Recensione

Zak McKracken and the Alien Mindbenders Recensione

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a cura di DarkWindu

Era il lontano 1988 quando la LucasFilm Games dopo il grande successo di Maniac Mansion decise di sviluppare e pubblicare quella che forse può essere definita una delle migliori avventure grafiche di sempre. Nel team di sviluppo oltre a David Fox, capo del progetto, c’erano nomi come Ron Gilbert e uno Steve Purcell (autore di Sam & Max) incaricato di disegnare la copertina della scatola del gioco. L’avventura fu sviluppata utilizzando il S.C.U.M.M. (Script creator utility for Maniac Mansion) creato l’anno prima da Aric Wilmunder (Lord SCUMM) e Ron Gilbert e che accompagò tutte le avventure Lucas fino a Grim Fandango dove venne utilizzato il lua.

Ci sono cose che non si possono comprare, per tutto il resto c’è Visa.

Il protagonista di questa storia è Francis Zachary McKracken per gli amici Zak, un giornalista di una rivista scandalistica alle prese con una minaccia aliena. I Caponiani hanno costruito un congegno in grado di creare un’aurea intorno alla terra che lentamente assopisce la capacità di pensare degli umani. Sarà Zak, in cerca dello scoop della vita e coadiuvato da tre studentesse universitarie di Yale a dover salvare il mondo. Come se fosse una recensione di un gioco moderno non mi dilungherò sulla trama per non rovinare il piacere a chi (solo l’età vi può giustificare) non ha mai giocato a questo cimelio. Come avventura in sè Zak Mckraken è estremamente complessa, composta da enigmi mai banali o totalmente impossibili, con molti elementi che restano unici: era concesso ad esempio (come in Maniac Mansion) di cambiare personaggio durante la partita, e prendere il controllo delle tre studentesse; per risolvere alcuni degli enigmi era necessario la cooperazione o comunque un trasferimento di oggetti tra i vari personaggi e il numero di ambientazioni era molto alto (Marte-San Francisco è un bel viaggetto!) e questo rendeva la risoluzione degli enigmi decisamente più complicata. Inoltre a differenza di molte avventure, il modo in cui era concepito il gameplay consentiva una grande libertà di esplorazione e quindi di risolvere alcuni enigmi in ordine sempre diverso: per salvare il mondo il nostro protagonista era costretto a girovagare da un capo all’altro della Terra; Zak si recherà all’aeroporto dove potrà comprare i biglietti aerei grazie alla sua carta di debito VISA. Ci sono inoltre alcuni enigmi che non sono necessariamente obbligatori per completare il gioco, ma danno un senso maggiore di libertà (a volte un paio di Baffi e nasone finti ti aprono un sacco di porte!), come la possibilità di acquistare oggetti che non hanno una finalità precisa, ma che risolvono alcuni enigmi secondari molto divertenti. Come tutti i giochi Lucas di quel periodo non mancavano siparietti esilaranti, situazioni paradossali, e satira pungente (lo sciamano di un villaggio deserto che espone in bella mostra fuori dalla sua capanna il cartello VISA).

Aneddotica spicciola

Non mancano inoltre diversi riferimenti a Maniac mansion e un appunto speciale va alla splendida colonna sonora dell’introduzione creata da Matthew Alan Kane diventata un vero e proprio cult, al pari della colonna sonora di Monkey Island oppure alla sempre verde “War Never been so much Fun” di John Hare (Cannon Fodder). Piccola curiosità sulle versioni pubblicate: il gioco è uscito in un primo momento per Commodore 64, Amiga e MS-DOS ed erano in EGA a 16 colori con una risoluzione di 160×200, successivamente il gioco uscì anche per Atari-ST e la versione MS-DOS venne migliorata nella grafica sfoggiando una versione EGA in altissima risoluzione (320×200 per l’epoca non era poco). Successivamente uscì un remake per FM Town in VGA a 256 colori. Questa versione uscì esclusivamente per il mercato giapponese (da dove non è mai uscito!) ed utilizzava tracce audio direttamente su CD oltre che una qualità video molto superiore. Questa versione grazie all’emulazione è arrivata fino a noi e in rete ne gira una versione in italiano (il gioco è uscito solo in inglese è stato tradotto in seguito in maniera amatoriale) ma è molto difficile da trovare. Infine è d’obbligo ricordare il sistema di protezione che inserirono per combattere la pirateria (che a quei tempi dilagava molto più di oggi!), si trattava di un sistema di codici (VISA code) che veniva chiesto nel momento in cui si prenotava un biglietto aereo, dopo 5 tentativi falliti Zak si ritrovava in prigione con tanto di commento acido da parte del poliziotto e Game Over.

HARDWARE

Niente che non si trovi in un museo oppure a casa di qualche nostalgico appassionato. Emulato perfettamente dallo ScummVM.

MULTIPLAYER

Assente.

– Lo stile Lucas

– Personaggi che restano impressi

– Storia Interessante

– Meccaniche di gioco complesse

– I baffi e il Nasone finto

– Siparietti indimenticabili

– Li sto ancora cercando!!

9.0

Pur avendo compiuto quest’anno la veneranda età di 20 anni, Zak McKracken resta un esperienza ancora unica. La comicità della Lucas, gli enigmi a volte fuori di testa ma mai fuori luogo e la possibilità di poter impersonare più personaggi lo rendono un Cult. Se vi siete avvicinati da poco al mondo dei videgames o semplicemente per qualche oscura ragione non vi siete mai imbattuti in questo cimelio, il consiglio che vi do è di non perdersi questa avventura per nessun motivo.

Voto Recensione di Zak McKracken and the Alien Mindbenders Recensione - Recensione


9