della nuova console Nintendo dovranno attendere ancora parecchio; se si è trattata di una scelta di marketing, ci troviamo davanti a un grossolano errore.

Simply the best

Bleed narra la strampalata storia di Wryn, una ragazza con un impressionante arsenale che sogna in grande: precisamente, vorrebbe essere l’eroina dei videogiochi più grande di tutti i tempi, scalzando colui che si è autoproclamato tale. 
Non proseguiamo nel racconto non perché preferiremmo evitare di fare spoiler su dettagli della trama, ma perché la storia di Bleed è davvero tutta qui. Si tratta in fondo solo di un pretesto per lanciarvi lungo i sette livelli che compongono l’opera senza farvi perdere troppo tempo con tutto il resto, riducendo il tutto a una premessa che si proietta nel finale mentre viene inframmezzata da scontri a fuoco e boss fight.
In questa nuova versione è stata aggiunta la nostra lingua, ma si capisce quanto in realtà se ne sentisse poco il bisogno. A parte un paio di frasi introduttive nel menù principale e nelle scene di raccordo, non troverete traccia di un racconto un minimo elaborato (ma troverete senz’altro qualche refuso). 
Bleed è insomma un titolo immediato, fatto per divertire e intrattenere, che si adatta alla perfezione alle caratteristiche di Switch, perché ben si presta a partite “mordi e fuggi” e a brevi sessioni della durata di un solo livello, di solito non più lungo di un quarto d’ora. Si potrebbe a tal proposito puntare il dito contro l’esigua durata dell’avventura, ma considerando che si tratta di un gioco hardcore, che offre quattro livelli di difficoltà, e che già a normale non è sempre una passeggiata, s’intuisce quanto si tratti di un prodotto che vuole puntare sulla rigiocabilità. Oltre ad essere garantita dalla Modalità Arcade (che vi sfida a completare il gioco con una sola vita), viene rimpolpata dalla Challenge Mode, che dà la possibilità di affrontare tre boss di fila senza esclusioni di colpi. 
Salendo invece di difficoltà si avrà davanti una sfida assolutamente degna di nota, rappresentata sia dal diverso piazzamento dei nemici e dalla minore resistenza agli attacchi subiti, sia dalla capacità dei boss di mescolare i pattern di attacco in maniera meno prevedibile.

Lo stile di Wryn

A distanza di anni, la formula di Bleed funziona ancora molto bene. Si tratta di uno stylish action che prevede mosse tutto sommato semplici ma in grado di garantire un’azione di gioco davvero molto rapida. Lo schema di controllo, sempre intuitivo e semplice da padroneggiare, prevede schivate aeree, balzi multidirezionali fino a un massimo di tre consecutivi, la possibilità di rallentare il tempo fino a quando la barra apposita lo consente e una serie di armi molto potenti da sbloccare e scegliere accuratamente a seconda delle situazioni. 
Si consideri infatti che se ne possono usare due alla volta, ma entrando nel menù è possibile cambiare in qualunque momento la propria dotazione. Tra pistole doppie, lanciafiamme, un potente raggio laser, un lanciamissili e altre bocche da fuoco che vi lasciamo il piacere di scoprire, non mancano di certo le alternative né tantomeno le strategie migliori per affrontare al meglio i nemici. 
Sebbene ai livelli di difficoltà più bassi difficilmente si presenta il rischio di morire ripetutamente sbagliando arma, quando si sale di livello la scelta diventa cruciale, soprattutto contro i boss. Questi ultimi hanno diversi pattern di attacco ed è consuetudine dover adattare il proprio stile di gioco a seconda delle diverse fasi. In più, è importante fare la giusta scelta tra un livello e l’altro, ossia quando potrete spendere le monete accumulate per acquistare potenziamenti e nuove armi. Naturalmente, la prima volta dovrete un po’ andare a caso, ma se avete in mente di rigiocare Bleed e accettare le sfide più complesse, saprete senz’altro quale sarà il giusto approccio alle battaglie. 
Nonostante il gioco rimanga valido, ci sembra davvero assurdo far pagare quindici euro per un gioco che su Steam si trova a novantanove centesimi. Bleed 2, uscito lo scorso febbraio, costa 6,99 euro, mentre “Bleed 1 + 2 Combo Pack” è disponibile a 6,78 euro. A meno della metà, su PC, avrete tutto, ecco perché è d’obbligo rimanere perplessi di fronte a un prezzo maggiorato e privo di senso.

– Divertente e impegnativo

– Modalità extra che mettono a dura prova i virtuosi del pad

– Ottima conversione per un gioco che calza a pennello su Switch

– Prezzo senza senso

– Molto breve

7.0

La conversione su Switch è ben riuscita e ben si adatta alle caratteristiche della console, che sembra perfetta per un titolo simile. Nonostante si tratti di un gioco non di certo nuovo, con un seguito già uscito a inizio anno, il prezzo è stato gonfiato in maniera sin troppo esagerata, pertanto chi ha un PC (anche più che scarsino) non troverà davvero alcun motivo per acquistarlo. Potrebbe forse prendere in considerazione la possibilità di giocare in coppia senza dover comprare un secondo pad, ma ci sembra un motivo piuttosto debole per accettare un prezzo di quindici volte maggiore rispetto al normale. Detto ciò, Bleed rimane valido, divertente e perfetto per farvi passare un pomeriggio di festività in panciolle e in spensieratezza.

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7