ZeniMax vs Oculus, il verdetto dei giudici: Bethesda incasserà 250 milioni

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Era il 2014 quando ZeniMax, compagnia proprietari di Bethesda Softworks, decise di fare causa a Oculus, appena acquistata da Facebook. Il motivo risiedeva nel fatto che Oculus, secondo Bethesda, le avesse sottratto dei segreti industriali per creare il suo visore Rift, contando anche sul passaggio dell’ex id Software Palmer Luckey e dell’ex John Carkmack proprio tra le file di Oculus. Esattamente come accaduto anche nei giorni scorsi nel caso del videogioco di Westworld, Bethesda accusò anche Oculus di aver preso parti del codice di un suo progetto per realizzare il suo, violando così i copyright.Oculus ha ammesso che solo alcune piccole parti del codice accusato erano effettivamente uguali, dichiarando che i $500 milioni di risarcimento richiesti da ZeniMax erano quindi una cifra eccessiva. «La copia non è abbastanza sostanziale, in un codice di circa 42m miliardi di righe» avevano spiegato gli autori di Rift. Il giudice a cui è stato assegnato il caso, Ed Kinkeade, ha dato ragione a entrambe le parti: ha infatti condannato Oculus a risarcire ZeniMax per quanto le ha sottratto, con il totale che ammonta a $250 milioni, “solo” metà di quanto richiesto dagli autori di Fallout e The Elder Scrolls.Una ulteriore richiesta avanzata da Bethesda, che voleva anche il ban per Oculus Rift, è stata invece rigettata dal giudice.ZeniMax si è dichiarata soddisfatta per l’esito della causa, ma delusa per la decurtazione dell’ammontare di quanto le deve Oculus. Gli autori di Rift, di contro, dichiarano che il fatto che il giudice abbia deciso di ridurre la cifra dimostra che questo caso manca di fondamenta.Vedremo se ci saranno ulteriori gradi di giudizio tra le due parti.Fonte: GamesIndustry