Recensione

Ark of the Ages

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a cura di SamWolf

1,79€ (App Store) – 1,51€ (Google Play), testato su iPad, l’applicazione è Universale ed è disponibile per iOS e Android. Il mondo dei videogiochi mobile è realmente affollato di RPG. Vero che ci sono stati molti titoli validi in questo campo, ma sono molti gli esponenti del genere che lasciano a desiderare. Ark of the Ages, sviluppato da Xseed JKS, si colloca nel mezzo, con alcune peculiarità ottime accompagnate da altre rivedibili e migliorabili. Ambientato nel villaggio di Emile, ci metterà nei panni di un guerriero impegnato ad esplorare torri e a far piazza pulita di tutto ciò che si opporrà lungo il suo cammino.

Pronti a combattereDopo una breve introduzione testuale, rigorosamente in inglese, ci troveremo di fronte alla schermata principale: sullo sfondo avremo il disegno della cittadina di Emile, un piccolo villaggio sul mare, mentre in basso avremo quattro tasti tra cui scegliere. Il primo è “Explore”, con il quale sarà possibile dare il via alla nostra avventura, il secondo è “Shop”, dove potremo acquistare potenziamenti vari o creare potenziamenti con le nostre fotografie; il terzo è “Quest”, dove avremo degli obiettivi da completare per ottenere delle ricompense e infine il tasto “Bar”, dove sarà possibile interagire con i nostri amici e acquistare più poteri speciali a seconda del numero di amici che avremo nel nostro profilo di gioco. Una volta pronti potremo iniziare la nostra avventura: ci ritroveremo in questa torre che dovremo esplorare in lungo in largo per poter arrivare in cima e sconfiggere il boss. Lungo i corridoi saranno presenti delle sfere blu, che non appena avvertiranno la nostra presenza ci attaccheranno e diventeranno rosse, dando il via ai combattimenti in prima persona, ma procediamo con ordine.

La grafica è interamente in 3D e il risultato, anche se non eccelso, appare comunque soddisfacente. Vedremo il nostro eroe di spalle e per muoverlo basterà fare pressione sulla parte sinistra del nostro schermo dove apparirà un joypad con il quale potremo spostarci in tutte le direzioni; facendo pressione invece sulla parte destra del display apparirà un secondo pad virtuale che consentirà di ruotare di 360° (questi comandi possono essere invertiti attraverso le opzioni). Lo scorrimento dell’inquadratura e le movenze del nostro cavaliere lasciano un po’ a desiderare non essendo sempre fluide e ben calibrate. Come anticipato in precedenza, lungo il percorso vedremo di fronte a noi queste sfere blu, che altro non sono che i vari mostri che abitano i corridoi; quando ci avvicineremo ad una di loro daremo il via alla battaglia: l’inquadratura qui passa dalla terza alla prima persona e anche i comandi cambiano. Per attaccare occorre muovere rapidamente il dito contro il nostro avversario, cercando di essere ampi nel movimento, per poter infliggere così un maggior numero di danni; per parare i colpi nemici invece si dovranno usare due dita per afferrare lo scudo e porlo davanti a noi, in modo da evitare di subire danni e perdere parte della nostra vita. Il gameplay per quanto riguarda la modalità sfida è ben realizzato e di maggiore gradimento e impatto rispetto a quello legato al movimento.

Armati fino ai dentiDisseminati lungo il piano saranno presenti anche dei forzieri che conterranno tesori, armi o pozioni. Uno di questi invece avrà al suo interno la chiave che ci permetterà di aprire la porta che accede al piano superiore. Una volta ripulito dai nemici l’intero piano (ma ricompariranno con una buona frequenza) potremo salire le scale imbattendoci in un nuovo livello, con avversari man mano sempre più forti. Nascosta in qualche stanza si trova anche la mappa di ogni piano, utilissima per potersi orientare facilmente evitando così lunghi peregrinare a vuoto. La varietà dei nemici è discreta: si va dai goblin, a scheletri armati fino a scorpioni giganti che cambieranno armamento e aspetto a seconda dell’ambientazione occupata. Per aumentare ulteriormente il livello di difficoltà nei piani più alti troveremo anche ostacoli materiali lungo il percorso: questi variano da asce ondulanti e trappole spara frecce fino a pozze di veleno o gas che ci confonderanno o impediranno una nitida visuale. Per porre rimedio a tutti questi mali occorrerà fare quindi una buona scorta al negozio delle varie pozioni o antidoti, in quanto non sarà possibile tornare in qualsiasi momento al negozio ma, se si vorrà farlo, sarà necessario ripercorrere tutto il tragitto a ritroso.

Nello store potremo anche acquistare armi e armature per potenziare il nostro arsenale, ma queste saranno vendute a caro prezzo. La “moneta” corrente presente in Ark of the Ages si chiama Lilu e partiremo con una base di 1000 (con cui non si potrà acquistare molto), tuttavia incrementare il numero non sarà difficile: ogni volta infatti che uccideremo un avversario, oltre a salire rapidamente di livello, otterremo anche del materiale rivendibile a buon prezzo nel negozio. Una pecca grafica riscontrabile è correlata al cambio delle armature, la rappresentazione grafica del nostro cavaliere sarà sempre la stessa, con la sola modifica dell’arma ogni volta che verrà cambiata. Con il proseguire dei combattimenti la nostra arma perderà di forza e la dovremo ricaricare con delle pietre speciali oppure saremo costretti a cambiarla per non essere troppo deboli durante le sfide.

Una storia già vistaDopo i primi combattimenti e dopo aver preso familiarità con il titolo noteremo come di base il gioco sia ripetitivo fino quasi all’inverosimile. Alla fine ci ritroveremo per ore a spostarci, iniziare combattimenti, vincerli e salire scale in continuazione senza una minima variazione (se non nelle ambientazioni o nei nemici). Le sfide finali contro i golem, situati all’ultimo piano, sono interessanti e con un alto livello di difficoltà, in quanto il parare con lo scudo limiterà i danni ma non ci impedirà di essere comunque colpiti. Sarà fondamentale in questo senso utilizzare con accuratezza e strategia i poteri, le pozioni e i colpi speciali. Questi, come anticipato in precedenza, aumenteranno e cresceranno di numero a seconda degli amici che avremo, nel gioco, attraverso i social network. Partiremo con un colpo speciale di base in grado di sferrare un potente attacco verso il nemico e di stordirlo per qualche secondo, per poterlo così colpire con continuità e con maggior efficacia. Un pregio di Ark of the Ages è sicuramente il sottofondo musicale, gradevole e ben fatto e per nulla trascurato come invece accade per altri titoli. La longevità del titolo è sicuramente alta, con ore e ore necessarie per terminare tutti i piani di tutte le torri e portare così il gioco alla fine, mentre la rigiocabilità risulta scarsa invogliandoci difficilmente a voler riprendere in mano il titolo una volta terminato (sempre che non ci si sia stancati prima di averlo portato a termine).

– Background musicale

– Longevità

– Comandi semplici

– Ripetitivo

– Manca la lingua italiana

– Grafica migliorabile

– Alcune meccaniche di gioco rivedibili

– Manca una vera storia

7.0

Ark of the Ages presenta diversi pregi e difetti che lo tengono ancorato a un livello medio impedendogli di spiccare il volo verso l’olimpo degli RPG. A un’ottima longevità si contrappongono una ripetitività stancante e a tratti snervante che potrebbe far disinnamorare presto il giocatore, oltre ad alcuni accorgimenti di gioco decisamente migliorabili. Una grafica gradevole e un buon sistema di combattimento, contornati da un buon background musicale, fanno comunque del titolo firmato Xseed JSK un gioco discreto, per cui la spesa di 1,79 € (App Store) o di 1,51 € (Google Play) non pare, alla fine, eccessiva.

Voto Recensione di Ark of the Ages - Recensione


7